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 Oggetto del messaggio: La psicosintesi di Roberto Assagioli
Messaggio da leggereInviato: 29/10/2012, 10:15 

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La psicosintesi è un orientamento psicologico e psicoterapeutico creato dallo psichiatra italiano Roberto Assagioli (1888-1974) negli anni venti. La concezione di questa teoria prende le mosse dall'osservazione della coesistenza di tendenze conflittuali nella psiche: elementi ancestrali e prenatali, influssi collettivi e vari gruppi di 'io', "che a volte costituiscono i nuclei di vere sub-personalità dotate di un certo grado di indipendenza. " La meta ideale della psicosintesi consiste allora nella coordinazione delle varie personalità parziali in una unità superiore: una maturazione [...] che conduce alla sintesi di una personalità integrata e pienamente sviluppata nelle proprie potenzialità latenti.”

Per analizzare più in dettaglio il processo psicosintetico, bisogna prendere in considerazione il modello di struttura della psiche secondo la psicosintesi. Assagioli parla, in questo senso, di una conformazione psicologica a tre dimensioni che include la coscienza e due campi inconsci che si estendono rispettivamente in altezza ed in profondità. Più precisamente, possiamo rappresentarci una struttura ovoidale divisa in tre sezioni trasversali:
• 1- l'inconscio inferiore (nella parte bassa) che contiene impulsi biologici, complessi psichici e dati della memoria ontogenetica e corrisponde all'inconscio personale junghiano,
• 2- l'inconscio medio (nella sezione mediana) costituito da informazioni psichiche in 'gestazione' facilmente accessibili alla coscienza, come nel preconscio freudiano;
• 3- l'inconscio superiore (nella parte alta) che include "le nostre intuizioni e le ispirazioni superiori, artistiche, filosofiche e scientifiche, le creazioni geniali, gli imperativi 'etici', gli slanci all'azione altruistica; gli stati di illuminazione, contemplazione, estasi."
• 4- la coscienza (come sottoinsieme dell'inconscio medio) che contiene come centro integrante l'io o sé cosciente o sé personale;
• 5- il Sé superiore o Sé transpersonale (come vetta più elevata dell'inconscio superiore), un elevato centro psico-spirituale in rapporto con il sé personale che può prenderne coscienza solo in particolari condizioni;
• 6- l'inconscio collettivo (la superficie esterna della struttura ovoidale) in continua "osmosi psichica" con gli elementi già considerati.
Da evidenziare in particolar modo, il concetto di inconscio collettivo che secondo Jung copre un vastissimo spettro di psiche (dal livello biologico a quello spirituale), nel paradigma assagioliano è stato distinto in inconscio superiore ed inconscio collettivo in senso lato.

Assagioli esamina poi gli atteggiamenti e le varie funzioni della psiche. Come Jung, considera le due direzioni orizzontali dell'interesse vitale (introversione ed estroversione), ma ne completa lo schema aggiungendo le due direzioni verticali verso l'inconscio inferiore (sottoversione) e verso l'inconscio superiore (sovraversione). Assagioli riconosce poi le quattro funzioni principali (pensiero, sentimento, percezione, intuizione) ma ne include altre tre: l'impulso, che costituisce una funzione dinamica come il desiderio e l'istinto; l'immaginazione, che può operare sincronicamente su tutti i livelli delle altre funzioni; la volontà, che nel diagramma degli assi funzionali junghiani occuperebbe la posizione centrale in quanto rappresenta l'esperienza di consapevolezza ed è espressione essenziale dell'Io. Esiste inoltre la volontà di un Sé transpersonale, che agisce sull'asse psichico che esso forma con il sé personale tramite una forza attrattiva ed una tendenza a manifestarsi alla coscienza.

Uno degli scopi della psicosintesi è quello di conseguire una personalità armonica, sviluppando adeguatamente gli atteggiamenti e le funzioni psichiche carenti. A tal scopo Assagioli suggeriva vari esercizi di “ginnastica psicologica” operanti sulle capacità di osservazione, concentrazione, ragionamento, immedesimazione e suggestione positiva. Questo training è finalizzato sia allo sviluppo delle facoltà latenti, sia al rafforzamento di quella facoltà centrale della volontà: "che è in un certo senso il compito centrale della psicosintesi, poiché la volontà è il principio unificatore e direttivo di tutte le funzioni psichiche."

