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 Oggetto del messaggio: poesia dell'annoiato
Messaggio da leggereInviato: 07/03/2013, 15:57 
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Iscritto il: 12/12/2011, 22:30
Messaggi: 189
riinvio questa poesia natalizia di Pierfrancesco. un natale dei peggiori che si possa immaginare
VOI CHE NE DITE? CI SI PUO' ANNOIARE COSI' MORTALMENTE,
E PIU' DI COSI' ?????????????????????????????????????????





NATAL MALANNO di pierfrancesco


Sentii d'ago puntura 'nder collo
arrivò 'l malloppo che strozza 'l respir
l'orgoglio sfiancato fé 'l rene sì mollo V
che vidi già presto 'l sorriso sparir.

Ai piè del giaciglio legommi 'l demon
dolor nel sonno accese la testa
ch'a sera fumava com'un braceron,
compagna di me s'arrese la festa.

Giunser parenti da lidi lontani
di mille leccornie l'aria già pregna
col bambinello scambiaron regali ...
Nell'altra stanza morte ancor regna.

Grazie pasticcon, momento sereno
ma nel cor della notte scoppia pression
qual è 'l rimedio contra pus veleno?
un doppio caffè co' n'antro pasticcon.

Passaron i giorni e 'l demonio scemò
giravo per casa senza una mèta,
legger non vò, dipinger non sò:
televisor mia odiata cometa.

Stasera s'esce, andiamo dal Dino
quest'ann'è finito 'n altro sorgerà
davant'al desco bramo un camino
fra mille schioppi sta miccia sparerà?


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 Oggetto del messaggio: Re: poesia dell'annoiato
Messaggio da leggereInviato: 26/10/2013, 1:40 
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Iscritto il: 13/07/2011, 20:31
Messaggi: 585
In effetti, è curiosa la struttura delle nostre festività natalizie.
La prima nel tempo è il Natale, ed è pure, a tutta prima, la più importante. Essa celebra un evento passato.
La seconda, capodanno, certamente più laica, è la festa del presente, dell'attimo in cui ci si trova sospesi tra passato e futuro. Un simbolo di tale attimo è proprio la botta del tappo di spumante.
L'Epifania, la festa del battesimo di Cristo, ci invita a celebrare non già il momento in cui tutto ciò avvenne, ma proprio la possibilità che questo avvenimento ci dà di liberare il nostro futuro.

Un'altra osservazione si potrebbe fare riguardo ai regali per i giovani. Le date canoniche sono, nei vari luoghi: San Nicola, 6 dicembre, Natale 25 dic., Epifania 6 gennaio. So bene che all'origine di queste date ci sono anche faccende di calendari mutati (Gregoriano) e sommarsi di tradizioni diverse. Però non ho molto da dire, in verità, salvo invitare a riflettere su quanto cambi di senso un dono avuto durante l'avvento piuttosto che a Natale o dopo addirittura capodanno, già nell'anno nuovo. E anche considerare come mai capodanno non sia, a quanto mi risulta, momento di doni per bambini in nessun luogo. A capodanno si scambiano pensieri, piccole cose, ma, appunto, si scambiano, il che significa un po' come dire: alla pari.
Il dono di S. Nicola sarà allora forse qualcosa di molto legato al passato, al calendario passato, con una funzione però analoga a quello del Natale. Solo che, arrivando ora prima, si incarna di più nella storia che nella religione, e appunto richiama precisi eventi storici.
Il dono di Natale fa pensare a come si consoli il bambino per l'essere in un momento di mondo freddo e inospitale, è un dono che deve portare calore, calore dell'animo.
Quello di Capodanno è un dono-scambio alla pari, dicevo, dunque piuttosto tra adulti, l'equivalente dell'effimero botto di spumante (un'altra volta ...).
Il dono dell'Epifania dovrebbe essere più "utile", mi sembra. La stagione ostile è avanzata - tra poco addirittura si digiunerà - e tutto va a divenire più essenziale. Ecco perché credo che il regalo di Natale vada comunque ad incidere sull'interiorità del bambino, parli al suo essere più intimo, mentre quello della "Befana" mira già a metterlo in rapporto con gli altri, con il mondo esterno.

Se trovate qualcosa di sensato in quanto ho scritto, usatelo quando dovrete pensare che cosa regalare ai figli o ai nipotini. Faccio un caso limite: del denaro non va bene a Natale, porta senso di vuoto, ma è più accettabile il 6 gennaio: è uno strumento! Bicicletta o racchette (e tavoli ecc) da ping pong mi sembrano invece più nello spirito dell'Epifania. Anche se, in effetti, sono più costosi :mrgreen:

Infine un'osservazione su un altro parallelismo che ci può venire utile. Perché è evidente che il Natale è la festa della religione, ma è meno evidente che Capodanno sia quella dell'arte. Se però si pensa allo scambio alla pari di cui prima, al temporaneo uscire dall'ambito strettamente religioso, un ambito di scambio non tra Dio e uomo, ma tra uomo e uomo, il senso del Capodanno apparirà più chiaro.
Per Epifania abbiamo di nuovo un rapporto, direi, non più tra Dio e uomo, ma tra uomo e Dio, conformemente allo spirito antroposofico del rito rovesciato, con tutto quanto ne consegue. E l'uomo che comincia a cercare il vero nella natura, inizia a cercare con la scienza. Se prima ascoltava il dio, poi ascoltava l'uomo, ora ascolterà il mondo, le cose.
Probabilmente il momento migliore per donare un quadro, ad esempio, è dei tre il capodanno (laico, artistico ...). Una calcolatrice, invece, mi par più adatta per l'Epifania.


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