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 Oggetto del messaggio: Re: Informazioni sulla Società Antroposofica in Italia
Messaggio da leggereInviato: 25/09/2012, 11:33 

Iscritto il: 12/09/2011, 8:29
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robinson ha scritto:
il problema è che noi non ci riconosciamo semplicemente per ciò che siamo!


Questo è verissimo, ma io credo che per tendere a questa conoscenza, sia necessaria la convivenza con l'altro: dal quale posso specchiarmi e riconoscermi, sempre di più. L'isolamento manterrà l'illusione che abbiamo di noi stessi. E quindi in fondo, la Società Antroposofica, luogo ideato per questo confronto, era un ambiente funzionale in cui scoprire noi stessi, attraverso quegli scontri.

Dove posso oggi trovare un gruppo che possa capire il mio pensiero (forgiato sullo studio di Steiner), e che conosca la mia vera umanità, fatta anche di brame, passioni, e delle componenti meno nobili del mio carattere? Certo che nella sede della S.A. potrei trovarne qualcuno, con cui instaurare questo rapporto. Un rapporto duraturo nel quale col tempo possano venir fuori, quegli aspetti della nostra umanità, che siamo portati a diminuirne l'importanza.

Fuori, nel mondo sarà comunque più difficoltoso, trovare questo gruppo, ma non impossibile. Bisogna considerare le persone che il destino ci mette vicino.

Io sto cercando un gruppo del genere, ma per ora non sono riuscito che ha trovare un gruppo di amici con cui si chiacchera e si legge un libro di Steiner o Scaligero, una volta alla settimana, il lunedì alle 21:00 con Skype, siamo in tre, ma siamo aperti a nuovi arrivi. In mancanza di altro, si utilizza quello che c'è. ;)


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 Oggetto del messaggio: Re: Informazioni sulla Società Antroposofica in Italia
Messaggio da leggereInviato: 25/09/2012, 11:37 

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pierfrancesco ha scritto:
Certo si potrebbe obiettare sul fatto, se fosse opportuno consigliare ad altri qualcosa che neanche se stessi, si ha la statura di seguire.
Nel caso in ispecie, che mai vorrà dire?
per me che una partita doppia comprende l'andata e il ritorno è difficile trovare lavoro come ragioniere, e neanche mi propongo e mi prendo duemila euro per fare un bilancino, ma potrò ben dire all'idraulico: "guardi che il rubinetto che avrebbe riparato continua a perdere" anche se non ho la statura morale ecc. ecc.
Ovvio che se sta scritto che senta gocciolare tutte le notti me ne salva solo mons. Milingo, forse. Ciò non significa che non debba cercarmi un bravo idraulico (anzi, basterebbe anche un apprendista, o un amico bricoleur).


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 Oggetto del messaggio: Re: Informazioni sulla Società Antroposofica in Italia
Messaggio da leggereInviato: 25/09/2012, 15:06 

Iscritto il: 19/08/2012, 9:35
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Credo che si possa anche vivere seguendo i propri interessi
senza il bisogno di fare parte di una associazione;
basta solo trovare qualcun altro che al pari è interessato a certi argomenti.
Poi per quanto riguarda il confronto con le altre persone che ci fanno da specchio,
hai ragione! nella vita reale in genere è più facile;
quasi sempre in queste associazioni c'è il rischio di un certo ristagno, e pertanto le cose diventano ancora più difficili.
Per me almeno è sempre stato così;
preferisco affrontare quindi in modo easy la vita, non facendo parte di associazioni;
poi le associazioni cd. spirituali... ancora più complicato.
Però non è che la vita non offra comunque le sue prove!
Non se ne è risparmiati e non serve "associarsi" per poterne, finalmente, avere ;-)


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 Oggetto del messaggio: Re: Informazioni sulla Società Antroposofica in Italia
Messaggio da leggereInviato: 25/09/2012, 17:41 
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Iscritto il: 12/12/2011, 22:30
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le associazioni sono faticose, è vero ma producono in futuro frutti migliori, più solidi e duraturi, poi l'insegnamento reciproco che offrono diventa più completo, più ricco di elementi e di risposte, se riusciamo a percepirlo significa che abbiamo affinato i nostri sensi sottili.


