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 Oggetto del messaggio: Re: Qualche altro pensiero.....
Messaggio da leggereInviato: 30/06/2012, 3:21 
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non vo far di tutta l'erba un fas
vo distinguer sem in alto
e radis de tera in bas
foia de la destra
foia de sinistra
siora maistra
me insegni
de tut
tut


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 Oggetto del messaggio: Re: Qualche altro pensiero.....
Messaggio da leggereInviato: 04/07/2012, 0:00 
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PAG. 4 E 5 DI STOCHMAYER WALDORFSCHULEN LEHRPLAN
.......“Seguiamo ora un po’ la lezione in forma teorica. Premesso che abbiate continuato tali esercizi con la matita e con il colore per un periodo, è necessario, per una lezione bene impostata, introdurre prima della scrittura il disegno, in modo che la scrittura derivi dal disegno. E’ inoltre necessario che dalla lettura della scrittura in corsivo si passi alla lettura dello stampatello. Si cercherà dunque di trovare il passaggio dal disegno alla scrittura, dalla scrittura alla lettura degli scritti e da questa alla scrittura e lettura dello stampatello. La premessa è però quella di condurre il bambino a conoscere già, per mezzo del disegno, le forme curve e rette necessarie per la scrittura”.......
Segue poi una più lunga spiegazione sulla lezione di scrittura che si può leggere in un paragrafo della conferenza. Si deve anche notare: la lezione di scrittura viene espressamente abbinata al disegno, al disegno lineare. Nel pomeriggio del 4° seminario Steiner fece la seguente osservazione ad un partecipante che accennava alla stereometria:
“……perché ha la tendenza ad iniziare dall’esperienza del corpo, e da questa a quella di una superficie; vedete, lo spazio è in genere invisibile, molto invisibile, soprattutto per il bambino; gli si potrà dare solo un’immagine diversa e molto vaga dello spazio, la sua fantasia soffre quando gli si prospetta di rappresentare dei solidi. Si procede dal fatto che un corpo è concreto e la linea astratta. Se lui adoperasse la sua fantasia per rappresentarsi il solido dovrebbe avere già gli elementi per questa rappresentazione di fantasia; per esempio, per un tetraedro deve già potersi rappresentare il triangolo, e’ meglio allora che prima abbia già una rappresentazione reale del triangolo; il triangolo è una cosa a sé, non è solo l’astrazione di un corpo. Ritengo si debba insegnare la geometria non come stereometria, ma come planimetria, come insegnamento di figure e di superfici intermedie, cosa molto auspicabile, lui dirige volentieri la sua attenzione a queste figure . Un triangolo verrà disegnato facilmente da un allievo, e non si dovrebbe attendere molto tempo per fargli disegnare quello che ha visto”.......
Questa osservazione concerne per lo più il problema della lezione di disegno, indica quanto è limitata la coscienza spaziale nei bambini. L’ultima frase del nostro citato però induce a far eseguire linee dal vero degli oggetti, e Steiner lo sconsiglia per questa età , lo ritiene adatto invece per un’età più avanzata e una preparazione strettamente pittorica; si deduce per questo motivo voglia riferirsi all’ imitazione messa in moto per assenso all’autorità dell’insegnante . Ma l’alunno non vuole soltanto imitare una’ azione qualunque notata nel mondo esterno , bensì quella eseguita dal maestro per unirsi così al suo essere. Sono in realtà indicazioni didattiche per la lezione di disegno. Seguono poi alcune osservazioni tratte dalle conferenze dalle quali si deduce quanto sia difficile articolare sensatamente il disegno e la pittura in pedagogia:
22.12.1919 dopo un’indicazione sul lavoro da svolgere in classe:
..... “E’ preferibile dipingere con colori ad acquerello piuttosto che con matite. Si possono usare i bastoncini ad olio o cera”.......
Per un giovane in difficoltà:
...... “La X dovrebbe essere disegnata in modo ingegnoso, una linea che si intreccia e si ritrova. Procedere dal disegno”......
Per la lezione di modellaggio:
…”Non portare lo scolaro ad attenersi alla stretta imitazione. Lo si inviti all’osservazione”.
“In generale si noterà che gli allievi con predisposizioni spirituali possono scrivere senza difficoltà come vogliono, con la sinistra o con la destra, quelli materialisti invece, se ambidestri, possono diventare idioti. Esiste un buon motivo per cui si adotta l’uso della destra. E’ assolutamente vero: i bambini in questa era materialistica diventano idioti se rimangono mancini; se sono ambidestri in attività razionali, in certi casi può essere dannoso, non è così per il disegno. Si può lasciar disegnare tranquillamente con entrambe le mani”.
Nel corso di Stoccarda del 1920, alla 2^ conferenza, pag. 20 si leggono le enigmatiche frasi:

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………. “ Si verifica una vera collaborazione tra anima e corpo quando l’anima, a sette anni, si emancipa dal corpo e non agisce più in esso, ma per sé. Con il 7° anno allora diventano attive quelle nuove forze dell’anima che sorgono nel corpo, ed agiscono fino all’incarnazione successiva; vengono respinte anche attività irradianti dal corpo, mentre vengono trattenute quelle provenienti dalla testa, e così in questo periodo, al cambiamento dei denti, si verifica la più intensa lotta fra pulsioni derivate dall’alto in basso e quelle provenienti dal basso verso l’alto. Il cambiamento dei denti è l’espressione fisica del conflitto presente in quelle tensioni che più tardi diventeranno intellettuali e razionali e quelle da attivare soprattutto per il disegno, la pittura e la scrittura. Noi utilizziamo tutte quelle energie quando facciamo derivare la scrittura dal disegno”…
Queste spiegazioni riguardanti le forze attive nel disegno, pittura e scrittura, sono simili a quelle espresse in seguito sulle forze musicali. Il 15.11.1920 Steiner rispose in modo significativo ad un insegnante che notava gli stenti e le molte difficoltà degli allievi nel dipingere le forme con gli acquerelli:
….. “Non si dovrebbero abituare al disegno con i gessi. Si dovrebbe giungere (non siamo ancora a quel punto, non abbiamo ancora un completo piano d’insegnamento) a delineare per ogni classe le iniziative didattiche. Dovrebbe esserci innanzitutto un piano ben ordinato per le classi inferiori (gli altri insegnanti dovrebbero naturalmente essere in accordo e rispettare l’età evolutiva). importante, nelle classi inferiori, è risvegliare in loro un senso interiore per la composizione dei colori e il loro vivo valore nell’esperienza delle favole”.
All’insegnante non era ancora chiaro, riteneva di dover proporre allo scolaro delle forme, dei motivi precisi; Steiner diede una risposta in un primo momento molto sorprendente in opposizione alla odierna concezione della pittura:
……..“Si ottengono delle forme quando si fa lavorare la fantasia. Dovete far scaturire le forme dai colori Potete parlare con gli alunni del mondo dei colori, pensate soltanto com’è emozionante indurli a comprendere : qui c’è un lilla grazioso, e dietro c’è un rosso ardito; il tutto si trova su un blu sobrio. Dovete farlo eseguire, agisce sull’anima in modo edificante, metterlo realmente in pratica, così anche i colori prendono vita in qualche modo e l’esperienza del colore diviene molteplice”……..
Steiner consiglia per il primo apprendimento della pittura, che poi si modifica secondo l’età degli scolari, dei motivi non reali ma animici, come il rosso ardito, anche per scolari principianti più vecchi, e richiede che i bambini, già dagli inizi, vengano guidati alla comprensione dell’esperienza spaziale dei colori, all’allontanarsi del blu, all’avvicinarsi del rosso, ecc. Si sperimenta poi, osservando il lavoro del vicino, come esiste veramente un motivo animico e tanti modi per rappresentarlo ; si evidenzia in questo senso nel nostro campo visivo. Steiner prosegue poi:
……… “Si deve condurre lo scolaro a vivere nell’esperienza del colore dicendo: il rosso emerge attraverso il blu, e veramente lo realizzi. Io cercherei di ravvivare proprio questo con il fuoco dell’interesse. E’ necessario nell’epoca attuale sviluppare questo senso per il colore, favorisce perfino il talento musicale”……..
Configura così il primo grado di apprendimento della pittura. Seguono le risposte a domande sulle esercitazioni, da comprendere nel modo giusto. Gli esercizi successivi vertono sull‘azione dei colori , sull’esercizio dei colori singoli o in consonanza spaziale e figurativa. Con le esercitazioni successive si raggiungeranno gradualmente nuovi modi di vedere i colori notando gli spazi prodotti nella composizione pittorica. Istruttive come queste frasi per la pittura lo sono anche le seguenti per il disegno lineare; secondo queste indicazioni però non si devono proporre gli stessi esercizi per gli allievi più vecchi. Un insegnante, in occasione del discorso riportato sui primi esercizi di pittura, chiese se Steiner fosse d’accordo ad esercitare anche il disegno:
“Non il disegno lineare. Il disegno lineare va bene quando si tratta di comprendere la geometria. In ogni caso è importante elaborare il resto con i colore in chiaroscuro. La nona classe non ha ancora un rapporto vivente con questo metodo. Si deve favorire il più possibile”.
Subito dopo aver parlato della lezione di fisica nella 10^ classe, l’11.9.1921 precisa:
“In verità vorrei incoraggiare coloro che si devono occupare di disegno, consiglio anche la dissertazione di Baravalle. Mi sono preoccupato in tutti i modi di farla presente… Queste indicazioni sono molto importanti


Ultima modifica di liarem il 22/07/2012, 5:14, modificato 2 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Qualche altro pensiero.....
Messaggio da leggereInviato: 11/07/2012, 10:38 
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cari amici e insegnanti waldorf, aggiungo alcune pagg. 6, 7, 8 .....della correzione di"pittura arti plastiche e disegno" che era in realtà molto confuso nei precedenti appunti di traduzione. Questa nuova non è assolutamente una traduzione alla lettera ma in base al senso e alla logica concettuale coerente a tutte le indicazioni didattiche di Steiner. Era possibile in quel periodo qualche errore di comprensione e di trascrizione che abbiamo volutamente evitato. Chi ha modifiche da proporre, lo faccia pure segnalandole a liarem antroponordest.
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Subito dopo aver parlato della lezione di fisica nella 10^ classe, l’11.9.1921 precisa:
….. “In verità vorrei incoraggiare coloro che si devono occupare di disegno, consiglio anche la dissertazione di Baravalle. Mi sono preoccupato in tutti i modi di farla presente… Queste indicazioni sono molto importanti
anche per l’estetica; ognuno se ne dovrebbe occupare. Il lavoro manuale sopratutto ne trae spunti speciali… si possono trovare molti motivi per il disegno di un colletto, una giarrettiera. Colletti, cinture, giarrettiere…attività importanti per gli insegnanti Waldorf , perché favoriscono il passaggio dalla matematica alla composizione stilistica da approfondire ancora in seguito. Motivi di forme possono essere adatti anche per i colori e per i suoni… Per i suoni si trovano indicazioni nel mio libro “Direttive per l’insegnamento dei suoni” Kùrschner editore, Weimar, vi si trovano ampie descrizioni anche sulla teoria dei colori e la relativa possibile didattica”.
Dunque si dovrebbe osservare quanto menzionato da Baravalle per il disegno delle forme; può diventare uno spunto molto importante per questa lezione. Sembra essenziale l’articolazione concreta di superfici piane, volumi e spazio, attraverso un’esperienza estetica si giunge alla concezione concreta dello spazio.
Anche il corso di Dornach del 1921-22 tratta l’avvio al corso di pittura elementare per principianti:
…… “Inoltre il bambino ha dei talenti innati: interiormente è un modellatore, e noi possiamo sviluppare questa capacità, permetterne l’espressione sulla carta con i vari colori ed introdurlo così nei misteri della pittura. E’ per esempio straordinariamente interessante notare come i bambini si ritrovino nell’elemento del colore, quando li si fa esercitare su una superficie bianca, essi ricoprono le singole parti di questa superficie bianca con colori nei quali ci sarà già una certa reciproca armonia interna derivata dalla loro naturale predisposizione . Non è senza senso la loro produzione artistica espressa sulla carta, si tratta di una particolare armonia di colori. Si deve soltanto fare attenzione a non far adoperare quei colori che si stendono direttamente dalla tavolozza alla carta, questo è un danno anche per l’arte stessa della pittura. Si deve dipingere dal vasetto, dal colore sciolto in acqua o in qualche liquido e così sviluppare un rapporto interiore con il colore; il bambino lo deve poter fare: se si dipinge solo dalla tavolozza non si ha alcun rapporto vero e profondo con il colore, lo si ha solo quando lo si usa sciolto in un recipiente. Quando gli si dice: guarda, è molto bella la tua opera: hai steso qui in mezzo una macchia rossa e a questa ti sei attenuto, ora fai il contrario: invece del rosso traccia una macchia blu e continua attenendoti a questa , al centro dunque non più il rosso, ma il blu. Dapprima lui si emoziona molto nell’eseguire questo esercizio; in un secondo momento, con l’introduzione da parte dell’insegnante e dell’educatore, elabora certamente lui stesso questa composizione in un’altra tonalità di colore, assumendo nuovi rapporti con il mondo esterno; e per quanto possa sembrare scomodo, non è necessario portare completamente a perfezione la composizione, lo stesso si consiglia anche per i modelli in creta o in altri materiali. Inoltre, è anche vero, non si vuol permettere agli allievi di sporcarsi ed è disagevole quanto propongo, ma questa loro conquista ha molto più valore del rimanere puliti o meno”………
Nel corso di Oxford dell’agosto 1922 Steiner si esprime sulla pittura per gli allievi normali o con difficoltà :
…“Tutto dipende dal fatto che il contatto tra l’insegnante ed il bambino è immerso nell’elemento artistico e l’influsso del maestro assume un carattere intuitivo ed istintivo. Consideriamo la cosa concretamente per rendercene conto, immaginiamoci di avere di fronte un allievo con difficoltà di apprendimento, per il fatto stesso che lo notiamo le osservazioni e le percezioni, le immagini proposte gli provocano nel sistema cerebrale un acceleramento della circolazione, una tale eccitazione nervosa che gli insegnamenti non possono passare dalla testa al resto del corpo e allora l’organismo fisico della testa diventa parzialmente malinconico; Il bambino ha per questo difficoltà a trasferire dal capo al rimanente organismo quello che vede, percepisce e gli perviene con altri impulsi; le nozioni apprese rimangono nella testa e non possono essere accolte da tutto il suo organismo. Se si conduce una lezione in modo artistico, si darà istintivamente un indirizzo speciale a tutto nel corso dell’apprendimento, delle applicazioni didattiche ed educative. Se ho un bambino di questo genere di


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fronte a me, gli insegnerò il lavoro con i colori in modo completamente diverso da quello usato per un altro. Ho esposto alcuni indizi utili alla didattica nel settore artistico e pittorico considerando soprattutto la vitalità del colore emergente spontaneamente durante l’esecuzione stessa; ma all’interno di questi esercizi si possono ideare per ogni allievo proposte individuali permettendo di comporre liberamente”…..
Altre proposte molto concrete possono essere lette al passaggio citato per ulteriori chiarimenti . A proposito di una carta geografica esposta durante il corso pedagogico di Oxford, Steiner replicò:
…… “Potete qui ancora vedere che (la carta geografica) si può venire introdotti nella vera conoscenza quando si procede con vitalità. Allora potete notare qui, in questa carta geografica: dapprima c’è l’esercizio dei colori dal quale si produce un’esperienza animica; ed è così: premettendo l’esercizio del colore, diventa proprio un’esperienza animica. Allora qui vedete la Grecia sperimentata animicamente. Il bambino cresce in equilibrata conoscenza se dapprima incontra l’esperienza del colore anche per le prime nozioni di geografia, osservando: l’isola di Creta, l’isola di Candia, le devo dipingere di un determinato colore; le coste dell’Asia Minore così e il Peloponneso così. Il bambino impara a parlare artisticamente per mezzo dei colori, e una carta geografica diventa veramente un prodotto interiore dell’anima; pensate soltanto come sperimenta la terra quando la vede dal suo punto di vista dopo aver dipinto questa Creta, o Candia, il Peloponneso, o la Grecia del nord: avendo per ogni colore la corrispondente impressione, l’anima può percepire in modo vivente quello che è la Grecia, ed in un certo modo lui crea una nuova Grecia, è così che osserva a modo suo il mondo in modo veramente vivente. Queste esperienze vivono negli allievi con nuovi impulsi se si propone loro così il superamento della realtà fredda ed abituale, se imparano innanzitutto a concepire in modo artistico e pittorico anche le parole e le lettere, cioè i primi elementi della “comunicazione”………..
Il principio qui delineato è fondamentale; quello cioè di far sperimentare agli allievi i colori in rapporto all’anima, in modo che le forme siano solo la conseguenza dell’esperienza dei colori. Alla domanda su come trattare i colori nella lezione d’arte (9^ classe), rispose in una conferenza:
….. “ si potrebbe proporre questi esercizi per ragazzi e ragazze utili per la conoscenza dei colori , dovrebbero diventare oggetto di molte ore di lezione. Intendo ora subito proporre esercitazioni pratiche di colore adatte a questa classe, si rendono conto così di quelle svolte nelle classi inferiori.. Naturalmente poi si dovrebbe essere molto creativi, durante la lezione, con i molti temi ed i disegni già iniziati, le curve, e anche i colori. Potete per esempio fare, proprio come per le curve, un contrasto fra una macchia blu tonda ed una gialla. Si può poi introdurre l’anatomia comparata, mettere in contrasto le estremità anteriori e quelle posteriori e anche far risaltare le diverse percezioni e sensazioni di certi animali considerando i vari tipi di coda (il cane, per esempio). I due temi sembrano molto dissimili ma hanno qualcosa in comune. Così si entra veramente nella vita e nella realtà. Questo metodo dovrebbe venir introdotto in tutti i tipi di lezione”……...
Non sono riuscito a scoprire se queste parole, soprattutto quelle sull’uso pratico dei colori, fossero dirette proprio all’insegnante d’arte o a quello d’artigianato. La seconda metà dell’espressione è indubbiamente rivolta a tutti gli insegnanti delle classi superiori. Indica quali enigmi della vita dell’anima vengano toccati in ogni occasione. Si tratta di nuovo il problema nel corso del 1920, quello di Dornach del 1923 offre anche una spiegazione considerevole sulla prospettiva dei colori e delle linee:
………“ Se ci si è un po’ abituati aconsiderare tali osservazioni sulla vita, si può andare anche più avanti. Vedete, i singoli temi da insegnare all’alunno devono corrispondersi; allora io vi dissi: noi li induciamo in un certo modo a dipingere secondo le loro forze formatrici, naturalmente non con matite, ma con veri colori. Poi noto: essi hanno un’esperienza vivente con i colori, lentamente scoprono il blu come elemento fuggente che si




