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 Oggetto del messaggio: Qualche altro pensiero.....
Messaggio da leggereInviato: 29/10/2011, 18:03 
In questi anni d'insegnamento, che come tutti sappiamo è una vera palestra animico-spirituale, sono sorte necessariamente in me un gran numero di domande di svariata intensità e portata. Riguardo alla figura del maestro Waldorf ad esempio. Lungi da me il volerlo marchiare con una sorta di bollino di qualità, possiamo chiamarlo se preferiamo maestro di scuola steineriana, basta poterci intendere. Mi sono chiesto se è percepibile un'identità di questa figura, oppure se deve rimanere fuggevole e diafana, spesso mal interpretata....
Fra vocazione e professione, rimane oggi un essere enigmatico, di cui spesso le famiglie, che frequentano la scuola con i loro bambini o ragazzi, hanno immagini molto diverse e variopinte. Naturalmente , e questo è più grave, ne hanno un'immagine torbida anche coloro che questa figura stanno per divenire, ovvero i seminaristi dei vari corsi di formazione, i maestri e maestre del futuro.
La domanda più scottante e ricorrente, a mio avviso, è la seguente ;"Una maestro di una scuola Waldorf deve essere per forza Antroposofo?".
La cosa che mi spaventa maggiormente in questa frase è quel "per forza"...
Tuttavia la domanda è pertinente, vista la svariata gamma di maestri presenti nelle varie scuole italiane ma non solo.
Mi permetto di citare il caro Heinz Zimmermann, scomparso da poco, nella sua bellissima introduzione al volume dei maestri "per l'approfondimento della pedagogia Waldorf".
Egli scrive :
"In passato, quando l'esoterismo del maestro veniva considerato strettamente confidenziale, era ovvio che in una scuola Waldorf veniva accolto soltanto colui per il quale l'antroposofia era divenuta un elemento decisivo per la propria vita. Oggi è diverso. L'ovvietà della pedagogia steineriana deve venire conquistata di nuovo."
Condivido pienamente tali parole che esprimono una grande saggezza.
Abbiamo dunque il compito e il dovere di essere chiari nei confronti di chi pone delle domande dirette e precise, aiutarli, ed aiutarci a ricordare sempre quali sono le basi fondanti del nostro lavoro, della nostra vita!
perché se questa "ovvietà" della dell'antroposofia e della pedagogia, da cui essa nasce come figlia, non sarà pienamente riconquistata, un oscuro futuro si preannuncia per le nostre scuole.
Sul bellissimo ciclo di conferenze di Steiner "Formazione di comunità" O.O 257, è lo stesso Steiner a mettere in guardia con calore i maestri dalla pericolosa ed impossibile scissione fra pedagogia ed antroposofia.
Poniamo dunque a noi stessi la domanda inversa, con coraggio:
è possibile essere un insegnante in una scuola Waldorf senza portare nel proprio cuore quella che chiamiamo antroposofia o scienza dello spirito?
Vi sono forme senza sostanza a volte, sono forme pallide e deboli, che vivono una vita malata e precaria. Mura colorate, angolo delle stagioni, gnomi di lana cardata, non sono il cuore delle nostre scuole! Sono strumenti.
Così mi chiedo se dovremmo attendere che le nostre scuole divengano solo facciata per rispondere con coraggio, a noi stessi prima di tutto, alla domanda posta sopra.


  
 
 Oggetto del messaggio: Re: Qualche altro pensiero.....
Messaggio da leggereInviato: 30/10/2011, 14:18 
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Iscritto il: 30/10/2011, 13:09
Messaggi: 6
...la prima domanda che poni è di elevata portata!
In realtà leggendo le tue righe si trova anche già la risposta che poi, a dirla tutta e non per banalizzare, è l'unica che si possa dare.
Noi abbiamo un grosso limite, grossissimo.
Ci piacciono molto le parole ma le svuotiamo completamente dei loro contenuti. E così le parole si trasformano in dogmi, etichette, pregiudizi...
Per insegnare in una scuola Waldorf bisogna per forza essere antroposofi?
Io non sono in grado di rispondere però mi piace ragionarci e filosofarci sopra...
In fin dei conti a questa domanda si può rispondere tanto "si assolutamente" quanto "no, per nulla".
Ma cos'è un antroposofo? Tralasciamo per un attimo le definizioni...
Per quel che mi riguarda, ad oggi, mi piace pensare che un passo per volta le scuole waldorf abbiano insegnanti preparati sotto tutti i punti di vista: che siano persone in cammino verso la ricerca di una qualche verità, capaci di confronto, capaci di comprendere l'essenza del bambino, capaci di accogliere gli elementi unificatori delle diverse posizioni individuali e non sempre pronti a dividere (dividi et impera...). Mi vien da pensare che alla fine, si tratti della conquista dell'arte sociale poichè quando si è giunti a quel livello tutto il resto è già stato masticato ed è diventato strumento per un attivo ri-modellamento delle strutture sociali ed in questo caso della scuola.
L'impresa sembra infinita ma da qualche parte bisogna pur cominciare no? ;)