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 Oggetto del messaggio: Re: Informazioni sulla Società Antroposofica in Italia
Messaggio da leggereInviato: 26/09/2012, 12:06 

Iscritto il: 13/07/2011, 7:20
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@Maubaru
"Secondo la mia personalissima interpretazione, affinché un'associazione spirituale viva (nel senso dello scritto di Massimo Scaligero) è necessario che non ce ne sia bisogno, con ciò contraddicendo quanto ci si proponeva di dimostrare"
Cosa dici, può andar bene così? Mi sono finalmente spiegato senza dare ancora adito ad accuse di scorrettezza? Puoi acconsentire che è vero quello che ho scritto?
Bando agli scherzi, secondo te c'era bisogno di un'associazione dei Rosacroce? tanto per dire di una dove sicuramente c'era "l'elemento del quale vorrebbe farsi sostan?a".
Il grosso fraintendimento è che la Società Antroposofica fosse o volesse essere una società di iniziati, o una delle tante scuole esoteriche. Niente affatto:
Cita:
"La Società Antroposofica non è una società segreta ma una società completamente pubblica. Può diventarne membro, senza distinzione di nazione, di condizione sociale, di religione, di convinzioni scientifiche o artistiche, chiunque consideri giustificata l'esistenza di una istituzione come è il Goetheanum, a Dornach, quale Libera Università di Scienza dello Spirito. La Società respinge ogni atteggiamento settario. non considera la politica come facente parte dei suoi compiti"
(riconoscerai l'art. 4 dei Principi, che ho riportato per esteso).
In pratica, anche se io non gioco a cricket, posso benissimo iscrivermi alla Società del Cricket, al limite anche solo perché mi piacciono gli sport esotici e minoritari, e solo finché restano tali, perché sono uno snob.
Ma c'è anche il famoso articolo 9 che, ahimé, recita:
Cita:
"Scopo della Società Antroposofica sarà promuovere la ricerca in campo spirituale, scopo della Libera Università di Scienza dello Spirito sarà la ricerca stessa. Ogni dogmatismo in qualsiasi campo deve essere escluso dalla Società Antroposofica."