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allontana, se ne va e il giallo e il rosso come elementi che si avvicinano (noi stessi dobbiamo avere questa giusta sensazione ).Nell’ allievo di 7, 8 anni prevalgono queste percezioni se non lo si tormenta a quell’età con disegni e pitture artefatti; fargli dipingere semplicemente case ed alberi non va bene, se lo conduciamo a notare e sentire invece: dove dirigo la mia mano, lì va il colore (il colore materiale è solo una cosa secondaria), allora il colore vive nelle sue dita,continua ad agire in qualche modo… quando si ottiene questo, si realizza nell’ anima qualcosa di molto sensato: la prospettiva dei colori; lui così ha la sensazione che il giallo rossiccio si avvicini, e che il blu-violetto si allontani, comprende allora intensamente quello che anche negli anni successivi il maestro deve elaborare per lui : la prospettiva realizzata con il disegno lineare negli anni scolastici successivi ; è veramente assai dannoso insegnargli in seguito la prospettiva con il disegno lineare se prima non gli si è insegnata la prospettiva intensa dei colori. Ll’essere umano diventa spaventosamente estroverso, se lo si abitua alla prospettiva quantitativa senza essersi prima esercitato con la prospettiva intensiva e qualitativa per mezzo dei colori. Lo stesso avviene anche per la lettura: se si trascura di far vivere in lui intensamente la prospettiva dei colori, non imparerà a leggere con la dovuta scioltezza, presenterà invece sempre la limitazione di cui ho parlato ieri. Non si tratta d’insegnargli a leggere subito e nel modo più veloce possibile, bensì di ricevere da queste percezioni colorate dapprima delle immagini, delle percezioni e delle azioni volitive malleabili, tutta la sua anima diventa malleabile. Dovete saper esercitare la lettura da tutti questi validi esercizi: dal disegno-pittura e dalla pittura-disegno, si impiega certamente più tempo per insegnargli a leggere, ma all’età adatta gli diventa possibile apprendere la lettura nel modo più equilibrato, i maestri evitano così di lasciar fluttuare tutto via dal suo corpo oppure una eccessiva incarnazione, evitano anche che ogni lettera dell’alfabeto ferisca il suo essere”…………
Il 25.4.1923, dopo argomenti di astronomia:
…… “Gli allievi del corso superiore di Dornach hanno dato risultati brillanti. Ho fatto distinguere il sorgere e il calar del sole. Si potrebbero già proporre questi esercizi. “Atmosfera di pioggia nel bosco” come compito per i 14-15enni”……..
Al termine di una visita ad una 8^ classe:
…….. “Ho già osservato una volta. Vorrei dire che sussiste la necessità di non far dipingere i bambini con i colori se non hanno un foglio di carta ben steso. Si favorisce la trascuratezza. Devono imparare a stendere bene il loro foglio da disegno. I quaderni si presentano in modo da non favorire pensieri. Dovrebbero imparare a stendere adeguatamente il loro foglio. Lavorare con i colori soltanto su un foglio teso. Fate le cose troppo in fretta”…….
Steiner racconta la sua visita al ministro della Pubblica Istruzione:
………“Gli ho detto: quando saremo abbastanza avanti e avremo steso l’orario, cercherò di sviluppare il disegno a mano libera dal quadro di Durer “Malinconia”. Ci sono le più svariate ombreggiature di chiaro-scuro che si possono esprimere anche con i colori. Se si fa comprendere bene agli allievi questo quadro, saranno anche in grado di eseguire facilmente gli altri esercizi”……..
Il 12.7.1923 Steiner disse:
……… “mi interessa ora come risolvere il problema dei quaderni e il loro uso con i colori, perché si deve dipingere solo su fogli tesi altrimenti potrebbero prodursi opere molto imperfette . Cavalletti da disegno non si possono avere perché sono troppo cari, ci possiamo permettere solo una tavoletta . Non si potrebbe attingere alla lezione di lavoro manuale per produrre le tavolette su cui si possa stendere il foglio? Il sistema di far disegnare i bambini su un comune quaderno non ha valore, non appena si comincia con i colori si dovrebbe cominciare anche a stendere bene i fogli”……..



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Nuovi suggerimenti esprime nella 4^ conferenza del corso di Ilkley, ma si dovrebbero ugualmente prendere in considerazione insegnando pittura e disegno:
……… “Così considerando l’ essere umano e il suo capo possiamo individuare nella testa la forza del cambio dei denti diventare progressivamente forza di pensiero; le energie prodotte per i denti da latte si procurano spontaneamente , il corpo eterico poi deve produrre i nuovi denti permanenti e quell’energia si dirige allora verso la parola, così che i denti diventano coadiuvanti della parola, si individua così la parentela con il pensiero. Comprendiamo come le energie dei denti pervadano tutto il pensiero dell’ essere umano, come i denti vengano chiamati in aiuto proprio per la formazione della parola, delle consonanti, ad esempio D T ,del pensare determinato e definito; anche dalle dentali si nota il particolare compito dei denti”……..
Nella conferenza del 16.8.1923 del corso di Ilkley, Steiner rileva i nessi tra l’apprendimento dell’arte plastica e la capacità fisica della vista:
…….. “Secondo il principio Waldorf, si comincia la lezione di disegno e pittura già in tenera età. Anche l’elemento plastico viene possibilmente molto curato dal 9. e 10. anno di vita e per questo si agisce in modo particolarmente vivo, efficace ed attivo sulla facoltà fisica della vista, così che il bambino viene introdotto nelle forme plastiche nel modo giusto e all’età adatta. Gli uomini percorrono l’esistenza in innumerevoli modi, le cose e gli avvenimenti li circondano e molti non vedono l’essenziale. Vedete, è utile anche imparare come uomini a vivere nel mondo con equilibrio e per attivare questo atteggiamento è particolarmente importante favorire nel bambino, possibilmente presto, l’attività plastica capace di condurre via dalla testa e dagli occhi quanto ha visto per dirigerlo nei movimenti delle dita e delle mani, allora per esempio non viene soltanto condotto a vedere con gusto quanto lo circonda o ad apprezzare nell’arredamento della stanza solo gli oggetti piacevoli, ma in prevalenza sopratutto gli influssi pervenuti nella sua anima e nella sua indole”…….
Dopo un’osservazione sulla lezione di musica, continua:
……….. “Se si vuol comprendere i minerali, lo si può fare con causa ed effetto. Gli elementi fisici si possono comprendere così. Se si tratta di piante è impossibile comprendere tutto con la logica, con la ragione, con l’intelletto. A questo punto nell’essere umano deve agire il principio della forma; i concetti e le idee si trasformano così in forme immaginative e, se comunicate all’allievo, gli permettono di comprendere la natura delle piante secondo le loro forze formatrici o eteriche ……….
Il 5.2.1924 chiarì Steiner ad un insegnante di lavoro manuale perché la lezione di pittura nelle classi superiori non poteva purtroppo venire svolta regolarmente come nelle classi inferiori e ancora sulla tecnica della pittura nelle classi inferiori diede spiegazioni trattando l’ essenziale :
“Non è un danno interrompere per un paio d’anni la pittura e sostituirla con l’arte plastica o modellaggio. In questo caso la lezione di pittura già esercitata agisce nel subconscio e poi il ritorno ad una lezione di pittura interrotta avviene con più entusiasmo e maggior talento da parte degli alunni. E’ sempre così: quando qualche attività viene sospesa si verifica in seguito un grande progresso, proprio perché è stata interrotta. Penso che nelle classi inferiori sia ancora necessario un miglioramento per quanto riguarda la pittura. Alcuni insegnanti si sono impegnati troppo poco nel perfezionare la tecnica , l’uso del materiale inoltre non è molto appropriato. In verità non si dovrebbe far dipingere con colori su fogli che continuano a piegarsi; si dovrebbe invece giungere a far pennellare su fogli ben tesi, meglio ricominciare e portare a termine l’esercizio su un foglio adatto . La maggior parte dei fogli sono solo un ripiego, e siccome essi stanno svolgendo già le lezioni ci si può limitare a discutere con loro i problemi tecnici sulla disponibilità dei materiali. Altre soluzioni pratiche non ci possono essere. In entrambe le classi superiori (allora 11^ e 12^)si potrebbe far dipingere di nuovo ai ragazzi dotati.




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Tempo ce n’è a sufficienza e si può ricominciare con temi semplici; nell’ attività stessa poi si superano le maggiori difficoltà. Nei più giovani la creatività ha forme genuine, per quelli più grandi invece si deve fare delle considerazioni sull’arte della pittura, per esempio su come e dove una luce illumina gli oggetti, accorgimenti pratici della pittura. Fino al 10° anno di vita non si dovrebbe assolutamente far dipingere oggetti, sarebbe un danno per l’età evolutiva”.
(Steiner comincia a disegnare alla lavagna con gessi colorati).
……… “Quanto più gli allievi crescono, tanto più si devono prendere in considerazione questi accorgimenti pittorici. Si dovrebbe precisare: là c’è il sole; la luce del sole illumina l’albero; ,non si dovrebbero subito tracciare solo le linee dell’ albero, ma delle superfici illuminate o scure, in modo che l’albero si formi dal chiaro-scuro delle tinte, dalle sue diverse sfumature più o meno chiare; inoltre non si deve premettere un assioma come ad es.: l’albero è verde, non fate subito dipingere soltanto le foglie verdi, no assolutamente, bensì dapprima create le superfici più o meno luminose. E’ un’importante premessa preliminare . Se dovessi tenere lezione ai 13-14enni, commenterei la “Malinconia” di Dùrer e renderei evidente com’è meravigliosa la suddivisione tra ombre e luce. La luce alla finestra, le sue sfaccettature sul poliedro e sulla sfera, l’autore sostituisce il bianco e nero alla fantasia dei colori. Non proprio tutti gli insegnanti si sono esercitati nell’arte della pittura, è possibile che alcuni siano incapaci o inadatti a questa arte, dunque devono impartire lezioni senza saper dipingere, In certi casi la formazione culturale giovanile rimane incompleta in tutte le arti e le scienze”………….
E’ il punto più importante della lezione di pittura della quale però non presenta la didattica completa per le classi inferiori perché ne ha già parlato già in altre occasioni, sopratutto il 15.11.1920, nella conferenza sulle specifiche percezioni dei colori e sulla loro qualità e tendenza a formare un proprio gesto e movimento , sulla conformazione spaziale, non copiando oggetti , ottenuta per mezzo degli accostamenti delle diverse tinteggiature; è invece una introduzione alla conoscenza dei colori nella prima lezione di pittura, una premessa per qualsiasi rappresentazione pittorica, anche elementare, di motivi non solidi. A questo punto riemerge il rimprovero a quegli insegnanti che si sono dati “troppo poco da fare” nel far dipingere su fogli non ben tesi. Per i giovani allievi è adatta la “creatività dell’anima” espressa in opere create dalla loro emozione, che entrano poi nel loro spazio psichico se l’elementare esperienza del colore è stata veramente favorita. Ma per i più grandi si deve procedere “dalla conoscenza delle tecniche”. Che cosa significa ciò? Per chiarire accenna all’esempio dell’albero illuminato dal sole, del quale si dipingono soltanto macchie chiare e scure e non l’oggetto “albero” con segni e contorni. Queste sono le premesse didattiche; aggiunge anche che nemmeno al 10° anno si dovrebbe far dipingere degli oggetti con i puri segni dei contorni bensì con un complesso di accostamenti e gradazioni delle tinte.

Per i bambini prima del 10° anno di vita: esperienza emotiva con colori ; creatività sentita e spontanea e anche immagini e quadri ispirati a racconti.
Per i più grandi, dal 10° anno di vita in poi: proseguire con le lezioni di pittura più complete e perfezionate; evitare di lasciar indugiare sui particolari ma favorire l’esperienza dei colori, di luce ed ombra , di chiaro-scuro.
Il primo percorso formativo verte sull’esperienza interiore dei colori da attivare e risvegliare nei piccoli allievi, aggiunge poi in un secondo periodo l’esperienza dei colori nel ritrarre oggetti esterni e i loro gradi di illuminazione. Ed inoltre, per il caso in cui si debba insegnare a dei 13-14enni , introducendoli alla pittura senza particolare preparazione, prendere le mosse dalla “Malinconia” di Durer. A questa età è fuori posto riferirsi all’esperienza creativa interiore dei colori; nei giochi di luce del mondo illuminato ecco che la “Malinconia” può diventare un modello interiore, elaborandolo possono sorgere le più svariate domande, anche quella riguardante la prospettiva. In rapporto alle parole sulla cura della fantasia infantile, nel corso di Arnheim sul disegno-pittura e sull’arte plastica, Steiner disse:


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 Oggetto del messaggio: Re: Qualche altro pensiero.....
Messaggio da leggereInviato: 17/07/2012, 12:33 
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gentili amici della scuola waldorf invio altre pagine di :pittura, arti plastiche e disegno, in verità le espressioni in italiano erano molto carenti negli appunti precedenti, pur da me tradotti. Questa versione appare più chiara e scorrevole, se qualcuno vuole portare delle modifiche, lo comunichi sul forum . molti cordiali saluti
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……..”A prescindere dal fatto che non cominciamo subito con esercizi di scrittura, ma di disegno e pittura, si potrebbe anche dire: naturalmente gli alunni faranno macchie e si deve poi far pulire la classe, cosa che può essere antipatica… si introduce il bambino all’arte, alla realizzazione di sculture semplici, senza per questo condurlo fuori dalla forma che la sua interiorità vuole creare. Accadono allora cose sorprendenti : che qualcuno per esempio voglia eseguire le meraviglie che fanno gli allievi più grandi”. (N. 39 Arnheim 1924, p. 71)”…….
Steiner descrive poi il modo assai vivificante in cui agisce una lezione antroposofica nelle predisposizioni plastiche, scultoree, del bambino. Ciò è assai istruttivo, e sarebbe opportuno leggerlo al punto indicato. Nel corso di Torquay, Steiner dimostra come si possano condurre gli allievi di 8 anni a sperimentare l’armonia dei colori:
…….. “Ammettiamo che io cominci l’esercizio per il bambino in questo modo (macchia rossa). Ora, risvegliando in lui il sentimento e l'interesse, conduciamolo a comprendere che questa superficie rossa (l’interno) si armonizza con una verde (esterno)… poi si cerchi di rendergli chiaro questo: faccio ora viceversa, osserva, qui faccio il verde (all’interno), che cosa metteresti lì intorno? allora lui, intorno, dipingerebbe il rosso. In questo modo si riesce a fargli percepire gradualmente l’armonia dei colori, impara a sapere: se qui al centro ho una superficie rossa ed intorno una verde, allora quando il rosso diventa verde, devo dipingere il verde di rosso.E' molto importante l'effettto di queste corrispondenze di colore e forma all’ottavo anno di vita”. (n. 40 Torquay 1924, p. 76)…….
Questo esercizio elementare può dimostrare che cosa intendeva Steiner quando invitava ad osservare le forme geometriche, i colori e le tonalità come nella dissertazione di Baravalle. Nello stesso corso di Torquay Steiner dimostra perché l’alunno avverte fortemente l’impulso a formare delle sculture in argilla o altro materiale malleabile:
….. “Ora bisogna chiarire che solo con il cambiamento dei denti comincia l’attività indipendente del corpo eterico. Il corpo eterico nei primi sette anni di vita, con tutto quanto può addurre ad attività autonoma per formare realmente il secondo corpo fisico, è un artista, uno scultore, un plastico. Questa forza formatrice, che viene adoperata dal corpo eterico per il corpo fisico, si libera, si emancipa con il 7° anno di vita, col cambio dei denti, la si può così rendere attiva nell’anima. Per questo motivo il bambino sente l’impulso a fare delle forme plastiche o pittoriche. Il corpo eterico ha formato plasticamente, e “dipinto” il corpo fisico nei primi 7 anni di vita. E’ bene conoscere le forme presenti nell’organismo umano e l’allievo le forma volentieri, o dipinge volentieri questi nuovi temi; allora potete dargli buoni impulsi. Voi stessi però dovete possedere una visione artistica dell’organismo umano”. (n. 4 Torquay 1924, p. 96)…..
Infine il corso di Torquay tratta ancora il disegno, ed evidenzia la sopravvalutazione che gli si attribuisce dovuta ad un’ottica mal orientata:
……. “Quando si percepisce artisticamente si avrà sempre la predisposizione ad elaborare le opere con il bianco e nero o con il colore , le linee emergono poi da sé; si notino e si seguano solo le linee evidenti nel chiaro-scuro o nei colori emergenti nei punti di confine tra un colore e l’altro. Perciò la lezione di disegno non deve procedere dal disegno, ma dalla pittura, dai colori, dal chiaro-scuro. La lezione di disegno assume un vero valore solo quando si impartisce con la coscienza di non offrire nulla di puramente fisico. Il fatto che gli uomini si siano dedicati troppo al disegno lineare ha agito mettendo lo scompiglio in tutto il nostro modo di pensare. Con ciò sono sorti, si può dire, tutti i segni ottici, quelle linee disegnate e continue che dovrebbero raffigurare dei raggi di luce. Dove esistono in realtà questi fasci di luce? Proprio in nessun posto. Quello che in realtà si ha sono dei quadri. Si fa in qualche posto un buco nella parete, Il sole brilla dentro, su uno schermo si forma un quadro; per lo più si possono vedere dei quadri in camera, e quanto più sporca è la stanza tanto meglio si può





