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 Oggetto del messaggio: La Resurrezione, come?
Messaggio da leggereInviato: 19/01/2014, 21:55 

Iscritto il: 13/07/2011, 7:20
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Nel testo della conferenza di Rudolf Steiner del 12 ottobre 1911 a Karlsruhe si legge (Da Gesù a Cristo, ed. Antroposofica 1992, pag. 183):
Cita:
"Quando il corpo [del Cristo Gesù deposto dalla croce] venne trattato con determinate sostanze che agirono a loro volta su di esso diversamente da come agiscono su altri corpi che vengono imbalsamati, avvenne che dopo la sepoltura le sostanze materiali si volatilizzassero rapidamente e passassero presto negli elementi. Perciò i discepoli che andarono a guardare trovarono i panni con i quali era stato ricoperto mentre il fantòma, al quale è collegata l’evoluzione dell’io, era risorto dal sepolcro. Non fa meraviglia che Maria Maddalena, che conosceva soltanto il fantòma di prima, quello compenetrato dagli elementi della terra, non potesse poi riconoscere nel fantòma liberato da qualsiasi peso terreno quella medesima figura che essa vedeva ormai chiaroveggentemente.
Dopo qualche mese, il 12 febbraio 1912 a Berlino Rudolf Steiner tiene la seconda conferenza de ciclo “Io cosmico e io umano” (pubblicata in due parti nella rivista Antroposofia 1987, nn.1-3 e 4-6; la citazione è a pag. 78-79 del n. 4-6), dove si legge :
Cita:
“Al Giordano stava Gesù di Nazareth: Il suo io si separò dal corpo fisico, dal corpo eterico o vitale e dal corpo astrale e l’entità macrocosmica del Cristo scese su di lui, prese possesso di questi tre corpi e visse poi fino al 3 aprile dell’anno 33 […] Ma questa vita era diversa, perché fin dal battesimo questa vita nel corpo di Gesù di Nazareth era un lento processo di morte. […]Era un continuo lento perire per la durata di tre anni. Arrivato al limite della disintegrazione del corpo si verificò il mistero del Golgota. Era necessario soltanto che quegli uomini, di cui ci viene raccontato, si avvicinassero a quel corpo con le loro strane cose, che vengono chiamate aromi, creando una combinazione chimica tra queste sostanze particolari e il corpo di Gesù di Nazareth, nel quale l’entità macrocosmica Cristo aveva vissuto per tre anni – e lo calassero poi nel sepolcro. Non ci voleva molto per polverizzare quel corpo nel sepolcro, mentre lo spirito di Cristo si rivestì di un corpo eterico, addensatosi, così si può dire, fino alla visibilità fisica.
Cristo risorto era quindi rivestito di un corpo eterico, intensificatosi fino a divenire visibile fisicamente[..] Quello che era stato deposto nel sepolcro invece si polverizzò. Secondo le ricerche occulte più recenti avvenne in effetti un terremoto. […] La terra si spaccò, la polvere del cadavere venne accolta da lei e si congiunse con tuta la sostanza della terra. In conseguenza delle scosse del terremoto le bende del sudario vennero scosse così come si trova descritto nel vangelo di Giovanni”.
Nella conferenza di quasi due anni dopo, ad Oslo, il 2 ottobre 1913, si legge invece (Il Quinto Vangelo, ed. Antroposofica 1989, pag. 26-27):
Cita:
“[con la coscienza chiaroveggente] si segue l’immagine di Gesù deposto dalla croce, e poi messo nel sepolcro, dopodiché si ha come una specie di trasalimento nell’anima alla vista di un terremoto che si produce in quella contrada. […] Quel terremoto era una conseguenza dell’oscuramento del Sole e scosse il sepolcro nel quale era stato posto il cadavere di Gesù, strappò la pietra che era stata posta a chiusura e produsse un’apertura nella terra che accolse il cadavere. Con un’ulteriore scossa di terremoto l’apertura si richiuse sopra il cadavere stesso, tanto che quando, al mattino dopo, la gente venne al sepolcro lo trovò vuoto, poiché la terra aveva accolto il cadavere di Gesù; solo la pietra giaceva ancora là dove era stata spinta.
Torniamo a percorrere la serie delle immagini: Gesù spira sulla croce del Golgota; sopravviene l’oscurità sulla Terra; il cadavere di Gesù viene deposto nel sepolcro aperto; un terremoto scuote il suolo, e il cadavere di Gesù vien accolto dalla terra; l’apertura che si era prodotta per il terremoto, si chiude, la pietra sepolcrale è gettata di lato: Tutti questo sono avvenimenti reali, e come tali non li posso descrivere in altro modo”.
E infine, nella conferenza del 18 dicembre 1913 dello stesso ciclo, pag 134:
Cita:
