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 Oggetto del messaggio: Re: E parliamo di questo rock e del resto che oggi si suona!
Messaggio da leggereInviato: 14/08/2012, 0:18 
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Iscritto il: 06/08/2011, 12:37
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:?
Mi permetto qualche osservazione, cari amici, anche perché mi manca un po' questo gusto polemico per le definizioni ... :lol:
Confido anche di trovare un editore per il mio prossimo saggio " dal minuetto alla musica afro: rituali tribali di corteggiamento e di celebrazione " ...sarà più difficile trovare mercato per " Bach, un rocker fuori tempo", in cui si misura la libertà di espressione ai tempi del clavicembalo, quando un musico di corte, volendo esprimere le sue umane passioni, doveva ricorrere a complessi sotterfugi e calcoli astrusi di Ghematria. :| . Poi accadde che il popolo riuscisse in vari tempi e modi a potersi permettere se non un musico almeno un giradischi, e la fatica e le passioni che doveva affrontare per coprire le spese per questa cultura appena conquistata ( e i rischi di incorrere nella censura di stato !) vennero vieppiù esaltati nell' arte ( mi viene in mente un De Chirico o un Dalì per dirne due che le sfumature le usavano... ) e i contenuti concettuali subentrarono a quelli descrittivi. Anche nella musica si intrufolò ( ospite scomoda per i più tradizionalisti ) la Poesia. Certo i tempi erano ancora fortemente sospetti, e l' aplomb britannico non ammetteva giudizi aperti che attaccassero il sistema costituito, così i " tranquilli "Beatles " lanciavano i loro " Contorciti e urla " ( twist & shout) con ingenuità giovanile apparentemente innoqua. Ai giorni nostri l' odore di scomunica è una percezione soggettiva, forse grazie a quei concetti consolidati a martellate, trapanati e tassellati dalle chitarre elettriche e dai distorsori a valvole. Musica ce n' è ancora, per tutti,anche di quella buona, e forse un po' grazie a quei ragazzacci che l' hanno così distorta e strumentalizzata per esprimere un senso di rivolta... altro che musica leggera ! Canto di lavoro, metallo pesante in prima linea !!!


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 Oggetto del messaggio: Re: E parliamo di questo rock e del resto che oggi si suona!
Messaggio da leggereInviato: 02/09/2012, 1:29 
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Iscritto il: 13/07/2011, 20:31
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ginogost ha scritto:
Cita:
L'occulto conformismo della musica pop e rock (da Joe Fallisi)

L'analisi di quasi mezzo milione di brani rock, pop, hip hop, metal e di musica elettronica realizzati fra il 1955 e il 2010 svela l'adesione a un ridotto repertorio metrico e armonico, una scarsissima propensione all'evoluzione e il ricorso ad alcuni piccoli trucchi per simulare la novità.
...tutta la musica popolare degli ultimi 50 anni si rifà a una consolidata serie di modelli di riferimento, alcuni dei quali ereditati dalla tradizione classica, e non mostra alcun reale segno di evoluzione.
...“Possiamo identificare alcuni modelli che stanno dietro alla creazione musicale? I musicisti li hanno modificati nel corso degli anni? Possiamo individuare le differenze tra musica nuova e vecchia? C'è un'evoluzione del ‘discorso musicale'?”
... molti di questi modelli e metriche sono rimasti costantemente stabili per un periodo superiore a 50 anni, indicando un alto grado di convenzionalismo nella creazione e nella produzione di questo tipo di musica. Di fatto, l’evoluzione è stata caratterizzata da tre tendenze: la riduzione della ricchezza armonica, l'omogeneizzazione della tavolozza timbrica (con i timbri frequenti che diventano sempre più frequente), e la crescita dei livelli del volume medio,

...Poi, che le strutture musicali sian sempre quelle: basta vedere le armonie piatte di tutte queste robacce rock per capire che lo scopo profondo del tutto è togliere coscienza e consapevolezza...

Andiamo a vedere più da vicino il problema dell'evoluzione musicale. Limitandoci alle musiche degli ultimi 800 anni circa, vediamo come si sia passati da una musica con tonalità un po' incerta, indefinita (e quindi per il nostro orecchio di oggi anche un po' affascinante, esoterica), e ciò sia nella musica sacra che in quella popolare (nonché in quella detta classica, che potrei chiamare "colta", ovvero musica che cerca l'io), sino a giungere nel '700 ad una musica chiaramente tonale, basata sulla successione di accordi V-I ("sol-do, per i chitarristi leggeri, oppure mi-la, ecc). Ciò è stato reso possibile attraverso l'imporsi del ruolo della sensibile, che sta un semitono sotto alla tonica (come si-do), e che è collegato con l'avvento dell'anima cosciente, nonché del materialismo-meccanicismo.
(Per chi non comprendesse, l'accordo V-I è quello di "l'Italiaaa- s'è deeesta", dove l'accordo di tre suoni sol-si-re chiude in quello do-mi-sol; invece il movimento melodico "necessario" VII-I, si-do, è quello di "Tua, tra le braccia tuuuue, per chi se la ricorda ... :) )
Ora, come ben sanno gli insegnanti Waldorf, anche nel bambino abbiamo una simile evoluzione, per cui fino a una certa età non è bene che egli canti o suoni queste musiche "dell'anima cosciente", cioè tonali, ma si limiti a cose più elementari, più semplici, simili, per esempio, in un caso, alla musica cinese classica, che ha 5 note e non ha il famoso semitono.
La forza di attrazione tonale nella musica corrisponde a quello che in pittura è il disegnare in prospettiva: si vede bene che per un bambino il compito è sopra le sue forze, destinato a produrre gravi crampi nell'astrale.

