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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Il Problema Scaligero
Messaggio da leggereInviato: 05/07/2012, 14:30 

Iscritto il: 12/09/2011, 8:29
Messaggi: 68
Località: Roma
Salve a tutti, girando su facebook nel gruppo Discutere di Antroposofia - Scienza dello spirito, ho trovato questa discussione (tuttora in corso), riguardo alla difficoltà della comprensione della figura di Massimo Scaligero. Trovo tale discussione molto importante, vi vengono trattati molteplici aspetti: la difficoltà del suo linguaggio "intellettuale", il sentimentalismo femminile, la misoginia di alcuni Scaligeriani, e altri temi.

In particolare sono stato colpito dalle argomentzioni di Mariarosa B., ma comunque questa serie di commenti, credo rappresenti prorpio il succo delle dinamiche che si instaurano davanti la figura di Scaligero e potrebbe essere un buon punto di partenza per un'analisi della situazione.


Nadia D.

Lo so, ora mi attirerò le ire di tutti voi....:) Ammetto, ma senza vergogna, di non aver mai letto una sola riga scritta da Scaligero a parte quelle da voi postate in questo gruppo. Ne ho sentito molto parlare e non dubito della sua saggezza ma proprio non mi attrae... forse perché sono femmina...:))) ma lo trovo così cerebrale. Ho provato a leggere fino in fondo il post di Antonio ma poi ho lasciato perdere - preciso che non avevo problemi di comprensione bensì di noia...- Non nominate mai Archiati, che invece leggo volentieri, perché? Che ne pensate? Grazie e mi raccomando non arrabbiatevi troppo:) ?

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Nadia D. ?@Maurizio: vuoi sapre perché ho scritto quello che ho scritto?
martedì alle 11.23 · Mi piace.

Maurizio B. Certo, sono tutt'occhiorecchi…
martedì alle 11.24 · Mi piace.

Nadia D. A dire la verità è una cosa che mi gira per la testa da quando mi sono iscritta a questo gruppo. Ho notato che Scaligero viene spesso nominato e quindi ho dedotto che fosse il vostro "comune denominatore". Se posso permettermi, all'inizio avevo delle difficoltà ad intervenire perché l'atmosfera era un po' troppo intellettuale... Poi sono entrate altre persone, in particolare alcune donne..., e tutto si è riscaldato, sciolto. Sono solo delle mie impressioni e dunque opinabili.Mi piace il confronto, sempre, soprattutto quando incontro qualcosa che sento particolarmente estraneo o distante e che comunque mi mette in difficoltà. Ecco, a grandi linee è questo....
martedì alle 11.35 · Mi piace · 3.

Eligia F. Cara Nadia, cosa sarebbe il mondo senza il calore dell'animo femminile!! Anche io, come te, ho sentito parlare di Scaligero solo in questo gruppo e, cosa importante, ho appreso che è stato un vero iniziato, dunque leggo con grande rispetto quanto viene postato di suo e su di lui. Ho comprato Tecniche di concentrazione interiore un anno fa, e la fatica iniziale è stata risvegliatrice di volontà per capirlo e entrare nella forma che dà ai suoi pensieri. Ho dato la colpa al fatto che non sono un'intellettuale, non ho basi filosofiche, per scoprire poi che molti altri hanno difficoltà a seguirlo. Io vorrei qui confessare che le tante letture di Steiner non mi avevano dato impressione delle reali grandi difficoltà che si incontrano nella attiva ricerca spirituale. Ho vissuto finora l'antroposofia più col sentimento, ma ora ho imparato a dare grande valore anche al pensiero e ricominciato a fare esercizi con maggiore consapevolezza. Anch'io seguo Archiati da anni e anche lui ha un modo diverso, giustamente, di scuotere le menti. Sta facendo un grande lavoro di divulgazione e in quanto a lettura è senz'altro più accessibile di Scaligero! Il lavoro di ognuno di noi deve svolgersi nel proprio scalino, spero che gli scaligeriani non insorgano se dico anch'io che il loro rigore e serietà a volte risultano pesanti e poco incoraggianti..
martedì alle 13.40 · Mi piace · 5.

Antonio C. Carissima, le questioni poste sono importantissime. La differenza - secondo il mio punto di vista, ovviamente - fra Scaligero e, poniamo, Archiati è che Scaligero era un iniziato, Archiat iè uno straordinario erudito ( che aveva conosciuto Steiner proprio attraverso un libro di Scaligero, peraltro), che, sia chiaro, compie un lavoro formidabile. Qual'è la differenza? Scaligero, da iniziato, era in grado di "vedere" (attraverso la via del pensiero libero dai sensi), Angeli, defunti, entità spirituali eccetera. La sua Via - e lo dice spessissimo nei suoi libri - è volutamente difficoltosa, perché si tratta nientemeno che di sviluppare i sensi interiori sovrasensibili, che aprono occhi e orecchi spirituali. E questo potrà avvenire anche attraverso le asperità dei suoi discorsi, costruiti a bella posta a questo scopo. Sapessi com'è seducente, fascinoso, in definitiva lucifericamente falso, talvolta, indulgere nel luccicante mondo dell'Antroposofia tutta belle immagini, dolci parole, anche musica. Ma - credo - tutto quanto appare semplice, apparentemente regalatoci senza nostro merito è quantomeno privo di forza. Quante persone conosci che seguono questi metodi ed arrivano ad una reale visione spirituale, in piena coscienza e consapevolezza? Ho la sensazione che molti - sofferenti per i motivi più diversi - cerchino consolazione attraverso strade "antroposofiche", ma potrebbero benissimo farlo attraverso il cattolicesimo, il buddismo, l'arabismo...... Mi viene in mente una citazione evangelica ( l'unica) "Cercate il Regno dei Cieli, il resto vi sarà dato per giunta" Per esperienza personale, il difficile esercizio della concentrazione è la base dell'equilibrio e della conoscenza. Ma questa è solo una affermazione personale. Naturalmente, ognuno deve trovare liberamente la sua strada.... Grazie per l'attenzione.
martedì alle 14.06 · Mi piace · 5.

Valentina D. E., siamo tutte sulla stessa barca e mi ritrovo quando dici che per tanti versi hai vissuto l' Antroposofia solo col sentimento, è stato (ed è ancora, a onor del vero) anche parte del mio percorso. Mi "consolo" nella certezza interiore che se non avessi vissuto certe esperienze in maniera sentimentalmente totalizzante, non avrei potuto percepire che il Lavoro deve andare oltre. Personalmente ho approcciato prima Scaligero, "casualmente" perché ho subito sentito una consonanza che mi ha destabilizzato, ancor di più quando, provando a cimentarmi nella lettura, mi sono accorta di non riuscire a comprenderlo, e questo mi ha scatenato non pochi problemi a dire il vero. Però mi torna sempre alla memoria una sua frase che non ricordo testualmente ma che in sostanza afferma: non è il Divino a doversi conformare all' uomo, ma l' uomo a doversi conformare al Divino. Ecco, questo messaggio assume per il mio percorso sempre un monito, perché i tempi che viviamo sono barbari proprio perché manca la concezione che esista un realtà più grande che tocca a noi scoprire e incarnare e alla quale siamo "assoggettati", mentre tutto oggi riporta ad una soggettività estrema e ad un livellamento banalizzante. Allora ben venga la difficoltà di entrare dentro i testi di Scaligero, la necessità di predispormi interiormente anche solo per prendere in mano un suo libro, la prova, giorno dopo giorno, per cercare di farsi degni di un minimo di comprensione. Come mi ha scritto un caro Amico in un momento di difficoltà, Scaligero si apre a chi è pronto a ricevere, secondo gradi e momenti specifici per ognuno. Volutamente ostico proprio perché ciò che trasmette, non solo attraverso il testo scritto, tocca corde profonde che non tutti sono ancora pronti a farsi toccare.
martedì alle 14.14 · Mi piace · 4.