"Poi, quando il corpo di Gesù venne tolto dalla croce e posto in una tomba, di nuovo si osserva realmente che si produsse un evento naturale, come fosse qualcosa che entra sulla vita morale dell'uomo. Si formarono un turbine di vento e una fessura sulla terra che accolse il corpo di Gesù, mentre i panni vennero strappati turbinosamente dal cadavere. E' una osservazione impressionante che la disposizione dei panni, quale viene descritta nel vangelo di Giovanni, è proprio come risulta allo sguardo chiaroveggente."
Andiamo allora a vedere cosa dice il vangelo di Giovanni. La CEI traduce così i versetti 3-8 del capitolo 20:
Cita:
"Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette".
Moltissime traduzioni riferiscono che le bende erano per terra e il sudario piegato in un luogo a parte, pure quella di Lutero, che probabilmente utilizzava Steiner o chi gli riferì, tra il 2 ottobre e il 18 dicembre 1913, che il cadavere che Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo "avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com'è usanza seppellire per i Giudei" (Gv 19,40) non poteva essere "accolto dalla terra attraverso l'apertura che si era prodotta per il terremoto" lasciando nell'arcosolio le bende e il sudario.
Dunque il turbine di vento che, per inciso, farebbe accantonare la possibilità di conciliare la versione del corpo ridotto in polvere per la combinazione chimica creatasi con le "strane cose che vengono chiamate aromi" (per Giovanni "una mistura di mirra e aloe") e passato poi alla terra a causa dello scuotimento delle bende "in conseguenza delle scosse del teremoto" (9 gennaio 1912) e la successiva versione del passaggio del corpo attraverso la fessura aperta dal terremoto, e richiusa dalla successiva scossa, dove non si parla di bende (2 ottobre 1913).
Chiediamoci però: davvero la disposizione dei panni, quale viene descritta nel vangelo di Giovanni, confermerebbe il turbine di vento che "risulta allo sguardo chiaroveggente"?
Se teniamo per buona l'usuale traduzione, un turbine di vento può sì lasciare le bende per terra ma non farà trovare a Simon Pietro e al discepolo che Gesù amava "il sudario [...]piegato in un luogo a parte".
Ma possiamo fidarci di questa traduzione? Chi piegò il sudario? E soprattutto: perché il discepolo che era giunto per primo al sepolcro, una volta entrato e vide e credette? Giovanni nulla rivela della reazione di Pietro, mentre Luca narra che, dopo il racconto delle donne che parve agli Undici e a tutti gli altri come un vaneggiamento "Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E tornò indietro pieno di stupore per l'accaduto" (Lc24,12).
Insomma: cosa c'era di così stupefacente nelle bende per terra? Anzi: è possibile che solo per averle viste (sia pure assieme al sudario piegato a parte) il discepolo e vide e credette? Il buon senso e una sana logica propenderebbero per il no. Ma ora lo dice anche l'esegesi fondata su una più accurata traduzione di quei versetti, la quale suonerebbe così (riprendo da pag 157 del libro di Antonio Persili "Sulle tracce del Cristo Risorto", Tivoli 1988):
Cita:
"5. (Giovanni) chinatosi, scorge le fasce distese, ma non entrò.
6. Giunge intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entra nel sepolcro e contempla le fasce distese (afflosciate, vuote, ma non manomesse),
7. e il sudario, che era sul capo di lui, non con le fasce disteso, ma al contrario avvolto (rimasto nella posizione di avvolgimento, rialzato, ma non sostenuto dall'interno, perché vuoto) in una posizione unica (straordinaria, eccezionale, perché contro la legge della gravità)".
Dopo qualche riga don Antonio Persili continua:
"- Le fasce erano distese sulla pietra sepolcrale, perché ormai vuote, ma intatte, senza effrazioni o manomissioni.
- Il sudario, al contrario, come se ancora avvolgesse il capo di Gesù, era rimasto rialzato e avvolto, irrigidito anche per l'improvviso asciugarsi degli aromi" [potremmo dire inamidato].
Tralascio tutta la spiegazione specialistica e le motivazioni addotte, considerate convincenti e definitive da pressocché tutti i biblisti e riporto da Gianfranco Nolli Evangelo secondo Giovanni, Roma 1986, pag 716 la spiegazione della parola keimena, quella che veniva tradotta "per terra", participio passato riferito alle bende (fasce, panni):
Cita:
"Il verbo indica un giacere a terra, come sgonfiate, perché non c'era più il cadavere che le tenesse gonfie. Non erano perciò in disordine, come avrebbero dovuto essere se qualcuno avesse voluto togliere il corpo e lasciare i lini che lo avvolgevano".
O come avrebbero dovuto essere se vi fosse stato un turbine di vento.