Ma a fine '800 si è andati oltre, si è "passata una soglia". E come il corpo eterico ha iniziato ad uscire dai limiti del corpo fisico, portandoci quindi, chi + e chi -, e chi + e chi - coscienti, ad immergerci maggiormente nello spirituale, così i musicisti han "deciso" di uscire dalla tonalità predefinita, e a partire da Wagner possiamo parlare di musiche che portano e guardano oltre la soglia. Lì però iniziano i problemi, perché le vecchie leggi non servono più, proprio come il pensiero logico-razionale non serve più già nell'immaginazione (però occorre averlo conquistato il più possibile, come sappiamo).
Il problema di come orientarsi oltre la tonalità è stato impostato in più modi: modificando le scale stesse, sovrapponendo più tonalità, disgregando del tutto ogni forma di attrazione tonale (per esempio si pensi a quella musica da film che accompagna certi lunghi stati di angoscia), rifugiandosi nei rumori ecc.

Tutto questo per dire che la musica oggi ha dei grossi problemi che riguardano la sua evoluzione. Ma si guardi alla poltiglia rock ecc.: quale uso ha fatto dei vari elementi della musica (melodia, armonia, ritmo, intensità, colore)? Nessuna evoluzione, e molta involuzione!

Ricordiamo che il ritmo (più esattamente: il metro, per es. nel walzer il zum-pà-pà), nella sua ripetitività, come struttura portante, è immagine del corpo fisico. Al corpo eterico vanno invece riferite le variazioni di durata delle note all'interno di uno stesso metro (per es., in Fratelli d'Italia non ve ne sono proprio, mentre in Caro amico ti scrivo ... di Dalla, o nella marcia trionfale dell'Aida queste varianti di breve-lunga invece di lunga-breve, 2 note al posto di 1 ecc. esistono). La parte animica è collegata alla successione degli intervalli, dunque alla melodia, mentre l'io si ritrova nell'espressione caratteristica complessiva del brano eseguito.
Nell'armonia abbiamo la presenza contemporanea di più melodie, che si tratti di contrappunto o di accordi, come nella chitarra, che accompagnano una melodia.
L'armonia oggi si intende perfetta se le voci, cioè le melodie, sono quattro, e anche qui troveremo corrispondenze tra la voce più bassa (basso, corpo fisico) e la più alta (soprano-io) passando via via per eterico e astrale (tenore e contralto) (ma questa è anche un po' una forzatura, gli importanti sono i primi due).

Ora veniamo al dunque. Il rock (ecc.) di oggi, assecondando le tendenze materialistiche degli Spiriti delle Tenebre, ha dato estrema importanza acustica (non: strutturale) al basso, con la forza degli strumenti elettronici lo ha messo in estrema evidenza, le sue vibrazioni sono assai pervasive (per lo più incoscientemente). Dunque, esaltazione del fisico, della materia. In questo lo accompagna la percussione, di cui però ho già detto sopra.
La ripetitività degli incisi, come degli slogan invece che dei ragionamenti articolati, a sua volta appiattisce la vitalità dell'eterico e costringe ad un abbassamento di coscienza allorché lo si accetti come un dato positivo - e ciò avviene normalmente per i più.
Le melodie, essendo per lo più cantate da dilettanti, pur se famosi, e comunque composte per loro, sono assai poco mosse, si fermano sulla stessa nota imitando quasi il parlato, quindi abbassano il livello dell'astrale, lo appiattiscono nell'espressione. Talora comunque vi è almeno qualche tentativo di ampliare gli intervelli (ma gli intervalli più ampi sono più difficili da cantare...).

Come si vede, mentre precedentemente la musica cercava di non limitarsi al metro regolare, di aumentare le varianti relative all'eterico (si pensi agli "allungamenti" di Wagner o Mahler), di arricchire le melodie con movimenti nuovi (tipico l'accordo di "nona" che poi non sempre "risolve" come dovrebbe, e qui altre varianti), la musica popolare moderna (che popolare non è, ma prodotto industriale del denaro) non ha fatto alcuna ricerca, anzi, ha appiattito ogni suo aspetto (si pensi all'enorme intensità che esce oggi dalle casse acustiche, anch'essa intesa a spegnere la coscienza).

Ora mi fermo, provvisoriamente. Ma vorrei ripetere a Pierfrancesco, che spero di risentire, come, prima ancora che andare a cercare la bellezza dei denti del cane cadavere, occorra evitare di farsi infettare dallo stesso, prendendo coscienza, tramite (purtroppo :roll: ) movimenti di antipatia, necessari all'osservazione critica e comunque oggettiva. Per la simpatia c'è sempre tempo. Ma dopo :!:


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 Oggetto del messaggio: Re: E parliamo di questo rock e del resto che oggi si suona!
Messaggio da leggereInviato: 03/09/2012, 15:33 

Iscritto il: 12/09/2011, 8:29
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ginogost ha scritto:
Ora veniamo al dunque. Il rock (ecc.) di oggi, assecondando le tendenze materialistiche degli Spiriti delle Tenebre, ha dato estrema importanza acustica (non: strutturale) al basso, con la forza degli strumenti elettronici lo ha messo in estrema evidenza, le sue vibrazioni sono assai pervasive (per lo più incoscientemente). Dunque, esaltazione del fisico, della materia. In questo lo accompagna la percussione, di cui però ho già detto sopra.