Mariarosa B. Anch'io ho conosciuto Scaligero su Fb attraverso amici scaligeriani. Ho letto solo i post che vengono pubblicati, ma non tutti perché molti mi sono incomprensibili. Ho proprio difficoltà di comprensione di ciò che dice ma riconosco che il pensiero è il mio debole nel senso che riesco ad essere chiara solo se parlo di ciò che ho vissuto, di ciò che ho metabolizzato attraverso l'esperienza ed è diventato perciò "carne e sangue"(e quindi quello che so è poco), appena si arriva nell'ambito del pensare astratto mi perdo ed entro in confusione. Infatti filosofia e matematica sono sempre state per me un problema. Da medico antroposofo posso però dire (sempre rifacemdomi al concreto e al vissuto) che salute e crescita fisica e spirituale ci sono solo nell'armonia delle parti. Quando una predomina c'è patologia. Non è un caso che la base della medicina antroposofica sia la lemniscata. Se è squilibrata, unilaterale, è patologica. Solo se pensare e volere sono in equilibrio attraverso il punto centrale fondamentale del sentire, che consente il passaggio da una all'altra c'è vero pogresso. Ognii passo in avanti che si fa lo si deve fare con tutto se stessi. Nel pensare e nel volere si annida la malattia, la guarigione arriva dal sentire (dove hanno sede le forze cristiche), che si nutre non a caso dell'arte. Ecco perché Steiner ha dato così importanza all'arte come fattore risanante ed equilibratore: del resto come si potrebbe altrimenti mettere d'accordo la veglia (il pensare) con il sonno profondo (il volere)? Steiner afferma che per vedere la realtà spirituale delle cose dobbiamo avere i giusti sentimenti (meraviglia, venerazione, armonia, devozione) Anche nell'iniziazione parla per prima cosa di devozione. Una cosa che ci si dimentica sempre di considerare è che gli esercizi sono volutamente unilaterali e quindi "patologici". Servono per sviluppare le singole parti ma poi vanno calati nel vissuto e bisogna fare attenzione (lo stesso Steiner mette in guardia da questo) che la vita quotidiana nela sua realtà e concretezza non venga resa arida ma anzi acquisti entusiasmo e un sentire non diminuito, ma anzi arricchito e purificato. Ogni cosa va affrontata con i giusti sentimenti. Per quanto mi riguarda è Steiner il mio punto di riferimento (trovo che in questa vita sia già più che sufficiente). Mi ha colpito molto il fatto che Sandro Scalercio abbia detto che nel loro gruppo le donne hanno difficoltà a fermarsi. Cosa strana questa perché nel mondo amtroposofico le donne sono sempre di più e spesso i gruppi sono ormai a maggioranza femminile. Questo è un segno che fa riflettere, evidentemente pur riconoscendo la grandezza di Scaligero c'è qualcosa di troppo unilaterale (magari non c'entra Scaligero ma il modo in cui viene portato), e il femminile (parlo come principio generale) è poco accolto e nutrito. Anch'io apprezzo Archiati per la chiarezza espositiva che non è certo superficialità.
martedì alle 14.24 · Mi piace · 7.

Massimo M. Si parla come se tra Scaligero e l 'Antroposofia o tra Steiner o Scaligero, vi sia un abisso : Massimo Scaligero risulta così duro perché non offre appigli al pensiero ordinario, che per sussistere deve essere riflesso e rappresentazione, subendo così inevitabilmente e inesorabilmente la schiavitù degli istinti. Per l' uomo contemporaneo, la via mostrata da Scaligero è di gran lunga la più sicura, proteggendo l'uomo da facili misticismi e al contempo " dall' umano troppo umano " o " Terra Terra ". Mentre leggendo ciò che scrive Rudolf Steiner l' anima razionale può ancora farsene una "cultura" , leggendo Scaligero ciò non è possibile, perché risulterebbe la lettura inutile e sgradevole.
martedì alle 15.17 · Mi piace · 2.

Massimo M. Leggendo Massimo Scaligero e seguendone il ritmo formale ed essenziale dei pensieri, ogni volta si sfiora il " Pensiero Vivente ".
martedì alle 15.18 · Mi piace · 1.

Massimo M. Non si avverte nessun rigore o pesantezza , o formalismo , nella lettura di Massimo Scaligero, ma solo un puro e altissimo amore per l ' umanità e un pensiero che è Folgore di Verità ad ogni istante : " Come un lampo che , in una notte nera , sveli, ad un tratto, Cielo e Terra." Per dirla con William Shakespeare.
martedì alle 15.28 · Mi piace · 3.

Sergio M. attraverso la lettura di Scaligero anzitutto si impara ad estinguere il sentire patologico, malato, legato agli istinti ma soprattutto legato al sentirsi un ego, legato alla vanità, che è ampiamente diffusa in ambiente diciamo spiritualistico. Niente di ciò che Scaligero dice tende anche involontariamente a rafforzare l'ego, perché non si impara niente, si vivono emozioni forti mentre si legge ma se sono, sono esperienze dell'Io e quindi vita vera. Capisco la difficoltà di molti nella lettura, ma superata questa si incontra la sostanza dell'Amore, che impregna l'anima di Massimo Scaligero. Lui diceva bene che la Via passa dall'estinguersi del sentire affinché il Sentire Celeste sorga in noi come una grazia. Fino a che tale Sentire non sgorghi, l'estinguersi del sentire comune è vissuto come fastidio, come attrito, come impoverimento, come alterazione ed anche per questo che a molti il tessere di pensieri di Scaligero risulti particolarmente antipatico (!). Poi vorrei ribadire che non esiste uno Spirito di Scaligero, di Steiner, etc. esistono vari canali per cui lo Spirito si manifesta senza alcuna scalarità qualitativa dei canali, ma al tempo lo Spirito che è in noi riconosce sempre lo Spirito che è all'esterno di noi........
martedì alle 15.55 · Mi piace · 3.

Nadia D. Ringrazio tutti ma in particolare sono grata a Mariarosa per la chiarezza e completezza del suo scritto che sposo totalmente.Ha pienamente colto il mio sentire traducendolo in pensiero. Grazie ancora ???
martedì alle 18.58 · Mi piace · 3.

Liber M. Ringrazio Massimo Massa e Sergio Molinari per le chiarissima esposizioni. Nella mia esperienza personale ho conosciuto moltissime persone che hanno incontrato l'antroposofia attraverso quelle che possiamo chiamare le "figlie" dell'antroposofia (pedagogia, agricoltura biodinamica, terapia artistica, etc.) e non attraverso gli scritti basilari di Rudolf Steiner come ad es. "La filosofia della libertà" da cui peraltro molti si tengono a debita distanza considerandolo un testo difficile, addirittura ostico. Un pò come avviene per le opere di Massimo Scaligero. Certo, sono opere che non vanno semplicemente lette, come si leggono tutte le altre, ma vanno "ripensate a nuovo" in modi e metodi che non attengono a quello che normalmente viene chiamato "pensare". Per questo molte persone si sentono come si sentirebbe chiunque, durante un profondo sonno, venisse all'improvviso energicamente scosso proprio al culmine di un meraviglioso sogno. E' uno shock, si arrabbiano letteralmente e si aggrappano disperatamente a qualsiasi scusa-giustificazione che permetta loro di mantenere lo status-quo sentimental-romantico-mist?ico che rende così bella la loro vita, fa nulla se è o no verità, importante è che sembri amore. Poi, qualche "artigiano" dell'esoterismo, si accorge della sua "prigionia" e tenta coraggiosamente la via della Libertà, la via del puro Pensare.
Nell'ambito scaligeriano, mi sembra (sottolineo mi sembra..) che la situazione sia un po' diversa poichè chi cerca Scaligero lo trova quasi sempre per vie che non sono quelle di cui sopra ma per tutt'altro tipo di percorso, volontà e sete di conoscenza. Questo può far si che la "comunità" scaligeriana sia più compatta ed omogenea dell'altra........e qui.... invocherei l'intervenire degli amici psico analisti o non analisti per un illuminato parere.............
martedì alle 19.57 · Mi piace · 2.

