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 Oggetto del messaggio: Articolo di Michaela Glöckler su Antroposofia N°3 2011
Messaggio da leggereInviato: 06/08/2011, 22:55 
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La d.ssa Michaela Glöckler è stata Capo della sezione medica del Goetheanum dal 1988. Ha studiato medicina a Tubinga e Marburg, si è formata come pediatra e fino al 1988 ha lavorato in un ambulatorio per bambini e servito come medico scolastico per la Scuola Rudolf Steiner a Witten, Germania.

Nell'articolo su Antroposofia-III 2011 (Cristo nell'eterico in relazione al lavoro sulla biografia) vi sono varie affermazioni, a mio avviso interessanti, ma anche talora discutibili. Per farmi capire un po' meglio, premetto alle varie osservazioni un super-sunto, affinché almeno si sappia quali fossero gli argomenti. NB: si rivolgeva ad operatori professionali nel campo dello studio della biografia su basi antroposofiche.

"Il counseling, o lavoro sulla biografia, nasce dopo la II guerra Mondiale, ed è un prodotto dell'epoca dell'anima cosciente. Nasce con la capacità di pensare in modo indipendente. Non si tratta più oggi di legare il divenire individuo al livello del pensiero, come in antico, ma alla volontà.
Lucifero, dominus dell'epoca prima di Cristo, portò la libertà a livello del pensiero. Arimane la porta, dopo Cristo, nella sfera della volontà, nella sfera sociale. Col mistero del Golgota
riceveremo la conoscenza della verità per diventare liberi (Vang. Giovanni), che significherà lottare contro Arimane.
Il lavoro sulla biografia non è solo Medicina o Pedagogia o altro: è proprio una forma di antroposofia generale.

Nel formarsi al lavoro sulla biogr. ora si tratta di focalizzarsi sull'aspetto individuale, della propria evoluzione personale, ora su quello dello studio.
Mistero del Golgota: le Gerarchie avevano bisogno di comprendere la morte in quanto, allorché ci incarniamo e sino a morte, per il mondo spirituale siamo
morti! Viceversa, senza Cristo saremmo veramente morti di "morte arimanica". Il Mistero del Golgota è relativo alla comprensione di ciò che vi è tra nascita e morte, quindi è il mistero della nascita della biografia. Per questo il lavoro sulla biografia dev'essere un cammino per trovare Cristo. Solo accettando in toto la nostra biografia avviene ciò. Siamo invitati ad utilizzare ed allenare la compassione, ma ciò richiede di agire partendo dalla libertà.

Forze asociali agiscono anche entro la Società Antroposofica, e portano (con Arimane) ad uccidere il karma, perché è con questa forza, che fu donata in contraltare a lui, che verrà sconfitto (quando invece arrivò Lucifero gli dei ci donarono malattia e morte).
Sconfiggeremo Lucifero conoscendo noi stessi, e Arimane lavorando sulla biografia. Arimane è lo spirito della scissione, mentre Michele è lo spirito dell'unione dei diversi percorsi: egli oggi dovrebbe poter agire con uno strumento nuovo, nato intorno al 2000.

Come dovrebbe identificarsi totalmente con la propria biografia, così il socio della SA dovrebbe abbracciare tutte le sue componenti, accettando il karma della SA. Dovrebbe anche conoscere bene i nemici dell'antroposofia: dogmatismo (corruzione della conoscenza), settarismo (dei sentimenti) e la politica (della volontà). La terapia per il dogmatismo è l'interesse per gli altri, per il settarismo è il riconoscere le qualità positive, per la politica è la fiducia.
Altre cose importanti: trovare il coraggio di dire la verità, agli altri, ma anche a sé; saper trovare le giuste domande e cogliere che il vero contenuto di una risposta è il suo stesso tono; vincere l'amor proprio, che si manifesta quando non vi è il giusto equilibrio tra conoscenza di sé e conoscenza del mondo.