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vedere in quel senso, vedere cioè quei quadri formati da luce e pulviscolo. Tutti i disegni lineari invece, i cosiddetti fasci di luce, sono soltanto pensati, viene disegnato un tema preconcetto. Solo quando si comincia ad insegnare all’allievo la prospettiva, e dunque il modo di spiegare diventa astratto, si può cominciare a rappresentare in linee esatte e geometriche”. (n. 40 Torquay, 1924 p. 134)………
Così il corso di Torquay presenta queste importanti note didattiche per la pittura, la scultura e il disegno. Seguono ora i dati per il piano d’insegnamento per le prime otto classi tratti dalle conferenze per il piano d’insegnamento tenute da Steiner:
……. “Vi prego ora di osservare che fino al sesto anno di scuola abbiamo fatto derivare le forme del cerchio e del triangolo dal disegno, esercitando durante i primi anni il disegno per la lezione di scrittura. Siamo poi passati gradualmente dal disegno esercitato per la lezione di scrittura, allo sviluppo di forme più complicate eseguite a piacere dal bambino seguendo il suo impulso, all’esercizio libero di pittura. Ora diamo questo indirizzo alla lezione di pittura:
Al quarto anno di scuola : …. per far comprendere il cerchio e l’elisse, ecc. possiamo insegnare con l’ausilio del disegno, introducendo però anche le forme plastiche, il modellare con dell’argilla, fino a rendere evidenti e chiare le forme stesse… Impostiamo dunque, come già considerato, la lezione di disegno durante i primi anni facendo percepire all’allievo una certa forma rotonda o angolare, ecc. e da questa forma poi si sviluppano gli elementi utili per la lezione di scrittura. Evitiamo, agli inizi della lezione di disegno, di imitare qualche cosa, evitiamo finchè si può, di far riprodurre una sedia, un fiore o altro, bensì è utile l’esercizio di linee, di forme spontanee rotonde, angolari, semicircolari, ellittiche e rette adatte a risvegliare l’interesse per la diversità tra la curva di un cerchio e quella di un’ellisse, ecc.; meglio dunque risvegliare il senso della forma prima di quello per l’esatta riproduzione e solo più tardi adoperare quelle forme già esercitate per riprodurre degli oggetti precisi. Il disegno di un angolo dovrebbe precedere in modo che l’allievo conosca prima di tutto la forma dell’angolo, poi indicando la sedia, giunga a notare: qui esiste quell’angolo, e qui un altro ancora, ecc.; non dovrebbe riprodurre nulla prima di aver avvertito l’essenza stessa della forma da riprodurre. Attenetevi a queste indicazioni anche quando passate ad altre trattazioni più complete indipendenti dal disegno, dalla pittura e dalla scultura….. (n. 16 Conf. sul Piano d’ins.-2^ conf.).

sesto anno di scuola : disegno a mano libera, uso del righello e del compasso, uno studio preliminare sulle proiezioni e le ombreggiature; disegno e riproduzione dell’ombra di una sfera proiettata su un cilindro, di una sfera e un cilindro illuminati; studio delle proiezioni delle ombre di corpi solidi.
Dunque, lo studio preliminare di proiezioni ed ombre deve subentrare al sesto anno di scuola. L’alunno deve conoscere e saper riprodurre gli oggetti solidi e le loro ombre proiettate su superfici piane o curve e saper unire tecnica e bellezza, ad esempio: una sedia può essere al tempo stesso tecnicamente adatta ad uno scopo ed avere anche una bella forma: unione fra tecnica e bellezza ”.
Per una migliore comprensione si deve riportare un’espressione di Steiner da una conferenza del 16.1. 1921. Un insegnante aveva chiesto se fosse meglio, nello studio delle proiezioni, prendere le mosse dall’arte o dalla geometria:
“In certe condizioni è meglio un equilibrio tra una sobria lezione di geometria ed una di arte. Non credo che si possa trattare solo artisticamente una proiezione esatta. Credo invece debbano studiare e ben comprendere come l’ombra di una sfera cada su una certa superficie”. (16.1.21, p. 9).




13
A queste frasi si fece una domanda: “Si possono adoperare espressioni come “fasci di luci”, “fasci d’ombra”? E Steiner rispose:
……. “E’ una domanda generica. Non è bene usare ora in prospettiva geometrica elementi inesistenti. Non ci sono fasci di luce, e tanto meno d’ombra. Non è necessario lavorare con questi concetti nello studio delle proiezioni. Si dovrebbe lavorare con precisi contenuti spaziali configurati. Non esistono dunque fasci di luce e di ombra, ma cilindri e coni, un corpo d’ombra formato da un cono obliquo ed illuminato dal quale cade l’ombra su una superficie inclinata; allora questo è un corpo d’ombra esistente e come tale deve essere compreso dallo studente. Allo stesso modo dovrebbe comprendere poi le sezioni geometriche, un cilindro secante un altro di diametro inferiore. Sono incredibilmente utili queste nozioni e non per questo diminuisce il senso artistico, anzi aumenta e l’immaginazione diventa più versatile, ancor più proprio se si sa con precisione che tipo di sezione si forma tra cilindri intersecanti. E’ importante trattare questo e non delle astrazioni.


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Messaggio da leggereInviato: 19/07/2012, 2:56 
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pag.14
Inserisco l'ultima pag del PROGRAMMA WALDORF DI STOCKMAYER: "pittura arrti plastiche disegno " omettendo gli ultimi due brevi paragrafi con considerazioni dello Stock....perché troppo riduttivi.

Al settimo anno di scuola poi si dovrebbe trattare tutto quanto si riferisce alle intersezioni. Per esempio: abbiamo qui un cilindro che verrà inserito su un supporto; il supporto deve venire inscritto nel cilindro. Dovete mostrare quale sezione si forma nell’entrare e uscire dal cilindro, è una nozione importante.. L’alunno deve imparare che cosa si forma quando corpi e superfici si intersecano; deve comprendere la differenza tra un tubo di stufa che si inserisce verticalmente al piano, per cui ne risulta una sezione circolare, e un tubo obliquo che produce una sezione obliqua. In questo periodo l'allievo deve anche apprendere bene la prospettiva, il disegno preliminare della prospettiva, riduzione degli oggetti se lontani e loro ingrandimento se visti in primo piano, ecc.,superfici coprenti ed ancora collegamento tra tecnica e bellezza, in modo da risvegliargli il gusto per il bello e il meno bello; se ad esempio un settore di tappezzeria in una parete è bella o no in una casa quando è vistosa. Questi insegnamenti agiscono in modo straordinario se vengono impartiti ai giovani durante il 7° anno scolastico, all’età di 13-14 e anche all’8° anno scolastico in forma artistica
Al 9° anno scolastico pittura, scultura, modelli in creta e disegno sono utili se si inseriscono nella lezione di lavoro manuale durante la quale si modella, si completano oggetti artigianali ed esercizi in bianco e nero poi anche semplici lavori di falegnameria ed infine pittura ad acquarello. Si legga a proposito al brano “Lavoro manuale”. La lezione di pittura,scultura , modelli in argilla e disegno richiede molta preparazione da parte dell’insegnante.
Pittura con colori fluidi su foglio ben teso; le indicazioni di didattica per i primi anni propongono l ’esperienza dei colori con sovrapposizioni , accostamenti , estensioni; questa armonia dei colori però è soltanto il primo gradino; il secondo è il movimento dei colori e la loro relativa risultante in spazio e prospettive. L’elementare dipingere dei bambini conduce dapprima a risultati apparentemente casuali, perché non sanno che cosa configurano di per sé i colori, ma In questi risultati casuali si esprime l’essere inconscio del bambino. Le pitture infantili di questo primo periodo, se si evita veramente la riproduzione di cose concrete e materiali, si trovano in uno spazio animico formato soltanto dalla prospettiva dei colori.
Si giunge ad un secondo gradino quando l’alunno compie lentamente esperienze con le forme e superfici stese con i colori; già prima di intingere il pennello nei colori potrebbe capire quale movimento e quale figura si formerà stendendoli sul foglio ; In questo periodo si dovrebbe proporgli solo motivi animici, mai corpi solidi; la composizione deve provenire dall’anima. Un terzo gradino cui si può tendere già al 4°-5° anno di scuola è l’energia delle tinte prodotte dall’anima e l’evidenza delle superfici illuminate nello spazio esteriore. La pittura passa dallo spazio animico di favole ed immagini allo spazio esteriore dei corpi con più precise osservazioni.


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Messaggio da leggereInviato: 28/07/2012, 18:20 
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cari amici della scuola waldorf vi invio altre pagg, corrette di STOCKMAYER. buone vacanze.



ARTE
Estetica e storia dell’arte
Dal 9° al 12° anno di scuola – 5 o 6 settimane di lezione principale
Il particolare punto di vista con cui si tiene la lezione d’arte al 9° anno di scuola viene espresso nel modo più chiaro forse nel corso di Ilkley, che qui viene riportato:
….. “E’ di particolare importanza, all’età adatta, condurre l’allievo a comprendere botanica e zoologia in forme psicologicamente gradevoli ,piuttosto che fare appello solo all’intelletto ed alla capacità umana di formulare dei concetti ; la lezione di mineralogia, fisica, chimica –come ho già espresso- non deve subentrare troppo presto. Di particolare importanza è fare apprendere in questo periodo dalla natura le cause e l’effetto, ecc.; insegnare dunque il concetto di causa ed effetto e anche creare un equilibrio tra le scienze inorganiche e la lezione d’arte. Naturalmente è anche necessario poter insegnare con impulsi didattici di valore , per esempio impostando le lezioni dall’inizio non soltanto in forma artistica , … ma riconoscendo anche all’arte il giusto ruolo nell’ambito della lezione. Il plastico-pittorico viene sperimentato già facendo derivare la scrittura dalla pittura. Secondo il principio della scuola Waldorf si inizia proprio con una lezione di disegno e pittura già in tenera età e anche l’elemento plastico viene molto curato, in ogni caso dal 9°-10° anno di vita si adotti un modo semplice e tutto questo agisce vivificando straordinariamente le capacità di osservare il mondo in forme e figure. Gli uomini trascorrono la vita in diversi modi, le cose, gli avvenimenti li circondano e molti non vedono l’ essenziale .Si dovrebbe Imparare a vedere il mondo nel giusto modo! A questo scopo è particolarmente importante l’esercizio dei movimenti delle mani e delle dita dell’allievo, l’attività scultorea e spaziale contribuisce così a distogliere dalla testa e dagli occhi l’incantesimo rimasto inespresso. Il bambino non solo viene indotto a compiacersi dei gustosi arredamenti della sua camera e del suo ambiente più prossimo, ma anche a vedere in modo giusto gli apporti dal mondo esterno inseriti nel suo essere e nella psiche .”….. (n. 25 Ilkley 1923, p. 193).
Dopo un’osservazione sulla lezione musicale che può venir letta al punto citato, si dice infine:
....”Nello stesso periodo di vita in cui l’alunno deve imparare a comprendere: la natura è ordinata secondo leggi naturali astratte e concepibili con la ragione, dobbiamo creare comprensione per l’arte come elemento equilibrante, indurre a comprendere come le singole arti si sono sviluppate nelle diverse epoche storiche, come questo o quel motivo artistico risale a questa o a quell’epoca storica. Solo così si produce il corretto interesse e uno sviluppo completo del suo essere.”……
Nella lezione d’arte come materia a sé tutto l’atteggiamento artistico della pedagogia trova il suo coronamento e la sua conclusione. Dapprima il bambino deve vivere in un atteggiamento artistico elementare, e trovare da qui il cammino verso l’attività intellettuale ed il concetto; deve anche ascendere a prestazioni artistiche sempre più mature, fino a venire introdotto negli ultimi anni ad una comprensione dell’arte e del suo sviluppo storico. Si confronti a questo scopo la 3^ conferenza del corso di metodica e didattica (n.12 met.-did., p. 48). La lezione d’arte ebbe la sua prima impostazione concreta solo all’inizio del 3° anno scolastico della scuola Waldorf il 17.6.1921, quando fu stabilito il piano d’insegnamento per la 10^ classe appena formata. Allora Steiner si rivolse a Max Wolffhugel, insegnante di lavoro manuale:
…….. “Ora la lezione di lavoro manuale deve venir indirizzata veramente verso l’arte. Lo avete già fatto con scultura e arti plastiche alternate a pittura, per quelli che sono all’altezza di dipingere con voi. Per gli allievi che ora entrano nella 10^ classe è necessario fare attenzione, sono già in un ginnasio; possiamo passare dall’arte e dall’artigianato allo stile , intendo un certo tipo di estetica, qui potrebbe subentrare il dottor Schwebs, che stabilisce un collegamento estetico tra il plastico-pittorico e il musicale e di musica si è occupato a lungo. Per lo stile musicale si dovrebbe formare un tipo di sottocollegio: Lezione di attività manuali che passa all’artigianato e poi alla musica in modo che venga curato estetica e stile, non solo la teoria musicale.
2
Intendo dire ad esempio: chiarire agli allievi possibilmente presto il concetto di una sedia bella, d’un tavolo bello; disabituare all’idea di una sedia bella solo in apparenza , si avverte la sua vera bellezza solo quando ci si siede,. Proprio come ieri ho detto durante la lezione di lavoro manuale, gli alunni devono sentire ed avvertire speciali attività ed interpretazioni perfino nel ricamo. Penso soprattutto ad un complesso di attività interdisciplinari , come lezione di lavoro manuale, di destrezza e percezione artistica insieme che devono naturalmente venir eseguite bene e in modo speciale.” ……Ilkley 21, p. 42).
Si avvia così un momento molto importante nello svi0luppo dell’idea della scuola Waldorf. Steiner si vide di fronte al fatto di aver trovato l’uomo di fronte al quale poter ammettere: questo potrà veramente impostare la lezione d’arte come egli intendeva, Erich Schwebs. Egli non era ancora là. Steiner gli diede però già il suo compito. “Intendo dire d’insegnare possibilmente presto ai bambini il concetto di quando una seggiola è bella, quando un tavolo è bello… che cessi la sciocchezza di pensare che una sedia deve essere bella per l’occhio. La bellezza di una seggiola la si percepisce quando ci si siede”. Definisce sciocco dichiarare una seggiola bella a vedersi, e infine ritorna sul fatto: “superare queste cose”. Qui non si trova altro che l’esigenza di liberare il concetto di bellezza dal campo esclusivo della vista e dell’udito per estenderlo ai cosiddetti sensi superiori ; la bella forma non deve venir intesa solo come esperienza dell’occhio, ma un’esperienza spaziale con tutto l’essere come emerge in diversi punti dell’arte pedagogica di Steiner. Nell’autunno dello stesso anno, l’11.9.1921, Schwebs chiese una direttiva per la lezione d’arte, e Steiner replicò quanto segue, non per una finalità di lavoro in una determinata classe, ma per indicare in modo più generale la direzione dei lavori. Si deve inoltre pensare che allora non esistevano ancora l’11^ e 12^ classe, e oltre la 9^ e 10^ classe in questo e nel prossimo anno di lavoro anche l’8^ classe riceveva lezione d’arte:
…… “Vorrei cercare – sono ragazzi tra il 14° e il 16° anno di vita – d’insegnare con esempi reali il concetto di bellezza, altrimenti viene impartito in forma astratta. L’estetica di Vischer o Carrière è fumo. Nobilita straordinariamente se a questa età l’allievo viene messo nelle condizioni di comprendere: che cos’è il bello? che cos’è il sublime? che cos’è cosmico( comico?)? come si realizza il comico in poesia e in musica? L’animo dello studente non è adatto a percepire in questo periodo dei concetti più generali, perciò si dovrebbero introdurre ora speciali elementi, ad esempio: che cosa significa declamare? che cosa significa recitare?” (11.9.1921, p. 55)…..
Segue poi un’osservazione sulla recitazione e declamazione che si può leggere al punto. All’inizio del successivo anno di lavoro della scuola Waldorf, il 28.4.1922, Steiner rispose così ad una domanda sulla lezione d’arte nell’8^ classe :
…..“I motivi di Albrecht Dùrer anche musicalmente, quanto lo circonda; per Bach: trattare la pittura chiaro-scura vivacemente.” ……(28.4.1922, p. 26).
In questo periodo iniziò già il 4° anno di lavoro delle scuole Waldorf, l’8^ classe partecipò ancora alla lezione d’arte, ma non si trova ancora una suddivisione della lezione con determinate finalità per le classi. Il 10.5.1922 Steiner diede i primi compiti per l’11^ classe, e alla domanda di Erich Schwebs sui temi fondamentali per l’8^, 9^, 10^ e 11^ classe, rispose:
……“Nell’8^ classe i motivi di Albrecht Dùrer. Per la 9^ devo ancora decidere.”….. (10.5.1922, p. 28)
La 9^ classe ebbe il suo piano d’insegnamento il 9.12.1922; la 10^ il 6.2.1923, l’11^ l’aveva avuto già il 10.5.1923 e la 12^ classe ebbe le prime impostazioni il 25.4.1923. Il 9.12.1922. Schwebs s’informò sulla periodicità della lezione d’arte nei singoli periodi, e dichiarò di essere stato nella 9^ classe e di aver parlato dei motivi artistici, del chiaro-scuro in A. Dùrer.