Nadia D. OOOH, finalemente qualcuno ha citato "Filosofia della libertà"!!! Ecco, ho studiato questo testo per quasi dieci anni e, sì, è difficile davvero molto difficile ma, fortunatamente ho avuto un maestro che ha saputo guidarmi nello studio. E' stata la mia chiave di accesso all'antroposofia! Poi però, ho sentito che dovevo completare il mio percorso con gli scritti esoterici di Steiner per i motivi che Mariarosa Bonazzoli ha saputo spiegare splendidamente. "Filosofia della libertò" è un testo difficile ma mai intellettuale e, come dice giustamente Liber Magi, tenuto a rigorosa distanza un po' da tutti, anche dagli Scaligeriani. Mi sembra strano tutto ciò....
martedì alle 20.19 · Mi piace · 2.

Maurizio P. Nadia, per attirare le "ire" di questo gruppo ritengo ti manchino alcune "doti " essenziali :))
Per restare in tema di personaggi non citati in questo gruppo, in questa contrapposizione duale, vorrei inserire un terzo elemento.
Suppongo che senza l'ausilio del dott. Giovanni Colazza, di cui Scaligero successivamente si fece strenuo continuatore e che fondò in Italia il primo Gruppo di Studi antroposofici, precisamente a Roma nel 1911, la domanda di Nadia non sarebbe neanche sorta.

Sul libro di Massimo Scaligero, Dallo Yoga alla Rosacroce trovo scritto:
"Era il 1911, ed era la terza volta che Rudolf Steiner veniva in Italia. Questa volta, a differenza delle precedenti, era venuto espressamente a conoscere il dottor Colazza, perché gli era stato indicato dal Mondo Spirituale".

Il suo magistero fu prevalentemente orale, (il perché potrebbe essere tema di nuova discussione) essendosi Egli sempre rifiutato di scrivere. In questo fu inimitabile maestro dell’uso della parola e del silenzio.
martedì alle 20.26 · Mi piace · 2.

Nadia D. Sono curiosa Maurizio e probabilmente ingenua visto che non è mia intenzione attirarmi delle ire...Mi dici di quali "doti" si tratta?
martedì alle 20.41 · Mi piace · 1.

Fausto M. B. primo: massimo scaligero non è uno scrittore, è un vero iniziato...il piu grande iniziato degli ultimi 500 anni assieme a pochi altri....è tutt'altro che cerebrale.in tutta ..tutta la sua opera c'è una costante critica all'intellettualismo, che definisce la piu nefasta genia dell'umanità....il prete mancato ARCHIATI, deve la sua conoscenza dell'antroposofia prorpio alla lettura del primo libro scritto da scaligero, L'UOMO INTERIORE, che gli fu indicato dal mondo spirituale....a quanto pare ha mancato di gratitudine a proposito....sarebbe molto meglio che il prete mancato scrivesse meno e facesse piu azione interiore....certi paragoni non ono accettabili.....non si puo paragonare uno scrittore chiaccherone, con un grande iniziato, un vero maestro sprituale...uno di quei maestri che si incarnano una volta ogni 500 anni.......
martedì alle 20.42 · Mi piace.

Nadia D. Scusami Fausto Maraldi Bis ma finora nessuno ha offeso o giudicato nessuno. Questo voleva essere solo un sereno scambio di opinioni. Nessuno può dichiararsi detentore di Verità che si tratti di Scaligero o di te.... non averne a male, ma è così...
martedì alle 20.46 · Mi piace · 2.

Maurizio P. Fausto, arrivi tardi!!!
Tutto quello che hai detto, a parte le tue personalissime considerazioni sul prete mancato, è stato detto da altri su un altro post, dove questo è l'inizio - continuazione.
martedì alle 20.47 · Mi piace · 1.

Fausto M. B. nadia, non mi pare di avere offesi alcuno...e chi?
martedì alle 20.47 · Mi piace.

Fausto M. B. e che ne so...mica li ho letti.....sono intervwnuto molto spontaneamente..non si puo minimamnete accostare un iniziato ad uno scrittore....
martedì alle 20.48 · Mi piace.

Maurizio P. Comunque, Nadia, Fausto ha risposto alla tua domanda sulle doti che non ti attribuisco ;)
martedì alle 20.49 · Mi piace.

Nadia D. puoi spiegare a una iniziata, scrittrice, pensatrice, suora mancata?
martedì alle 20.55 · Mi piace.

Maurizio P. Capito?
martedì alle 21.01 · Mi piace · 1.

Maurizio P. ?:))
martedì alle 21.02 · Mi piace · 1.

Alessandra G. Nadia, meglio far parlare gli autori rispetto alle loro vocazioni. Ti propongo questo link di Archiati, postato in questo gruppo tempo fa senza alcun seguito... speriamo che questa volta qualcuno si esprima. Io ho letto Archiati e lo trovo illuminato.. magari è un mio limite.
martedì alle 21.05 · Mi piace · 1.

Alessandra G. http://?www.liberaconoscenza.it/?zpdf-doc/libri/?dallamiavita.pdf
martedì alle 21.05 · Mi piace.

Nadia D. Grazie Alessandra! L'ho scaricato e non vedo l'ora di leggerlo?
martedì alle 21.11 · Mi piace · 1.

Alessandra G. Fausto, ci sono stati e ci sono molti preti da togliersi tanto di cappello: penso a Bianchi, a don Gallo, alle opere di Don Orione o di Padre Marella,o di don Bosco solo per citare quei pochi che mi vengono in mente ora.. Non ci sono limiti per lo Spirito e non si possono fare categorie per questioni ad esso inerenti. Magari poter assomigliare loro nelle nostre vite!! Non c'è solo Steiner o Scaligero o Archiati o Colazza... Cristo evoca reali vocazioni in ogni vita.. Pensiamo come esempio a Paolo di Tarso.
martedì alle 21.16 · Mi piace · 1.

Alessandra G. Nadia, grazie. ? ? ?
martedì alle 21.16 · Mi piace · 1.

Fausto M. B. sul fatto del prete mancato scherzavo...era una battuta..ma tu non puoi elogiare don gallo...dai su ti prego....è guevarista....o stai col cristo o stai coi fucilatori di contadini.....mai sentito il cristo parlare di lotta armata....don gallo no...no..no.....
martedì alle 21.18 · Mi piace.

Alessandra G. ognuno interpreta i fatti come vuole. Trovo Don Gallo una persona piena di carità. Dove c'è un uomo in piazza ancora si può sperare che lo spirito immortale si esprima e scuoti le coscienze ancora ottuse. Se qualcuno ha questo coraggio non tutto è perduto.
martedì alle 21.26 · Mi piace · 1.

Alessandra G. Poi cristo si scrive Cristo
martedì alle 21.34 · Mi piace.

Alessandra G. non c'è giustificazione di dx o di sx per denigrare un uomo innamorato di Cristo come don Gallo
martedì alle 21.35 · Mi piace.

Fausto M. B. non sono abituato a polemiche,o con le armi o contro le armi....o per la pace o per la guerra....dx sx non centrano nulla......elogiare un fucilatore che decantava il crepitio delle mitragliatrici non ha nulla a che fare col cristianesimo....
martedì alle 21.42 · Mi piace.