Ciao Giuliano, sono tornato dalla Sicilia con una frase di Jovannotti nella testa, che poscia andrò a illustrare. Riguardo invece alla questione dei bassi e delle percussioni, bisogna anche dire che un loro aumento ha coinciso anche con un aumento delle chitarre, quella di accompagnamento e quella solista, che vanno ad compensare, la prima con le corde (sentimento) va a riequilibrare l'eccesso di basso/batteria (volontà), la seconda va a compensare la mancanza di note nel cantato.

ginogost ha scritto:
La ripetitività degli incisi, come degli slogan invece che dei ragionamenti articolati, a sua volta appiattisce la vitalità dell'eterico e costringe ad un abbassamento di coscienza allorché lo si accetti come un dato positivo - e ciò avviene normalmente per i più. Le melodie, essendo per lo più cantate da dilettanti, pur se famosi, e comunque composte per loro, sono assai poco mosse, si fermano sulla stessa nota imitando quasi il parlato, quindi abbassano il livello dell'astrale, lo appiattiscono nell'espressione.


la ripetizione di solito aumenta la vitalità dell'eterico e non il contrario, anche se produce un abbassamento della coscienza, ma questo problema potrebbe trovare un equilibrio anche in testi particolarmente incisivi, che hanno accompagnato le musiche degli anni 70.

Io credo che nonostante i fattori generici che hai evidenziati, come in tutte le cose, ci siano le canzoni più e meno riuscite, e che dopo la generalizzazione, si dovrebbe entrare nel merito delle singole canzoni rock.

Così anche se non si può definire proprio una canzone rock, voglio commentare con chi vuole, questa canzone di Jovannotti (Lorenzo Cherubini).

Le tasche piene di sassi.

(vi prego di trovarla prima su youtube e di mandarla in sottofondo)

Volano le libellule,
[La libellula (dragonfly) è il primo essere che compare in questa poesia, e già qui vediamo l'immagine del materialismo e di come vicerlo: la libellula, quattro ali leggere in un corpo di drago: c'è come una compensazione, un equilibrio]
Immagine
sopra gli stagni e le pozzanghere in città,
sembra che se ne freghino,
della ricchezza che ora viene e dopo va,
prendimi non mi concedere,
nessuna replica alle tue fatalità,
eccomi son tutto un fremito ehi.


[Ed ecco la frase che voglio porre alla vostra attenzione:]

Passano alcune musiche,
ma quando passano la terra tremerà,
sembrano esplosioni inutili,
ma in certi cuori qualche cosa resterà
,
non si sa come si creano,
costellazioni di galassie e di energia,
giocano a dadi gli uomini,
resta sul tavolo un avanzo di magia.

Sono solo stasera senza di te,

[Mi piace pensare che questo è l'uomo moderno rimasto da solo, ovvero senza più l'aiuto diretto del divino, nell'impossibilità di sentire il Cristo vicino]
mi hai lasciato da solo davanti al cielo
e non so leggere,
[non so ancora leggere nel mondo oltre la soglia] vienimi a prendere
mi riconosci ho le tasche piene di sassi.

[ha raccolto solo il materialismo in questa ultima parte del cammino]

Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti a scuola,
mi vien da piangere,
arriva subito,
mi riconosci ho le scarpe piene di passi,
la faccia piena di schiaffi,
il cuore pieno di battiti
e gli occhi pieni di te.


[ed ecco una piccola meditazione tipo rosacroce:]

Sbocciano i fiori sbocciano,
e danno tutto quel che hanno in libertà,
donano non si interessano,
di ricompense e tutto quello che verrà,
mormora la gente mormora
falla tacere praticando l'allegria,
giocano a dadi gli uomini,
resta sul tavolo un avanzo di magia.

Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti al cielo
e non so leggere, vienimi a prendere
mi riconosci ho un mantello fatto di stracci.

[mantello = la personalità attuale]

Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti a scuola,
mi vien da piangere,
arriva subito,
mi riconosci ho le scarpe piene di passi,
la faccia piena di schiaffi,
il cuore pieno di battiti
e gli occhi pieni di te.

Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti al cielo
vienimi a prendere
mi vien da piangere,
arriva subito,
mi riconosci ho le scarpe piene di passi,
la faccia piena di schiaffi,
il cuore pieno di battiti
e gli occhi pieni di te.


Lo so ci sono delle forzature, ma mi piace pensarla così!