3
…… “. Pensate ai numerosi oggetti nella “Malinconia” di Dùrer. Noto la differenza tra Dùrer e Rembrandt; Rembrandt comprende ed esprime la qualità del chiaroscuro, mentre Dùrer lo vuole mettere in evidenza in molti oggetti . I molti oggetti disegnati nella ” malinconia” non sono da considerarsi un casuale assemblamento, ma un insieme di aggiunte, nei suoi disegni si individuano speciali nuove caratteristiche molto più evidenti, come ad esempio la presenza della luce riflessa sui diversi oggetti. Qualità essenziali di Rembrandt sono invece le associazioni autonome del chiaroscuro. Questo è ciò che intendo. In Rembrandt la rappresentazione della malinconia non si sarebbe realizzata in quel modo, l’avrebbe resa ben più astrattamente, e più precisamente con tratti molto più lievi.”……. (9.12.1922, p. 139).
Erich Schwebs replicò di voler introdurre il problema del nord-sud e il problema dell’est-ovest, e Steiner rispose:
………”con la pittura artistica meridionale. Così si possono elaborare accostamenti, evidenziare le qualità plastiche delle opere e anche osservare i quadri di Rembrandt nella loro plasticità, il chiaroscuro qualitativamente speciale, lo spazio sulla tela come un’occasione per esprimere profondi messaggi ; quando si mette in evidenza che la plasticità è un problema spaziale, allora si può comprendere la plasticità vera e propria. Poi forse è meglio fare riferimento alla plasticità francese e del tardo classicismo. Nel rococò - naturalmente dovete considerare gli aspetti buoni del rococò – si nota un marcato contrasto con Rembrandt. Si può dimostrare, paragonando dipinti del rococò, quanto diversamente il chiaroscuro agisca nelle forme plastiche . Si può sempre far presente che il rococò tuttavia, anche se forse da alcuni può venir stimato meno del barocco, rappresenta un estremo dell’evoluzione artistica.”……. (p. 140).
Alla domanda se si dovessero formare certi gradi nella storia dell’arte, Steiner rispose:
……. “Vorrei far presente le speciali espressioni artistiche e le loro diversità di regione in regione. E’ interessante dimostrare che il periodo in cui Dùrer ha vissuto in Olanda era diverso da quello di Rembrandt, sono diversi tempi e diversi luoghi. Stabilirei tutto in modo da cominciare nella nona classe considerandola singolarmente, poi elaborerei i diversi gradi sempre meglio con l’andar del tempo, in modo da rendere una rappresentazione chiara ed evidente dei progressi con l’11^ classe.”……. (p. 140)
Il 24.4.1923 Erich Schwebs chiese ancora sul susseguirsi dei gradi nell’insegnamento dell’arte, e spiegò di aver reimpostato storia e storia della letteratura. Voleva rappresentare come l’arte deriva dalla mitologia. Così rispose Steiner:
Ancora nono anno scolastico:
……. “Sarebbe bene creare un’armonia tra la lezione d’arte, la storia dell’arte e la letteratura. Se voi cercaste di iniziare dalla mitologia germanica per un periodo di approfondimento, forse si noterebbe più tardi che i miti della Germania riaffiorano in modo diverso nello sviluppo artistico come estetismo. Si può paragonare ad esempio l’impostazione artistica di Dùrer con quella delle forme mitologiche germaniche. Sono ragazzi 15enni. Si potrebbe cogliere l’occasione per dimostrare che gli antichi germani a quei tempi hanno dipinto gli dèi come in seguito Dùrer le sue figure.”……. (24.4.1923, p. 83).
Immediatamente dopo le ultime parole per la 9^ classe, Steiner disse, evidentemente in riferimento alle precedenti notizie sull’insegnamento e su lezioni già tenute:
Decimo anno scolastico:
……. “Poi passerete alla 10^ classe; il piano d’insegnamento dovrebbe aver premesso alla 9^ classe la lirica di Goethe o lo stile; ciò potrebbe rimanere. Per l’ 11^ classe: epilogo musicale e poetico.”……. (24.4.23, p. 83).

4
Così si accennano per la prima volta le finalità della 10^ classe. Poco dopo Erich Schwebs chiese di nuovo qualche cosa sulla lezione d’arte per la 10^ classe, e cioè sulla lirica di Goethe e sui tropi che voleva evidentemente approfondire. Era il 31.7. 1923. Citato da interventi di Steiner in assemblea:
Ancora decimo anno scolastico:
…….. “E’ una materia che proprio impegna la classe. Si può naturalmente prendere in considerazione la dottrina dei tropi e delle figure .Si può istruire gli alunni a percepire le forme poetiche. Non si deve dire che Goethe ha potuto scrivere composizioni letterarie soltanto ad una certa età e comporre la forma poetica della stanza solo a 40 anni, perché provocherebbe una reazione sconvolgente, si deve fare attenzione come si fosse un fabbricante di spilli. Si può trattare bene la cosa. Per la lezione d’arte il materiale conta. Ci si può indirizzare verso argomenti comprensibili dagli allievi.” …….(31.7.1923, p. 131).
Alla domanda dell’insegnante sulla lezione d’arte nell’11^ classe, diede i seguenti dati quando l’attuale 11^ classe fu inaugurata:
Undicesimo anno scolastico:
…… “Sarebbe possibile approfondire con loro argomenti come l’arte in rapporto con tutto lo sviluppo culturale, in modo da arrivare ad una buona comprensione, anche considerazioni sulle composizioni musicali antiche e moderne, il senso dell’armonia nell’antica Grecia, poi discutere i cenni odierni sul tedesco dal punto di vista letterario e anche il motivo per cui la pittura di paesaggi comincia in un certo decennio del secolo. Temi di questo tipo, anche arte e religione.”……. (10.5.1922, p. 28).
Su ciò che si è citato come “tedesco dal punto di vista letterario” la signora Schwebs fece un intervento. Alcune settimane più tardi Steiner diede i seguenti dati per la lezione d’arte collegata con la lezione di storia e letteratura.
Ancora undicesimo anno scolastico:
………….. “Che cosa abbiamo trattato? Il canto dei Nibelunghi, Gudrun, metrica e poetica. Per metrica e poetica da trattare in questa classe intendo quello che ieri ho citato come estetica nella lezione d’arte.”…….. (21.6.22 p.39).
L’indicazione di ciò che ha citato ieri come “estetica nella lezione d’arte” si riferisce chiaramente alla 1^ conferenza delle due tenute da Steiner nel 1922 agli insegnanti (n. 28 ind. lett., Stuttgart 1922). Il lettore studi questa conferenza nel suo insieme. Lo stesso giorno si espresse ancora come segue.
Ancora 11° anno scolastico:
…… “In questa classe si dovrà trattare lo stile, metrica e poetica nel corso della lezione di estetica e d’arte; non si deve tuttavia soffermarsi solo nello stile letterario, ma anche trattare lo stile delle altre arti, della musica e della scultura. Durante il terzo periodo inizierei dalla definizione dello stile di Gottfried Semper, e mostrerei come si possono presentare ai ragazzi altre caratteristiche stilistiche.”…….. (21.6.’22, p.39).
Il 6.2.1923 Erich Schwebs riferì di aver trattato nella 10^ classe come da un lato Schiller, in “Braut von Messina”, vuole giungere con il linguaggio ad un’azione musicale, e come invece Beethoven, nella 9^ sinfonia, tende a un linguaggio con voce umana; Wagner ha percepito ciò molto chiaramente. Si aggiunsero altre considerazioni didattiche:



5
Ancora undicesimo anno:
……. “Diventa particolarmente importante tenere ben presente il rapporto tra Schiller e Beethoven. I ragazzi a questa età lo percepiscono in modo assai intenso. Poi le considerazioni su Parsifali riescono molto facili se lo si considera fulcro dell’arte drammatica, lo stesso vale per il coro di Schiller in “Braut von Messina”……...(6.3.1923, p. 47).
Un altro dato per il piano d’insegnamento dell’11^ classe è contenuto nel breve schema del 24.4.1923, già steso per il 10° anno di scuola, dove si dice:
Ancora 11° anno:
…….. “Visione d’insieme della musica e della poesia”……… (24.4.1923, n. 83).
Infine, nella conferenza del 29.4.1924 fu dato un breve riassunto delle finalità didattiche per la lezione d’arte in tutte le classi: nella 9^ classe singoli argomenti di pittura, nella 10^temi musicali. Per l’11^ classe le qualità della poesia e musica nei periodi successivi a Goethe .
Sulla lezione d’arte nella 12^ classe Steiner si espresse il 25.4.1923 nel corso del cosiddetto consiglio per il primo esame di maturità che gli allievi di 12^ allora dovevano inevitabilmente sostenere. Si è parlato della lezione d’arte nella 9^ e 10^ classe, ed Erich Scwebs aveva proposto, spinto da una certa preoccupazione, di prendere in considerazione le forme artistiche nei componimenti letterari tedeschi posteriori al 1740. Steiner rispose (citazione già riportata nel capitolo “Madrelingua”):
Dodicesimo anno scolastico:
…….“Ma per non giungere a compromessi e non realizzare bene i progetti , le proposte più adatte sono le seguenti: un gran numero di opere letterarie caratteristiche di Goethe si devono ricondurre ad impressioni pittoriche. Invece un gran numero di opere romantiche si devono accostare ad impressioni musicali. Si tratta della interdisciplinarità delle materie artistiche.”…….. (24.4.1923, p. 84).
Il giorno dopo si discusse il piano specifico d’insegnamento per l’esame della 12^, e aggiunse:
……… “Sarebbe desiderabile proprio a questa età –sono quasi 18enni-, che gli allievi giungano ad una comprensione ben definita dello storico-artistico, e a percepire, senza insegnare loro un dogma antroposofico ,lo spirituale nella letteratura, storia dell’arte e storia. Dovremmo dunque cercare di presentare lo spirituale nella letteratura, storia dell’arte e storia, non solo con il loro contenuto, ma anche con il metodo.”………. (25.4.1923, p. 89).
Sono forse indicate qui le linee per il piano ideale d’insegnamento di una futura scuola Waldorf, . Verso la fine della stessa conferenza, quando un insegnante chiese un’altra ora per Inglese e Francese,le sue considerazioni sembrano produrre un gran sospiro di sollievo:
Ancora 12° anno scolastico (1923):
…….“Vorrei piuttosto fare qualsiasi cosa. E’ uno scandalo che gli allievi della 12^ classe non possano essere messi al corrente delle premesse sull’architettura.” Poi si rivolge all’insegnante che vorrebbe avere più ore per la lezione di lingua, e gli dice fiducioso: “se tutte quelle giovano, allora va bene.” ……..(p. 94).
Quasi un anno dopo, quando si voleva costruire una “vera” 12^ classe con le esperienze del primo esame di maturità, aggiunse:


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Ancora 12° anno scolastico (1924):
………. “Elementi di architettura. Dovrebbe venir introdotta l’architettura. Quando nella 12^ classe si è trattata architettura e tecnica delle costruzioni, allora si può aggiungere una discussione sullo stile architettonico.”………4.1924, p. 27).
Lo stesso giorno altre considerazioni per la lezione di architettura come traccia per la trattazione dello stile architettonico:
Ancora 12° anno scolastico (1924):
………. “E’ straordinariamente importante l’ “ estetica” di Hegel, l’arte simbolica, classica e romantica. L’arte simbolica è la più antica, è l’arte della rivelazione; la classica si esprime nelle forme esteriori, la romantica approfondisce. In Grecia le troviamo di nuovo tutte e tre, anche se la prima solo brevemente. L’estetica di Hegel è interessante anche nei particolari, è un vero libro classico di estetica da riferire all’’arte simbolica della 12^ classe , si notano i suoi nessi con l’arte egiziana; le altre due tendenze artistiche sono tracciate nelle linee generali. L’arte classica deriva dalla civiltà greca antica , i periodi precedente e posteriore vengono caratterizzati brevemente. Le più recenti sono le arti romantiche, come indica Hegel ……..
……“Nella 12^ elaborare quello che ho detto. E’ comunque bene quello che finora è stato fatto……..
La prima frase riafferma i dati sull’architettura , quelli sull’estetica dell’architettura e Hegel; la seconda conferma le finalità delle altre classi, come fu espresso poco prima. Il giorno seguente, dopo aver confermato con gli allievi ed allieve della nuova classe 12^ l’accordo, in vista dell’esame di maturità, per un particolare anno di preparazione, fu stabilito un piano d’insegnamento della 12^ classe, e per la lezione d’arte si disse:
Ancora 12° anno scolastico (1924):
……. “Nella lezione d’estetica e d’arte ieri si parlò già della suddivisione: arte simbolica, classica e romantica. Ora si ha la possibilità di trattare alcune informazioni precise : arte Egiziana a carattere simbolico; la greca classica; segue la romantica; mentre l’architettura può tendere alla realizzazione del l’arte simbolica, l’arte plastica è classica; pittura, musica e poesia sono arti romantiche .Queste sono considerazioni essenziali sulle arti e offrono la possibilità di altre speciali considerazioni.”……. (30.4.1924, p. 32).
Un po’ più tardi, lo stesso giorno, nel riassumere quanto detto,:
Ancora 12° anno scolastico:
………. “Architettura in estetica e nella scienza. Preliminari di architettura ed estetica per suggerire ai giovani un’idea chiara di come venga costruita una casa, sui materiali da costruzione, e sulla costruzione del tetto con forme estetiche speciali. ……….(p. 35)
Erich Schwebs ha fatto con questi dati di Steiner un riepilogo delle finalità didattiche che si riporta qui al termine del capitolo “Lezione d’arte”:
…….. “La lezione d’arte deve avere lo scopo di avvicinare i giovani in fase di crescita al concetto del bello e dell’estetica artistica con dei reali esempi. Inoltre si tenda a porre decisamente lo studio delle arti in rapporto con tutto lo sviluppo culturale, così da seguire il mutamento della bellezza durante tutti i periodi ed i vari stili. Nello

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stesso periodo di vita in cui l’allievo deve comprendere la natura come originata da leggi astratte, concepibili razionalmente, e la fisica come causa ed effetto subordinate nei singoli casi, proprio in questo periodo dobbiamo creare un contrappeso con la comprensione artistica, introdurre alla comprensione di come le singole arti si siano sviluppate nelle diverse epoche della storia umana, come i diversi motivi artistici si riferiscano a determinati periodi storici e letterari.” ……..(n.35 Ilkley 1923, p.194).
Queste frasi del corso di Ilkley sono state collocate all’inizio di tutto il capitolo sulla lezione d’arte, sono state premesse anche da Schwebs nella stesura del suo piano d’insegnamento. Seguono le finalità per i singoli anni di scuola come li concepiva secondo la sua lunga esperienza; dopo la chiusura delle scuole Waldorf nel 1938 le mise a disposizione su mia richiesta:
Nono anno scolastico:
Lo sviluppo delle arti pittoriche e plastiche dall’antichità fino a Rembrandt viene reso evidente in forme semplici nei singoli capolavori degli artisti del nord e del sud. Gli allievi dovrebbero concepire in forma concreta, con esempi importanti, il concetto del “bello”, dell’arte come tale, la metamorfosi del bello, la bellezza greca, rinascimentale, ecc. Così, per esempio, gli allievi possono considerare liberamente le obiettive soluzioni artistiche degli enigmi dell’anima nel corso della pittura da Giotto a Rembrandt, soluzioni che continuamente fanno scendere la propria esistenza nelle profondità dell’anima.
Decimo anno scolastico:
La lezione d’arte tratta fatti estetici artistici anche nel regno della poesia. Parlando, l’allievo deve comprendere il linguaggio poetico. Perciò vengono proposti esercizi pratici preparatori di arte della parola. Così può sorgere il senso per gli elementi poetici. Inoltre vengono rese coscienti le componenti fondamentali della metrica per mezzo di un’adeguata esperienza euritmica, e così viene presa in considerazione anche la teoria delle figure e dei tropi. In questo contesto vengono trattati soprattutto la lirica e lo stile di Goethe con esempi adeguati.
Undicesimo anno scolastico:
La lezione d’arte ripropone motivi delle due classi precedenti in modo nuovo, deve tendere a scoprire come s’incontrano le correnti plastiche-pittoriche e quelle poetico-musicali nella moderna vita artistica della Germania (di ogni popolo la sua cultura. N.d.t.) Anche le varie composizioni musicali vengano caratterizzate con esempi , sono momenti fondamentali della vita spirituale moderna.
Dodicesimo anno scolastico:
La lezione d’arte, partendo dalla tecnica delle costruzioni e dal suo sviluppo, deve risvegliare comprensione per gli elementi architettonici come forme e stile di un più vasto arco storico culturale. Si ottiene così un quadro d’insieme di tutta l’attività artistica, che fa emergere la suddivisione delle arti e del loro sviluppo secondo le fasi “simboliche”, “classiche” e “romantiche”.


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Messaggio da leggereInviato: 23/08/2012, 19:15 
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Iscritto il: 12/12/2011, 22:30
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cari amici della scuola waldorf, qui di seguito le 11 pagine dello Stockmaier sulla didattica della musica, moltissimo ho dovuto trasformare in comprensibile e logico ed ora è più leggibile, se proponete delle modifiche, scrivete sul forum le opinioni.



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CANTO: durante tutti gli anni scolastici un´ora alla settimana;
FLAUTO DOLCE: in ogni classe, per i sufficientemente dotati violino: dal 1° al 4° anno una doppia ora .
CORO POLIFONICO: per gli allievi dotati della 5° fino all’ 8° classe: 2 ore alla settimana;
ORCHESTRA DELLA SCUOLA: per gli allievi e allieve dotate dal 9° al 12° anno scolastico: 2 ore alla settimana;
CORO MISTO : per allievi di tutte le classi.


(Nr. 12 “Stuttgart 1919 II”, P. 24 ) nella 3a conferenza indica le prime direttive per la lezione di musica nei corsi appena istituiti:

…….“ l´elemento musicale vive nell´uomo già dalla sua nascita e , come già dissi (p. 24), si manifesta nel bambino in particolare nel 3°, 4° anno di vita con l´inclinazione alla danza ed è di per sé un elemento della volontà portatore di vita; osservando il modo in cui lo esprime si nota troppa vitalità, una vitalità inebriante, e per quanto strano possa sembrare attutisce leggermente la coscienza. Per la troppa musicalità lo sviluppo infantile entra facilmente in uno stato di ebbrezza. Si deve perciò cooperare affinchè l´educazione musicale consista in una continua armonizzazione dell´elemento apollineo e dionisiaco esistenti nella natura umana. Mentre ciò che muore deve venir ravvivato dal plastico-pittorico, il musicale deve venir arginato per non esserne eccessivamente impressionati. Questo è necessario percepire insegnando la musica ai bambini.”
( Nr. 12 “Stuttgart 1919 II “ P. 56 ).