Alessandra G. per amore della verità cito: http://it.wikipedia.org/?wiki/Andrea_Gallo

Andrea Gallo - Wikipedia
it.wikipedia.org
Don Andrea Gallo (Genova, 18 luglio 1928) è un presbitero italiano, fondatore e animatore della comunità di San Benedetto al Porto di Genova...
martedì alle 22.10 · Mi piace.

Fausto M. B. oddio mio......leggo cose mostruose,...droghe leggere, presentazione calendario trans......non ha niente di meglio da fare questo poveraccio? per fortuna che all'interno della chiesa cattolica c'è un cristianesimo che avanza, quello delle missioni, delle opere di bene, della vera varita...delle opere...altro che droghe leggere e presentazione di calendari trans.....è veramente un pessimo esempio, soprattutto per igiovani.....peccato.....
martedì alle 22.16 · Mi piace.

Liber M. Nadia te l''avevo detto io!!!..................
Comunque l'albero si giudica dai suoi frutti........ solo che a giudicare non deve essere il fruttivendolo ..... come comunemente si crede e viene fatto ...................
Notteee!
martedì alle 22.29 · Mi piace · 4.

Maurizio P. Delle volte, immerso in pensieri "profondissimi" concludo che anche il saper "rompere" debba essere fatto con arte.
martedì alle 22.41 · Mi piace · 3.

Liber M. Ecco, vedi che il COME è importante? ;-)
martedì alle 22.45 · Mi piace · 3.

Maurizio P. ?:D
martedì alle 22.46 · Mi piace · 1.

Maurizio P. Touché, Liber.
martedì alle 22.50 · Mi piace · 1.

Mariarosa B. Ho riletto i commenti del post precedente da cui tutto ha avuto inizio perché mi ero persa (come ho già detto il mio pensare è limitato :-)) e mi ritrovo in quello che aveva detto Alesandro Sardelli che accennava a una certa misoginia da parte di alcuni scaligeriani. Anche qui si è perso il nocciolo della questione posta da Nadia per terminare come al solito con faziosità e polemiche (in questo antroposofi e scaligerieni sono concordi). Qui in effetti ci sono soprattutto esponenti femminili che hanno manifestato difficoltà nella comprensione degli scritti di Scaligero. Molte di noi non lo conoscevano e non sapevano fosse un iniziato di questa levatura. Avevo capito fose solo una persona che aveva conosciuto Steiner. Quindi l'eventuale irriverenza non era dovuta a mancanza di rispetto o pre- giudizio. Però come al solito invece di parlare su come fare per aiutare chi ha difficoltà a comprenderne gli scritti si accenna al sentire malato: e chi è che di solito è emotiva, sentimentale, amoreggiante, romanticheggiante se non la donna? Sotto sotto c'è il solito giudizio negativo che serpeggia tra le parole e le auliche citazioni. Tutti i più grandi iniziati hanno sempre avuto molta considerazione della donna perché sapevano che nulla in realtà si crea senza di lei, anche nel mondo spirituale. Ho da ridire anche sulla difficoltà di linguaggio come deterrente per impedire l'accesso a chi non ha capacità sufficienti. Buddha, Gandhi, Ahivanov e altri (so che sono diversi tra loro anche come importanza ma mi serve perché avevano questo tratto in comune) parlavano in modo molto semplice. Il linguaggio semplice (non semplicistico) offfre possibilità di accesso a tutti secondo il livello raggiunto. Ci sono sempre diverse profondità di interpretazione. Pure Cristo parlava per parabole per essere compreso da tutti anche se le verità esoteriche richiedono un certo percorso soprattutto morale più che di conoscenza per essere comprese. Non metto in dubbio il valore di Scaligero, ma anche chi si limita a Steiner o altro, se segue il suo percorso con coerenza, entusiasmo, impegno e soprattutto moralità non è da meno. Grazie Nadia per aver posto il problema perché le riflessioni che ho letto mi sono state molto utili.
martedì alle 23.03 · Mi piace · 9.

Valentina D. Mariarosa, concordo con te che in alcuni tratti si avverta una latente misoginia che serpeggia, ma mi permetto di esprimere due considerazioni personali, frutto di riflessione sulla presunta differenza tra Steiner e Scaligero. A mio avviso la difficoltà nel trovare un punto d'incontro, da esterna a certi circoli, l'ho riscontrata nel fatto che Steiner, per una sua peculiare caratteristica espressiva e di vocazione, ha parlato di tutto lo scibile umano o quasi, ma ha comunque diversi livelli interpretativi, se li vogliamo chiamare così. Ciò che si riesce a percepire di lui è soggetto al livello di profondità e "altezza" raggiunta. Mi torna sempre in mente Dante che, mi pare nel Convivio, citasse i 4 livelli di interpretazione della Commedia , letterale, morale, allegorica e anagogica. L'ultima, in particolare, pertiene al senso sovrannaturale. Ecco, ho l'impressione che di Steiner, oggi giorno, molti riescano a cogliere solo una o due delle 4 interpretazioni. Un pò come dici tu del Cristo che parlava in parabole. Se le orecchie non sono aperte e pure gli occhi, ciò che riusciamo a recepire è solo una parte del tutto. Ciò non toglie che anche quella parte parziale abbia importanza vitale per chi la coglie. E' anche per questo che Steiner è così amato e conosciuto. Di Scaligero, invece, posso solo dirti che per me rappresenta la "Via della Folgore", passatemi il termine perché non me ne viene un altro che abbia per me lo stesso significato. Posso azzardare un parallelo tra la via umida e la via secca dell' Alchimia, ma comunque sarebbero solo parole prive di senso. Comprendo lo sconforto che si può provare nel trovarsi a leggere cose che non si comprendono, ciò non toglie che se ci si avvicina in un certo qual modo agli scritti di Scaligero, ci si avvede che non poteva scrivere altrimenti. Il mio medico steineriano, qualche tempo fa durante una conferenza di pedagogia, ha rimarcato che " a livello spirituale non esiste l'uguaglianza" e se vale per noi mortali, a maggior ragione deve valere per due iniziati del calibro di Steiner e Scaligero. Certo è che se invece di continuare a ribadire concetti sul "sentire malato" come dici tu, venissero date indicazioni più precise e puntuali su come approcciare l'opera di Scaligero, ne gioveremmo tutti. Penso sempre che chi ha di più, debba comunque girarsi indietro ad aiutare chi, al momento, è meno stabile sulla Via. Altrimenti andrebbe bene ritirarsi sul monte a meditare in santa pace, senza tutte queste "galline che chiocciano" :)
martedì alle 23.34 · Mi piace · 5.

Maurizio P. Vale, non vorrei sbagliarmi ma credo che sul "sentire malato" tu e Mariarosa abbiate lo stesso concetto :)
martedì alle 23.44 · Mi piace · 1.

Valentina D. Che sarebbe, "Mau"? :) ( ma perché tutti mi chiamano Vale? è così bello il mio nome intero! ;)
martedì alle 23.47 · Mi piace · 3.

Maurizio P. A chi lo dici...una delle mie figlie si chiama come te...per intero :))))
martedì alle 23.49 · Mi piace · 1.

Valentina D. Ah ecco, allora è un "vizietto familiare"! :) e comunque non hai risposto alla mia domanda. quale concetto abbiamo Mariarosa ed io sul "sentire malato"?
martedì alle 23.56 · Mi piace.

Maurizio P. Tu dici:
.....Certo è che se invece di continuare a ribadire concetti sul "sentire malato" come dici tu, venissero date indicazioni più precise e puntuali su come approcciare l'opera di Scaligero, ne gioveremmo tutti.,,,,,

Mariarosa dice:
.....Però come al solito invece di parlare su come fare per aiutare chi ha difficoltà a comprenderne gli scritti si accenna al sentire malato......
Ieri alle ore 0.00 · Mi piace.