Più in generale il processo psicosintetico prevede una psicosintesi personale, il cui compito è quello di completare ed armonizzare la personalità, ed una psicosintesi transpersonale, che è l'integrazione del piano personale con i più alti livelli energetici dell'inconscio superiore. La psicosintesi personale inizia generalmente con una fase analitica, nella quale il soggetto inizia a prender coscienza dei molteplici aspetti della propria personalità. Esplorando i vari livelli dell'inconscio, per mezzo di svariate tecniche (ipnosi, associazioni libere, parole-stimolo, analisi dei sogni, immaginazione, tecniche espressive), conflitti, complessi e problemi emotivi vengono portati a consapevolezza, interpretati simbolicamente ed integrati nel campo della coscienza, come sintesi tra livelli psichici diversi. E' importante coltivare un certo distacco ed operare trasformazioni e sublimazioni delle energie psichiche esuberanti, imparando a dominarle e a dirigerle verso i livelli dell'inconscio superiore usando la funzione della volontà e varie tecniche specifiche, tipo le immagini simboliche e la meditazione.

Siamo così già entrati nella fase attiva del processo psicosintetico, quella che implica una perdita delle rigide identificazioni dell'Io con aspetti parziali ed in continua fluttuazione (ruoli, subpersonalità, forti emozioni o intere funzioni più sviluppate ) verso la creazione di un centro più stabile in direzione del Sé. Questo stadio è di fondamentale importanza nella psicosintesi ed è definito processo di disidentificazione. Il soggetto deve lavorare per espandere il campo della coscienza verso le due dimensioni inconsce, inferiore e superiore, tramite un lavoro centrato sulla consapevolezza di avere (e non essere) molteplici aspetti parziali di sé; deve poi prendere le distanze da questi contenuti, per poterli controllare e lasciare il posto alla scoperta di altre dimensioni psichiche. Scrive Assagioli: "Noi siamo dominati da tutto quello con cui il nostro io si identifica. Noi possiamo dominare, dirigere e utilizzare tutto quello da cui ci disidentifichiamo."

Col maturare di tale processo la coscienza continua ad espandersi e l'io o sé inferiore ristruttura il centro della personalità e si porta gradualmente più vicino al Sé superiore. La psicosintesi personale può dirsi a questo punto raggiunta ma, più in profondità - o secondo Assagioli più in alto - c'è altro da considerare. Un secondo Io - il Sé superiore, appunto - completa l'opera in senso spirituale, agendo dalle vette dell'inconscio transpersonale, al di sopra di ogni dualismo. La forza di attrazione del centro più alto del nostro essere deve avere la capacità di trascendere definitivamente i pensieri, i sentimenti e le percezioni che venivano associati ad un io basso e mutevole. In tal modo, rimane solo la pura esperienza di un Sé transpersonale e spirituale che può imporsi all'esperienza diretta come un insight: un'intuizione chiara e forte che, distruggendo le resistenze ed conflitti, congiunge l'io al Sé.

E questa è per Assagioli la vera sintesi: la manifestazione del grado più alto della psiche, la sorgente luminosa di cui l' io ordinario è solo un mero riflesso. "Non ci sono veramente due 'io', due entità del tutto diverse e separate. L'io è uno e ha soltanto differenti gradi di manifestazione, di attuazione, di consapevolezza. Il riflesso è distinto dalla sorgente luminosa, ma non ha sostanzialità propria ed autonoma, non è un'altra e diversa luce."


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 Oggetto del messaggio: Re: La psicosintesi di Roberto Assagioli
Messaggio da leggereInviato: 29/10/2012, 19:52 

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Provo ad allegare file con la cartografia della psiche secondo Assagioli


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 Oggetto del messaggio: Re: La psicosintesi di Roberto Assagioli
Messaggio da leggereInviato: 01/11/2012, 23:22 
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Iscritto il: 13/07/2011, 20:31
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Grazie molte per la tua sintesi. Ovviamente non è possibile esprimere un giudizio sulla sola base delle tue, pur chiare, spiegazioni. Si può comunque esprimere qualche impressione.
Io ne dico una: lo scienziato può trasgredire alla norma di base che dice: la scienza va sempre in direzione dell'unità, cioè anche della semplicità, delle spiegazioni, ma lo deve giustificare. Per esempio, l'anatomia trova a fondamento della sua complessità il fatto di limitarsi ad osservare il mondo fisico, che appare appunto fatto in tal modo. Nel caso in cui la conoscenza si volga verso la complessità, cioè verso la direzione analitica, si sente dunque il bisogno che tale scelta venga giustificata in qualche modo.
La complessità innegabile dell'antroposofia trova "giustificazione" nel fatto di riconnettersi a verità spirituali che vanno ben oltre il mondo della saggezza, conquistato nell'antica Luna, al quale rimanda la regola scientifica sopraddetta.
Ora, la costruzione di Assagioli appare complessa ai limiti dell'artificiosità. Voglio dire: a tutta prima non appare un legame di necessità che giustifichi una simile organizzazione (ben visibile nel disegno), e si ha l'impressione che nella descrizione scelta vi sia una certa dose di arbitrio da parte dell'Assagioli uomo. Insomma, una spiegazione fondata non solo sull'oggettività ma, forse un po' troppo, nella soggettività del suo creatore.
Puoi dirci qualcosa di più su questo punto, considerando peraltro che forse Assagioli si ispirava alla Teosofia, come ricordo di aver sentito dire.
Grazie.