Come antroposofi, cerchiamo di far percepire che non siamo solo noi come persone a parlare, ma che dietro a noi c'è qualcosa di superiore.
Infine: Steiner, come un G.Battista, preparò l'avvento del Cristo nell'eterico, nel mondo dei pensieri, ove può ora inserirsi e "illuminarci" verso e con il giusto pensiero.
Nel 1998 (la confer. è del '93) secondo terribile attacco di Sorath (come nel '33). In conclusione: incontrando il Cristo nell'eterico avremo una comprensione del tutto nuova delle nostre vite, delle nostre biografie"


Beh, non era un riassunto, ma uno schema, in cui inserire i passi di cui vorrei discutere. In un secondo momento. Ciao.


Ultima modifica di ginogost il 07/08/2011, 23:58, modificato 2 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Articolo di Michaela Glöckler su Antroposofia N°3 2011
Messaggio da leggereInviato: 07/08/2011, 23:34 
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Sul primo dei cinque paragrafi, vorrei chiarire qualcosa.
Il lavoro sulla biografia ha valenze terapeutiche, e si basa in massima parte sulle comunicazioni date da Rudolf Steiner riguardo i periodi dello sviluppo umano. Si tratta di periodi di circa 7 anni ciascuno, a loro volta raggruppabili in gruppi di tre.

In massima sintesi, quindi con una certa approssimazione (correggetemi pure gli errori):
da 0 a 7 anni sviluppo concentrato sul corpo fisico, molte forze vengono impegnate a che il CF diventi "il proprio", non più quello "ereditato". Infatti entro i 7 anni cadono i primi denti e nascono quelli nuovi. A questo punto si liberano forze che prima erano vincolate a quel lavoro sul fisico, e il bambino le usa in ambito scolastico. Per 7 anni lavora a "riscattare" il proprio corpo eterico, e le malattie esantematiche (morbillo, scarlattina ecc.) sono legate a questo momento di riscatto del proprio karma. Finché a 14 anni circa questo lavoro è compiuto e il ragazzo si incarna ulteriormente (sviluppo sessuale; il maschio si incarna maggiormente della femmina). Nasce il lavoro sull'astrale (amori, ideali ecc.) e intanto l'energia che era occupata nel lavoro sul CE diventa anch'essa libera e a disposizione, appunto, per altre cose. Sinché a 21 anni "nasce" l'io, cioè l'io comincia a dominare e a sviluppare le proprie caratteristiche.

Questi i primi tre settenni. Nel 4° (21-28) l'io si impegna nel rielaborare il lavoro del 3°, poi nel 5° quello del secondo, nel 6° quello del 1°. A ritroso.
E ancora: nel 7° (42-49) rielabora e spiritualizza il 3°, nell'8° il 2°, nel 9° il 1°.

Nel lavoro biografico fatti, emozioni ecc. dei settenni vengono messi in relazione tra di loro (esempio: una depressione a 37 anni, allora andremo a cercare qualcosa di accaduto a 5 anni circa; una malattia a 50: v. a 13 anni, ecc., senza rigidità e guardando anche ad altri elementi, per es. sociali o familiari).

Dice la Glöckler: Fu Paracelso a portare l'impulso dell'anima cosciente in ambito medico, svolgendo il proprio lavoro sulla base delle forze di cui disponeva come individuo, con l'obiettivo di promuovere lo sviluppo individuale. A sua volta, Shakespeare, più o meno nello stesso periodo, introduceva la domanda "Essere o non essere, questo è il dilemma". In precedenza furono pochi i casi in cui venne messa in primo piano la qualità di essere di un individuo.

Ora, lasciando stare Paracelso, anche perché la formulazione rimane generica (io avrei specificato che egli volutamente ignorò o si contrappose al dettato storico-sociale-collettivo allora vigente, ma lasciamo stare, appunto), quello che non mi è evidente è il rapporto tra l'anima cosciente e la scelta essere o non essere.
Così ci fa vigliacchi la coscienza, dice Amleto, e intende: la coscienza di non sapere che cosa c'è oltre la morte ci impedisce di suicidarci per fuggire ai tormenti della vita. Ma è questo veramente un aspetto dato dall'anima cosciente, il dubbio, e certo anche lo è, ma non vi si trova pure la lotta tra pensare e volere? Se l'anima cosciente può sorgere dopo il Golgota, che resta di cristiano in questi umani dubbi, se non forse, appunto, la coscienza di temere la morte come individuo?