Valentina D. lapalissiano, ci rifletto con calma e continuo domani, però! buona notte e grazie a tutti per gli spunti :)
Ieri alle ore 0.05 · Mi piace · 1.

Maurizio P. fa caldo...ho inserito il risparmio energetico ;)))
Ieri alle ore 0.06 · Mi piace · 1.

Maurizio B. Tornando a pieppari sulla domanda iniziale di Nadia, io ti consiglierei di affidarti agli Dei. Nel senso: vai in biblioteca o in libreria e cerca qualcosa di Scaligero e troverai quello che potrebbe aiutarti, molti sono i testi che ha scritto. Il caso si sà essere nelle loro mani, nella forma più rigorosa. Ti consiglierei proprio un testo completo, un'opera intera, nella forma di un libro. Perché la citazione, anche se lunga è sempre, sempre, non circostanziata, avulsa proprio, messa lì ad effetto. Invece proprio ogni libro di Scaligero si porta verso l'intuizione o la percezione di un non detto e scritto che il lettore attento può ritrovare e può accorgere che si accorda con quella che è la sua domanda più necessaria, ma deve seguire proprio quel percorso che è data dalla scansione di quel testo completo, concetto dopo concetto, imagine dopo imagine. È un augurio fraterno che mi sento di farti in questa sera di questa estate sudaticcia, in questa casa senza le mie due ragazze in vacanza marina, e che mi permette questo dire: l'augurio è di riconoscerlo.
15 ore fa · Modificato · Mi piace · 1.

Maurizio B. …e ovviamente, Nadia, questo che ti ho riportato qui ( https://www.facebook.com/?groups/discan ... 779146424/ ) è proprio quello che risponde a molte delle domande che abbiamo sollevato tutti in questi giorni, alle quali abbiamo cercato di dare pensieri corroboranti. Grazie anche a te ed al tuo porsi domande, con la grazia che vi è congeniale, con quel « lavoro di donne » che è l'imagine alchemica di una precisa attitudine dell'operare interiore, così per ognuno. Allora grazie della grazia.
15 ore fa · Mi piace.

Maurizio P. Lodare e predicare la luce non serve a nulla, se non c'è nessuno che possa vederla. Sarebbe invece necessario insegnare all'uomo l'arte di vedere.(C.G.Jung)
13 ore fa · Mi piace · 2.

Luigina U. S. Scaligero sa così tante cose che è come se viveva in un mondo superiore, ci sono cose difficili da spiegare, non tutti sono pronti
13 ore fa · Mi piace.

Sandro S. Il giorno Che il sig Fausto farà un solo passo nella conoscenza, per cui dei tre passi nella morale ne parliamo più avanti, allora toglierò l'immagine di Che Guevara da una delle mie pareti.
13 ore fa · Mi piace.

Maurizio P. Hola Luigina...hola Sandro.....birretta ghiaccciata? :)))
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Luigina U. S. non bisogna essere perfetti per aiutare gli altri, se non ti piace l'acqua, cambia fonte
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Luigina U. S. magari....
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Sandro S. e chi è che di solito è emotiva, sentimentale, amoreggiante, romanticheggiante se non la donna? Scusami MariaRosa ma mi pare che questa sia veramente una presunzione un po eccessiva e che denota un concetto degli uomini un tantino denigratorio. Come vedi i punti di vista sono vari ed opposti. Forse la verità è semplice è complessa allo stesso tempo, infatti non credo che Aivanhov o il Buddha, fossero cosi semplici. Certo è che ogni grande iniziato, a vari livelli, usa il linguaggio necessario.
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Sandro S. Per quanto la birretta ghiacciata mi paiccia molto cercherei di evitarla per quanto mi è possibile, magari analcolica.
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Massimo M. Per scorgere la Luce, la vera Luce, bisogna far buio nella propria anima, per far buio nella propria anima bisogna essere umili e spogliarsi di sé, e questo nessuno può insegnarcelo : se non faremo buio e silenzio, non vedremo neanche una stella e non ci saranno altri suoni che non siano quelli del riaffiorare dei nostri soliti , cadenti, spenti e morti pensieri che tengono lontana la paura del buio.
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Sandro S. Tutto ha un suo perché
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Maurizio P. Stasera vado a citazioni:
"A quanto possiamo discernere, l'unico scopo dell'esistenza umana è di accendere una luce nell'oscurità del mero essere." C.G.Jung
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Sandro S. Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L'ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia.

Una poesia di Jaques Prevert. Forse non è solo la donna a detenere sentimento e romanticismo.
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Luigina U. S. Sandro ?
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Luigina U. S. Scaligero serve a chi deve servire....
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Sandro S. Ciò che ci da difficoltà è il vero maestro, e nel mio caso è la vita
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Mariarosa B. Caro Sandro, mi dispiace molto essere stata fraintesa. Non ho alcuna difficoltà ad ammettere che la donna sia più sentimentale ecc ecc.. il problema è considerare queste caratteristiche come negative all'evoluzione spirituale. In ogni aspetto dell'essere umano c'è ambivalenza, pertanto il vedere questi aspetti solo come negativi, non è giusto. Per questo in passato ho messo in questo gruppo un post di Steiner in cui parlava di un suo amore giovanile in modo molto delicato e giustamente sentimentale, cosa che non è una prerogativa solo femminile per fortuna, e che appartiene anche ai grandi... Non ho una visione denigratoria dell'essere maschile, ma da quando sono arrivata nell'ambito antroposofico ne ho viste di tutti i colori al punto che questi 9 anni (da quando ciòè ho incontrato Steiner, perrtanto non sono un'antroposofa di vecchia data ma mi dichiaro "border-line") non esito a definirli "infernali" proprio per elementi maschili antroposofi di vecchia data, colti, molto nel pensare e troppo poco nel sentire. l'ultimo problema che ho avuto mi ha quasi uccisa e non solo in senso metaforico, mi ha salvato il tanto bistrattato ambito cattolico. Gli antroposofi non si rendono conto delle forze che smuovono con pensieri e azioni in cui non c'è la giusta moralità e l'orgoglio la fa da padrone... Una montagna fa più ombra di un sasso... parlano del doppio e delle forze dell'ostacolo in modo troppo astratto. Quello che l'antroposofia acquisterebbe come valore è integrare il femminile nella propria peculiarità, senza forzarne e strvorgerne la natura. Un'euritmista mi ha detto che Steiner sceglieva le euritmiste personalmente e alla domanda di cosa dovevano studiare per prepararsi lui ha risposto che dovevano solo guardare libri di arte. Non studiare, a loro era sconsigliato. non ha dato loro la filosofia della libertà, o altri testi, avrebbero perso le loro caratteristiche. Credi che le considerasse di serie B perché non facevano gli esercizi? Ora tra il filosofo e l'euritmista c'è tutta una gradazione intermedia e non a tutti vanno bene le stesse cose. A me per esempio viene più spontaneo il linguaggio del corpo di quello verbale o del pensiero, perché mi devo massacrare? Farò poca strada? e che importa? sarà la mia... Per quanto riguarda il linguaggio di Budda ecc, sono d'accordo che non è tanto semplice se si vuole andare all'essenza, ma anche chi non è in un cammino iniziatico può trovare qualcosa che può comprendere e praticare. Non ho nulla contro il linguaggio complesso di Scaligero (serve anche il linguaggio per pochi, che però hanno una grande responsabilità e un onere maggiore di "servizio" agli altri), e riconosco che è stato un grande, ho messo persino dei suoi post nella mia bacheca in passato e lo farò ancora, ma l'atteggiamento che ho avvertito negli scaligeriani nei confronti del femminile mi lascia perplessa, così come l'idea di annullare il sentire ordinario per far posto al sentire celeste. Lo trovo molto pericoloso, occorre una tempra morale notevole e vi auguro di cuore di riuscirci. E' un cammino certo molto impegnativo e di grande sofferenza. Ammiro sinceramente chi lo porta avanti con onestà e umiltà.
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Nadia D. Un passo nella conoscenza e tre nella moralità....
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Alessandro S. Cara Nadia, tu sei liberissima di divertirti e di annoiarti come meglio credi e con chi credi, tuttavia quando definisci Scaligero noioso forse volevi dire faticoso: su questo concordo, ma definire il suo un pensiero noioso significa averlo risolto noeticamente nella sua insignificanza, nella sua tautologia e questo può essere corretto, ma non credo che sia ciò che hai fatto, piuttosto quello che non ti riesce fare e che eviti di fare ricorrendo a "consumazioni" più facili...Cordialmente tuo.
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 Oggetto del messaggio: Re: Il Problema Scaligero
Messaggio da leggereInviato: 05/07/2012, 17:35 