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 Oggetto del messaggio: Re: La psicosintesi di Roberto Assagioli
Messaggio da leggereInviato: 02/11/2012, 18:07 

Iscritto il: 04/10/2012, 15:38
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Premetto che non sono né un terapeuta psicosintetista, né sono mai stato in terapia psicosintetica (anche se ne avrei di certo bisogno :( ); e anzi sono del tutto d’accordo con te quando asserisci che quel paradigma sia una creazione personale di Roberto Assagioli.

Tuttavia, vorrei al contempo farti una domanda in merito: secondo il tuo punto di vista, parlando di struttura e funzioni della psiche, dove potrebbe collocarsi l’oggettività e la riduzione di complessità a cui alludi sopra ? Per me, sarebbe sin troppo difficile affermarlo con certezza e convinzione...

A me pare evidente che se vogliamo rinunciare a qualche elemento (sottoinsieme) dello schema sopra raffigurato, bisogna preventivamente rinunciare anche ai relativi concetti che caratterizzano non solo quel sistema teoretico, ma probabilmente anche gran parte dei paradigmi propri della teoria psicologica/psicodinamica (e probabilmente teosofica) che agli inizi del secolo scorso stavano emergendo con forza nella cultura occidentale. E che di certo hanno ispirato la psicosintesi assagioliana in quanto tale.

Per cercare di spiegarmi un po’ meglio, inizio con una specie di provocazione: vogliamo semplificare al massimo lo schema disegnando un semplice cerchio (o sfera) ? E come sarebbero allora rappresentate le dimensioni della coscienza e dell’inconscio non ancora integrato ? Bisognerebbe dunque inserire perlomeno due sottoinsiemi: coscienza ed inconscio, almeno considerati in senso lato. Lo stesso Freud, che - per quel che mi è parso di capire - non andò oltre la teorizzazione di un inconscio di tipo personale, schematizzò una struttura ovoidale che rappresenta due sfere inconscie (ES e Super io), con un terzo spazio precosciente oltre alla sfera della coscienza propriamente detta.

[continua]


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 Oggetto del messaggio: Re: La psicosintesi di Roberto Assagioli
Messaggio da leggereInviato: 02/11/2012, 18:21 

Iscritto il: 04/10/2012, 15:38
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Se ci spostiamo sul paradigma junghiano, che nel percorso del processo d’individuazione dilata a dismisura gli spazi inconsci oltre la sfera propriamente personale/ontogenetica (Io, Persona, Ombra, inconscio personale, ecc.), verso la dimensione transpersonale/filogenetica (Anima/Animus, inconscio collettivo, Vecchio saggio, Sé, ecc.), dobbiamo gioco forza immettere nel campo di studio tipico della psicologia analitica ulteriori concetti teoretici ed i corrispettivi elementi nella relativa cartografia della psiche.

[continua]


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 Oggetto del messaggio: Re: La psicosintesi di Roberto Assagioli
Messaggio da leggereInviato: 02/11/2012, 19:32 

Iscritto il: 04/10/2012, 15:38
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Rispetto al modello freudiano, Roberto Assagioli aggiunge nella sostanza solo una terza sfera inconscia: l’inconscio superiore che culmina (“teosoficamente” ?) con Il Sé superiore o Sé transpersonale. E al contempo trascina l’inconscio collettivo junghiano all’esterno della sua struttura ovoidale. Personalmente, non riesco a rappresentarmi troppo intuitivamente la logica di quest’ultimo passaggio, mentre ritengo alquanto plausibile ed illuminante la struttura degli altri elementi della cartografia della psiche assagioliana.

In ultima analisi, per ricollegarci in concreto alla cartografia di Prokofieff, citata negli articoli di Lucio Russo allegati nei Documenti della sezione Partecipanti FdL (viewtopic.php?f=72&t=206), mentre Freud non riesce ad andare probabilmente oltre una mera rappresentazione del grado di coscienza materiale, Jung si avventura nella descrizione scientifica della sfera immaginativa (simboli ?), lasciando intravedere oltre la Soglia tutta una serie di elementi caratteristici della realtà animico-spirituale (archetipi ?); ma anch’egli non riesce a mio avviso ad affermare una vera e propria meta per l’uomo spirituale. E questo, in quanto il Sé junghiano rimane nella sostanza un’essenza animica avviluppata da un alone di indeterminatezza ed incompletezza: “un ente per noi inconoscibile, che non possiamo afferrare come tale, perché esso supera la nostra capacità di comprensione”. E dunque, anche una volta raggiunto il processo d'individuazione (la "meta" della psicologia analitica), non si potrà mai ambire alla coniunctio tanto auspicata, in quanto "l'io ruota intorno al sé, come la Terra ruota intorno al Sole": in ultima analisi, non può esserci una vera e propria sintesi delle tensioni e delle opposizioni polari.

