Cari amici,
posto quest'argomento, che riguarda il nostro gruppo, nella parte aperta, in quanto può essere interessante per altri. Pertanto vi ricordo di usare qui i nicks e non i nomi propri.
Abbiamo visto già più volte come la lingua esprima molto precisamente ben più di quanto usualmente si creda. Abbiamo anche utilizzato dei modi simili alla meditazione per interrogare tale genio, in modo da precisare il significato di alcuni termini rispetto ad altri. Ciò risulta assai utile per la chiarezza di pensiero, oltre che per lo scrivere propriamente e, infine, elegantemente.
Abbiamo, per esempio, investigato la differenza esistente tra
vagare ed
errare. Dopo aver in un primo tempo esternato le nostre impressioni ("vaghe"
), abbiamo cercato di capire qualcosa sull'origine di tali termini, e provato anche a vedere dove essi non fossero esattamente sovrapponibili. In tal modo, con esempi, ci siamo avvicinati al nucleo stesso della parola, il che è, a mio avviso, un utile processo meditativo. Si è visto che
errare per un bosco non dà la stessa sensazione che
vagare per un bosco, ma non era chiaro perché ciò avvenisse, dove fosse l'opposizione, posto che in nessun caso due termini sono esattamente sovrapponibili, ma sempre si giunge ad un punto in cui essi divergono in direzioni opposte. Per esempio, tra
bianco e
candido la differenza sembra evidente, ma solo a un certo punto si comprende che con
bianco si aggiunge qualcosa (il colore), mentre con
candido si toglie, così che candido non significa solo bianco, ma bianco immacolato, pulito, da cui manca qualunque impurità, che viene appunto mentalmente tolta.
Un altro esempio di opposizione era appunto tra
vagare ed
errare, prima citati. Ricordo che il risultato di tale ricerca è che, nell'esempio di prima, chi erra per un bosco non sa dove andare e lo ricerca, mentre chi vaga può avere o non avere un punto di riferimento, ma comunque
non lo cerca. Infatti, chi parla vagamente ci lascia sospesi e senza un punto di riferimento, mentre possiamo contestare chi, parlando, erra, proprio perché un punto di riferimento, in questo caso semplicemente la verità, esiste.
Si noti come, una volta trovato il punto di divergenza, anche il nostro pensiero si schiarisca, come al levarsi delle nebbie, e quanto prima era un ostacolo ora diventi un supporto al netto pensare.
Per il prossimo gruppo vi propongo di iniziare qui un lavoro, singolarmente, ma potendo già comunicare sul forum (aperto in ciò anche a chi non viene al gruppo: tutti possono intervenire qui di seguito). E vi propongo di investigare sul reale significato di 4 aggettivi simili, che appaiono quasi in progressione: rabbioso, aggressivo, violento, distruttivo. Una volta al gruppo ci riuniremo in due sottogruppi e termineremo la ricerca.
Ma uno dei due (o tre) sottogruppi potrebbe anche ricercare le opposizioni tra i seguenti termini: debole, fragile, delicato - lavoro più semplice, quest'ultimo, che riserverei solo al giorno del gruppo, evitando di parlarne già qui.
Infine: se riuscissimo riferire i vari termini in rapporto con le tre forze dell'anima (pensare sentire volere) o con i 4 arti costitutivi (corpo fisico, eterico ecc )?