Ed inoltre secondo le indicazioni di Rudolf Steiner anche i cosiddetti bambini meno interessati dovrebbero partecipare alla lezione di musica:

……..“E’ un errore dunque tenere lontano dalla musica il bambino poco dotato favorendo solo il perfezionamento dei dotati; gli allievi non dotati dovrebbero almeno seguire da vicino le attività musicali. E´ certamente naturale, nella produzione musicale si fanno partecipare sempre gli allievi con maggior predisposizione, ma anche quelli non dotati dovrebbero seguire da vicino e sviluppare una sensibilità, poiché anche in loro esiste in parte questa predisposizione, ma stenta a manifestarsi e può venir riattivata partecipando con viva simpatia”……..(a a 0 p. 57 )

Si presenteranno ora cronologicamente i suggerimenti di Rudolf Steiner per le lezioni di musica, nella misura in cui sono necessari per la comprensione del piano di insegnamento. Si presenta dapprima il corso pedagogico di Basilea dell' Aprile-Maggio 1920. Nella 10a conferenza dopo una premessa sui sistemi troppo schematici adottati nelle scuole di canto, indica un metodo per la lezione di canto:

……“Un giusto comportamento nell’apprendimento del canto e nella formazione del senso musicale facilita l’abitudine degli allievi ad un corretto ascolto, risveglia così la tendenza all'imitazione e al talento. L'unico e il miglior metodo è questo: l'insegnante canti con una particolare partecipazione, affronti le insufficienze dell'allievo e sviluppi la sua naturale tendenza ad imitare l'insegnante e ad accettare le sue correzioni . Ma cantando l’alunno deve egli stesso trasformarsi anche istintivamente e formare gli organi adatti...”…. ( 23 Basel 1920'' p.144)

E dopo aver citato ancora i sistemi troppo schematici :

……”Tutti questi sistemi troppo schematici devono rimaner lontano dalla scuola. Deve esistere soprattutto il rapporto spontaneo del docente con l’allievo, in realtà la sua sentita partecipazione deve sostituire l'esercizio ed i metodi precostituiti; vorrei dire anche l’ imponderabile diventa essenziale. Nulla vi sarebbe di più infausto che dei patiti musicanti con i loro metodi trovassero accesso alle scuole, nelle quali deve invece confluire una sana obbiettiva impostazione e questo si realizza però soltanto operando con vera partecipazione non insegnando con metodi preconcetti” …….. (a a 0 p. 145 ).

Nelle enigmatiche quattro conferenze del 1920 di Stoccarda stampate con il titolo non
propriamente adeguato di: “Antropologia elaborata meditando” il tema viene di nuovo ripreso, pur già citato ampiamente nella conferenza del corso metodico-didattico. Là riferisce sull’ armonia del dionisiaco ed apollineo, qui invece su un elemento volitivo interiore sperimentato in antitesi con un altro elemento volitivo proveniente dall'esterno”.

……..“le forze a carattere musicale vengono assunte dal mondo esterno, provengono da un mondo extraumano, dall'osservazione della natura, degli avvenimenti naturali, e soprattutto delle loro regolarità e irregolarità. In tutti gli avvenimenti naturali esiste una misteriosa musica, è la proiezione terrena della musica cosmica. In ogni pianta, in ogni animale esiste un tono musicale delle sfere celesti. Lo stesso avviene per il corpo fisico non vissuto però nella parola, non nelle espressioni dell'anima, ma nel corpo e nelle sue forme ecc. l’alunno lo comprende inconsapevolmente, si sente molto portato per la musica e il suo organismo diventa ricettivo.
Le esperienze del movimento, delle linee e della forma provengono dall'interno, dalla testa mentre la musica e il contenuto della parola accolti dal bambino provengono dall'esterno, collaborano alla formazione musicale e del linguaggio gradualmente (ciò avviene un po' più tardi cioè intorno al 14° anno, la precedente modifica è il cambiamento dei denti con un influsso nell’ambito plastico-pittorico). Il cambiamento interessa la donna in tutto il suo organismo, l'uomo invece soltanto nella laringe provocando la trasformazione della voce e l’esperienza della volontà interiore in lotta con elementi provenienti dall'esterno; da questo concorso avviene la trasformazione della voce e la maturità sessuale,
la lotta tra le forze interiori ed esteriori del linguaggio e del suono.”…….. ( 25 Stuttgart 1920 p. 22).

Queste frasi però esprimono un solo concetto tratto dai pensieri di tutta una conferenza, la seconda delle 4 tenute a Stoccarda nell'autunno del 1921.
Il corso complementare del 1921 tratta lo stesso problema ampliandolo ancora:

……….“Quando osserviamo l'uomo nella sua totalità, ci appare come un essere estremamente complicato che dobbiamo portare a compimento con l'istruzione e l'educazione. Se consideriamo le particolarità possiamo dire: il bambino fa euritmia e il corpo fisico è in movimento, il moto del corpo si trasmette all'astrale e il corpo astrale e l'io dapprima si difendono; in loro si imprime in un certo modo l’ attività svolta dal corpo fisico ed eterico, poi escono durante il sonno, la trasformano con forze spirituali diverse e al mattino la riportano di nuovo nel corpo fisico ed eterico con una nuova particolare risonanza, con la spiritualità assunta durante il sonno e già potenziata dal corpo fisico ed eterico nel loro impegno con le attività euritmiche. Esiste dunque un'attività svolta nel sonno in relazione con le azioni eseguite durante il giorno precedente.
Solo in questo avvicendarsi si dimostra la forza veramente salutare dell'euritmia. Si incamera veramente della sostanza spirituale, per così dire, al risveglio seguente, se l'euritmia viene praticata. Avviene qualcosa di simile con il canto. Quando canta il bambino, l'essenziale esercizio proviene dal suo corpo eterico, mentre il corpo astrale deve adattarsi e dapprima se ne difende, poi porta l’esperienza nel mondo spirituale; quando torna indietro, allora si produce una forza salutare. Possiamo dire: con l'euritmia si sviluppa una forza salutare per il corpo fisico, con il canto si sviluppa una forza attiva nel sistema motorio e da questo nella salute del corpo fisico.”……….(26 Stuttgart 1921 p. 41).

Queste tre osservazioni sono fondamentali e lo è anche una riportata qui di seguito dal corso complementare ed è molto importante per un positivo sviluppo delle scuole Waldorf:

…….“Vorrei ancora sottolineare che in musica è importante farsi un'idea di come gli allievi sono predisposti, se sono poveri o ricchi di fantasia, se la loro memoria è molto attiva. Agli allievi poveri di fantasia si faccia esercitare la musica strumentale, come pure se hanno difficoltà ad esprimere le loro idee, per gli allievi invece ricchi di fantasia e con abbondanza di rappresentazioni è preferibile piuttosto l'attività canora. Sarebbe ottimo, qualora possibile, predisporre un adeguato spazio dove poter far suonare e contemporaneamente cantare gli allievi. Inoltre se l'ascolto e l'attività musicale coesistono, e questo ha un particolare speciale effetto sugli allievi, ne consegue una straordinaria armonia; è possibile anche giungere ad un avvicendamento, si otterrebbe un ottimo risultato se durante la lezione metà degli allievi cantassero e metà ascoltassero, e poi viceversa. E' augurabile che ciò si verifichi, perché l’ascolto agisce in modo salutare ed igienico sulle attività cerebrali umane.” ……….
( N. 26 Stuttgart 1921 p. 62).

Il corso di natale tenuto a Dornach nel 1921-22 accenna all'esperienza musicale , al suo influsso e alle modifiche in corrispondenza alle fasi di sviluppo del giovane, dapprima istintive e poi progressivamente più coscienti:

……..“Il bambino piccolo è incoscientemente un organo di senso, imita interiormente ciò che percepisce nell'ambiente degli uomini; ma queste immagini interiori sono anche delle forze organizzate nel suo interiore e plasmatrici del corpo fisico. Ora, quando subentra il cambiamento dei denti le immagini entrano nel sistema motorio e ritmico e rimangono impresse in parte nelle forme plasmatrici, e con esse subentrano nuove forme analoghe. Esiste una differenza tra le esperienze ritmiche e armoniche del giovane avute prima o dopo il cambiamento dei denti; prima il ritmo e la frase musicale vengono appresi per imitazione e si trasformano in attività plasmatrici; dopo invece vengono trasformate in un elemento musicale interiore. Se il bambino ha compiuto 9 anni circa possiede, fino al 12° anno. un senso spiccato per il puro ritmo e per la melodia, non vuole più tanto imitare interiormente il tempo e il ritmo, egli lo percepisce come è, come un dato esteriore; dunque dapprima sperimenta spontaneamente il ritmo e il tempo, poi comincia a sviluppare comprensione, a farsi un'opinione e non solo in musica, ma in tutto ciò che gli giunge dal mondo esterno, è un’esperienza del 12 anno di vita.
Verso il 12° anno, può essere anche un po' prima, sopraggiunge la capacità di trasformare in pensiero tutte le esperienze di fantasia musicale, del ritmo e del tempo.
Si possono osservare attentamente gli effetti esteriori fisici-corporei assieme alle loro corrispondenti esperienze dell’anima. Ho già detto che il giovane allievo vuole formare i muscoli e le ossa secondo la sua qualità interiore; verso il 12° anno di vita comincia a non voler più vivere soltanto nel ritmo e nel tempo spontaneamente, ma a trasmettere un' attività pensante al ritmo e al tempo e inoltre in questo periodo si rinforza sempre più quella parte del muscolo che si trasforma in tendine. Prima ogni movimento è in corrispondenza al muscolo vero e proprio, in seguito invece si trasmette al tendine. Tutto ciò che avviene nell'animico-spirituale lo si ritrova nel corpo fisico e questa trasmissione di attività dalle ossa e dai muscoli ai tendini è una espressione esteriore e fisica del mutamento dal puro sentire ritmico alla logica che supera ritmo o tempo. Le conoscenze antropologiche devono sostenere adeguatamente l'arte di istruire ed educare.”…….(n.27 Dornach 1921-22 p. 135).

Nelle due conferenze sulla musica del 1923 dopo i chiarimenti sullo storia della musica Rudolf Steiner approfondisce anche i compiti dell'insegnante di musica:

…………..” è estremamente importante il compito di guidare lo sviluppo umano con la musica. L’allievo al 9° anno di vita, anche se può già avvicinarsi all'esperienza del tono maggiore e minore, non può tuttavia averne una vera comprensione, quando va a scuola a quell’età ne può essere solo avviato alla comprensione, e lo approfondirà in futuro nelle classi superiori; non gli risulta molto chiaro perché egli vive soprattutto nello stato d'animo dell’intervallo di quinta, per quanto poco lo si voglia ammettere. A scuola si faranno allora esercizi con intervallo di terza ma per una corretta ed equilibrata educazione in quel periodo si deve favorire la comprensione musicale di entrambi gli intervalli di quinta e di terza. Questo è un punto essenziale. Si agisce dunque in modo molto benefico sull'allievo se, dopo i 9 anni cioè nel periodo in cui pone delle domande importanti, lo si avvia all’esperienza propedeutica del tono maggiore e minore, degli intervalli di quinta e di terza come accennato. Al nono e decimo anno di vita si deve considerare con cura queste particolarità. E' importante anche cercare, per quanto possibile, di favorire poi, verso il 12° anno di vita, la comprensione dell'intervallo di ottava. Si prenda dunque così in considerazione la didattica nel corso dell’età evolutiva.”………….(n.31 Musik 1923 1° conf. p. 15).

Nella seconda conferenza Rudolf Steiner tratta lo sviluppo dell'esperienza musicale dell'umanità, osserva poi la musica dal punto di vista della tripartizione umana per ritornare poi a questioni pedagogiche:

………“vedete, a questo punto vi risulterà evidente che il bambino, quando viene a scuola prova più comprensione per la melodia che per l'armonia. La pedanteria comunque deve essere evitata e nell’arte non deve mai trovar posto. Si può naturalmente presentare al bambino qualsiasi cosa, ma proprio come ha detto ieri, nei primi anni di scuola dovrebbe comprendere solo le quinte, ma non le terze (comincia a comprenderle interiormente solo dal 9° anno di vita); è anche vero che comprende prima la melodia e poi dal 9°, 10° anno in poi l'armonia. Il ritmo invece si configura in diversi modi, già molto presto ascolterà un certo ritmo interiore, ma in seguito solo dopo il 9. anno di vita, prescindendo da questo ritmo sperimentato istintivamente, si dovrebbe porre l'accento sul ritmo della musica strumentale ; a quell’età si dovrebbe guidare l'attenzione su queste esperienze. Anche in musica si deve, per così dire, leggere dall' età quello che si deve fare.”………(n.31 “Musik” 2. conf. p. 8).

Le conferenze pasquali di Dornach del 1923 approfondiscono l'importante mutamento tra il 9° e 10° anno di vita e il modo in cui si esprime l'esperienza e la vita volitiva musicale nel bambino. Così si legge nella 3a conferenza:

……….“Tutte le forze del bambino dopo il mutamento dei denti, tendono fondamentalmente al plastico-pittorico; noi favoriamo l’immaginativo artistico quando gli trasmettiamo con immagini tutto il complesso delle nozioni cognitive. Tra il 9° e il 10° anno di vita poi subentra qualche cosa di singolare: il bambino vuole lasciarsi impressionare molto più di prima dalla musica e dal ritmo, se lo osserviamo nell’ambito della sua sensibilità musicale, fino al 9°, 10° anno di vita, notiamo che la musica vive in lui in modo plastico, diventa un modellare interiore del corpo e facilmente si trasforma in danza e movimento; dobbiamo allora riconoscere la vera comprensione interiore della musica sperimentata proprio solo tra il 9° e 10° anno di vita, lo si può notare in modo molto evidente. Naturalmente non si tratta di una netta scissione e chi lo nota insegnerà la musica prima del 9° anno nel modo più equilibrato, come ha appena caratterizzato, in caso contrario tra il 9° e il 10° di vita anno il bambino verrebbe sconvolto se subentrassero improvvisamente tutti gli elementi musicali ed egli li accogliesse tutti interiormente subendo un troppo violento coinvolgimento emotivo senza alcuna gradualità.”……………..(n. 34 Dornach 1923 p. 84).

Il corso di Ilkley del 1923 considera nella 12a conferenza la lezione di musica nella sua importanza come mezzo educativo per la volontà dell’allievo:

………..“Indirizzando nel modo giusto la lezione di musica, procedendo sempre più dal canto allo strumentale, inseriamo nel mondo la volontà umana in modo che non riceva soltanto una formazione artistica, ma anche una umanità con vigorosa volontà e indole, è dunque necessario iniziare con il canto, ma procedere poi con la comprensione dello strumentale così che impari a percepire la musica pura, il ritmo, il tempo e la melodia separata da tutto il resto e che passi sempre più dall'imitazione musicale, dall'elemento immaginativo della musica al puro musicale. Se introduciamo il giovane alla musica in questo modo e creiamo il passaggio dal gioco alla vita per mezzo dell'arte,ci sarà possibile, al momento appropriato cioè tra l' 11° e il 12° anno di vita, insegnargli la vera comprensione musicale. E’ estremamente importante per quei principi educativi realizzati nelle scuole Waldorf il modo e il periodo adatto allo sviluppo della comprensione musicale che deve essere metodico e raduale ….. . (n. 35 Ilkley 1923 p.194).

Seguono poi delle frasi sul metodo da adottare per la lezione di musica da abbinare a quelle di tecnica e scienze naturali con le loro strutture logiche e causali:

……….“nella stessa età in cui il giovane deve imparare a comprendere che la natura è ordinata secondo le leggi naturali astratte guidate dalla ragione, nella stessa età in cui deve imparare in fisica come nei singoli casi causa ed effetto sono in reciproco rapporto, proprio in questo periodo dobbiamo creare per compenso la comprensione dell'arte e spiegare come le singole arti si sono sviluppate nelle diverse epoche storiche con delle speciali tendenze . Così si sviluppano conoscenze adatte allo sviluppo completo del suo essere e si realizza il particolare impulso pedagogico morale che andremo anche domani a conoscere e ad evidenziare ”………………..(a. a. O. p. 194).

Nel corso di Arnheim del 1924 Rudolf Steiner parla di musica nel mondo e nell'uomo, che dovrebbe venir considerata ed osservata come prodotto di una certa zone geografica e anche dell’importanza pedagogica della musica strumentale .

……….“ l'uomo sperimenta la musica, e anche le sue stesse forme sono costituite da musica. Se
dunque l'insegnante vuole essere un buon musicista, se vuole già all'inizio delle scuole elementari insegnare in modo adeguato il canto al bambino, allora deve comprendere che il canto emancipa poichè il corpo astrale ha proprio cantato formando il suo corpo nei precedenti periodi della sua vita e quando il corpo astrale affronta il periodo tra il cambiamento dei denti e la maturità sessuale, la musica lo rende autonomo: nessuna meraviglia quindi se ciò che compenetra così profondamente l'uomo viene introdotto da un insegnante di musica preparato con le lezioni di canto ed in seguito con le lezioni di musica. Cerchiamo il più presto possibile, se l’alunno è un pò dotato, di proporgli esercizi di canto, non solo, ma anche l’uso di uno strumento musicale; avrà così la possibilità di comprendere veramente la musica nella sua forma vivente emancipandosi”…………(n. 39 Arnheim 1924 p. 182).

Nel corso di Torquay del 1924 si afferma nella 6a conferenza, per la propedeutica della lezione di canto e di musica strumentale:

………“I nostri nervi sono in verità un tipo di lira, uno strumento di musica interiore che risuona nella testa, e quando inizia il cambiamento dei denti, sembra prematuro, ma il corpo astrale non è ancora libero, allora il corpo astrale comincia chiaramente a servirsi, come l'aria che respira, dei singoli nervi come fossero corde di un violino. Tutto ciò viene favorito insegnando al bambino il canto; si deve avere questa impressione: il piccolo allievo è uno strumento di musica quando canta, e si deve stare di fronte alla classe durante le lezioni di musica e di canto vedendo chiaramente in ogni’ uno di loro uno strumento armonico con un interiore benessere derivato dal suono, attivato da un particolare flusso respiratorio e da armonia interiore. Nei primi sette anni di vita impara tutto per imitazione, e anche con il canto confortiamo il suo benessere interiore prodotto da melodia e ritmo. Per una lezione di canto propongo ora immagini e paragoni utili anche se non del tutto articolati, chiarirò le mie proposte……..”.