Iscritto il: 13/07/2011, 7:20
Messaggi: 159
chissà se il problema è Scaligero o non sono invece gli scaligeriani?
ogni scrittore, pittore, musicista, calciatore ha i suoi fans sfegatati: lo stesso non dovrebbe succedere con gli "iniziati"
ciao


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Problema Scaligero
Messaggio da leggereInviato: 06/07/2012, 12:11 

Iscritto il: 12/09/2011, 8:29
Messaggi: 68
Località: Roma
Ok, però vorrei provare a cercare se nell'approccio a Scaligero da parte del ricercatore, ci fosse una specie di punto oscuro, dal quale gli ostacolatori possono influenzare (non visti) gli atteggiamenti del ricercatore stesso.

Il punto potrebbe essere (naturalmente è solo una ipotesi), nella prevalenza data da Scaligero (ma in realtà anche da Steiner) all'esercitazione volitiva del pensare, che in Scaligero assume la denominazione di "concentrazione". Nonostante nel suo Manuale Pratico della Concentrazione Scaligero accenni ad ulteriori esercizi da affiancare a quello principale della concentrazione, per evitare che ci si inorgoglisca delle realizzazioni spirituali (e delle relative forze) che tale esercizio porta con sé, potrebbe verificarsi che non venga dato sufficiente peso a questo ulteriore passo, nello sviluppo spitiruale (personale).

Manuale Pratico della Meditazione - Massimo Scaligero
Il semplice esercizio della concentrazione suggerito nel presente trattato, secondo regole attinte all'esperienza sovrasensibile diretta, ossia al tipo di ascesi preparatorio della Iniziazione dei nuovi tempi, e non a testi prescritti dalla Saggezza tradizionale, dal punto di vista tecnico estranei alla situazione presente dell'uomo, ristabilisce la gerarchia Spirito-anima-corpo, sia pure per breve momento. Questo momento, però, grazie all'insistenza nella disciplina, con il tempo può essere prolungato e ripetuto.

L'esercizio, per la tecnica a cui è conforme e ai fini stessi della sua esecuzione, deve essere estremamente semplice: come si vedrà, esso consiste nel concentrare il pensiero su un oggetto privo di speciale significato. L'oggetto fisico, evocato e posto al centro dell'attenzione cosciente, dà modo all'Io di operare mediante il pensiero sulle forze del corpo astrale e mediante queste sul corpo eterico-fisico.

Nel semplice esercizio della concentrazione, la gerarchia Spirito-anima-corpo, normalmente sempre alterata, viene temporaneamente ristabilita: perciò è l'esercizio meno accetto alla natura istintiva, il più faticoso malgrado la sua semplicità, il meno fascinoso, apparendo più convincenti esercizi yoghici, o mistici, sensazionali, facenti appello alla natura sentimentale, o istintiva, o animale, dell'uomo.

Ove si afferri il saggio uso della concentrazione, per la restituzione della intuita gerarchia, saranno via via necessari altri tipi di esercizi che diano modo alla risorgente correlazione Spirito-anima-corpo di collegarsi con gli intenti dell'Archetipo umano: così che non abbia a giovarsi di essa, in forma più sottile, la natura inferiore, tendente ad assumere veste spirituale e ad usare per fini sfuggenti alla nascente autocoscienza, gli iniziali poteri dello Spirito. Che è il pericolo delle irregolari vie al Sovrasensibile del presente tempo.


Leggendo delle testimonianze sulla figura di Scaligero, sono stato spesso colpito, da come coloro che lo conoscevano, apprezzassero in lui la grande simpatia, ma soprattutto l'umiltà e l'abnegazione al suo compito di aiutatore.

A questo proposito consiglio vivamente la lattura della testimonianza che ne da Lucio Russo intitolata emblematicamente Intelletto d'Amore

da Intelletto D'amore - Lucio Russo

Una volta, era un pomeriggio di metà agosto, si rese necessario anticipare il nostro incontro alle 15. Giunsi puntuale. Mi accolse come sempre sorridente, mi fece sedere e poi, raggiunto il suo posto, dietro una piccola scrivania sempre ricolma di libri e carte, guardandomi disse: “Fintantoché ci saranno due persone che s’incontrano alle 15 di Ferragosto per parlare dello spirito, la vittoria è sicura”.
[...]
Non ignoravo quanto Massimo fosse provato dal suo fisico e sempre, quando arrivavo, gli chiedevo come si sentisse; mi rispondeva quasi sempre con una battuta. Negli ultimi tempi, mi era però apparso un po’ stanco. Una sola volta, mi confessò: “Non riesco a trovare tempo per me”.
La sua stessa generosità lo consumava. Teneva testa a un’enorme mole di lavoro: libri, lettere, telefonate, colloqui, incontri. Nonostante il suo stato di salute, era sempre là, dietro la sua scrivania, a disposizione di tutti.


E alcune volte potrebbe sembrare, che proprio questa meravigliosa componente che era presente in Scaligero, non sia presente in alcuno di coloro che ne sono i continuatori, perché?

Perché ci siamo presi (mi ci metto anche io nel mezzo) la parte migliore (la forza pensiero) senza poi usarla come nutrimento durante il Sacrificio? Ovvero si tende a saltare quello che può essere racchiuso nel motto rosicruciano In Christo morimur, condizione assolutamente necessaria per poi attuare il pentecostale "Per Spiritum Sanctum reviviscimus".

Dal libro E se Lui non fosse risorto ... di Judith von Halle:

Quando festeggiamo la Pentecoste possiamo notare, a confronto con la Pasqua, che alla Pentecoste non "accade" semplicemente qualcosa, così come il venerdì santo si aspetta la crocifissione e a Pasqua la Resurrezione. La Pentecoste non è un giorno nel quale accade qualcosa agli uomini per opera della misericordia divina, che essi vogliano o no. L'uomo festeggia la Pentecoste se è pronto a mettersi in relazione col mistero del Golgotha, nello spirito di Cristo. Egli deve essere attivo perché sia Pentecoste.

I discepoli dovettero sviluppare un sentimento di desiderio per la trasformazione delle loro anime, affinché lo spirito potesse entrare in loro. A seguito dell'agire del Cristo, i discepoli volevano adeguare il loro corpo fisico ed eterico con un'entità interiore vivente e appropriatamente modificata.

Fra i segnificati della Pentecoste c'è quello che l'essere umano arriva a comprendere profondamente il senso dell'io. Ma allo stesso tempo egli si offre liberamente e individualmente - in altre parole in se stesso e non in forma egoistica - alla fratellanza con gli altri uomini; liberamente mira ad una comunità di tutte le anime.