Certo, si potrebbe anche rispondere che, trovandosi all'inizio dell'anima cosciente, non tutto può trovarsi già bell'e sviluppato, e questo dubbio riflette allora un primo passo nel materialismo. Sarà così?


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 Oggetto del messaggio: Re: Articolo di Michaela Glöckler su Antroposofia N°3 2011
Messaggio da leggereInviato: 10/08/2011, 23:59 
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Sul secondo paragrafo riportato (Nel formarsi al lavoro...): si tratta di parole che possono servire a far sì che l'antroposofia non sia solo conoscenza esteriore di cose spirituali. Infatti, inserendo la nostra biografia personale nell'evoluzione complessiva, ed indicandola come cammino per trovare il Cristo, nonché ammonendo a non accettarla solo in parte, ma proprio nel suo complesso, senza esclusioni di comodo, la Gl. ci invita a metterci in gioco con il nostro io, senza mediazioni culturali.

Sul terzo paragrafo (Forze asociali agiscono...): la dssa Gl, dal suo posto di peso al Goetheanum, ci parla, in sostanza, di contestatori all'interno della SA. Si noti che la conferenza è addirittura del '93. Non è che le cose siano cambiate molto da allora.
In sostanza, il vizio di considerare chi non è d'accordo come portatore di istanze distruttive, arimaniche e chi più ne ha più ne metta, c'era allora e rimane ben vivo oggi.
Se da una parte non si può dire che le parole dette siano inesatte, appare la tendenza ad attribuire le "forze asociali" al comportamento degli "altri", mentre "noi" siamo certo dalla parte di Michele. Cioè si parla di unione, di unità, continuando a considerare l'altro un po' come un appestato. Mi sarei aspettato maggiore apertura.
E se è vero che frasi come "sconfiggeremo Lucifero conoscendo noi stessi" potrebbero far intendere che anche la Gl, e con essa tutto il governo della SA, si mette in gioco, in discussione; se è vero che il richiamo all'unità potrebbe apparire un semplice vezzo rituale, sebbene giustificato; pure, attribuire allo "scontento" una sudditanza verso Arimane, mentre chi dice sempre sarebbe un bravo micheliano, beh, questo non mi piace proprio. Anche perché, piuttosto che basarsi su questi aspetti di contenuto, è sulla forma, sui modi comportamentali, i quali costituiscono le reali domande, che dovrebbe basarsi il giudizio.
Inoltre il discorso non spiega perché e percome Arimane porterebbe separazione e la separazione sarebbe arimanica, mentre Michele porta unione, e l'unità sarebbe micheliana. Così, a priori.
Detta così, sembra catechistica: non dissentite mai, non si fa!


Attendo le considerazioni di altri. Se volete l'articolo, qualcosa si può fare con le e-mail.


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 Oggetto del messaggio: Re: Articolo di Michaela Glöckler su Antroposofia N°3 2011
Messaggio da leggereInviato: 17/08/2011, 23:27 
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Sul quarto paragrafo. (Ricordo che la conferenza è del 1993).

Vengono assimilate le componenti eterogenee della Società Antroposofica alla varietà di componenti del proprio karma. L'assunto di base è che le nostre azioni nel mondo finiscono per tornare a noi, e questo karma ce lo portano gli altri.Come dobbiamo riconoscere ed accettare i vari aspetti del nostro karma, così nel karma della SA vi sono tutte queste componenti.