Scopo della società del Cricket è favorire il gioco, scopo della Squadra di Cricket è il gioco stesso: ma se nessuno gioca a cricket?
Se ne parlava diffusamente agli inizi degli anni 90 e osai anche richiederne ai funzionari. La risposta la più rassicurante che si diedero fu: chi mai può avere la presunzione di fare ricerca spirituale, se ci paragoniamo a Rudolf Steiner "ma nessuno mi può impedire di aspirare a questa indagine, di concordare con i miei fratelli e le mie sorelle le condizioni, le esigenze, tutto ciò che può portare verso tale ricerca" (Manfred Schmiidt-Brabant in una conferenza del 25 settembre 1995 riportata nel notiziario della Società Antroposofica in Italia, estate 1996)?
Al che io, modestamente, replicavo:
immaginiamo uno statuto che reciti: "La finalità della cooperativa è promuovere la coltivazione bio-dinamica, finalità dei soci coltivatori è la coltivazione stessa". Ci aspetteremmo legittimamente di vedere questi ultimi imbracciare la vanga e la zappa, non solo che concordino con fratelli e sorelle le condizioni per farlo.
E se nessuno ha voglia o è capace o non è nel suo karma? Rimane la finalità, rimane lo statuto, rimane forse anche la cooperativa: ma la sua ragion d'essere?
"
Se i giocatori scendono in campo solo per contare i petali alle margherite, o misurare la lunghezza delle carote seminate in tempi astrali diversi, se vanno in trasferta non per giocare le partite ma per incontrare i gruppi locali, "passeggiare per la città per percepirne l'atmosfera", fare esercizio di socialità e scambiarsi opinioni su quanto sia bello il cricket...
Niente ricerca spirituale, niente Società. Al più, qualcosa come una fondazione per la cura e la conservazione del Goetheanum, inteso come edificio.
E infatti! è proprio quanto è avvenuto, e ci ha pensato il karma indipendentemente dalla volontà dei soci qualunque come dei funzionari. Credevamo di avere la tessera della società fondata col Convegno di Natale mentre invece era quella della Fondazione per il Goetheanum (o come caspita si chiama).
Appurarlo è costato alle misere casse di Dornach una montagna di quattrini, e l'espulsione di una quarantina di soci. Chi non l'accettava s'è dovuto arrendere di fronte alla prospettiva di spendere ancora chissà quanti milioni per un altro grado di giudizio.
Ciascuno si consola sentendosi però collegato "idealmente" al Convegno di Natale, un po' come a quelli del 1300 si collegano i moderni neo-templaristi, avendo con questi in comune l'amore per i miti fondativi e le leggende cospirative.
Alla fin fine, come disse un autorevole funzionario, "si è soci della Società perché da soli si può fare ben poco".
Mah... io quel poco che ho fatto l'ho sempre fatto da solo e al di fuori della Società. Sarà che come lo Steiner degli inizi, modestamente, il termine "anarchico individualista" è applicabile anche me .
e, caro
@robinson
non è che Steiner non si definisca: [EDIT: dopo aver scritto più o meno quello che riporti tu,] così rispose sul «Magazin für Literatur». che allora dirigeva, a una lettera aperta del 15 settembre 1898 di John Henri Mackay (che non fu solo il divulgatore di Max Stirner):
Cita:
se dovessi dire [...] se il termine "anarchico individualista" è applicabile a me, dovrei rispondere incondizionatamente "Sì."
(il testo purtroppo l'ho trovato solo in inglese http://wn.rsarchive.org/Articles/Anarcy_index.html in italiano e in appendice a un libro di Lex Bos)
Il nostro amato Rudolf poi conobbe Marie von Sievers e la Società Teosofica, andò a Londra e tornò cambiato.


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 Oggetto del messaggio: Re: Informazioni sulla Società Antroposofica in Italia
Messaggio da leggereInviato: 26/09/2012, 12:11 

Iscritto il: 13/07/2011, 7:20
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@Pierfrancesco
Troppo criptico, mi dico-NO
epperò proviamo a spiegare:
non ho mai chiesto ai vertici (da fonte altolocata mi fu fatto notare che potevo meglio usare la parola funzionari) quali fossero state le mie vite precedenti, o se quella che frequentavo era la donna della mia vita (per questo basta e avanza il mago Otelma). Neppure, da bravo scalligeriano li ho mai sollecitati a fare l'esercizzi.
Mi son sempre rivolto alle Sigg. Loro su questioni organizzative, societarie, amministrative (appunto).
Io non so redigere un bilancio, ciononostante se qualcuno sbaglia i conti penso di essere ugualmente legittimato a farglielo notare (non è questo il caso, epperò l'esempio m'è venuto considerando che si son dati duemila euri a un commercialista per fare il bilancino della Società).
Insomma, posso benissimo dire al barista che il caffè non è buono anche se io non saprei farlo meglio (e anzi, quando ero apprendista, non so quanti clienti ho fatto perdere al bar).
E anche se non pratico il basket, posso benissimo rilevare l'errore del campione sotto canestro, pur non avendone la statura.
Dunque se mi propongo e accetto di fare il funzionario è perché me ne ritengo capace, e son soggetto a tutte le critiche possibili da parte di chi rileva le mie mancanze. Se non me ne ritengo degno, oppure rimpiango il tempo che rubo ai miei impegni professionali ed i mancati guadagni, posso sempre rinunciare.
Epperò succede sempre che uno resta dov'è perché non c'è nessun altro che lo voglia sostituire nel gravoso compito, e ne sopporta l'onere solo per esaudire giocoforza le pressanti richieste che gli giungono ecc. ecc.