Personalmente credo invece che, a parità di complessità (o anche minore), nella cartografia assagioliana si possa se non altro intuire più facilmente una potenziale direzione della coscienza in via di sviluppo del potenziale spirituale: pur nel divenire eterico fatto gioco forza di continue risalite e ricadute; ma anche superando in un certo qual modo l’infinita circolarità labirintica del processo d’individuazione junghiano. Tuttavia, anche qui stiamo ovviamente parlando di una sensazione soggettiva, la mia. Ed inoltre credo che a tutti noi sia ben noto che “la mappa non è il territorio”: per quanto possa essere ben fatta la prima e con tutta la riduzione di complessità possibile rispetto al secondo...


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 Oggetto del messaggio: Re: La psicosintesi di Roberto Assagioli
Messaggio da leggereInviato: 03/11/2012, 22:38 
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Iscritto il: 13/07/2011, 20:31
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Ti ringrazio; mi rendo conto che sulla base di riassunti, seppure ben fatti, e di uno schema, non sia serio continuare a porre questioni critiche.
Premesso questo importante rilievo, non mi impedisco di aggiungere allora qualche osservazione.

Una riguarda l'inconscio superiore o supercosciente. Esso mi ricorda qualcosa che ho letto credo in Kuelewind - magari ripresa da Scaligero - sul supercosciente, ovvero quella parte che agisce in noi ma ha origini collettive o sociali, come il linguaggio, i pregiudizi, la civiltà stessa, con la sua "cultura". Il fatto (esempio semplice) che in italiano si dia del tu o del lei, o anche del voi, mentre in inglese si usa sempre you (thou è solo poetico) organizza in qualche modo anche i rapporti sociali reali in maniera diversa. Si tratta di questo? In tal caso sarebbe qualcosa di molto vicino al preconscio.

In secondo luogo, la psicoterapia antroposofica concentra la sua azione non nel lavorare sui ricordi, per i quali può essere impossibile provocare modifiche, ma sui rapporti tra gli arti costitutivi (qui semplifico un po') cioè tra i quattro corpi: F,E,A e io. Ed ha come obiettivo di portare a liberare l'io dai condizionamenti e rendergli la libertà, ma all'interno dei condizionamenti non eludibili (tipo: carattere, costituzione ecc). Ma non parla di inconscio, bensì di subconscio: vi è maggiore fiducia nelle capacità dell'anima umana nel dichiarare poco conosciuti, ma non inconoscibili, gli strati inferiori dell'essere umano!
Per il resto, vedremo nei prossimi mesi se il testo di Assagioli passerà dal ripiano in cucina alle mie mani: oggi ha già trovato altri 4 concorrenti, che si aggiungono alle decine appostate in studio!


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 Oggetto del messaggio: Re: La psicosintesi di Roberto Assagioli
Messaggio da leggereInviato: 03/11/2012, 23:31 

Iscritto il: 04/10/2012, 15:38
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Scusami Ginogost, non voglio quotarti, ma tu sei quello che chiede (giustamente) sintesi e poi parli dii "riassunti" quando si prova a risponderti anche abbastanza esaustivamente alle tue sintetiche domande ?
:D


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 Oggetto del messaggio: Re: La psicosintesi di Roberto Assagioli
Messaggio da leggereInviato: 04/11/2012, 0:10 
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Iscritto il: 13/07/2011, 20:31
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Tu hai risposto benissimo, ma è logico che il tuo lavoro non basti per criticare, bensì solo per avere una prima conoscenza! L'importante rilievo non era dunque un rilievo fatto a te, ma all'oggettività della situazione.
Quante volte non avviene che dopo un minuto che spieghi antroposofia, chi ti ascolta cominci a criticare come se sapesse già tutto.
Ecco, io ho detto a me stesso: non fare come costoro. Trattieni le osservazioni finché non sai veramente.
Mi sembrava evidente, ma forse non lo era.

Mea polpa...


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 Oggetto del messaggio: Re: La psicosintesi di Roberto Assagioli
Messaggio da leggereInviato: 04/11/2012, 13:24 

Iscritto il: 04/10/2012, 15:38
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Ho letto e riletto e devo ammettere a me stesso di aver frainteso stanotte il tuo atteggiamento.
Chiedo umilmente venia per il mismatching, ma a volte anche i tuoi post mi sembrano un po' nebulosi... specie se letti la notte tra il sabato e la domenica :lol:


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