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 Oggetto del messaggio: Re: MORALE e KARMA
Messaggio da leggereInviato: 10/09/2012, 15:27 

Iscritto il: 12/09/2011, 8:29
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lorenzo ha scritto:
Può essere che un sentire corrotto falsifichi davvero tutto, ma forse un sentire educato, un sano sentire è spesso la via migliore per riconoscere il vero, il buono, il bello.


è proprio come dici,

leggiti lo spoiler che ho inserito in questo post di ECO, che è il finale della conferenza da me più volte citata di Stefano Gasperi: Luci ed Ombre nello Sviluppo dell'Anima Cosciente.


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 Oggetto del messaggio: Re: MORALE e KARMA
Messaggio da leggereInviato: 10/09/2012, 20:32 

Iscritto il: 12/09/2011, 8:29
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lo spoiler presente in ECO è stato censurato da balin, non riesco proprio a capirne il motivo, se non una prepotente sua ingerenza su ciò che dovrei dire e fare: il contrario della libertà che si va professando.

comunque il brano di Gasperi censurato era questo:

... oggi siamo tutti malati, siamo feriti nell’anima, siamo tutti degli Amfortas che aneliamo a diventare dei Parsifal. Come possiamo risanare in noi questa ferita e risanare questa ferita sul piano sociale-universale? Questo è possibile perché tutte le forze che vi ho descritto, che per fatti occulti sono precipitate all’interno delle coscienze umane, hanno una aggressione particolare su due forze dell’anima. Sono due forze che sono estremamente legate al rapporto tra l’Io e il corpo fisico e sono il pensare ed il volere. In queste due sfere dell’anima siamo particolarmente aggrediti. L’uomo viene aggredito dalle forze ahrimaniche nella sua natura pensante, e l’uomo riesce a pensare, a concepire solo pensieri materialisti, dall’altra l’uomo sente salire dalla volontà legata al corpo tutto un mondo di istinti, anche da questi istinti siamo aggrediti. C’è una piccola parte dove l’uomo viene ancora risparmiato in parte di queste forze ed è la zona del cuore. Nel cuore l’uomo ha un punto di forza, un punto centrale in cui può cominciare a respirare, in cui può cominciare a sviluppare un cammino di risanamento e trasformazione.

Ed è interessante, e con questo finisco e ce lo lasciamo come compito perché questo è un evento fondamentale con cui noi possiamo risanare quella parte morta che è sfuggita al controllo dell’anima, e in cui si insediano tutte queste forze e questo compito consiste nel considerare quel grande corpo organico degli esercizi complementari. Nell’Iniziazione, ma anche nella Scienza Occulta, Steiner descrive questi esercizi, non abbiamo il tempo e ve lo lascio come compito, è una cosa straordinaria, purtroppo questi esercizi vengono considerati degli esercizi accessori che uno fa quando gli pare. Steiner dice delle cose importantissime, dice “State attenti che non solo noi siamo delle nature di Amfortas cui ci sono parti del corpo sfuggite al controllo dell’anima, ma chi fa anche un cammino interiore, si espone a dei gravi rischi. Questi gravi rischi sono di due tipi: rischi di salute e rischi morali. Chi fa esercizi, ma anche solamente il primo stadio del cammino occulto che è lo studio, anche lo studio delle opere di Steiner fatto con un certo sentimento è già qualche cosa che muove un cammino interiore. Se durante la notte, le forze dell’Io e del corpo astrale che sarebbero deputate a rigenerare il fisico-eterico, non lo possono fare perché sono impegnate ad sviluppare il fiori di loto. Quindi il corpo fisico-eterico diventa abbandonato a sé stesso, questo comporta dei rischi per la salute e comporta infine l’irruzione nell’anima di elementi immorali. Per questo motivo esistono dei motivi igienici per cui ci ha dato questi esercizi per educare il fisico, le malattie fisiche e quelle morali, nate dal fatto che gli organi non hanno più il ristoro degli archetipi notturni, e dall’altra anche una degenerazione sul piano morale.