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 Oggetto del messaggio: Re: Qualche altro pensiero.....
Messaggio da leggereInviato: 30/10/2011, 22:55 
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Iscritto il: 13/07/2011, 20:31
Messaggi: 585
Possiamo immaginare un maestro di pianoforte che non sia così appassionato dello strumento da dedicargli il meglio della propria vita? Possiamo immaginare un pittore di qualità che si circondi, nella sua casa, di quadri scadenti e volgari ritenendoli ottimi?
Possiamo immaginare un maestro Waldorf per cui l'antroposofia sia solo uno strumento e non uno scopo?


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 Oggetto del messaggio: Re: Qualche altro pensiero.....
Messaggio da leggereInviato: 31/10/2011, 1:41 
Proprio così...Possiamo immaginarlo?
Del resto legarsi alle parole è facile impresa, purtroppo, viverle nel loro più intimo significato è ben altra cosa. La domanda su cosa debba essere oggi un antroposofo è certamente scottante.
Antroposofia è semplicemente un termine per intenderci, per sapere di cosa stiamo parlando. Fu lo stesso Steiner, volutamente, a non nominarla mai in un suo ciclo di conferenze.
Voleva che noi potessimo viverla nel pieno significato senza legarci ad un nome...Non dovremmo saperla riconoscere in ogni caso?
E ancora, non dovremmo riconoscere un "antroposofo" per come egli è, pensa , sente ed agisce nel mondo?
Dire di esserlo in fondo non costa poi molto. Lo sappiamo. Esserlo richiede invece dedizione, amore, coraggio anche. Richiede appunto, come dice Ginogost che la scienza dello spirito divenga per noi uno scopo, una meta, l'ideale cui tendere. Cadendo lungo il difficile sentiero ma rialzandoci sempre più forti.
Grazie per il prezioso confronto, attendo altri contributi!


  
 
 Oggetto del messaggio: Re: Qualche altro pensiero.....
Messaggio da leggereInviato: 02/03/2012, 4:19 

Iscritto il: 28/02/2012, 17:23
Messaggi: 1
Argomento spinoso questo.
Il commento di ginogost mi trova perfettamente daccordo.

Posso solo portare un'esperienza per dare un contributo.
In tenera età alcuni pilastri che facevano parte di ciò che mi era stato dato, si sgretolarono davanti ai miei occhi, e con immenso stupore mi ritrovai davanti non più quelle certezze, ma "altro"... una sete di ricerca per costruire nuovamente dei pilastri più solidi....
Certo, può far sorridere sentire quali pilastri caddero allora...

Uno di questi fu: Non sempre le persone fanno ciò che dicono.
Per me, bambina, era scontato che le persone facessero quello che dicono... ma qualsiasi adulto sa che è assai raro trovare la coerenza della vita nelle parole di qualcuno...

L'Antroposofia non è uno scopo... è uno dei mezzi per arrivare alla Verità.
Socrate diceva che la Verità è una, oggettiva, mentre le strade per giungervi sono tutte soggettive.

La Scienza dello Spirito, a sua volta, è un mezzo.

E potrei citare tante altre strade... ma è chiaro che per ciascuno di noi una strada risuoni molto più di altre.
Accade qualcosa di speciale, come un richiamo nel vero senso della parola, si sente una Verità che si è già udita.

Ora, il problema è, come dice San Paolo, la carne è debole... mentre lo spirito è pronto... in fin dei conti....

Il fatto che si leggano conferenze, libri o si partecipi ad attività, addirittura avere la tessera di Socio, sappiamo tutti che non significa Essere antroposofo...o far parte, meglio ancora, della Corrente di Michele.

L'antroposofia e la Scienza dello Spirito non sono uno scopo... ma sono il mezzo per cui è data la possibilità di entrare nella vita con una forza diversa, con una coscienza diversa, portando azioni diverse, dalla vita quotidiana esteriore.