Mettersi in relazione com mistero del Golgotha, nello spirito del Cristo, significa "sacrificarsi", e in pochissimi sono disposti a farlo, nonostante i molti esercizi fatti e tutte le migliori intensioni d'amore, e lo capisco bene. Naturalmente il mistero del Golgotha è molto più complesso di questa riduzione che ne ho fatta ora, ma secondo me se manca questo coraggio del consacrare la proria vita a questo ideale, tutto rimane inattuato. Il fatto allora è che se uno non se ne accorge che il problema è questa mancanza di coraggio, e non chiede al Cristo questo coraggio, rimane in una posizione mediana in cui risulta antipatico.

Forse questo potrebbe essere il dramma di noi Scaligeriani?

Un saluto Pierfrancesco


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Problema Scaligero
Messaggio da leggereInviato: 06/07/2012, 14:35 
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pierfrancesco ha scritto:
Mettersi in relazione com mistero del Golgotha, nello spirito del Cristo, significa "sacrificarsi", e in pochissimi sono disposti a farlo, nonostante i molti esercizi fatti e tutte le migliori intensioni d'amore, e lo capisco bene. Naturalmente il mistero del Golgotha è molto più complesso di questa riduzione che ne ho fatta ora, ma secondo me se manca questo coraggio del consacrare la proria vita a questo ideale, tutto rimane inattuato. Il fatto allora è che se uno non se ne accorge che il problema è questa mancanza di coraggio, e non chiede al Cristo questo coraggio, rimane in una posizione mediana in cui risulta antipatico.

Forse questo potrebbe essere il dramma di noi Scaligeriani?

Un saluto Pierfrancesco

Ciao PF! Chiedo scusa per l'esempio terra-terra.
Se mi trovo bene con un prodotto, lo acquisto e lo uso. Se mi chiedono informazioni lo consiglio. Se lo consiglio a tutti anche se nessuno mi chiede nulla, il mio entusiasmo ha qualcosa di deforme. Non è l'entusiasmo in sé il problema, ma la sua gestione da parte dell'io. Infatti chi dà consigli non richiesti (giusti o sbagliati che siano, non è questo il punto) dimostra di non aver traggiunto quello stadio di maturità che si chiama pazienza, capacità di attendere che ognuno faccia la sua strada. Già ai tempi della creazione del Catechismo la Chiesa Cattolica dimostrò di non possedere quel tipo di virtù, e Steiner non manca di sottolineare questo ed altri punti.
Ora è paradossale che dimostri grande difficoltà ad "attendere" proprio chi si pone in qualche modo più vicino alla posizione dell'iniziato. In quella posizione la capacità di attendere la richiesta è, direi, il minimo sindacale richiesto.
Ecco, il problema non è certo Scaligero.
Esso risiede in coloro che ritengono doveroso fargli una pubblicità non (ancora...) richiesta per confermarsi in qualche maniera nelle proprie in-certezze.
In generale, l'antroposofia non usa questi metodi, e credo che ognuno di noi abbia conosciuto Steiner avendo colto un'opportunità più trovata che proposta, come risposta ad una domanda fatta e non in seguito ad una forma di martellamento "pubblicitario".
E' quest'ultimo che mi infastidisce, e ad occhio i soli scaligeriani coerenti con quanto dico sopra sono gli amici dell'Archetipo. Ma certo, pian piano, anche i nostri amici-nemici :) di Ecoantroposofia stanno facendo qualche buon passo.

Ritengo dunque che l'ipersuscettibilità di molti scaligeriani sia dovuta a questo squilibrio tra l'altezza del compito posto e gli umani limiti delle persone. Forse troppo di loro si è appoggiato alla figura del maestro. Quanto a me, ho visto una reazione di quel tipo proprio nella traduttrice di Prokofieff: guai!, a mettere in dubbio il suo idolo.
Ma qui il livello è appunto astrale, e non spirituale superiore.
Ciao, e grazie della franchezza.



_________________
E.D.N. I.C.M. P.S.S.R.
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 Oggetto del messaggio: Re: Il Problema Scaligero
Messaggio da leggereInviato: 06/07/2012, 14:57 

Iscritto il: 12/09/2011, 8:29
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Mahler ha scritto:
... chi dà consigli non richiesti (giusti o sbagliati che siano, non è questo il punto) dimostra di non aver traggiunto quello stadio di maturità che si chiama pazienza, capacità di attendere che ognuno faccia la sua strada.



Capisco.


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Problema Scaligero
Messaggio da leggereInviato: 06/07/2012, 22:46 

Iscritto il: 05/07/2012, 9:25
Messaggi: 7
Il link corretto in un mio intervento (Maurizio B.) riportato è questo sotto:
https://www.facebook.com/groups/discant ... 779146424/
e voleva dare una sintesi conclusiva di quella lunga discussione e le altre di altri post analoghi di questi giorni in quel gruppo FB. Sintesi che rende bene l'attitudine e l'illusione di certi « antroposoficheggiamenti » deleteri.

LA FONTE DI QUESTO INSEGNAMENTO
(appendice tratta da « Dell'Amore Immortale », di Massimo Scaligero, Tilopa, Roma)

« Quanto è stato detto non è assunzione di un insegnamento, bensì ciò che come ramo novello nasce da un ceppo imperituro: da un insegnamento la cui perennità esige che il suo darsi sia sempre il fluire della vita.
Esso non trasmette un sapere, pur esigendo la mediazione del sapere: il suo tessuto di pensiero essendo quello stesso che possa destarsi nel discepolo o nel lettore: acceso, per riaccendersi.
Donatore di questo insegnamento, della sua virtù di vita, prima che della sua forma dialettica, è Rudolf Steiner.
Che il ricercatore possa essere stimolato a studiare l'opera di lui sino a che da essa splenda la luce di cui si sostanzia, è la ragione della nostra opera. Colui che noi chiamiamo il Maestro dei nuovi tempi è il Maestro che non è semplice accostare: l'accostamento non essendo lo studio dell'opera, né la appartenenza all'associazione spirituale da lui avviata, ma anzitutto il movimento interiore al cui destarsi nell'anima umana egli ha donato il suo essere sulla Terra.
La sua opera, dettata dallo spirito, esiste soltanto per ritornare quel movimento interiore, a cui il mondo spirituale risponde: esiste per un collegamento con l'ordine invisibile degli esseri e delle forze, non per divenire un sapere. L'errore, o la tentazione, è credere che l'opera debba essere esposta o volgarizzata o sistemata, perché possa andare incontro a un maggior numero di uomini: quasi che l'efficienza numerica elevasse il livello qualitativo. In realtà sarebbe l'esposizione o il riassunto delle parole, non dei contenuti che non possono vivere se non come forze interiori, esigenti di incontrarsi essi nell'anima, secondo il loro proprio ritmo.
La sintesi o la sistemazione dialettica non è necessaria né utile ad alcuno, non potendo essere altro che precipitazione nella cultura astratta, riduzione al mondo senza vita, della veste espressiva dell'opera: dell'opera in cui si è eliminato l'ineffabile che giustifica la veste espressiva. La quale, così astratta, non può aver senso, proprio perché neppure dialetticamente può significare qualcosa. La privazione, verificatasi nell'anima dell'espositore, viene trasmessa agli altri: così verificandosi il giuoco degli Avversari dell'uomo.
Un'opera esoterica non chiede né propaganda né volgarizzazione: solo chi sia mosso dal subconscio intento di ucciderla, può pretendere diffonderla mediante manifestazioni culturali, o sistemarla secondo quel moderno "sistemare", valido unicamente per la molteplicità astratta: che chiede essere sistemata dal pensiero, ossia dall'attività interiore che può sistemare, non essere sistemata.
Solo chi inconsciamente è avverso allo spirito può compiacersi che l'opera si diffonda come un· sapere, alla stregua dell'ordinario sapere, che invale unicamente perché privo di spirito, e ne è privo soprattutto quando riguarda lo spirito. È la deficienza di pensiero che non concepisce come l'attuarsi dello spirito nel mondo esiga accendersi nell'anima individuale, e come tale accensione non possa essere sostituita da un tradurre in nuove parole ciò che si è afferrato soltanto in parole.
Che un sempre maggior numero di uomini si apra allo spirito, dipende dalla possibilità che pochi non tradiscano il còmpito soltanto da essi attuabile. »


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Problema Scaligero
Messaggio da leggereInviato: 07/07/2012, 11:31 
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Iscritto il: 13/07/2011, 20:31
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Premesso che Mahler e Ginogost sono la stessa persona, e che intendevo usare l'altro nick solo in quanto amministratore, questo invece come utente - però ogni tanto accade di sbagliarsi... :? :roll: - e che infine non c'era e non c'è in questo doppio uso alcuna volontà di giocare con specchi e specchietti, ma solo il non voler dare autorevolezza impropria a taluni interventi (e mi conforta che anche gli altri amministratori abbiano poi optato per tale scelta di sdoppiamento)...