Poi ci sono altre due grandi motivi per questi esercizi, che rappresentano qualcosa di straordinariamente igienico: “solo questi esercizi garantiscono il successo di tutti le altre meditazioni”. Solo questi! Poi dice un’altra cosa straordinaria: la Società Antroposofica nel suo complesso ha bisogno di sviluppare queste virtù (non li chiama più esercizi, ma le chiama virtù). Se noi avessimo il tempo di fare una disamina – ve lo lascio a voi – vi do solo una chiave con cui andare a vedere questi esercizi, voi trovate che sono cinque esercizi più un sesto, che è l’esercizio dell’armonizzazione di tutte le forze dell’anima. E questi esercizi, li potete dividere, i primi due il quarto e il quinto, e c’è in mezzo un esercizio più difficile che è quello del controllo del sentire (ci sarebbe moltissimo da dire), che nei confronti del 5 e del 6 è una specie di cuore nel cuore. E che cosa servono questi esercizi? – ce lo dice ne l’Iniziazione – servono a sviluppare il fiore di loto a 12 petali. Cioè quell’organo attraverso cui avviene qualcosa che nei tempi antichi esisteva, che poi è andato perso e che dovrà essere riconquistato su un’altra base, cioè la sede dei pensieri non è più il cervello ma sarà il cuore. Il cuore comincia ad avere pensieri. Anticamente avevamo la logica del cuore – l’uomo antico – ma non c’era la logica dell’intelletto, con lo sviluppo della razionalità, la sede del pensare è diventata il cervello, abbiamo perso questa azione del cuore e adesso il compito che ci compete è di accogliere all’interno del cuore, la logica di intelletto conosciuta in tutta l’evoluzione e da lì trasformarsi.

Ed è interessante, se voi leggete le distinzioni che fa di questo fiore di loto, dice che lo sviluppo di questo fiore di loto, muove tutte le correnti del corpo eterico e riporta ad un’armonia di tutto l’essere in se stesso, ma anche l’armonia dell’essere in tutto il creato. Praticamente quello che è avvenuto, che vediamo identificato in Amfortas, cioè il fatto che ad un certo momento c’è una ferita e questa ferita porta come conseguenze che nel fisico-eterico non sono più presenti le forze di vita, ma sono presenti forze di morte, oggi è possibile con lo sviluppo del chakra del cuore (organo centrale), riportare vita in questo mondo morente. Se voi andate poi a riguardare questo esercizio, non solo vi accorgete della meraviglia, perché lì vengono armonizzate tutte le forza dell’anima, vendono armonizzati tutti gli arti costitutivi dell’uomo, non solo, ma viene creato uno stallo affettivo, viene risanata quella frattura presente in ogni anima cosciente nella quale è difficile entrare.

I primi due esercizi quello del controllo dei pensieri e della gestione della volontà, sono rivolti verso di sé. Il quarto e il quinto si possono fare solo nella socialità (non possiamo esercitare l’esercizio della positività e della spregiudicatezza solamente nei confronti di se stessi, li possiamo fare nella socialità). Quindi di nuovo vien fuori questo motivo, il doppio motivo dell’Io, un lato rivolto verso di se, un risanare la propria ferita, l’altro è la possibilità di risanare qualcosa nella vita sociale. E in mezzo c’è questa forza, ci raggiunge il calore del cuore, e la Parola, la sovranità dell’uomo, che in qualche modo ???.

Finisco con una frase di Steiner: “L’uomo vive nella sua coscienza nella semplicità di un mondo che tramonta e che sorge. Arriva la coscienza del Cristo, solo sviluppando nel suo centro, nel cuore, una sensibilità per un mondo che muore e un mondo che risorge”.


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 Oggetto del messaggio: Re: MORALE e KARMA, col TESTO INEDITO DELLA CONFERENZA
Messaggio da leggereInviato: 13/09/2012, 21:55 
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Iscritto il: 13/07/2011, 20:31
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Anzitutto, visto che fai un grosso lavoro di trascrizione, potresti dirci, Pierfrancesco, se esiste un sito, blog o che sia, dove si trovano riuniti i tuoi lavori antroposofici, le tue traduzioni ecc.? Io ho ancora l'audio della confer. di Gasperi "Presente e futuro della SA italiana", ma si sente male e ci vuol tempo. Non è che l'hai trascritta anche quella?