Quindi perché secondo voi il poeta dice questa frase?
Passano alcune musiche,
ma quando passano la terra tremerà,
sembrano esplosioni inutili,
ma in certi cuori qualche cosa resterà


Un abbraccio Pierfrancesco


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 Oggetto del messaggio: Re: E parliamo di questo rock e del resto che oggi si suona!
Messaggio da leggereInviato: 04/09/2012, 19:02 
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:mrgreen:
DE GUSTIBUS NON EST DISPUTANDUM
LA BELLEZZA E' NEGLI OCCHI DI CHI GUARDA ( e nelle orecchie di chi ascolta )
CAN (tante) CHE ABBAIA NON MORDE
PER CHI SUONA LA CAMPANA ? (abito sotto un campanile che batte tutta la notte...kepp...!!!)
... il resto è silenzo.......(shakespeare !)


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 Oggetto del messaggio: Re: E parliamo di questo rock e del resto che oggi si suona!
Messaggio da leggereInviato: 05/09/2012, 18:43 
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pierfrancesco ha scritto:
Ciao Giuliano, sono tornato dalla Sicilia hai notato i pesanti influssi luciferici locali? te ne sei protetto? :mrgreen: Riguardo invece alla questione dei bassi e delle percussioni, bisogna anche dire che un loro aumento ha coinciso anche con un aumento delle chitarre, quella di accompagnamento e quella solista, che vanno ad compensare, la prima con le corde (sentimento) va a riequilibrare l'eccesso di basso/batteria (volontà), la seconda va a compensare la mancanza di note nel cantato.

Facendo un confronto tra il complessino di oggi e l'orchestra classica (che mostra le 4 componenti dell'io attuale nelle varie sezioni degli strumenti, e dove violini e viole - sentimento - erano predominanti sui bassi) si nota comunque che il ruolo dei bassi (del basso, elettrico e amplificato ...) è grandemente aumentato, oggi.

ginogost ha scritto:
La ripetitività degli incisi, come degli slogan invece che dei ragionamenti articolati, a sua volta appiattisce la vitalità dell'eterico e costringe ad un abbassamento di coscienza

pierfrancesco ha scritto:
la ripetizione di solito aumenta la vitalità dell'eterico e non il contrario, anche se produce un abbassamento della coscienza, ma questo problema potrebbe trovare un equilibrio anche in testi particolarmente incisivi, che hanno accompagnato le musiche degli anni 70.

La regolarità aiuta certo l'eterico. Ma quando essa è meccanica lo distrugge. Pensa ai rumori dell'officina, dei motori ecc. Il basso elettrico già fa danni: in molte musiche, poi, esso è stato sostituito da un basso sintetizzato, riprodotto digitalmente.
Peraltro, anche le questione della vitalità dell'eterico abbisogna di una spiegazione. Ho detto "appiattisce". Preciso che cosa intendessi. In realtà noi, con il dominio dell'astrale sull'eterico (e dell'io sull'astrale) siamo chiamati a frenare le esigenze dell'eterico. Tanto è vero che se l'eterico prevale sull'astrale, che ne deriva? Ne deriva il sonno, ovvero anche la famosa perdita di coscienza. Per paradossale che possa sembrare, la nostra cura per la nostra salute non ha come scopo di gratificare il corpo eterico, ma di aiutarlo a sopportare la conduzione da parte dei due arti a lui superiori. Senza i quali si perde la propria qualità di uomini.
Di notte il C.E. prevale, ma appunto il C.A. e l'io ne escono. Il risultato è lo stato inerte di sonno, simile al vegetale e, almeno provvisoriamente, lontano da quello dell'uomo cosciente.
Effetti di ritmo e ripetitività furono usati in altre epoche e regioni, dai Dervisci alle danze tribali africane, per ottenere una specie di stato iniziatico. Oggi però non sono più adatti all'uomo moderno, anzi lo portano a regredire. Tutti quei dannati delle discoteche che ondeggiano ritmicamente sino a stordirsi, o eventualmente a drogarsi, fanno appunto il percorso inverso a quello oggi richiesto (naturalmente questo non riguarda la canzone postata, però è sempre attuale il monito di avere comunque il controllo degli avvenimenti, anche quando si decida "di lasciarsi andare". Lasciarsi andare sì, ma comunque vigili!)
In questo senso forse la parola appiattirsi è mal usata, in quanto intendevo appunto questo regredire, in cui chi si appiattisce sono piuttosto i due corpi superiori.
Infine, rimando ad altra occasione il discorso sui testi (che con un certo contenuto di pensiero dovrebbero compensare il materialismo della musica ...)

pierfrancesco ha scritto:
Io credo che nonostante i fattori generici che hai evidenziati, come in tutte le cose, ci siano le canzoni più e meno riuscite, e che dopo la generalizzazione, si dovrebbe entrare nel merito delle singole canzoni rock.

Un abbraccio Pierfrancesco


Che ci siano canzoni più o meno riuscite è persin ovvio. E' che io ne vedo ben poche, se pur ci sono, che sorpassino il voto che a scuola sarebbe un 2. (Ma ciò avviene per forza, viste le premesse.)
Non mi entusiasma molto stare a distinguere tra velenoso e tossico. :D E non sto parlando di gusti, dolce Servaj, neanche un poco. L'ho spiegato in precedenza, il problema dell'obiettività del giudizio e del pensiero è imprescindibile.

Ciao, su Jovanotti un'altra volta, diciamo che mi costa un po' tanta fatica... ma ci si sente.