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 Oggetto del messaggio: Re: Informazioni sulla Società Antroposofica in Italia
Messaggio da leggereInviato: 26/09/2012, 18:06 
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Iscritto il: 13/07/2011, 20:31
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Cita:
Lorenzo ha scritto:
Alla fin fine, come disse un autorevole funzionario, "si è soci della Società perché da soli si può fare ben poco".

Per quanto mi riguarda:
gli scambi mi sono serviti, e anche le rotture, se vogliamo.
Poi, i gruppi che si sono comportati scorrettamente verso di me ne risentiranno, se del caso, sul loro karma. Io li ho mollati. Però resto iscritto alla SA e alla LU.
Quello che voglio dire è: dai vari gruppi ho ricevuto cose positive e negative. Ma sta a me far diventare positive quelle che sono negative.

Però aggiungo che nella SA credo di essere visto come un isolato estroso che tuttavia qualcosa combina, e allora va anche ascoltato (ogni tanto). Basta che resti fuori dalla stanza vera dove si decide :mrgreen: Insomma, un po' come le donne in azienda, che per essere considerate alla pari devono farsi il mazzo doppio!

La luce mi è arrivata quando ho capito che dalla SA non potevo aspettarmi quasi niente (sì, la rivista, sono abbonato; sì, qualche conferenza, dei vari gruppi; sì, si possono comprare i libri...): ma farsi ascoltare essendo impossibile, tanto vale darsi da fare in proprio. Verranno loro un giorno a chiedere, per così dire.
Ciò però significa che la SA è asfittica, e che è già tanto se non impedisce il mio lavoro. E poiché una volta si diceva "Senatores boni viri, senatus mala bestia", io continuo a rispettare i singoli e riconoscere, anche ammirare, le competenze di ciascuno, ma finché rimane questa struttura di finto unanimismo e di fiduciari da sfiduciare, coi paraocchi e paraorecchie, che partecipano ad un meccanismo sostanzialmente prevaricatore, io mi sento piuttosto un interlocutore esterno che un membro (pur restando socio). Vedo che Lorenzo ha perso pazienza e speranza, io tengo la prima e ho messo in congelatore la seconda, ma non per quanto riguarda quello che posso fare io. Che è anche un dovere.

Per questo non perdo tempo a criticare "dall'interno", ed eventualmente aspetto all'orientale sulla riva del fiume, mentre mi impegno in altro. Se la montagna non va da Maometto, Maometto si costruisca la sua collinetta ... :lol:


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 Oggetto del messaggio: Re: Informazioni sulla Società Antroposofica in Italia
Messaggio da leggereInviato: 26/09/2012, 20:53 

Iscritto il: 13/07/2011, 7:20
Messaggi: 159
ginogost ha scritto:
Per questo non perdo tempo a criticare "dall'interno"
Arridaje con la critica!
A parte che se l'amico mi dice che viene alle 7 e poi arriva alle 8 posso anche chiedergli perché. E se la commissione doveva riferire via via sull'andamento dei lavori e poi invece presenta le cose fatte e finite (male), non mi pare una critica ricordargli ciò che aveva promesso.
Steiner non era così stupido da accettare tutto, diceva che occorre astenersi dalla critica inutile, quando non è necessaria, o indispensabile.
Ma qua gli antropo-sofisti si possono divertire a cavillare su quando lo è e quando no: se mi aspetto un favore dal tale, sicuramente criticarlo non è necessario. Se nella prossima commissione ho qualche speranza di entrare anch'io, maipiù che mi metto a criticare, ecc. ecc.
Se poi ho imparato che quanto fa il signor parroco va sempre bene ed ora invece che la santa messa frequento le riunioni antroposofiche... non mi metto certo a contestare chi ne ha preso il posto.
Poi dipende anche da quanto uno sente le cose: un'amica mi disse che se non gliele facevo notare io certamente non sarebbe mai arrivata a vederle.
Un episodio: era normale che il fiduciario andasse alle riunioni del comitato direttivo e manco ci dicesse niente (forse anche per merito mio ora di queste riunioni si parla nel notiziario). Dopo tanto tempo mi ripresento al gruppo, si comunica che il fiduciario andrà alla riunione ed io chiedo di discutere un po' di ciò che andrà a dire. Niente da fare, non lo si volle fare (e mica perché con questo si sottraeva tempo a qualcosa di più importante!). Io qui non ci vedo né "devozione" nè astensione dalla critica nè fiducia, ma solo sottomissione e in fondo disinteresse: voglio vedere se a quei tali non interessa discutere quando si tratta di decisioni che riguardano il loro condominio. Evidentemente la vita della Società antroposofica vale di meno (gli si può dare torto, se non sono professionisti dell'antroposofia?)