Tralasciamo il fatto umoristico di balin che censura Gasperi (per chi non lo sa: balin è un relativamente giovane appassionato di antroposofia e altre cose occulte, distintosi in passato per una presenza compulsiva ed intollerante nei forum di antroposofia. Ora è addirittura moderatore nel forum di orientamento scaligeriano Ecoantroposofia, ma sembra ancora molto aggressivo verso Pierfrancesco ed anche il sottoscritto, che però a casa sua, giustamente, proprio non ci va - mi limito a leggere, certo, quando capita. Gasperi, dalla parte opposta, è invece il presidente della Soc. Antrop. Italiana, medico e ricercato conferenziere).

Ora mi interessa piuttosto centrare un punto: quello, che in questi giorni abbiamo toccato anche altrove, del sentimentalismo. Allora, che cos'è il sentimentalismo, e perché sarebbe un male?

Il sentimentalismo non è il sentimento, ovviamente. E' piuttosto una sua degenerazione. Ad esso associamo facilmente aggettivi quali: vuoto, dolciastro, inutile, vieto. Di quale degenerazione si tratterà, dunque? Potremmo dire che il sentimentalismo è un sentimento carico di egoismo che si esprime in maniera sognante e lontana da un chiaro pensare, basandosi su banalità solo superficialmente considerate e conosciute. Già è noto che il pianto è il mezzo con cui l'anima esprime la propria impotenza a correggere una perdita. Il sentimentalismo si compiace del pianto e di quanto lo può suscitare, mentre invece il sano sentire dovrebbe tendere all'equilibrio, evitando di accondiscendere più di tanto verso le lacrime (che non vuol dire indurirsi e non piangere più: vuol dire, appunto, vigilare affinché il pianto non ci trascini nella voluttà del pianto).
Se tale voluttà dona un colore luciferico, è indubbio tuttavia che nel piangere l'uomo cerca "disperatamente" di ricongiungersi al mondo, alla materia, a quanto ha perduto qui sulla terra. Breve, nei contenuti si tratta di una azione in direzione arimanica.
Ora, proprio il piacere nello squilibrarsi verso una direzione (l'egoismo, l'attaccamento a ciò che è terreno) si può scorgere linguisticamente nel suffisso -ismo, come dire un sentimento al quadrato. Ed è questo, detto in breve, il doppio "peccato" del sentimentalismo, il quale porta appunto ad un sentire corrotto. Un sano sentire sarà dunque riconoscibile per la sua tendenza all'equilibrio, per il fatto che non rifiuta la chiarezza del pensare, e per il fatto che il suo esistere non impedisce in alcun modo l'attivarsi del volere.
Per fare un esempio: ci sono persone il cui esasperato sentire (le chiamiamo solitamente "persone assai sensibili") porta all'incapacità di agire: esse sono dominate dalla paura, che si mescola intimamente con il loro sentire.
Altre persone, per esempio i poeti "di provincia", diciamo così, si rifiutano di modificare quanto hanno scritto, una volta messo per esteso, in quanto la loro "ispirazione" ha detto questo, e stop. Diventa cosa sacra (di solito solo per loro e qualche parente). Anche qui opera il sentimentalismo, sotto forma di estrema condiscendenza verso sé stessi e, ancora, "paura di andare a toccare" là, dove si presume che una ispirazione magica abbia fatto tutto da sola.
Infine, il sentimentalismo opera nella religione quando, al modo dei cantanti rock ("I love all you! Vi amo tutti!") essa trova giustificazione del proprio operare, qualunque esso sia, nella bontà delle intenzioni. Ponendosi in tal modo fuori del reale. Steiner disse che non basta affatto aver avuto buone intenzioni, occorre andare a vedere che cosa si è realmente combinato, quello conta!
In antroposofia talora è uguale. Si fa un corso di pittura ed euritmia, senza alcuna chiara coscienza di che cosa veramente si vada a dare a chi partecipa: ma anche qui le buone intenzioni non bastano, la continua revisione critica su noi stessi è essenziale.
Ovviamente questi aspetti di sentimentalismo fanno a buon diritto parte di quei sentimenti negativi di cui abbiamo insufficiente coscienza dei quali Rudolf Steiner parla in questa conferenza.


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