…….“ in un certo periodo deve esistere nel bambino il benessere della risonanza interiore della nona. Immaginatevi che un violino senta ciò che avviene in loro. Immaginiamo di ascoltare un violino esterno a noi e di essere completamente estranei al sorgere del suono e di udire solo la parvenza sensibile esteriore, se il violino potesse avvertire come ogni corda vibra con l'altra, sperimenterebbe
una beatitudine, ammesso che il brano eseguito sia buono; per far sperimentare al bambino questa piccola beatitudine, dovete veramente far richiamare in tutto l'organismo il senso musicale, trarne una vera soddisfazione, e a noi naturalmente spetta anche il compito della comprensione, per impartire lezione sono indispensabili queste premesse ora accennate. Perciò è necessario, una volta compreso questo vero percorso dell’età evolutiva, possibilmente abituare l’ allievo a cantare dei brevi canti empiricamente, cioè senza la teoria musicale, farli semplicemente cantare con cura; in seguito progredire a conoscenze ed esperienze semplici, all’ esercizio abituale della melodia, del ritmo e del tempo. Dunque prima l’esecuzione di brevi canzoni e cori possibilmente anche giocando . Se la situazione non presenta dei contrasti si inizi nella scuola Waldorf già dalle prime ore permettendo il gioco e l’uso di uno strumento: si insegni la pratica di un qualsiasi strumento, come già detto, nei limiti del possibile. Si dovrebbe permettere ai bambini possibilmente di sentire precocemente ciò che avviene quando il proprio essere musicale si riversa nello strumento. Il pianoforte però, che dovrebbe essere uno strumento adatto a memorizzare, è il meno adatto allo scopo, meglio usare un altro strumento possibilmente a fiato. Sono necessari all’insegnante oltre ad un buon senso artistico anche molta autorità. Con uno strumento a fiato si ottiene il miglior risultato se gli allievi imparano ad usarlo il progresso e la comprensione della musica saranno positivi. Si possono avere degli inconvenienti trattenere tutta l'aria, che altrimenti aleggia intorno, all'interno lungo il sistema nervoso e continuare a dirigerla nello strumento,. in quel momento sente ingrandire il proprio organismo, le trasformazioni si realizzano soltanto all'interno dell'organismo così introdotte dal mondo esterno; anche suonando il violino ed eseguendo i brani musicali sullo strumento può avvertire l’immediato passaggio del suono dall'archetto alle corde ecc. Cominciare dunque possibilmente presto la lezione di musica e di canto per i piccoli, è di particolare importanza impartirle tutte artisticamente, quelle di arte, di pittura, scultura, modelli in argilla, musica, presto già dalle prime classi, si noterà che con questa didattica l’apprendimento diventa molto sentito, vero e profondo e benefico”……………..(n. 40 Torouay 1923).

Dopo queste premesse generali di antropologia e le direttive per la lezione di musica seguono i dati di Rudolf Steiner per l’ insegnamento nel corso degli studi. Si riporta qui di seguito un'osservazione espressa all'inizio della prima conferenza per il piano di insegnamento tenuta nel 1919 per chiarire la funzione della lezione di musica nell’ambito delle attività scolastiche e anche nell'apprendimento del linguaggio al primo anno di scuola. Per la lezione di lettere afferma:

…….“ verrebbe in aiuto e si dovrebbe anche dare più ampio spazio a quella elasticità e malleabilità tanto benefica acquisita dall’alunno durante la lezione di canto adatta a favorire il suo organo della parola. Ne conseguirà senza accorgersi una sottile percezione per i suoni acuti e lunghi ecc. Non è necessario che partecipi con un severo metodo, lui inizia a comprendere ciò che può offrire uno strumento musicale al primo momento in modo semplice. Si comprendano le mie parole: vi parlo di elementi sommessi e silenti, unici, di esperienze interiori vere e non assolutamente precipitose……….”(n.16 “conferenze per il piano d'insegnamento” Fine della 1a conferenza).

Queste frasi sono rivolte innanzitutto all'insegnante di musica della prima classe e lo


sono anche le seguenti espresse al termine della seconda conferenza del piano di insegnamento, accentuando l’importante posizione della lezione di musica:

…….“si dovrà far apprendere la musica al primo anno scolastico con temi semplici ed elementari per poi passare al terzo anno a qualcosa di più complicato in modo che progressivamente tragga dallo strumento e dal canto immaginazioni adatte al progresso delle sue capacità . Ginnastica ed euritmia devono essere trattate artisticamente”……….(n.16 3conferenze per il piano di insegnamento” 2° conf. alla fine).

I veri e propri accorgimenti per la lezione di musica nei primi otto anni di scuola si trovano all’inizio della terza conferenza. Precede una nota sul modo in cui questi dati devono essere compresi.

………..“come si danno delle direttive per le arti plastiche, così si possono dare in generale per la musica- i particolari si devono lasciare naturalmente alla libertà del pedagogo-. Ed allora pregherei di osservare queste linee generali in modo da proporre un insegnamento della musica ragionevole ma più ,

…….“Nel I, II, III, anno di scuola si avrà a che fare con semplici connessioni musicali. E questi semplici motivi devono essere adoperati in modo che si venga a formare l’udito e la predisposizione musicale dell’essere umano in fase di crescita. Queste sono le premesse: indirizzare in tale modo la musica da renderla adatta a risvegliare la giusta armonia, intonazione e udito musicale. Credo sia comprensibile e realizzabile”……….

Seguono il quarto, quinto e sesto anno di scuola: si inizi la spiegazione dei segni e delle note con gli esercizi completi di scale musicali, per il 5° e 6° anno di scuola sono adatte le scale musicali e i toni maggiore o minore, per il tono minore si attende a lungo e in questo periodo può venir finalmente introdotto. Si nota che Rudolf Steiner introduce la cura e lo sviluppo del giudizio musicale nel periodo precedente la maturità sessuale, mentre la capacità generale di giudizio viene da lui considerata adatta solo dopo questo periodo di sviluppo. Questa eccezione della musica rispetto alle altre materie dovrebbe essere attribuita proprio a quella particolarità della musica, su cui pone l’attenzione nelle conferenze, nella seconda ad esempio:

……..“ Oggi accenniamo ad un elemento essenziale della musica, l’armonia, essa fa presa direttamente sul sentimento umano… ed è questo che sta al centro di tutte le nostre esperienze . Da un
lato il sentimento scorre nella volontà e dall’altro lato nella rappresentazione… La natura sentimentale dell’uomo è in realtà duplice; esiste un sentimento più incline alla rappresentazione: mentre avvertiamo i nostri sentimenti tendiamo a rappresentarli, un altro lato del sentimento tende invece alla volontà: nell’azione da noi compiuta sentiamo piacere o dispiacere, il sentimento si trova al centro di questi due campi. Vedete, la musica ha la particolarità di non salire proprio alla rappresentazione, se la musica venisse compresa solo dal cervello cesserebbero le esperienze del sentimento . La musica dovrebbe produrre esperienze in un ambito tra la rappresentazione e la volontà e giungere a un settore non appartenente alla coscienza quotidiana, ma ai mondi spirituali dai quali ci siamo incarnati e che attraverseremo di nuovo dopo la morte.”…………..(n.31 “Musik” 2 Conf. p. 5).

Evidenzia poi che la melodia conduce la musica dal sentimento alla rappresentazione senza essere essa stessa una rappresentazione e che il ritmo guida la musica verso una volontà non esteriore. Il lettore può trovare il punto. Si ha a che fare, attenendosi a questa osservazione, in musica con un campo di avvenimenti metafisici in cui la capacità di giudizio concerne eventi superiori alla vita quotidiana e sociale.



Seguiranno ora i dati per le classi superiori, tuttavia qui sembra giusto, per la particolarità dell’argomento, non separare il piano di insegnamento dalle altre espressioni di Rudolf Steiner sulla lezione di musica; in questo brano configura una sequenza cronologica del percorso musicale scolastico con dei dati specifici; questa si basa sulle conferenze stenografate. Il 25 settembre 1919. Poche settimane dopo l’apertura della scuola Paul Baumann, l’insegnante di musica, desidererebbe riunire i particolarmente dotati in un’ora di canto speciale dove poter cantare brani difficili, e Rudolf Steiner rispose:

……“Non sarebbe contradditorio in genere alla nostra didattica riunire il coro delle quattro classi inferiori a quello delle superiori per la Domenica; così i giovani socializzano meglio che in qualsiasi altro modo, ma non è bene sostenere vanità inutili: questo è da escludere assolutamente dal metodo di lezione. L’orgoglio si deve riferire solo alle cose, non alle persone. Va bene riunire le quattro classi superiori e le quattro classi inferiori anche se diverse e qui le differenze diminuiranno. Di solito insegniamo in classi singole e ci dobbiamo anche attenere strettamente alle proposte ideate per le doppie ore di lezione di musica, dobbiamo attenerci rigorosamente a queste, ma per i cori, con i quali si possono fare concerti domenicali, possiamo riunire le quattro prime e le quattro ultime classi. Per altre iniziative invece ci adegueremo alle ore già stabilite per il 9° e 12° anno di scuola e a quanto già concordato”……...(25.9.19, p. II).

Il 22 settembre 1920 alla inaugurazione della 9a classe e nello stabilire il piano di insegnamento disse Rudolf Steiner dopo aver sottolineato la necessità di un grande locale per la lezione di musica:

…….“La lezione di musica non procede finchè non si ha un locale grande. Due cose importano: si deve tenere la lezione di musica nel modo più completo possibile. Quando si insegna è importante la bontà dello strumento, pur unito ad altre doti, ed è importante, tutta la sensibilità musicale verrà rovinata se ascoltate cattivi strumenti . Con il vecchio canto di chiesa si poteva lavorare molto bene.”………(22. 9. 20.
F 134)

Le due condizioni sono ritenute importanti: il luogo adatto per la lezione di musica e gli strumenti buoni. Poi all’insegnante di musica che chiedeva chiarimenti sul maggiore e minore, sul colore sonoro, sul suono puro” rispose :

………“Nono anno di scuola: dovrebbe essere argomento della 9a classe., quel periodo è proprio adatto, teoria, esecuzione ed ascolto, sicura percezione del tono maggiore e minore.”…….

L’insegnante di musica proseguì: “Ho trattato queste diversità in rapporto al maschile e al femminile ed i ragazzi sembravano approvare.”

………..“Trovo adatto trovare relazioni e confronti con il canto, e anche le diversità tra le voci maschili e femminili. E’ stato indagato poco in questa direzione. Certamente una lezione così tenuta avrebbe un’azione straordinariamente equilibratrice sui ragazzi di quella età qualora siano indotti ad osservare le prestazioni canore maschili e femminili e rimedierebbe lo sbagliato atteggiamento sessuale che si sta tanto diffondendo al giorno d’oggi. Avrebbe un’azione benefica. Mi dispiace che non si proceda con l’esercizio dello strumento. L’esercizio dello strumento è qualche cosa di insostituibile. In vero, che cosa sono le lezioni private? : sono private. Dobbiamo fare attenzione, le nostre concezioni sui diversi argomenti (vorrei dire espressioni) hanno un influsso su tutta la nostra pedagogia non soltanto sull’ora di lezione impartita singolarmente; se così non fosse sarebbe un peccato e io temo che per lungo tempo non potremo giungere a questi risultati positivi.”………..

Il 16 Gennaio 1921 aggiunse all’insegnante di musica dopo aver richiesto le relazione ai singoli insegnanti:

……….“Non è raccomandabile far cantare i piccoli a due voci. Si può cominciare solo al 5° anno di scuola; fino al 10° anno di vita essenziale rimane il canto ad una voce. Avete la possibilità di far cantare ai singoli bambini i brani eseguiti in coro?”………

Quando l’insegnante di musica confermò:

……..“E’ evidente, intendo dire: fate molta attenzione a non lasciar cantare i bambini soltanto in coro, di non trascurare anche l’a solo. Noterete cioè le esecuzioni corali agire sull’anima di gruppo e alcuni cantano molto bene in coro, se invece poi li chiamate singolarmente non ottenete nulla, dunque gli allievi dovrebbero eseguire anche individualmente i brani già cantati in coro, anche in occasione di diverse discipline. La qualità della lezione di canto dipende dall’impegno e dalla speciale vostra partecipazione .”……….(16.21.p.14)

Nella conferenza al termine del II anno di scuola il 21 maggio 1921 si chiede se i bambini desiderosi di essere dei musicisti possano venir dispensati dalle ore che impediscono l’agilità delle dita, e lui rispose:

………“Seguendo questa direzione si dovrebbe individualizzare il piano di studi e si potrebbe anche fare. Dovremmo predisporre però dei locali adatti per gli esercizi. Per questi allievi allora è meglio favorire prima una formazione universale, altrimenti si devono specializzare.”…….(26.5.p.23).

Nella prima conferenza del I anno di scuola del 1921-22, era il 7 Giugno 1921, nello stabilire il programma per il 10° anno di scuola :

……….“10 anno di scuola: si continui per la classe 10° con la musica strumentale.”……

Allora l’insegnante di musica: “dobbiamo cominciare prima”,
risposta:

…..“In ogni caso solo per la 10° classe.”…..

L’insegnante di musica espresse ancora il parere di organizzare con gli allievi della 10a classe che sanno suonare bene una piccola orchestra “la maggior parte vi partecipa”.

……..“Per coloro che non partecipano ci si dovrebbe accertare che comprendano e offrano un minimo di collaborazione ’.”……………(17.6.21 p.43).

Ancora una precisazione sul piano di insegnamento per l’8, 9 e 10 classe: riunirli con il canto e fare solo la teoria che si consiglia per la 9 classe.?

Completando il piano di insegnamento fino allora trattato:
………“Possiamo eseguire armonie. Con la decima classe armonia contrappunto in modo che sentano un trasporto per l’interpretazione delle figure, non forzate, trattate l’essenziale e non forzate.”…..

Il 22 Giugno 1922 fu stabilito il piano d’insegnamento per la 11. (undicesima classe costituita per la prima volta). Per la lezione di musica ancora un chiarimento:

………“Undicesimo anno: canto a solo in questa undicesima classe. Guidare ad un certo gusto e ad un giudizio musicale.”……….(20.6.22 p.36).

Il giorno dopo si espresse ancora con altre parole:

……..“undicesimo anno: sarebbe naturale prender in considerazione che in euritmia e in musica si giunge in questo periodo alla formazione completa, tutto convoglia nel giudizio musicale. Non è
necessario assumere molti nuovi contenuti, ma vagliare tutto con un certo gusto musicale.”……..(21.6.22 p.41).

Per la 12° classe è stata data questa direttiva il 25 Aprile 1923 con le seguenti frasi:

……..Dodicesimo anno: considerare lo stile come tale, rende coscienti ad esempio del perché Bach si distingue dagli altri musicisti, questo è l’essenziale per la 12a classe.” ……….(25.4.23, p.94).

Nel 1924 a proposito del piano di studi per l’ insegnamento della musica, a conclusione si riporta il discorso del 18 settembre 1923. L’insegnante di musica chiese se la configurazione degli intervalli musicali sia diversa da quella per l’euritmia. Si riferisce ai soliti tipi di ritmi ed intervalli e chiede se è importante quello di 2a, 3a e 4a e se si deve continuare con quello di 5a e 7a.
Rispose:

……….“L’intervallo di 5a e 7a solo con i più grandi, in ogni caso non con quelli inferiori al 15° 16° anno di età altrimenti il senso musicale si logorerebbe. E’ sufficiente l’intervallo di quarta. Si dovrebbe fare in modo che il senso musicale rimanga puro possibilmente per lungo tempo, si abituino prima a sperimentare i diversi intervalli ritmi e toni, eccetto per l’intervallo di 7a. Gli allievi partecipino attivamente prima con l’esperienza, questo è importante in pedagogia, per mezzo di una dinamica particolare, tutti vi devono giungere.”……..

Ancora l’insegnante di musica disse:“finora gli ho fatti lavorare insieme.” In verità aveva curato il ritmo in generale che R. Steiner aveva considerato come esercizio fondamentale e giunge alla domanda: “ si può dirigere in questo modo anche i piccoli?”…..
Allora aggiunse:

………“Io credo che nel periodo tra il 9° e 10° anno di vita si può cominciare con il metodo accennato, il singolo sperimenta un particolare rapporto con il gruppo , questo rapporto è un fattore molto importante e non è inutile applicarlo anche in altre discipline ed ore di lezione, di aritmetica per esempio. L’interdisciplinarietà offre molte occasioni e vantaggi., non è dunque un sistema chiuso in un unico settore.”…………(18.9.23 p.18).




Schema del piano di insegnamento della musica

1° anno di scuola
2° anno di scuola
3° anno di scuola educazione della voce e dell’udito e canto corale monofonico.
4° anno di scuola scrittura delle note, spiegazione dei segni, scale

5° anno di scuola
6° anno di scuola tonalità minore e maggiore, canto a più voci e coro polifonico

7° anno di scuola
8° anno di scuola giudizio musicale e coro polifonico
9° anno di scuola minore e maggiore come esperienza percettiva
10° anno di scuola
11° anno di scuola
12° anno di scuola musica strumentale più tardi armonia canto a solo, affinamento del gusto giudizio musicale e stile, orchestra, coro polifonico con accompagnamento strumentale e dell’orchestra.


Ultima modifica di liarem il 24/08/2012, 15:40, modificato 1 volta in totale.

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Messaggio da leggereInviato: 23/08/2012, 19:18 
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tutto questo mentre il mio ventilatore emette un suono simile a CAI CAI CAI CAI CAI perché è un pò instabile................. :geek:


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 Oggetto del messaggio: Re: Qualche altro pensiero.....
Messaggio da leggereInviato: 27/08/2012, 7:34 
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vi rispedisco il programma per lezioni di musica con il numero delle pagg e correzioni relative ad intervalli ed accordi. ci sono forse ancora imperfezioni. prego gli esperti di intervenire per aggiungere.



CANTO: durante tutti gli anni scolastici un´ora alla settimana;
FLAUTO DOLCE: in ogni classe, per i sufficientemente dotati violino: dal 1° al 4° anno, doppia ora durante il corso.
CORO POLIFONICO: per gli allievi del corso dalla 5° fino all’ 8° classe: 2 ore alla settimana;
ORCHESTRA DELLA SCUOLA: per gli allievi e allieve del corso dal 9° al 12° anno scolastico: 2 ore alla settimana;
CORO MISTO E POLIFONICO: per allievi di tutte le classi.


(Nr. 12 “Stuttgart 1919 II”, P. 24 ) nella 3a conferenza indica le prime direttive per la lezione di musica nei corsi appena istituiti:

…….“ l´elemento musicale vive nell´uomo già dalla sua nascita e , come già dissi (p. 24), si manifesta nel bambino in particolare nel 3°, 4° anno di vita con l´inclinazione alla danza ed è di per sé un elemento della volontà portatore di vita; osservando il modo in cui lo esprime si nota troppa vitalità, una vitalità inebriante, e per quanto strano possa sembrare attutisce leggermente la coscienza. Per la troppa musicalità lo sviluppo infantile entra facilmente in uno stato di ebbrezza. Si deve perciò cooperare affinchè l´educazione musicale consista in una continua armonizzazione dell´elemento apollineo e dionisiaco esistenti nella natura umana. Mentre ciò che muore deve venir ravvivato dal plastico-pittorico, il musicale deve venir arginato per non esserne eccessivamente impressionati. Questo è necessario percepire insegnando la musica ai bambini.”
( Nr. 12 “Stuttgart 1919 II “ P. 56 ).