Nel '93 la dottoressa non poteva prevedere quante lotte, con espulsioni ed anatemi più o meno addolciti, si sarebbero fatte negli anni a seguire.
Il dogmatismo del pensare in effetti trapela troppo spesso, sia dalla testa che dalla coda del pesce: esso sta appunto ad indicare una corruzione della conoscenza. Esso è assolutamente inutile sul piano pratico, fuorché per definire dei confini, cioè esprimere e delimitare una identità. Noi siamo quelli che pensano che... La SA non può riunire tutte le correnti spirituali e specifica quali siano quelle che corrispondono alle caratteristiche di base.


Poiché l'iscrizione è aperta a chiunque dichiari di ritenere giustificata l'esistenza di un centro quale Dornach, a me sembra chiaro che, trattandosi di una società di un certo tipo, la guida non dovrebbe essere in mano ad una "maggioranza di soci". A mio avviso la guida compete alla Libera Università di scienza dello spirito. Questa istituzione viene gestita liberamente accettando i nuovi iscritti attraverso una forma di cooptazione, e ciò appare quantomeno come una pur minima garanzia.

Cita:
La terapia per il dogmatismo è l'interesse per gli altri, per il settarismo è il riconoscere le qualità positive, per la politica è la fiducia.


Quanto al settarismo, degenerazione sul piano del sentimento, esso è irrimediabilmente legato alla parolina noi, ovviamente contrapposta a voi e loro. Come non ho visto molto interesse per gli altri nei pullman organizzati per portare votanti a Dornach quest'anno (votanti sostanzialmente ignari di che dovessero scegliere, ma pronti a contrapporsi al nemico), così ho percepito un certo settarismo in coloro che, nonché riconoscere qualità positive, partivano alla missione armati solo dei propri pregiudizi.
Credo che tutto ciò derivi dall'aver lasciato troppo spazio a personaggi che studiano spiegano e collegano ciò che ha detto R Steiner ed altro non fanno nella vita.
Quanto alla politica=corruzione della volontà, credo che la Glöckler intenda il delegare ai numeri e ai voti ciò che dovrebbe vivere nell'ambito delle coscienze e poi fruttificare nell'azione. Ed è certo che la discussione politica svuota qualsiasi volontà di fare riducendo il tutto ad un gioco di sgambetti.
Cita:
Altre cose importanti: trovare il coraggio di dire la verità, agli altri, ma anche a sé; saper trovare le giuste domande e cogliere che il vero contenuto di una risposta è il suo stesso tono; vincere l'amor proprio, che si manifesta quando non vi è il giusto equilibrio tra conoscenza di sé e conoscenza del mondo.

Su questi punti siamo tutti d'accordo ... in teoria. :mrgreen:


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 Oggetto del messaggio: Re: Articolo di Michaela Glöckler su Antroposofia N°3 2011
Messaggio da leggereInviato: 19/08/2011, 18:15 
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Infine, due parole sul quinto paragrafo-citazione.
Sono d'accordo che l'antroposofia non siamo noi, ma è dietro di noi: se ce lo ricordiamo, possiamo sempre frenare le estremizzazioni dovute ad orgoglio, narcisismo, fanatismi vari eccetera.
Un caso particolare è quello dei cosiddetti scaligeriani (cosiddetti perché non vogliono che li si chiami così, ma allora come? Perciò d'ora in poi non mi piegherò più al ridicolo ricatto e li chiamerò scaligeriani e basta). A nessuno dovrebbe essere precluso di citare i maestri cui fa riferimento, questo è pacifico. Non è gentile, invece, quando la citazione risulta una specie di pubblicità (priva di contenuti) o una rivendicazione (di solito assolutistica).
Io voglio la libertà di poter dire: Scaligero? Non l'ho letto e non mi interessa (in realtà: l'ho letto e non mi interessa). Senza venir compatito da chi comunque vuole essere considerato antroposofo.

Quanto all'attacco di Sorath nel 1998, personalmente non saprei situarlo con esattezza. Ricordo però che la cosiddetta bolla tecnologica (ipervalutazione di internet e computer, sia a livello culturale che borsistico) risale a quel periodo.


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