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 Oggetto del messaggio: Re: E parliamo di questo rock e del resto che oggi si suona!
Messaggio da leggereInviato: 07/09/2012, 7:06 
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il ritmo ostinato di complessi musicali moderni se non fosse terribilmente frastuono nelle sagre o nei concerti sarebbe ragionevolmente udibile. Invece son forse orecchi non musicali, piuttosto sordi o insensibili che sopportano un tale alto volume, per certi orecchi umani questo è fisicamente insopportabile, ma lo è sopratutto per i cani che ad esempio con i fuochi d'artificio impazziscono, s'assordano gravemente, si rifugiamo lontano scappando e dolorando. Ma non vengono proibiti dalla lav, anzi incrementano e il loro commercio e le tasse servono.......

Ordunque, avete mai visto un animale in mezzo a quei rombi di suono? i ritmi ostinati e ripetitivi degli africani non vengono ingigantiti dai microfoni, gli spettatori non ci sono , tutti percuotono danzano e cantano saltano a balzelli e RS consiglia dei saltelli per giovare alla salute, e allora noi potremmo accettarli spiegandoci che scorpioni serpenti leoni giaguari e insetti se ne stanno ben distanti, dunque se ballassimo la pizzica con salto avremmo un beneficio, invece con quel frastuono i fini musici potrebbero ballare solo con i tappi alle orecchie e con il sistema nervoso assai elettrizzato:

insomma si tratta di un elettroshok per pazzerelli o pazzoni sordoni che sol si stordiscono mentre gli anziani ballano il liscio per risolvere la loro sclerosi da sedentari, ma non fanno così euritmia, potrebbe essere una propedeutica,..........facciamoci avanti..........


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 Oggetto del messaggio: Re: E parliamo di questo rock e del resto che oggi si suona!
Messaggio da leggereInviato: 13/09/2012, 21:05 
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Messaggi: 585
pierfrancesco ha scritto:
Così anche se non si può definire proprio una canzone rock, voglio commentare con chi vuole, questa canzone di Jovanotti (Lorenzo Cherubini).
Le tasche piene di sassi.
(vi prego di trovarla prima su youtube e di mandarla in sottofondo)

Volano le libellule,
[La libellula (dragonfly) è il primo essere che compare in questa poesia, e già qui vediamo l'immagine del materialismo e di come vincerlo: la libellula, quattro ali leggere in un corpo di drago: c'è come una compensazione, un equilibrio]

sopra gli stagni e le pozzanghere in città,
sembra che se ne freghino,
della ricchezza che ora viene e dopo va,
prendimi non mi concedere,
nessuna replica alle tue fatalità,
eccomi son tutto un fremito ehi.


[Ed ecco la frase che voglio porre alla vostra attenzione:]

Passano alcune musiche,
ma quando passano la terra tremerà,
sembrano esplosioni inutili,
ma in certi cuori qualche cosa resterà
,
non si sa come si creano,
costellazioni di galassie e di energia,
giocano a dadi gli uomini,
resta sul tavolo un avanzo di magia.

Sono solo stasera senza di te,

[Mi piace pensare che questo è l'uomo moderno rimasto da solo, ovvero senza più l'aiuto diretto del divino, nell'impossibilità di sentire il Cristo vicino]
mi hai lasciato da solo davanti al cielo
e non so leggere,
[non so ancora leggere nel mondo oltre la soglia] vienimi a prendere
mi riconosci ho le tasche piene di sassi.

[ha raccolto solo il materialismo in questa ultima parte del cammino]

Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti a scuola,
mi vien da piangere,
arriva subito,
mi riconosci ho le scarpe piene di passi,
la faccia piena di schiaffi,
il cuore pieno di battiti
e gli occhi pieni di te.


[ed ecco una piccola meditazione tipo rosacroce:]

Sbocciano i fiori sbocciano,
e danno tutto quel che hanno in libertà,
donano non si interessano,
di ricompense e tutto quello che verrà,
mormora la gente mormora
falla tacere praticando l'allegria,
giocano a dadi gli uomini,
resta sul tavolo un avanzo di magia.

Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti al cielo
e non so leggere, vienimi a prendere
mi riconosci ho un mantello fatto di stracci.

[mantello = la personalità attuale]

Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti a scuola,
mi vien da piangere,
arriva subito,
mi riconosci ho le scarpe piene di passi,
la faccia piena di schiaffi,
il cuore pieno di battiti
e gli occhi pieni di te.

Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti al cielo
vienimi a prendere
mi vien da piangere,
arriva subito,
mi riconosci ho le scarpe piene di passi,
la faccia piena di schiaffi,
il cuore pieno di battiti
e gli occhi pieni di te.


Lo so ci sono delle forzature, ma mi piace pensarla così!