Premesso questo e scusandomi per eventuali confusioni, vorrei dire che a me sembra che maubaru confermi con le parole dello stesso Scaligero quanto pacatamente ho scritto più sopra come Mahler.
Mi sbaglio Mau?


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Problema Scaligero
Messaggio da leggereInviato: 07/07/2012, 17:40 
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Iscritto il: 13/07/2011, 20:31
Messaggi: 585
Nel frattempo il folletto della val di Fiemme non è riuscito a trattenersi e ha citato in Ecoantroposofia una mia frase di poco sopra
Cita:
Se mi trovo bene con un prodotto, lo acquisto e lo uso. Se mi chiedono informazioni lo consiglio. Se lo consiglio a tutti anche se nessuno mi chiede nulla, il mio entusiasmo ha qualcosa di deforme.
evitando accuratamente di inserirla nel suo contesto.
Questo è il meno, visto che secondo lui qui siamo in un altro forum ove si parla di Scaligero (in termini non lusinghieri), e che il ragazzo mi qualifica di astioso e di invidioso pur non avendo io il (dis)piacere di conoscerlo, e la cosa è dunque reciproca.
Infine il ragazzo mi consiglia di tacere, visto che il mio (?) "prodotto" (questo forum) non sarebbe molto apprezzato, essendone relativamente scarsi i visitatori. Certo questo non è sicuramente lo stesso balin che un tempo sosteneva che quelli dalla sua parte erano pochi ma buoni, e che (polemica di allora) il fatto che Scaligero non fosse conosciuto dal 99% del mondo antroposofico non inficiava per nulla il suo valore [ed è vero, solo che anche allora si parlava di "pubblicità non richiesta", cioè non di Scaligero, ma degli scaligeriani del terzo tipo :o ] .
Per par condicio potrei pretendere uguale trattamento, ma non ci penso nemmeno. L'iracondo della Val di Fiemme non è ancora noto per equanimità, sarà un esercizio che ha dimenticato, boh, e tanto meno per onesto rispetto della verità. Pertanto non occorre rispondergli nulla, e infatti se lo cito qui è solo per portare un esempio di quei comportamenti dominati da astralità di cui parlavo più sopra.

Auguro infine a lui e al suo forum (che noi nominiamo, mentre lui ci censura accuratamente, ma anche di questo si è tranquillamente detto altrove) i migliori risultati, sperando tuttavia che i partecipanti non siano così ingenui da credergli davvero e sostenerlo nelle sue falsità, come finora pare purtroppo avvenga - ed è anche sempre avvenuto. Le bugie hanno le gambe corte, ma la faziosità è del tutto monca. Sostenere che qui si è denigrato Scaligero è una menzogna che farebbe arrossire lo stesso Arimane. Punto.


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Problema Scaligero
Messaggio da leggereInviato: 08/07/2012, 15:08 
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Iscritto il: 01/11/2011, 14:51
Messaggi: 28
ginogost ha scritto:
Nel frattempo il folletto della val di Fiemme non è riuscito a trattenersi e ha citato in Ecoantroposofia una mia frase di poco sopra
Cita:
Se mi trovo bene con un prodotto, lo acquisto e lo uso. Se mi chiedono informazioni lo consiglio. Se lo consiglio a tutti anche se nessuno mi chiede nulla, il mio entusiasmo ha qualcosa di deforme.
evitando accuratamente di inserirla nel suo contesto.
Questo è il meno, visto che secondo lui qui siamo in un altro forum ove si parla di Scaligero (in termini non lusinghieri), e che il ragazzo mi qualifica di astioso e di invidioso pur non avendo io il (dis)piacere di conoscerlo, e la cosa è dunque reciproca.
Infine il ragazzo mi consiglia di tacere, visto che il mio (?) "prodotto" (questo forum) non sarebbe molto apprezzato, essendone relativamente scarsi i visitatori. Certo questo non è sicuramente lo stesso balin che un tempo sosteneva che quelli dalla sua parte erano pochi ma buoni, e che (polemica di allora) il fatto che Scaligero non fosse conosciuto dal 99% del mondo antroposofico non inficiava per nulla il suo valore [ed è vero, solo che anche allora si parlava di "pubblicità non richiesta", cioè non di Scaligero, ma degli scaligeriani del terzo tipo :o ] .
Per par condicio potrei pretendere uguale trattamento, ma non ci penso nemmeno. L'iracondo della Val di Fiemme non è ancora noto per equanimità, sarà un esercizio che ha dimenticato, boh, e tanto meno per onesto rispetto della verità. Pertanto non occorre rispondergli nulla, e infatti se lo cito qui è solo per portare un esempio di quei comportamenti dominati da astralità di cui parlavo più sopra.

Auguro infine a lui e al suo forum (che noi nominiamo, mentre lui ci censura accuratamente, ma anche di questo si è tranquillamente detto altrove) i migliori risultati, sperando tuttavia che i partecipanti non siano così ingenui da credergli davvero e sostenerlo nelle sue falsità, come finora pare purtroppo avvenga - ed è anche sempre avvenuto. Le bugie hanno le gambe corte, ma la faziosità è del tutto monca. Sostenere che qui si è denigrato Scaligero è una menzogna che farebbe arrossire lo stesso Arimane. Punto.

Comprendo perfettamente che callunie e provocazioni possano ferire forse è meglio che non ti curi troppo di quel che dicono, probabilmente alcune persone vengono mosse dal propio doppio, io penso che una persona che segua un percorso spirituale si adoperi a fare il bene e non a portare falsità e sofferenza.
Mi viene in mente l'immagine di una società che si basa sulla concorrenza con tutte le azioni che ne conseguono, forse nella scienza dello spirito dovrebbe esserci la collaborazione (sincera), ma sappiamo bene che cosi non è.
E' raccapricciante vedere questa morbosa mania di dover attaccare il prossimo per...per cosa? per un niente.
Non dimentichiamo i ''tre passi nella moralità e un passo nella conoscenza.''


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Problema Scaligero
Messaggio da leggereInviato: 09/07/2012, 7:27 

Iscritto il: 05/07/2012, 9:25
Messaggi: 7
Cita:
Premesso questo e scusandomi per eventuali confusioni, vorrei dire che a me sembra che maubaru confermi con le parole dello stesso Scaligero quanto pacatamente ho scritto più sopra come Mahler.
Mi sbaglio Mau?


In realtà i contenuti dello scritto riportato di Scaligero e le tue considerazioni si pongono in ambiti differenti. Che una persona si voglia considerare Steineriano o Scaligeriano non porta nulla al tentativo di una sua reale percezione di un ambito non sensibile, anzi penso proprio che tale percezione escluderebbe poi qualsiasi definizione di appartenenza a qualsivoglia astratta e presunta corrente. L'occultismo ha di suo un ambito comune riconoscibile ai diversi sperimentatori del sovrasensibile. Ma di occultismo si tratterebbe, non certo di spiritualismo.


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