Questa "diversità" fa si che la vita quotidiana esteriore sia coerente con quella interiore...

Non per nulla Steiner dà un solido sostegno per ogni ricercatore, un passo nella conoscenza e ben tre nella moralità.
Nel momento che la conoscenza supera, per passività, la moralità... ci si trova davanti al Dogma... che snatura qualsiasi strada intrapresa nella ricerca... anche quelle dell'Antroposofia e della Scienza dello Spirito.

Il Dogma che si crea l'uomo, a mio avviso, è il più grande pericolo che si possa incontrare oggi.



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 Oggetto del messaggio: Re: Qualche altro pensiero.....
Messaggio da leggereInviato: 02/03/2012, 8:46 

Iscritto il: 25/07/2011, 21:36
Messaggi: 131
Posso chiedere a WilliamBlake perché ha scelto quell'avatar?


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 Oggetto del messaggio: Re: Qualche altro pensiero.....
Messaggio da leggereInviato: 02/03/2012, 10:48 
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Iscritto il: 13/07/2011, 20:31
Messaggi: 585
Intanto un benvenuta a Consuelo, di cui ho sempre apprezzato gli interventi in altri forum. Poiché sono pienamente d'accordo con lei, quanto segue deve intendersi come chiarimento volto più che altro a chi legge, non certo come polemica o dissenso.

L'antroposofia non è uno scopo...
Vero, se consideriamo che la conoscenza spirituale e l'immergere la propria vita in essa sono la via attraverso la quale l'io incarnato può orientarsi e crescere nel bene. Può.
Però è anche vero che ogni "antroposofo" ha un debito verso la scienza dello spirito e verso l'umanità. Egli ha avuto delle possibilità che sono una grazia, e il debito consiste nell'operare in modo che l'antroposofia possa essere a disposizione del mondo (a disposizione, non inculcata, né ostentata). Per questo, forse un po' impropriamente, parlavo di "scopo": il sentimento di devozione verso l'antroposofia ci conduce a dedicarci ad essa, non solo per noi stessi, ma anche per gli altri. In questo senso si tratta di uno scopo, di una tensione ideale che vuole farsi operativa.

Questo è il quadro in cui poi si incarnano le singole situazioni. Ora, Rudolf Steiner non perde occasione di ripeterci che studiare in sé, pur se utile a formare un diverso pensare, non è ancora nulla se quanto studiato non viene vissuto profondamente nell'anima. L'insegnante Waldorf non solo vive questi insegnamenti nel sentimento, ma li deve portare nell'azione. Come potrà farlo se prima non li ha ben studiati (per questo dovrebbero esserci gli appositi corsi) e poi non li ha fortemente vissuti nell'anima? L'antroposofia usualmente arriva infatti a noi per la via del pensiero, poi afferra il sentimento e infine sfocia nella volontà, nell'azione (se sfocia).
La conoscenza può essere valutata dagli istruttori: promosso.
Il sentire è fatto intimo, difficilmente valutabile dall'esterno.
L'azione torna ad essere valutabile, però porta con sé anche le scorie dei limiti personali, che tutti abbiamo: possiamo immaginare che un forte sentimento venga sminuito negli effetti da forti limiti, con risultati obiettivi sui ragazzi più o meno insufficienti. Ovvero che un debole sentire venga sostenuto da particolari doti umane, per cui persino un insegnante bravo ma "non impegnato nell'antroposofia" può operare abbastanza bene.
Si dovrà decidere caso per caso, però è quantomeno auspicabile che il forte sentire di cui sopra esista, e si esplichi magari attraverso altri aspetti della vita che non siano il solo lavoro d'insegnante. Dei due casi sopra ipotizzati, è chiaro che forse il secondo può raggiungere risultati migliori, al momento, ma non ha futuro. Ed è questo il punto. Basta saperlo.


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 Oggetto del messaggio: Re: Qualche altro pensiero.....
Messaggio da leggereInviato: 02/03/2012, 18:06 
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Iscritto il: 14/07/2011, 17:41
Messaggi: 49
Cita:
Uno di questi fu: Non sempre le persone fanno ciò che dicono.
Per me, bambina, era scontato che le persone facessero quello che dicono... ma qualsiasi adulto sa che è assai raro trovare la coerenza della vita nelle parole di qualcuno...

L'Antroposofia non è uno scopo... è uno dei mezzi per arrivare alla Verità.
Socrate diceva che la Verità è una, oggettiva, mentre le strade per giungervi sono tutte soggettive.