Quindi perché secondo voi il poeta dice questa frase?
Passano alcune musiche,
ma quando passano la terra tremerà,
sembrano esplosioni inutili,
ma in certi cuori qualche cosa resterà


Un abbraccio Pierfrancesco

Lo so ci sono delle forzature ... in effetti... comunque apprezzo la purezza delle tue intenzioni e rinuncio a quel mio solito sarcasmo su questi argomenti, ché non te lo meriti. Perciò ho fatto come hai detto, col pezzo in youtube sullo sfondo.
Allora, la musica è una musichetta "piacevole" e certo nulla più, ma vabbè.
Il problema è nel cercare tutti quei significati in un testo di Jovanotti. A te piace pensarla così, ma io proprio non ci credo.
La libellula, banalmente, è di solito simbolo della leggerezza; le tasche piene di sassi sono il contrario, pesantezza. Lui si sente pesante, lei gli dà leggerezza, perché ne è innamorato, però ora è solo, "senza di te" (se ti piace pensa pure all'uomo senza Cristo, ma qui non c'è di sicuro nulla del genere).
Il problema vero è che, come in certi fumetti (una volta si chiamavano Albi dell'Intrepido, o Lancio Story, ora non so) un atteggiarsi a dicitori di profondo linguaggio è assai facilmente confuso con la vera profondità. Si fa una marmellata di banalità e qualcosa ne esce fuori, poi il senso ce lo troveranno gli altri.
Improvviso, subito, ora:
La sera corrusca ricopre la loro tristezza: più in alto una stella, la loro stella, pare ancora indugiare in un breve rantolo di speranza...
- Ma che stai a di', ginogost, questo è ciarpame!
Esatto. Ma occorre che ci sforziamo di imparare a capire perché lo è.

Se Jov dice
Cita:
mi hai lasciato da solo davanti al cielo
e non so leggere, vienimi a prendere
mi riconosci ho un mantello fatto di stracci.
lo fa per mostrare il vuoto della solitudine attraverso l'immagine del cielo; poi si impietosisce su sé stesso (ecco il sentimentalismo, il vero dèmone, l'Arimane della situazione), si vede vestito di stracci, cioè povero (senza di lei), poi addirittura piangerebbe (toh!), il cuore batte forte e gli occhi sono pieni di lei: come originalità, beh, son tutti luoghi comuni.

Dove invece mi intrighi un poco, è qui:
Quindi perché secondo voi il poeta dice questa frase?
Passano alcune musiche,
ma quando passano la terra tremerà,
sembrano esplosioni inutili,
ma in certi cuori qualche cosa resterà

Purtroppo non perché ci veda granché, ma mi interessa capire se veramente la terra "tremerà" per i colpi della batteria e del basso elettrico. In questo caso, a parte che non sono d'accordo sulla poeticità della cosa, Jov darebbe come una descrizione in progress della situazione che si presenta nei concerti rock o simili.
Ciò ha un senso. Resta da definire quanto, e se non sia venuto fuori per caso.

Certo, ripeto, la tua provocazione ingenua e la mia risposta forse non portano molto lontano. Però, tutto sommato, mi vien da chiederti se talora preferisci illuderti, perché così si può sopportare meglio un sacco di cose, o se veramente credi in tutto quanto hai detto. O magari una via di mezzo ;)
E ancora vorrei sapere se riesci a confrontarti abbastanza spesso con altri antroposofi nella tua città (Roma, no?), perché un tale incontro è il miglior antidoto alle illusioni che nutriamo sugli altri, e anche su di noi.

Sei invitato prima o poi ai nostri incontri. Abano non è così lontana, sarai certo ospitato, decidi un po' tu ... :)


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 Oggetto del messaggio: Re: E parliamo di questo rock e del resto che oggi si suona!
Messaggio da leggereInviato: 14/09/2012, 13:58 

Iscritto il: 12/09/2011, 8:29
Messaggi: 68
Località: Roma
ginogost ha scritto:
Se Jov dice

mi hai lasciato da solo davanti al cielo
e non so leggere, vienimi a prendere
mi riconosci ho un mantello fatto di stracci.


lo fa per mostrare il vuoto della solitudine attraverso l'immagine del cielo; poi si impietosisce su sé stesso (ecco il sentimentalismo, il vero dèmone, l'Arimane della situazione), si vede vestito di stracci, cioè povero (senza di lei), poi addirittura piangerebbe (toh!), il cuore batte forte e gli occhi sono pieni di lei: come originalità, beh, son tutti luoghi comuni.


Con questa serrata critica psico-patologica, anche tutto Leopardi sarebbe da cestinare!

ginogost ha scritto:
a parte che non sono d'accordo sulla poeticità della cosa

Questa è la motivazione con cui la giuria, presieduta da Mogol e composta dai giornalisti Mario Luzzatto Fegiz del Corriere della Sera, Marinella Venegoni de La Stampa e Paolo Giordano de Il Giornale, ha attribuito a Jovanotti il Premio Mogol 2011:
giuria Premio Mogol 2011 ha scritto:
«Un ricordo rivissuto al presente, un uomo che si rivede bambino davanti alla scuola in attesa della mamma che non potrà più venire a prenderlo, ancora con le sue tasche piene di sassi e con il cuore pieno di smarrimento. Una serie di immagini che è facile veder tremare dietro le lacrime. In questo testo ritroviamo il miglior Jovanotti, vero artista che raggiunge spesso i suoi acuti nei ricordi familiari, che sa trasferire a tutti così come li ha vissuti».


Secondo me non sei riuscito ad entrare nella dolcezza di questo testo. Lo vedi che fa la critica!?! :?

Oppure ... come diceva Servaj ... oppure ... sono un illuso ...