Ed inoltre secondo le indicazioni di Rudolf Steiner anche i cosiddetti bambini meno interessati dovrebbero partecipare alla lezione di musica:

……..“E’ un errore dunque tenere lontano dalla musica il bambino poco dotato favorendo solo il perfezionamento dei dotati; gli allievi non dotati dovrebbero almeno seguire da vicino le attività musicali. E´ certamente naturale, nella produzione musicale si fanno partecipare sempre gli allievi con maggior predisposizione, ma anche quelli non dotati dovrebbero seguire da vicino e sviluppare una sensibilità, poiché anche in loro esiste in parte questa predisposizione, ma stenta a manifestarsi e può venir riattivata partecipando con viva simpatia”……..(a a 0 p. 57 )

Si presenteranno ora cronologicamente i suggerimenti di Rudolf Steiner per le lezioni di musica, nella misura in cui sono necessari per la comprensione del piano di insegnamento. Si presenta dapprima il corso pedagogico di Basilea dell' Aprile-Maggio 1920. Nella 10a conferenza dopo una premessa sui sistemi troppo schematici adottati nelle scuole di canto, indica un metodo per la lezione di canto:

……“Un giusto comportamento nell’apprendimento del canto e nella formazione del senso musicale facilita l’abitudine degli allievi ad un corretto ascolto, risveglia così la tendenza all'imitazione e al talento. L'unico e il miglior metodo è questo: l'insegnante canti con una particolare partecipazione, affronti le insufficienze dell'allievo e sviluppi la sua naturale tendenza ad imitare l'insegnante e ad accettare le sue correzioni . Ma cantando l’alunno deve egli stesso trasformarsi anche istintivamente e formare gli organi adatti...”…. ( 23 Basel 1920'' p.144)
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E dopo aver citato ancora i sistemi troppo schematici :

……”Tutti questi sistemi troppo schematici devono rimaner lontano dalla scuola. Deve esistere soprattutto il rapporto spontaneo del docente con l’allievo, in realtà la sua sentita partecipazione deve sostituire l'esercizio ed i metodi precostituiti; vorrei dire anche l’ imponderabile diventa essenziale. Nulla vi sarebbe di più infausto che dei patiti musicanti con i loro metodi trovassero accesso alle scuole, nelle quali deve invece confluire una sana obbiettiva impostazione e questo si realizza però soltanto operando con vera partecipazione non insegnando con metodi preconcetti” …….. (a a 0 p. 145 ).

Nelle enigmatiche quattro conferenze del 1920 di Stoccarda stampate con il titolo non
propriamente adeguato di: “Antropologia elaborata meditando” il tema viene di nuovo ripreso, pur già citato ampiamente nella conferenza del corso metodico-didattico. Là riferisce sull’ armonia del dionisiaco ed apollineo, qui invece su un elemento volitivo interiore sperimentato in antitesi con un altro elemento volitivo proveniente dall'esterno”.

……..“le forze a carattere musicale vengono assunte dal mondo esterno, provengono da un mondo extraumano, dall'osservazione della natura, degli avvenimenti naturali, e soprattutto delle loro regolarità e irregolarità. In tutti gli avvenimenti naturali esiste una misteriosa musica, è la proiezione terrena della musica cosmica. In ogni pianta, in ogni animale esiste un tono musicale delle sfere celesti. Lo stesso avviene per il corpo fisico non vissuto però nella parola, non nelle espressioni dell'anima, ma nel corpo e nelle sue forme ecc. l’alunno lo comprende inconsapevolmente, si sente molto portato per la musica e il suo organismo diventa ricettivo.
Le esperienze del movimento, delle linee e della forma provengono dall'interno, dalla testa mentre la musica e il contenuto della parola accolti dal bambino provengono dall'esterno, collaborano alla formazione musicale e del linguaggio gradualmente (ciò avviene un po' più tardi cioè intorno al 14° anno, la precedente modifica è il cambiamento dei denti con un influsso nell’ambito plastico-pittorico). Il cambiamento interessa la donna in tutto il suo organismo, l'uomo invece soltanto nella laringe provocando la trasformazione della voce e l’esperienza della volontà interiore in lotta con elementi provenienti dall'esterno; da questo concorso avviene la trasformazione della voce e la maturità sessuale,
la lotta tra le forze interiori ed esteriori del linguaggio e del suono.”…….. ( 25 Stuttgart 1920 p. 22).

Queste frasi però esprimono un solo concetto tratto dai pensieri di tutta una conferenza, la seconda delle 4 tenute a Stoccarda nell'autunno del 1921.
Il corso complementare del 1921 tratta lo stesso problema ampliandolo ancora:

……….“Quando osserviamo l'uomo nella sua totalità, ci appare come un essere estremamente complicato che dobbiamo portare a compimento con l'istruzione e l'educazione. Se consideriamo le particolarità possiamo dire: il bambino fa euritmia e il corpo fisico è in movimento, il moto del corpo si trasmette all'astrale e il corpo astrale e l'io dapprima si difendono; in loro si imprime in un certo modo l’ attività svolta dal corpo fisico ed eterico, poi escono durante il sonno, la trasformano con forze spirituali diverse e al mattino la riportano di nuovo nel corpo fisico ed eterico con una nuova particolare risonanza, con la spiritualità assunta durante il sonno e già potenziata dal corpo fisico ed eterico nel loro impegno con le attività euritmiche. Esiste dunque un'attività svolta nel sonno in relazione con le azioni eseguite durante il giorno precedente.
Solo in questo avvicendarsi si dimostra la forza veramente salutare dell'euritmia. Si incamera veramente della sostanza spirituale, per così dire, al risveglio seguente, se l'euritmia viene praticata. Avviene qualcosa di simile con il canto. Quando canta il bambino, l'essenziale esercizio proviene dal
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suo corpo eterico, mentre il corpo astrale deve adattarsi e dapprima se ne difende, poi porta l’esperienza nel mondo spirituale; quando torna indietro, allora si produce una forza salutare. Possiamo dire: con l'euritmia si sviluppa una forza salutare per il corpo fisico, con il canto si sviluppa una forza attiva nel sistema motorio e da questo nella salute del corpo fisico.”……….(26 Stuttgart 1921 p. 41).

Queste tre osservazioni sono fondamentali e lo è anche una riportata qui di seguito dal corso complementare ed è molto importante per un positivo sviluppo delle scuole Waldorf:

…….“Vorrei ancora sottolineare che in musica è importante farsi un'idea di come gli allievi sono predisposti, se sono poveri o ricchi di fantasia, se la loro memoria è molto attiva. Agli allievi poveri di fantasia si faccia esercitare la musica strumentale, come pure se hanno difficoltà ad esprimere le loro idee, per gli allievi invece ricchi di fantasia e con abbondanza di rappresentazioni è preferibile piuttosto l'attività canora. Sarebbe ottimo, qualora possibile, predisporre un adeguato spazio dove poter far suonare e contemporaneamente cantare gli allievi. Inoltre se l'ascolto e l'attività musicale coesistono, e questo ha un particolare speciale effetto sugli allievi, ne consegue una straordinaria armonia; è possibile anche giungere ad un avvicendamento, si otterrebbe un ottimo risultato se durante la lezione metà degli allievi cantassero e metà ascoltassero, e poi viceversa. E' augurabile che ciò si verifichi, perché l’ascolto agisce in modo salutare ed igienico sulle attività cerebrali umane.” ……….
( N. 26 Stuttgart 1921 p. 62).

Il corso di natale tenuto a Dornach nel 1921-22 accenna all'esperienza musicale , al suo influsso e alle modifiche in corrispondenza alle fasi di sviluppo del giovane, dapprima istintive e poi progressivamente più coscienti:

……..“Il bambino piccolo è incoscientemente un organo di senso, imita interiormente ciò che percepisce nell'ambiente degli uomini; ma queste immagini interiori sono anche delle forze organizzate nel suo interiore e plasmatrici del corpo fisico. Ora, quando subentra il cambiamento dei denti le immagini entrano nel sistema motorio e ritmico e rimangono impresse in parte nelle forme plasmatrici, e con esse subentrano nuove forme analoghe. Esiste una differenza tra le esperienze ritmiche e armoniche del giovane avute prima o dopo il cambiamento dei denti; prima il ritmo e la frase musicale vengono appresi per imitazione e si trasformano in attività plasmatrici; dopo invece vengono trasformate in un elemento musicale interiore. Se il bambino ha compiuto 9 anni circa possiede, fino al 12° anno. un senso spiccato per il puro ritmo e per la melodia, non vuole più tanto imitare interiormente il tempo e il ritmo, egli lo percepisce come è, come un dato esteriore; dunque dapprima sperimenta spontaneamente il ritmo e il tempo, poi comincia a sviluppare comprensione, a farsi un'opinione e non solo in musica, ma in tutto ciò che gli giunge dal mondo esterno, è un’esperienza del 12 anno di vita.
Verso il 12° anno, può essere anche un po' prima, sopraggiunge la capacità di trasformare in pensiero tutte le esperienze di fantasia musicale, del ritmo e del tempo.
Si possono osservare attentamente gli effetti esteriori fisici-corporei assieme alle loro corrispondenti esperienze dell’anima. Ho già detto che il giovane allievo vuole formare i muscoli e le ossa secondo la sua qualità interiore; verso il 12° anno di vita comincia a non voler più vivere soltanto nel ritmo e nel tempo spontaneamente, ma a trasmettere un' attività pensante al ritmo e al tempo e inoltre in questo periodo si rinforza sempre più quella parte del muscolo che si trasforma in tendine. Prima ogni movimento è in corrispondenza al muscolo vero e proprio, in seguito invece si trasmette al tendine. Tutto ciò che avviene nell'animico-spirituale lo si ritrova nel corpo fisico e questa trasmissione di
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attività dalle ossa e dai muscoli ai tendini è una espressione esteriore e fisica del mutamento dal puro sentire ritmico alla logica che supera ritmo o tempo. Le conoscenze antropologiche devono sostenere adeguatamente l'arte di istruire ed educare.”…….(n.27 Dornach 1921-22 p. 135).

Nelle due conferenze sulla musica del 1923 dopo i chiarimenti sullo storia della musica Rudolf Steiner approfondisce anche i compiti dell'insegnante di musica:

…………..” è estremamente importante il compito di guidare lo sviluppo umano con la musica. L’allievo al 9° anno di vita, anche se può già avvicinarsi all'esperienza del tono maggiore e minore, non può tuttavia averne una vera comprensione, quando va a scuola a quell’età ne può essere solo avviato alla comprensione, e lo approfondirà in futuro nelle classi superiori; non gli risulta molto chiaro perché egli vive soprattutto nello stato d'animo dell’intervallo di quinta, per quanto poco lo si voglia ammettere. A scuola si faranno allora esercizi con intervallo di terza ma per una corretta ed equilibrata educazione in quel periodo si deve favorire la comprensione musicale di entrambi gli intervalli di quinta e di terza. Questo è un punto essenziale. Si agisce dunque in modo molto benefico sull'allievo se, dopo i 9 anni cioè nel periodo in cui pone delle domande importanti, lo si avvia all’esperienza propedeutica del tono maggiore e minore, degli intervalli di quinta e di terza come accennato. Al nono e decimo anno di vita si deve considerare con cura queste particolarità. E' importante anche cercare, per quanto possibile, di favorire poi, verso il 12° anno di vita, la comprensione dell'intervallo di ottava. Si prenda dunque così in considerazione la didattica nel corso dell’età evolutiva.”………….(n.31 Musik 1923 1° conf. p. 15).

Nella seconda conferenza Rudolf Steiner tratta lo sviluppo dell'esperienza musicale dell'umanità, osserva poi la musica dal punto di vista della tripartizione umana per ritornare poi a questioni pedagogiche:

………“vedete, a questo punto vi risulterà evidente che il bambino, quando viene a scuola prova più comprensione per la melodia che per l'armonia. La pedanteria comunque deve essere evitata e nell’arte non deve mai trovar posto. Si può naturalmente presentare al bambino qualsiasi cosa, ma proprio come ha detto ieri, nei primi anni di scuola dovrebbe comprendere solo le quinte, ma non le terze (comincia a comprenderle interiormente solo dal 9° anno di vita); è anche vero che comprende prima la melodia e poi dal 9°, 10° anno in poi l'armonia. Il ritmo invece si configura in diversi modi, già molto presto ascolterà un certo ritmo interiore, ma in seguito solo dopo il 9. anno di vita, prescindendo da questo ritmo sperimentato istintivamente, si dovrebbe porre l'accento sul ritmo della musica strumentale ; a quell’età si dovrebbe guidare l'attenzione su queste esperienze. Anche in musica si deve, per così dire, leggere dall' età quello che si deve fare.”………(n.31 “Musik” 2. conf. p. 8).

Le conferenze pasquali di Dornach del 1923 approfondiscono l'importante mutamento tra il 9° e 10° anno di vita e il modo in cui si esprime l'esperienza e la vita volitiva musicale nel bambino. Così si legge nella 3a conferenza:

……….“Tutte le forze del bambino dopo il mutamento dei denti, tendono fondamentalmente al plastico-pittorico; noi favoriamo l’immaginativo artistico quando gli trasmettiamo con immagini tutto il complesso delle nozioni cognitive. Tra il 9° e il 10° anno di vita poi subentra qualche cosa di singolare: il bambino vuole lasciarsi impressionare molto più di prima dalla musica e dal ritmo, se lo osserviamo nell’ambito della sua sensibilità musicale, fino al 9°, 10° anno di vita, notiamo che la musica vive in lui in modo plastico, diventa un modellare interiore del corpo e facilmente si trasforma in danza e
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movimento; dobbiamo allora riconoscere la vera comprensione interiore della musica sperimentata proprio solo tra il 9° e 10° anno di vita, lo si può notare in modo molto evidente. Naturalmente non si tratta di una netta scissione e chi lo nota insegnerà la musica prima del 9° anno nel modo più equilibrato, come ha appena caratterizzato, in caso contrario tra il 9° e il 10° di vita anno il bambino verrebbe sconvolto se subentrassero improvvisamente tutti gli elementi musicali ed egli li accogliesse tutti interiormente subendo un troppo violento coinvolgimento emotivo senza alcuna gradualità.”……………..(n. 34 Dornach 1923 p. 84).

Il corso di Ilkley del 1923 considera nella 12a conferenza la lezione di musica nella sua importanza come mezzo educativo per la volontà dell’allievo:

………..“Indirizzando nel modo giusto la lezione di musica, procedendo sempre più dal canto allo strumentale, inseriamo nel mondo la volontà umana in modo che non riceva soltanto una formazione artistica, ma anche una umanità con vigorosa volontà e indole, è dunque necessario iniziare con il canto, ma procedere poi con la comprensione dello strumentale così che impari a percepire la musica pura, il ritmo, il tempo e la melodia separata da tutto il resto e che passi sempre più dall'imitazione musicale, dall'elemento immaginativo della musica al puro musicale. Se introduciamo il giovane alla musica in questo modo e creiamo il passaggio dal gioco alla vita per mezzo dell'arte,ci sarà possibile, al momento appropriato cioè tra l' 11° e il 12° anno di vita, insegnargli la vera comprensione musicale. E’ estremamente importante per quei principi educativi realizzati nelle scuole Waldorf il modo e il periodo adatto allo sviluppo della comprensione musicale che deve essere metodico e raduale ….. . (n. 35 Ilkley 1923 p.194).

Seguono poi delle frasi sul metodo da adottare per la lezione di musica da abbinare a quelle di tecnica e scienze naturali con le loro strutture logiche e causali:

……….“nella stessa età in cui il giovane deve imparare a comprendere che la natura è ordinata secondo le leggi naturali astratte guidate dalla ragione, nella stessa età in cui deve imparare in fisica come nei singoli casi causa ed effetto sono in reciproco rapporto, proprio in questo periodo dobbiamo creare per compenso la comprensione dell'arte e spiegare come le singole arti si sono sviluppate nelle diverse epoche storiche con delle speciali tendenze . Così si sviluppano conoscenze adatte allo sviluppo completo del suo essere e si realizza il particolare impulso pedagogico morale che andremo anche domani a conoscere e ad evidenziare ”………………..(a. a. O. p. 194).

Nel corso di Arnheim del 1924 Rudolf Steiner parla di musica nel mondo e nell'uomo, che dovrebbe venir considerata ed osservata come prodotto di una certa zone geografica e anche dell’importanza pedagogica della musica strumentale .

……….“ l'uomo sperimenta la musica, e anche le sue stesse forme sono costituite da musica. Se
dunque l'insegnante vuole essere un buon musicista, se vuole già all'inizio delle scuole elementari insegnare in modo adeguato il canto al bambino, allora deve comprendere che il canto emancipa poichè il corpo astrale ha proprio cantato formando il suo corpo nei precedenti periodi della sua vita e quando il corpo astrale affronta il periodo tra il cambiamento dei denti e la maturità sessuale, la musica lo rende autonomo: nessuna meraviglia quindi se ciò che compenetra così profondamente l'uomo viene introdotto da un insegnante di musica preparato con le lezioni di canto ed in seguito con le lezioni di musica. Cerchiamo il più presto possibile, se l’alunno è un pò dotato, di proporgli esercizi di canto, non

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solo, ma anche l’uso di uno strumento musicale; avrà così la possibilità di comprendere veramente la musica nella sua forma vivente emancipandosi”…………(n. 39 Arnheim 1924 p. 182).

Nel corso di Torquay del 1924 si afferma nella 6a conferenza, per la propedeutica della lezione di canto e di musica strumentale:

………“I nostri nervi sono in verità un tipo di lira, uno strumento di musica interiore che risuona nella testa, e quando inizia il cambiamento dei denti, sembra prematuro, ma il corpo astrale non è ancora libero, allora il corpo astrale comincia chiaramente a servirsi, come l'aria che respira, dei singoli nervi come fossero corde di un violino. Tutto ciò viene favorito insegnando al bambino il canto; si deve avere questa impressione: il piccolo allievo è uno strumento di musica quando canta, e si deve stare di fronte alla classe durante le lezioni di musica e di canto vedendo chiaramente in ogni’ uno di loro uno strumento armonico con un interiore benessere derivato dal suono, attivato da un particolare flusso respiratorio e da armonia interiore. Nei primi sette anni di vita impara tutto per imitazione, e anche con il canto confortiamo il suo benessere interiore prodotto da melodia e ritmo. Per una lezione di canto propongo ora immagini e paragoni utili anche se non del tutto articolati, chiarirò le mie proposte……..”.