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 Oggetto del messaggio: Re: Informazioni sulla Società Antroposofica in Italia
Messaggio da leggereInviato: 27/09/2012, 22:37 
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Iscritto il: 13/07/2011, 20:31
Messaggi: 585
Lorenzo, a modo tuo non hai tutti i torti.
Cita:
Se poi ho imparato che quanto fa il signor parroco va sempre bene ed ora invece che la santa messa frequento le riunioni antroposofiche... non mi metto certo a contestare chi ne ha preso il posto.

Però non è così. Non evito di contestare il parroco perché quello che fa va sempre bene, né, come suggerisci, perché spero di entrare in qualche "commissione".
E' più semplice.
Secondo me, questi qui proprio non capiscono, non possono capire che dormono. A svegliarli si ottengono solo male parole. E lasciamoli dormire, chissenefrega. Se intervenire fa peggio, sto pure fermo. Tu credi che un parroco possa rinunciare alla sua condizione "privilegiata"? Tu vuoi convincere un musulmano a cambiare religione? Hai idea di quanto dovrai spendere per avere risultati nulli?
Cita:
Poi dipende anche da quanto uno sente le cose: un'amica mi disse che se non gliele facevo notare io certamente non sarebbe mai arrivata a vederle.

Verissimo, ma il medico che sempre piange e si dipera per la morte dei suoi pazienti forse non fa bene il suo lavoro. Quando ho accennato a dei dubbi su Prokofiev, per esempio, c'è stato chi mi ha mangiato il naso. E questo a che serve? Oltre un certo punto (certo, può servire per risvegliare altri), non serve. Procuri troppo dolore, il paziente si contrae, sente ancora più male e l'operazione si blocca. (O, con un esempio più brutale, la supposta te la metti, o fai mettere, con dolcezza o con un gesto brusco, veloce e virile? :mrgreen: ).
Cita:
Io qui ... ci vedo ... in fondo disinteresse
ecco, come dicevo, qui ci vai vicino. Ma non è solo disinteresse. L'autista del pullman è ubriaco. Che fare? Primo, vedere quanto ubriaco. Secondo: se, a mio avviso, lo è poco, restare e cercare di risvegliarlo. Se lo è troppo, farlo presente a tutti (una volta, capiscono, capiscono ...) poi scendere e, giocoforza, disinteressarsi ...

Vabbè, non è esattamente disinteressarsi, ma ammettere i propri e altrui limiti e mettersi in paziente, e magari amorevole, attesa-


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 Oggetto del messaggio: Re: Informazioni sulla Società Antroposofica in Italia
Messaggio da leggereInviato: 30/09/2012, 12:29 

Iscritto il: 19/08/2012, 9:35
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robinson ha scritto:
lorenzo ha scritto:
(....)
e, caro
@robinson
non è che Steiner non si definisca: [EDIT: dopo aver scritto più o meno quello che riporti tu,] così rispose sul «Magazin für Literatur». che allora dirigeva, a una lettera aperta del 15 settembre 1898 di John Henri Mackay (che non fu solo il divulgatore di Max Stirner):
Cita:
se dovessi dire [...] se il termine "anarchico individualista" è applicabile a me, dovrei rispondere incondizionatamente "Sì."
(il testo purtroppo l'ho trovato solo in inglese http://wn.rsarchive.org/Articles/Anarcy_index.html in italiano e in appendice a un libro di Lex Bos)
Il nostro amato Rudolf poi conobbe Marie von Sievers e la Società Teosofica, andò a Londra e tornò cambiato.