Allora sarò felice di confrontarmi con voi ad Abano! Aspetto l'invito! ;-)


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 Oggetto del messaggio: Re: E parliamo di questo rock e del resto che oggi si suona!
Messaggio da leggereInviato: 14/09/2012, 17:03 

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Voglio dire ancora qualcosa a riguardo, prendendo spunto da questo articolo appena uscito su OSPI, di Lucio Russo.
Lucio Russo ha scritto:
Abbiamo detto che il confondere o mescolare tra loro immaginazioni e rappresentazioni è fonte di patologia.
Che cos’è un’immaginazione? È un’idea riflessa dal corpo eterico; e che cos’è una rappresentazione? È un’idea riflessa dal corpo fisico
[...]
Pensate, per dirne una, al cosiddetto e celeberrimo “complesso di Edipo”. E’ una rappresentazione o un’immaginazione? E’ un’immaginazione.
Freud l’ha però presa per una rappresentazione, e ha così creduto che illustrasse e veicolasse l’insano desiderio di accoppiarsi con la madre naturale.
Se l’avesse presa, invece, per una immaginazione, non l’avrebbe riferita alla vita materiale, bensì a quella spirituale, e avrebbe così realizzato che simboleggia e veicola il sano desiderio di riunirsi (quali Io) alla madre spirituale: ossia, alla propria vera anima (alla Sophia).


Nella canzone di Jov si possono trovare ambedue gli ambiti quello rappresentativo, ovvero il ricordo reale sul piano fisico, di lui bambino che si sente perduto perché la madre non era venuta a prenderlo a scuola, e il livello immaginativo (che nel testo si fonde al primo confondendo la realtà), ovvero quello a cui ho appiccicato l'iterpretazione spirituale della lontananza dal Cristo, anche se alla luce di una rivisitazione del testo, potrebbe essere la lontananza dalla componente femminile in noi dalla Sophia.
Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti al cielo
e non so leggere, vienimi a prendere
mi riconosci ho le tasche piene di sassi.


Rudolf Steiner - Il Vangelo di Giovanni in relazione con gli altri tre e specialmente col Vangelo di Luca (11° conferenza) ha scritto:
Per il fatto di avere in sé il corpo eterico e il corpo astrale, l’uomo ha in sé l’elemento materno. Egli ha per così dire, oltre alla madre esteriore che è sul piano fisico, l’elemento materno, la madre, dentro di sé; e oltre al padre che è nel mondo fisico, egli ha in sé l’elemento paterno, il padre [il corpo fisico e l’ego] […] Se l’uomo non riesce ad armonizzare padre e madre dentro di sé, il disaccordo fra quei due elementi si trasmette dall’uomo al piano fisico e ne risultano dei disastri.
[...]
Inoltre, in molti di questi racconti gli avvenimenti fisici vengono confusi tra loro; personaggi che avevano vissuto a secoli di distanza vi sono presentati come contemporanei; certi avvenimenti sono descritti in luoghi e momenti non giusti.
Fatti del mondo fisico sono così guardati dall’anima umana come si può guardare solo lo spirituale, in cui tempo e spazio hanno altro significato che per il fisico; il mondo fisico viene rappresentato in immaginazioni invece che in pensieri [in rappresentazioni]; per contro, il mondo spirituale viene intessuto nel racconto come se non si trattasse di altra forma di esistenza, ma della continuazione di fatti fisici.


Noi sappiamo che tutta l'arte è grandemente impregnata di forze luciferiche, la poesia è come un sogno, non è saggistica, ma noi lo sappiamo fin dal principio, e alla luce di ciò possiamo provare a separare gli ambiti (rappresentativo, immaginativo, ispirativo, intuitivo) presenti in essa e tentare una interpretazione del testo su più livelli. Oppure come dici tu Giuliano, trattenerci nella cosicenza di sogno e illudersi con i pensieri di Lucifero, per "sopportare meglio un sacco di cose":
Lucio Russo ha scritto:
Lucifero tenta quindi di trattenerci nella coscienza di sogno: ossia in uno stato (oniroide) che non è, per così dire, “né carne, né pesce”, giacché non è, né una genuina immaginazione del mondo spirituale (com’era in passato, ma come non è stato più dal “secolo ottavo e fino al quattordicesimo dopo Cristo”), né una realistica rappresentazione del mondo fisico (come esigerebbe il presente).
Lucifero, dice appunto Steiner, “vorrebbe impedire che l’uomo si orientasse pienamente nel mondo fisico. Vorrebbe trattenerlo con la sua coscienza in regioni spirituali che erano adatte per lui in epoche anteriori”.

Ringraziamo la scianza dello spirito che ci fornisce questi strumenti interpretativi della realtà, e ringrazio gli amici ricercatori (Giuliano in particolare) che illuminano quei punti che in alcuni momenti, possono essere sfuggiti allo sguardo della nostra coscienza.