…….“ in un certo periodo deve esistere nel bambino il benessere della risonanza interiore della nona. Immaginatevi che un violino senta ciò che avviene in loro. Immaginiamo di ascoltare un violino esterno a noi e di essere completamente estranei al sorgere del suono e di udire solo la parvenza sensibile esteriore, se il violino potesse avvertire come ogni corda vibra con l'altra, sperimenterebbe
una beatitudine, ammesso che il brano eseguito sia buono; per far sperimentare al bambino questa piccola beatitudine, dovete veramente far richiamare in tutto l'organismo il senso musicale, trarne una vera soddisfazione, e a noi naturalmente spetta anche il compito della comprensione, per impartire lezione sono indispensabili queste premesse ora accennate. Perciò è necessario, una volta compreso questo vero percorso dell’età evolutiva, possibilmente abituare l’ allievo a cantare dei brevi canti empiricamente, cioè senza la teoria musicale, farli semplicemente cantare con cura; in seguito progredire a conoscenze ed esperienze semplici, all’ esercizio abituale della melodia, del ritmo e del tempo. Dunque prima l’esecuzione di brevi canzoni e cori possibilmente anche giocando . Se la situazione non presenta dei contrasti si inizi nella scuola Waldorf già dalle prime ore permettendo il gioco e l’uso di uno strumento: si insegni la pratica di un qualsiasi strumento, come già detto, nei limiti del possibile. Si dovrebbe permettere ai bambini possibilmente di sentire precocemente ciò che avviene quando il proprio essere musicale si riversa nello strumento. Il pianoforte però, che dovrebbe essere uno strumento adatto a memorizzare, è il meno adatto allo scopo, meglio usare un altro strumento possibilmente a fiato. Sono necessari all’insegnante oltre ad un buon senso artistico anche molta autorità. Con uno strumento a fiato si ottiene il miglior risultato se gli allievi imparano ad usarlo il progresso e la comprensione della musica saranno positivi. Si possono avere degli inconvenienti trattenere tutta l'aria, che altrimenti aleggia intorno, all'interno lungo il sistema nervoso e continuare a dirigerla nello strumento,. in quel momento sente ingrandire il proprio organismo, le trasformazioni si realizzano soltanto all'interno dell'organismo così introdotte dal mondo esterno; anche suonando il violino ed eseguendo i brani musicali sullo strumento può avvertire l’immediato passaggio del suono dall'archetto alle corde ecc. Cominciare dunque possibilmente presto la lezione di musica e di canto per i piccoli, è di particolare importanza impartirle tutte artisticamente, quelle di arte, di pittura, scultura, modelli in argilla, musica, presto già dalle prime classi, si noterà che con questa didattica l’apprendimento diventa molto sentito, vero e profondo e benefico”……………..(n. 40 Torouay 1923).

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Dopo queste premesse generali di antropologia e le direttive per la lezione di musica seguono i dati di Rudolf Steiner per l’ insegnamento nel corso degli studi. Si riporta qui di seguito un'osservazione espressa all'inizio della prima conferenza per il piano di insegnamento tenuta nel 1919 per chiarire la funzione della lezione di musica nell’ambito delle attività scolastiche e anche nell'apprendimento del linguaggio al primo anno di scuola. Per la lezione di lettere afferma:

…….“ verrebbe in aiuto e si dovrebbe anche dare più ampio spazio a quella elasticità e malleabilità tanto benefica acquisita dall’alunno durante la lezione di canto adatta a favorire il suo organo della parola. Ne conseguirà senza accorgersi una sottile percezione per i suoni acuti e lunghi ecc. Non è necessario che partecipi con un severo metodo, lui inizia a comprendere ciò che può offrire uno strumento musicale al primo momento in modo semplice. Si comprendano le mie parole: vi parlo di elementi sommessi e silenti, unici, di esperienze interiori vere e non assolutamente precipitose……….”(n.16 “conferenze per il piano d'insegnamento” Fine della 1a conferenza).

Queste frasi sono rivolte innanzitutto all'insegnante di musica della prima classe e lo


sono anche le seguenti espresse al termine della seconda conferenza del piano di insegnamento, accentuando l’importante posizione della lezione di musica:

…….“si dovrà far apprendere la musica al primo anno scolastico con temi semplici ed elementari per poi passare al terzo anno a qualcosa di più complicato in modo che progressivamente tragga dallo strumento e dal canto immaginazioni adatte al progresso delle sue capacità . Ginnastica ed euritmia devono essere trattate artisticamente”……….(n.16 3conferenze per il piano di insegnamento” 2° conf. alla fine).

I veri e propri accorgimenti per la lezione di musica nei primi otto anni di scuola si trovano all’inizio della terza conferenza. Precede una nota sul modo in cui questi dati devono essere compresi.

………..“come si danno delle direttive per le arti plastiche, così si possono dare in generale per la musica- i particolari si devono lasciare naturalmente alla libertà del pedagogo-. Ed allora pregherei di osservare queste linee generali in modo da proporre un insegnamento della musica ragionevole ma più ,

…….“Nel I, II, III, anno di scuola si avrà a che fare con semplici connessioni musicali. E questi semplici motivi devono essere adoperati in modo che si venga a formare l’udito e la predisposizione musicale dell’essere umano in fase di crescita. Queste sono le premesse: indirizzare in tale modo la musica da renderla adatta a risvegliare la giusta armonia, intonazione e udito musicale. Credo sia comprensibile e realizzabile”……….

Seguono il quarto, quinto e sesto anno di scuola: si inizi la spiegazione dei segni e delle note con gli esercizi completi di scale musicali, per il 5° e 6° anno di scuola sono adatte le scale musicali e i toni maggiore o minore, per il tono minore si attende a lungo e in questo periodo può venir finalmente introdotto. Si nota che Rudolf Steiner introduce la cura e lo sviluppo del giudizio musicale nel periodo precedente la maturità sessuale, mentre la capacità generale di giudizio viene da lui considerata adatta solo dopo questo periodo di sviluppo. Questa eccezione della musica rispetto alle altre materie

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dovrebbe essere attribuita proprio a quella particolarità della musica, su cui pone l’attenzione nelle conferenze, nella seconda ad esempio:

……..“ Oggi accenniamo ad un elemento essenziale della musica, l’armonia, essa fa presa direttamente sul sentimento umano… ed è questo che sta al centro di tutte le nostre esperienze . Da un
lato il sentimento scorre nella volontà e dall’altro lato nella rappresentazione… La natura sentimentale dell’uomo è in realtà duplice; esiste un sentimento più incline alla rappresentazione: mentre avvertiamo i nostri sentimenti tendiamo a rappresentarli, un altro lato del sentimento tende invece alla volontà: nell’azione da noi compiuta sentiamo piacere o dispiacere, il sentimento si trova al centro di questi due campi. Vedete, la musica ha la particolarità di non salire proprio alla rappresentazione, se la musica venisse compresa solo dal cervello cesserebbero le esperienze del sentimento . La musica dovrebbe produrre esperienze in un ambito tra la rappresentazione e la volontà e giungere a un settore non appartenente alla coscienza quotidiana, ma ai mondi spirituali dai quali ci siamo incarnati e che attraverseremo di nuovo dopo la morte.”…………..(n.31 “Musik” 2 Conf. p. 5).

Evidenzia poi che la melodia conduce la musica dal sentimento alla rappresentazione senza essere essa stessa una rappresentazione e che il ritmo guida la musica verso una volontà non esteriore. Il lettore può trovare il punto. Si ha a che fare, attenendosi a questa osservazione, in musica con un campo di avvenimenti metafisici in cui la capacità di giudizio concerne eventi superiori alla vita quotidiana e sociale.



Seguiranno ora i dati per le classi superiori, tuttavia qui sembra giusto, per la particolarità dell’argomento, non separare il piano di insegnamento dalle altre espressioni di Rudolf Steiner sulla lezione di musica; in questo brano configura una sequenza cronologica del percorso musicale scolastico con dei dati specifici; questa si basa sulle conferenze stenografate. Il 25 settembre 1919. Poche settimane dopo l’apertura della scuola Paul Baumann, l’insegnante di musica, desidererebbe riunire i particolarmente dotati in un’ora di canto speciale dove poter cantare brani difficili, e Rudolf Steiner rispose:

……“Non sarebbe contradditorio in genere alla nostra didattica riunire il coro delle quattro classi inferiori a quello delle superiori per la Domenica; così i giovani socializzano meglio che in qualsiasi altro modo, ma non è bene sostenere vanità inutili: questo è da escludere assolutamente dal metodo di lezione. L’orgoglio si deve riferire solo alle cose, non alle persone. Va bene riunire le quattro classi superiori e le quattro classi inferiori anche se diverse e qui le differenze diminuiranno. Di solito insegniamo in classi singole e ci dobbiamo anche attenere strettamente alle proposte ideate per le doppie ore di lezione di musica, dobbiamo attenerci rigorosamente a queste, ma per i cori, con i quali si possono fare concerti domenicali, possiamo riunire le quattro prime e le quattro ultime classi. Per altre iniziative invece ci adegueremo alle ore già stabilite per il 9° e 12° anno di scuola e a quanto già concordato”……...(25.9.19, p. II).

Il 22 settembre 1920 alla inaugurazione della 9a classe e nello stabilire il piano di insegnamento disse Rudolf Steiner dopo aver sottolineato la necessità di un grande locale per la lezione di musica:

…….“La lezione di musica non procede finchè non si ha un locale grande. Due cose importano: si deve tenere la lezione di musica nel modo più completo possibile. Quando si insegna è importante la bontà
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dello strumento, pur unito ad altre doti, ed è importante, tutta la sensibilità musicale verrà rovinata se ascoltate cattivi strumenti . Con il vecchio canto di chiesa si poteva lavorare molto bene.”………(22. 9. 20.
F 134)

Le due condizioni sono ritenute importanti: il luogo adatto per la lezione di musica e gli strumenti buoni. Poi all’insegnante di musica che chiedeva chiarimenti sul maggiore e minore, sul colore sonoro, sul suono puro” rispose :

………“Nono anno di scuola: dovrebbe essere argomento della 9a classe., quel periodo è proprio adatto, teoria, esecuzione ed ascolto, sicura percezione del tono maggiore e minore.”…….

L’insegnante di musica proseguì: “Ho trattato queste diversità in rapporto al maschile e al femminile ed i ragazzi sembravano approvare.”

………..“Trovo adatto trovare relazioni e confronti con il canto, e anche le diversità tra le voci maschili e femminili. E’ stato indagato poco in questa direzione. Certamente una lezione così tenuta avrebbe un’azione straordinariamente equilibratrice sui ragazzi di quella età qualora siano indotti ad osservare le prestazioni canore maschili e femminili e rimedierebbe lo sbagliato atteggiamento sessuale che si sta tanto diffondendo al giorno d’oggi. Avrebbe un’azione benefica. Mi dispiace che non si proceda con l’esercizio dello strumento. L’esercizio dello strumento è qualche cosa di insostituibile. In vero, che cosa sono le lezioni private? : sono private. Dobbiamo fare attenzione, le nostre concezioni sui diversi argomenti (vorrei dire espressioni) hanno un influsso su tutta la nostra pedagogia non soltanto sull’ora di lezione impartita singolarmente; se così non fosse sarebbe un peccato e io temo che per lungo tempo non potremo giungere a questi risultati positivi.”………..

Il 16 Gennaio 1921 aggiunse all’insegnante di musica dopo aver richiesto le relazione ai singoli insegnanti:

……….“Non è raccomandabile far cantare i piccoli a due voci. Si può cominciare solo al 5° anno di scuola; fino al 10° anno di vita essenziale rimane il canto ad una voce. Avete la possibilità di far cantare ai singoli bambini i brani eseguiti in coro?”………

Quando l’insegnante di musica confermò:

……..“E’ evidente, intendo dire: fate molta attenzione a non lasciar cantare i bambini soltanto in coro, di non trascurare anche l’a solo. Noterete cioè le esecuzioni corali agire sull’anima di gruppo e alcuni cantano molto bene in coro, se invece poi li chiamate singolarmente non ottenete nulla, dunque gli allievi dovrebbero eseguire anche individualmente i brani già cantati in coro, anche in occasione di diverse discipline. La qualità della lezione di canto dipende dall’impegno e dalla speciale vostra partecipazione .”……….(16.21.p.14)

Nella conferenza al termine del II anno di scuola il 21 maggio 1921 si chiede se i bambini desiderosi di essere dei musicisti possano venir dispensati dalle ore che impediscono l’agilità delle dita, e lui rispose:



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………“Seguendo questa direzione si dovrebbe individualizzare il piano di studi e si potrebbe anche fare. Dovremmo predisporre però dei locali adatti per gli esercizi. Per questi allievi allora è meglio favorire prima una formazione universale, altrimenti si devono specializzare.”…….(26.5.p.23).

Nella prima conferenza del I anno di scuola del 1921-22, era il 7 Giugno 1921, nello stabilire il programma per il 10° anno di scuola :

……….“10 anno di scuola: si continui per la classe 10° con la musica strumentale.”……

Allora l’insegnante di musica: “dobbiamo cominciare prima”,
risposta:

…..“In ogni caso solo per la 10° classe.”…..

L’insegnante di musica espresse ancora il parere di organizzare con gli allievi della 10a classe che sanno suonare bene una piccola orchestra “la maggior parte vi partecipa”.

……..“Per coloro che non partecipano ci si dovrebbe accertare che comprendano e offrano un minimo di collaborazione ’.”……………(17.6.21 p.43).

Ancora una precisazione sul piano di insegnamento per l’8, 9 e 10 classe: riunirli con il canto e fare solo la teoria che si consiglia per la 9 classe.?

Completando il piano di insegnamento fino allora trattato:
………“Possiamo eseguire armonie. Con la decima classe armonia contrappunto in modo che sentano un trasporto per l’interpretazione delle figure, non forzate, trattate l’essenziale e non forzate.”…..

Il 22 Giugno 1922 fu stabilito il piano d’insegnamento per la 11. (undicesima classe costituita per la prima volta). Per la lezione di musica ancora un chiarimento:

………“Undicesimo anno: canto a solo in questa undicesima classe. Guidare ad un certo gusto e ad un giudizio musicale.”……….(20.6.22 p.36).

Il giorno dopo si espresse ancora con altre parole:

……..“undicesimo anno: sarebbe naturale prender in considerazione che in euritmia e in musica si giunge in questo periodo alla formazione completa, tutto convoglia nel giudizio musicale. Non è
necessario assumere molti nuovi contenuti, ma vagliare tutto con un certo gusto musicale.”……..(21.6.22 p.41).

Per la 12° classe è stata data questa direttiva il 25 Aprile 1923 con le seguenti frasi:

……..Dodicesimo anno: considerare lo stile come tale, rende coscienti ad esempio del perché Bach si distingue dagli altri musicisti, questo è l’essenziale per la 12a classe.” ……….(25.4.23, p.94).

Nel 1924 a proposito del piano di studi per l’ insegnamento della musica, a conclusione si riporta il discorso del 18 settembre 1923. L’insegnante di musica chiese se la configurazione degli accordi
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musicali sia diversa da quella per l’euritmia. Si riferisce ai soliti tipi di accordi ed intervalli e chiede se è importante quello di 2a, 3a e 4a e se si deve continuare con quello di 5a e 7a.
Rispose:

……….“Gli accordi di 5a e 7a solo con i più grandi, in ogni caso non con quelli inferiori al 15° 16° anno di età altrimenti il senso musicale si logorerebbe. E’ sufficiente l’accordo di quarta. Si dovrebbe fare in modo che il senso musicale rimanga puro possibilmente per lungo tempo, si abituino prima a sperimentare i diversi accordi ritmi e toni, eccetto per l’accordo di 7a. Gli allievi partecipino attivamente prima con l’esperienza, questo è importante in pedagogia, per mezzo di una dinamica particolare, tutti vi devono giungere.”……..

Ancora l’insegnante di musica disse:“finora gli ho fatti lavorare insieme.” In verità aveva curato il l’accordo in generale che R. Steiner aveva considerato come esercizio fondamentale e giunge alla domanda: “ si può dirigere in questo modo anche i piccoli?”…..
Allora aggiunse:

………“Io credo che nel periodo tra il 9° e 10° anno di vita si può cominciare con il metodo accennato, il singolo sperimenta un particolare rapporto con il gruppo , questo rapporto è un fattore molto importante e non è inutile applicarlo anche in altre discipline ed ore di lezione, di aritmetica per esempio. L’interdisciplinarietà offre molte occasioni e vantaggi., non è dunque un sistema chiuso in un unico settore.”…………(18.9.23 p.18).




Schema del piano di insegnamento della musica

1° anno di scuola
2° anno di scuola
3° anno di scuola educazione della voce e dell’udito e canto corale monofonico.
4° anno di scuola scrittura delle note, spiegazione dei segni, scale

5° anno di scuola
6° anno di scuola tonalità minore e maggiore, canto a più voci e coro polifonico

7° anno di scuola
8° anno di scuola giudizio musicale e coro polifonico
9° anno di scuola minore e maggiore come esperienza percettiva
10° anno di scuola
11° anno di scuola
12° anno di scuola musica strumentale più tardi armonia canto a solo, affinamento del gusto giudizio musicale e stile, orchestra, coro polifonico con accompagnamento strumentale e dell’orchestra.






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 Oggetto del messaggio: Re: Qualche altro pensiero.....
Messaggio da leggereInviato: 27/08/2012, 8:54 
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scusate, c'è una frase con la porola NONA nella pag. 5 che non è razionale, quindi il referente o stenografo ha capito male. in più la correzione dell'edit mi sfugge sempre perché ci sono troppe pagg. dunque in quel punto DEL MIO ATTUALE BRANO :oops: ci sono parole tagliate e incomprensibili, invierò la correzione separatamente. La nona che può essere? , diceva forse l'ottava, oppure ...........che cosa?
FORSE LA NONA DI BEHETO.. NON CREDO.....potrebbe essere che l'uditore non fosse esperto e non comprese la parola nella sua madrelingua.
BBBBBEEEEEEEEEEEE. :oops: :oops: :? :x :!: :?: :ugeek:


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