Come sai, anch' io penso che vi sia un primo Steiner (che scrisse "FdL", ma anche "Nietzsche - un lottatore contro il suo tempo") e questo già sarebbe un punto importante da approfondire!

Avendo finalmente trovato il libro in questione di Lex Bos (titolo completo: "I cavalieri templari" la continuazione del loro compito nell' epoca attuale" Ed. IdeaStudio), che nelle sue 55 pagine è per me molto "ricco", è possibile sapere che cosa Rudolf ne pensava a riguardo delle "etichette".
A pag 45 viene riportata integralmente la risposta datata 15 settembre 1898, che Steiner dà alla lettera di John Henry Mackay;
estrapolo solo le parti che mi hanno fatto dire che a Steiner stesso le etichette non piac-evano (evidentemente?):

"Caro signor Mackay!
(...)
Per la mia visione del mondo ho sempre evitato di usare la parola "anarchismo individualistico" o "teorico", poichè non stimo molto tali definizioni.
Se uno nei suoi scritti esprime chiaramente e positivamente le sue opinioni, perché c'è ancora bisogno di etichettarle? Con una tal parola tutti collegano determinate rappresentazioni tradizionali, che riflettono in modo impreciso quello che la singola personalità ha da dire. Esprimo i miei pensieri; definisco i miei obiettivi.
Non sento il bisogno di contrassegnare il mio modo di pensare con una parola corrente.
TUTTAVIA (il tutto maiuscolo l' ho messo io) se dovessi dire, nel senso in cui queste cose possono essere decise, se la parola "anarchico individualista" può essere usata per me, dovrei rispondere con un sì incondizionato".

Estrapolando solo questa seconda parte, SE PROPRIO DEVE darsi una definizione, allora ok questa è "anarchico individualista".
Ma come tutte le etichette, incasellano, generalizzano... a me pare che Steiner sia proprio ciò a NON volere.
Come ancora forte nelle sue seguenti parole è il richiamo sia a Max Stirner che a Nietzsche;
riporto ancora qualche frase sempre dalla stessa lettera:
"Vorrei allora esprimermi in tutta chiarezza.
L' "anarchico individualista" vuole che nessun ostacolo impedisca all' uomo di poter portare a sviluppo le capacità e le forze che porta in sé. Gli individui devono potersi manifestare nella libera competizione. Lo Stato attuale non ha comprensione per questa concorrenza. Esso ostacola dappertutto lo sviluppo delle capacità dell' individuo, lo odia.
Dice: "Ho bisogno di gente che si comporti in tal e tal modo. Se uno è diverso, lo costringo a diventare come voglio io".
Ora, lo Stato crede che gli uomini possano andare d' accordo solo se gli si dice: "Dovete essere così. E se non lo siete, dovete comunque essere così". L' anarchico individualista pensa, invece, che le condizioni migliori si realizzeranno se si lascia libero corso agli uomini. Egli ha fiducia che essi riescano ad orientarsi da soli (DA SOLI: mia aggiunta). Non crede, naturalmente, che il giorno dopo l' abolizione dello Stato non ci saranno più ladri. Ma sa che non si possono educare gli esseri umani alla libertà con autorità e costrizione. Di una cosa è certo: si libera la strada alla massima indipendenza dell' uomo proprio abolendo ogni autorità e costrizione (ABOLENDO OGNI autorità: ha detto!).
Gli stati attuali, tuttavia, sono basati sulla costrizione e sull' autorità.
L' anarchico individualista si oppone ad essi perché sopprimono la libertà'"
(SI OPPONE ALLO STATO!???).

