ANTROPONORDEST
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Un anno di Antroponordest
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Autore:  Mahler [ 13/07/2012, 16:13 ]
Oggetto del messaggio:  Un anno di Antroponordest

Cari amici ed ospiti,

il nostro forum compie un anno. In questo lasso di tempo esso ha ben adempiuto ad alcuni compiti per i quali fu creato. Mi riferisco in particolare alla sezione, ahimè non visibile per chi non abbia partecipato agli incontri, che come gruppo itinerante continuiamo ad utilizzare proficuamente.
Tuttavia personalmente sarei anche sufficientemente gratificato dalla parte pubblica. Intanto: non ci sono polemiche inutili, astiose o distruttive, mancano i troll, mi sembra che apertura ed equilibrio abbiano prevalso. Se questo poi ha comportato un numero di interventi leggermente minore ma a vantaggio della qualità animica, meglio così.

Per quanto riguarda la partecipazione, fatta la premessa sulla serietà degli iscritti, resta che forse almeno uno degli scopi che ci eravamo prefissi, e cioè servire da supporto per tutto il mondo dell'antroposofia in Italia, è ancora lungi dall'essere raggiunto. Tuttavia, ricordo che, considerando anche le deboli forze disponibili, il progresso è stato lineare e probabilmente apprezzabile. Poiché la cosa non dipende solo da noi, occorrerà darsi ulteriormente da fare nel senso di una maggior partecipazione attiva da parte di singoli e gruppi di tutta Italia. Ma NON per alimentare chiacchiere, chiacchiericci o autoincensamenti (alludo, certo...), bensì per contribuire a dominare le basi meccanicistiche, per dirla così, dello strumento, rendendolo il più utile possibile all'organizzazione degli eventi antroposofici e all'informazione (o discussione) sugli stessi.

Dove io ritengo, nonostante la buona volontà, siamo carenti, è nella profondità e, vorrei addirittura dire, utilità generale degli interventi. Tolta l'ovvia quota di espressione individuale, la parte "commenti" risente della carenza di presenze qualificanti e qualificate, inutile nasconderselo. Il che non ci impedisce, all'evidenza, di continuare umilmente in una funzione che potremmo assimilare a quella di quei benedettini che furono detti conversi, i quali trattavano con e nell'esterno e si dedicavano ai lavori concreti più vari, mentre i padri benedettini veri e propri, chiusi nel convento (chiostro=claustrum, chiuso), i soli di origine nobile o comunque ben forniti di quattrini, pur nella regola monacale dell'ora et labora, nel loro splendido isolamento portavano avanti un vivere sempre più purificato, ma privo di continuo scambio con il mondo.
http://www.homolaicus.com/storia/medioe ... rcensi.htm

Se poi vogliamo vedere l'esempio dei templari, all'ora et labora (pensiero e azione) aggiungiamoci pure la parte guerriera del sacrificio sino alla morte. Naturalmente nel senso di anteporre gli interessi generali e dell'antroposofia ai nostri particolari. :)

Infine, spero che con l'arrivo di nuovi apporti, in parte già verificatosi, il forum possa appunto aprirsi ad un volo per il quale speriamo di avere creato solide basi.

Allegati:
Abbazia_di_Morimondo_Assonometria.jpg
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Autore:  lorenzo [ 13/07/2012, 21:19 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Un anno di Antroponordest

A parte la "carenza di presenze qualificanti e qualificate" che può spronare qualcuno ad un'utile esercizio di modestia, sui conversi e la vita monastica ritengo di segnalare
http://www.cistercensi.info/testi/conversi.htm
e
http://digilander.libero.it/monachesimo/organizz.htm#conversi
e infine dalla Tesi di Dottorato Rosanna Alaggio, Natura, santi e sovrani.
http://www.rmojs.unina.it/index.php/rm/article/download/...3292/262
"- Certosini e cistercensi di fronte alla vocazioni laicali
Dall'analisi sono emerse le differenze tra i due ordini "nuovi" relativamente alle associazioni laicali. Sia i cistercensi sia i certosini legarono ampiamente le fortune economiche dell'ordine all'esperienza e alle capacità dei conversi. Il ruolo dei conversi fu anzi più rilevante presso i secondi che presso i primi. Ciò è
comprovato in primo luogo dai dati del coinvolgimento conversuale nella gestione economica delle case. In secondo luogo dalla precocità di tale coinvolgimento. I certosini previdero ab origine la divisione del "convento" in due comunità. Viceversa i cistercensi annessero solo più tardi il gruppo conversuale, segno questo di un adeguamento a un modello rivelatosi efficace più che di un'originaria vocazione dell'ordine. La rilevanza che il gruppo dei conversi acquisì nelle certose può essere ricondotta alla peculiare vocazione
eremitica dell'ordine. I conversi cui era affidata l'opus manuum permisero ai monaci di attendere liberamente all'opus Dei. Presso i cistercensi il rispetto della clausura fu assai meno rigoroso."

Autore:  liarem [ 13/07/2012, 23:24 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Un anno di Antroponordest

Si nomina nel monachesimo maschile l'obbligo ad entrare in convento dei terzogeniti per la salvaguardia del patrimonio ereditario delle famiglie come per le figlie? Pare venga taciuto, tuttavia cultura, artigianato, sacralità e c ristianesimo ebbero enorme impulso da queste abitudini.
Carlo M. divise tra i figli maschi, ma in altre corti quante rivalità in famiglia!
Le ottime regole monastiche produrrebbero tanta serietà e sobrietà nella nostra civiltà, si potrebbero aggiungere quattro ore di ricreazione e libertà ed adattarle nelle nostre comunità moderne. Molti sarebbero d'accordo.

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