La Scienza dello Spirito, a sua volta, è un mezzo.

E potrei citare tante altre strade... ma è chiaro che per ciascuno di noi una strada risuoni molto più di altre.
Accade qualcosa di speciale, come un richiamo nel vero senso della parola, si sente una Verità che si è già udita.

Ora, il problema è, come dice San Paolo, la carne è debole... mentre lo spirito è pronto... in fin dei conti....

Il fatto che si leggano conferenze, libri o si partecipi ad attività, addirittura avere la tessera di Socio, sappiamo tutti che non significa Essere antroposofo...o far parte, meglio ancora, della Corrente di Michele.

L'antroposofia e la Scienza dello Spirito non sono uno scopo... ma sono il mezzo per cui è data la possibilità di entrare nella vita con una forza diversa, con una coscienza diversa, portando azioni diverse, dalla vita quotidiana esteriore.

Questa "diversità" fa si che la vita quotidiana esteriore sia coerente con quella interiore...

Non per nulla Steiner dà un solido sostegno per ogni ricercatore, un passo nella conoscenza e ben tre nella moralità.
Nel momento che la conoscenza supera, per passività, la moralità... ci si trova davanti al Dogma... che snatura qualsiasi strada intrapresa nella ricerca... anche quelle dell'Antroposofia e della Scienza dello Spirito.

Il Dogma che si crea l'uomo, a mio avviso, è il più grande pericolo che si possa incontrare oggi.


Mi trovo pienamente daccordo con Consuelo! E anche se l'esperienza è diversa penso di capire quello che vuole dire. I miei pilastri sono caduti un pò più da grande, quando, antroposofa fra gli antroposofi ( ma non solo antroposofi) mi sono accorta di trovarmi fra alcune persone che predicavano molto ed erano anche molto credibili ( per il modo che avevano di esporre le cose) ed impegnate nella società, poi dopo le prediche ed il bell'esporre, sono innorridita davanti a quello che facevano nella vita di tutti i giorni. Questo senza nessuna volontà di giudizio.
Dopo essermi trovata nel bel mezzo della " vera realtà" quella fatta di esperienze di quotidianità, di pensare, sentire di volere (e chi più ne ha più ne metta) decisi che quello non era il modello di " antroposofo/a che mi avevano spiegato fin da bambina e che avevo visto al contrario in altri encomianti comportamenti.
Detto questo,da antroposofa ( con o senza tessera non ha importanza ai giorni nostri) concordo che l'antroposofia è uno dei mezzi per arrivare alla Verità ed è chiaro come dice Consuelo, che per ciascuno di noi una strada risuoni molto più di altre. Aggiungo: che anche alcuni comportamenti ti risuonano più in armonia con le leggi della Vita che di altri che profumano solo di liturgia antroposofica.
Un saluto a tutti


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 Oggetto del messaggio: Re: Qualche altro pensiero.....
Messaggio da leggereInviato: 05/03/2012, 0:43 
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Iscritto il: 21/07/2011, 18:17
Messaggi: 40
Che cos'è un antroposofo? Chi è che lo giudica? Anche a me piace dire di essere antroposofo, ma non a tutti; alla maggior parte della gente dico piuttosto di essere un filosofo, o un ricercatore. Ma neanche!...dico piuttosto che sono interessato nell'antroposofia, nella filosofia, nella pedagogia, nella ricerca scentifica.
Dipende molto dal significato che i termini prendono, e da quanto sono propensi a distorcersi in questo significato.
Qual è la differenza, quand'è che prendo l'identità di antroposofo, di ricercatore o di filosofo? Se mi identifico come tale, posso liberarmi di questa etichetta quando lo desidero?
L'insegnante Warldolf, invece, è una figura pubblica, un modello con cui guardare e giudicare una persona che offre un servizio. Non è ancora un'identità, finché la persona interessata non se la dà, finchè non afferma di esserlo. Con le sue azioni, soprattutto.


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 Oggetto del messaggio: Re: Qualche altro pensiero.....
Messaggio da leggereInviato: 13/03/2012, 16:27 
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Iscritto il: 12/12/2011, 22:30
Messaggi: 189
caro leonblu ho letto il tuo brano, anche a me :shock:
accade di non poter dire a certe persone di essere interessato agli studi antroposofici, significa credo che un blocco astrale ci vieta di farlo, ma loro saranno spontaneamente in futuro più interessati che mai a questi studi.
:geek:


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