Un abbraccio Pierfrancesco


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 Oggetto del messaggio: Musica forte? Musica per l'io! Musica leggera? Per l'astrale
Messaggio da leggereInviato: 19/09/2012, 0:04 
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Sai, Pierfrancesco,
ho scritto anch'io canzoni, ho avuto pure i miei premi, e dunque conosco abbastanza come quel mondo sia tutto un sottobosco dove i valori veri non hanno alcun senso. Casualmente può venirne fuori la canzone bellina, perché no?, ma anche può essere ipervalutata della roba escrementizia.
Ora, un premio come quello dato alla canzone di Jovanotti, come si suol dire, non mi tange. Basti pensare che se quella canzone fosse stata scritta da Pinkus Pallinus nessuno se ne curerebbe.
Ho visto cantanti con bellissime voci venir messe da parte perché il fisico non reggeva alle prove di bellezza, e viceversa voci brutte sostenute da ancheggiamenti e scollature su cui certamente prima si era potuto esercitare qualche boss.
Questo non succede, o succede moooooolto meno nel mondo della musica detta classica. A questo proposito, è chiaro che oggi la distinzione classico-leggero non funziona, né ha funzionato l'uso di "musica seria" o "colta", ma ancora non abbiamo dei validi sostituti. Quirino Principe propone di distinguere tra musica forte e musica debole (escludendo "leggera" o "popolare"):

Cita:
da http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/ ... d=Aa0zVN3D
"Forte" è la musica dotata della massima energia. Suscita traumi, estasi, sensazioni forti, come il terribile accordo dissonante che apre il Finale della Nona di Beethoven, come il Lamento di Arianna di Monteverdi il cui «Lasciatemi morire» è il decollo di un'astronave. La "musica debole" (non "leggera" o peggio "popolare"), si fonda sulla ripetitività, sul sottofondo, su banali sensazioni. Forte e debole non s'intendano come un aut-aut: sono qualità estreme, entrambe legittime, agli opposti di una serie di gradazioni. Si chiede soltanto che la musica debole e banale non spinga ai margini la musica energica e inventiva.

e allora anch'io mi pongo il problema di come dare un nome ad una distinzione che sento chiaramente.
Faccio un'ipotesi: potremmo distinguere tra musica che si rivolge all'io+corpo astrale (la vecchia "classica") e musica che si rivolge al corpo astrale+corpo eterico (quell'altra). In tal modo si potrebbe tener anche conto dell'evoluzione umana e culturale, che fa invecchiare le musiche di tutti i tipi, stante che ora ci si rivolge a degli io diversi che nel passato.
Magari approfondirò l'idea (mi è venuta scrivendo, ma ci penso da anni! capito Lorenzo? :mrgreen: ). Intanto chiedo i vostri pareri.
Perché, in effetti, si può operare male nella ricerca spirituale, e scrivere musiche cervellotiche (=brutte, tout court), così come si può operare bene nell'intrattenimento e scrivere/suonare cose piacevoli e dignitosissime.
Aggiungo questa citazione da http://musicaforte-classics.blogspot.it/ , sulla quale sono totalmente d'accordo, a parte la ristrettezza degli esempi e se si esclude il termine musica forte, che mi pare davvero fuorviante, e magari anche quanto detto su Zappa, che non conosco e forse ascolterò, aperto ma pessimista, inutile negarlo.
Cita:
Intanto parliamo del nome: Musica Forte. Quirino Principe suggerisce di usare questo termine al posto di "musica classica", che in senso stretto indica solo la musica che va da quella dei figli di Bach al primo Beethoven. Musica Forte è quindi tutta la musica che si fa arte e non si atteggia ad arte, quella che innova, rompe gli schemi, non si adagia sui gusti del pubblico ma li fa evolvere, spinge a pensare, fa muovere i neuroni e, infine "ti cambia dentro".

Resta ora da definire meglio che cos'è la musica debole. Provo a identificarla con un esempio, conscio di far arrabbiare subito qualcuno. Questo esempio è Giovanni Allevi; vediamo perché.

Allevi suona benino, almeno le composizioni sue, che sono eccellenti jingle pubblicitari (ricordate la BMW?), ma poi... Poi diventa il profeta della "nuova musica classica"(e dagli con la "classica") e si erge a Mozart redivivo (lo fa intendere nella sua autocelebrativa autobiografia autistica). Fa il direttore d'orchestra (non lo è) agitando la bacchetta, massacrando Puccini di fronte alle camere riunite in estasi in diretta televisiva e infine attacca le sue banalità col risultato che i piccoli saggi di conservatorio del compositore di Lucca sembrano, al confronto, capisaldi immortali della storia della musica.

Confesso che tutte le volte che mi capita di ascoltare qualcosa di simile sogno che il fantasma di Frank Zappa passi di lì e faccia un rumoroso sberleffo: sarebbe un perfetto esempio di Musica Forte!

E' un ragazzo pulito e a modo, mette d'accordo le mamme e i media, così vende tanti dischi e addormenta le coscienze: bboni, statte bboni shhhhh.

In sintesi: musica debole è quella che non ha nulla da dire, quella che si mette come sottofondo nei supermercati o negli ascensori degli alberghi, quella che ti fa desiderare il silenzio.


Certo che non sembra facile diffondere e rendere comuni termini come musica dell'io (o dello spirito-anima) e musica dell'astrale (o del corpo). Me ne farò una ragione. :lol: Ma così si può capire anche la tua osservazione, quando dici che come critico Jovanotti, ugualmente dovrei criticare Leopardi. Perché Leopardi opera per l'io, sul piano dell'io, mentre il nostro giovanotto superagitato opera sul piano dell'astrale-eterico, per i nostri corpi eterico ed astrale. Come tutti i suoi colleghi (in particolare, per dire, Celentano batte ben più sull'eterico che sull'astralità, mentre Paolo Conte qualche volta cerca di volare più alto - ma non per l'io, comunque.


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