Si però... il difficile è compierlo in perfetta coscienza. Il matrimonio all' antica che intendi è quello "comodo" per la famiglia, per la società, senza che si ponga la questione della comprensione delle esigenze del coniuge, quello fondato esclusivamente sul dovere ? Se è così posso trovarmi daccordo parlando con persone che investono molto nel conoscere sé stessi a fondo, e quindi dànno importanza vitale alla comprensione dell' animo altrui.-- Parlando con la classica suocera preferisco vagheggiare ( " l' amore è cieco !"..." l' importante è che siano felici... ") perché la società in cui viviamo molte volte mi si rivela capace di una rigidità di giudizio e di un cinismo di dimensioni dolomitiche--
Penso si adatti all' argomento una famosa frase di Steiner riguardo la pedagogia, che recita come esistano tre modi per educare, attraverso la paura, la competizione o l' amore, e di come i primi due siano da scartare. E penso che la formula del matrimonio in cui si promette rispetto sia riconducibile allo stesso tipo di rispetto che si promette sempre nello stesso rito, di riservare all' educazione dei figli " secondo le personali aspirazioni, interessi e capacità... Insomma quel tipo di rispetto voltèiriano che porta ad aiutare l' altro a realizzarsi al meglio delle sue doti naturali. In questo tipo di sentimento non egoistico e non invidioso si può sviluppare armonia celestiale. La famiglia è comunque il comitato di benvenuto per ognuno di noi che venga al mondo, e certo ci si augura che le esperienze formative non siano troppo traumatiche. La Santa Famiglia esprime questo mistero in ogni riferimento riportato dalle scritture, e senza di essa non vi sarebbe un Natale...

Questo vale anche nel caso non si abbiano figli, perché nella nostra compagna ( o nel vostro compagno) vi è un essere spirituale che cresce, che va protetto e nutrito, anche se non è frutto della vostra carne, ma dello spirito che ha fecondato quella del vostro compagno. E sarà splendido vederlo diventare forte e sapiente e coraggioso, magari rinunciando a un po' di attenzioni personali superflue per lasciargli tempo e nutrimento per crescere.

Io credo che non ci si debba affatto concentrare sul fatto come problema in sé. Le emozioni e i pensieri che ci vengono dal fatto (il tuo esempio di toccare una coscia) sono la risultanza di quello che noi "ci siamo fatti diventare" sino a oggi. Se mi fisso sul fatto, sulle emozioni che ne vengono, e anche sui pensieri, quelli che approvo e quelli che non approvo, faccio come il ginnasta che, sbagliando la capriola, pretende un tappeto molto morbido e spesso per non farsi male.
Ma la colpa non è del terreno: è come fai la capriola che determina se ti fai male o no. Se la capriola la imposti scorrettamente, aggiungere ulteriore attenzione per evitare di farsi del male determina un crampo astrale: magari per un po' ce la fai, ma alla fine, prima o poi, succede qualcosa di peggio.
Vedi alla voce Catechismo e preti pedofili, per dirne una.

Comunque quel Signore che disse "Omnia munda mundis" aveva già dato la soluzione, e con molte meno parole di me.
Tutto è puro per chi è puro.

edit: la data originale di questo messaggio era il 29\6, è stato spostato nel corso di una ristrutturazione di argomenti e dunque ricopiato in data odierna.

...........AVVISO PER LIAREM

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Le tue traduzioni da tempo sono state spostate là, per mantenere un certo ordine e perché si possano reperire facilmente, ora ho spostato anche le ultime, ci metto 20 minuti , ti prego, cerca di non sbagliare più ma per favore

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