In queste parole io sento ancora parlare il PRIMO Rudolf! BEN diverso dal
SECONDO! Qua ancora è impregnato (e molto) di Max Stirner.

E poi continua con queste parole che sembrano scritte da Nietzsche stesso:
"Non vuole altro che il libero, incontrastato sviluppo delle forze.
Vuole eliminare il potere (ELIMINARE IL POTERE?) che sopprime il libero sviluppo"

Io no so' quanti conoscano questo PRIMO Rudolf; in genere si fa fatica a rintracciare "questi" libri (credo che questo sia difficilmente scovabile; ma non me lo sono inventato ;-). Come pure il libro su Nietzsche edito da Tilopa è difficilmente rintracciabile, credo. Eppure Rudolf è proprio in questo libro che alla fine si ricollega al suo testo "Filosofia della libertà" definendo esso quasi come un ampliamento dell' opera di Nietzsche, e chiarendo ulteriormente alcuni passaggi stessi di "FdL"!

Concludo ancora con poche righe, il cui sunto si è impresso nella mia memoria (ma che riscrivo dal testo, per non sbagliarle).
Le parole questa volta sono di Lex Bos, ma egli riporta integralmente una frase virgolettata di Rudolf ( e pertanto non si tratta solo un frutto di una interpretazione):
"Ma per poter capire il pensiero di Steiner, dovremmo cercare di intendere il termine "anarchia" in un modo diverso. Steiner afferma infatti (ECCO LA FRASE EMBLEMATICA a cui mi riferivo):
"L' Anarchia è la forma sociale per l' anima cosciente, così come la gerarchia lo era per l' anima senziente e la monarchia per l' anima razionale"
(E ora Lex Bos spiega):
"E ciò che vuole evidenziare qui è il passaggio dalla "Gerarchia" attraverso la "Monarchia" verso la "Anarchia". La Gerarchia è qui intesa nel senso del "dominio del sacro", della parte sovrasensibile-divina; la Monarchia, invece, nel senso del "dominio dell' umano", dell' uomo diventato sovrano. Nell' Anarchia, invece, non esiste alcun centro o vertice dominante (NON ESISTE ALCUN CENTRO - O VERTICE -DOMINANTE!???). Essa diventa realtà laddove si crea un ordine sociale situazionale in cui tutto è concatenato orizzontalmente" (CONCATENATO... ORIZZONTALMENTE????).

Saranno state queste parole, sarà stato che il mio ultimo incontro di formazione avveniva in un ex-convento e si sentiva pesantemente il peso, il potere della Gerarchia di certi "possidenti" dell' antroposofia (in realtà si trattava di una Monarchia, ma veniva fatta passare "come" Gerarchia: ossia non erano, loro, umani a comandare, a dirigere; lo facevano "in nome" del sacro); sarà, infine, che proprio in quei giorni mi capitò di ascoltare alla radio alcune canzoni di Faber De Andrè... che ho deciso di "strapparmi" di dosso quella etichetta,come tutte le etichette.
Ho fatto saltare in "aria" (metaforicamente) quel palchetto DOVE i monarchi salivano per parlare NON in loro nome (che già sarebbe stata buona cosa) MA in nome del "sacro", della Gerarchia!
Ho dato fuoco (simbolicamente) a quelle vesti che si mettevano addosso, con le quali erano così "diversi" da noi, così "possidenti" dell' antroposofia.
Ora, io sarò quel che sarò, ma almeno non sarà più una etichetta a definirmi, quale essa sia (per quanto almeno ciò è possibile!).
E in questi passaggi di Rudolf che ho riportato si può leggere bene (per chi vuole) un' ulteriore conferma della distanza tra il primo ed il secondo Steiner.
(ma Lorenzo, secondo te, cosa può essere successo "veramente" dopo l' incontro con la Teosofia e con Marie von Sivers?)


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