postato anche su http://antroforum.forumfree.it/?act=Post&CODE=08&f=11456011&t=67958440&st=0&p=550369865


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 Oggetto del messaggio: Re: La Resurrezione, come?
Messaggio da leggereInviato: 20/01/2014, 13:15 
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Iscritto il: 12/12/2011, 22:30
Messaggi: 189
scusate i miei commenti esigui. si può forse risolvere il giallo della posizione delle bende chiamando il commissario megrè , ma mi par di capire che il dilemma giallo maggiore sia: donde sta il CH uscito dal sepolcro dopo aver piegato le bende? è andato al mercato a comprarsi scarpe e nuove vesti, ma con quali denari e soprattutto chi gli ha prestato gli abiti per andare al mercato.

O meglio è pensare che come fantoma, detto da Lorenzo, sta con l'eterico stesso di tutta la terra vestito splendidamente in ogni luogo a parlar con chi sa rivolgergli la parola?

La parola fantoma è talmente riduttiva da far sembrare il tutto un luogo angusto e cieco,

invece è la fantasia che colora di verità l'accaduto.


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 Oggetto del messaggio: Re: La Resurrezione, come?
Messaggio da leggereInviato: 27/01/2014, 7:42 
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Iscritto il: 12/12/2011, 22:30
Messaggi: 189
Rileggendo le colte disquisizioni di biblisti e teologi si loda l'attenzione e la profonda cultura e la competenza di chi le esprime. Non potendo confutare le analisi sulle traduzioni o interpretazioni per mancanza di conoscenze linguistiche, da lettore esprimo ancora qualche parere. Lo stupore di Pietro è comprensibile, il rispetto timido di Giovanni anche, non sembra siano stupiti delle bende forse in posizione innaturale, poi definite a terra, lo stupore maggiore è sempre il nostro, che i soldati sconvolti dalla pietra rimossa non abbiano protestato o non siano tornati a controllare il luogo, abbiano preso il sudario e le bende che i discepoli non osarono toccare o rimuovere. Bende e sudario sono forse rimasti ai romani che certo non le eliminavano, erano comunque preziose e potevano averle solo lavate, o, considerato l'eccezionale evento, riposte in qualche luogo a disposizione di Pilato o Caifa. Se l'evento della resurrezione non ebbe risonanza storica ad eccezione dei vangeli, si ripensa ancora ai misteri iniziatici per cui la morte indotta di tre giorni era una consuetudine. Nessuno osava parlarne perché non si dovevano tradire e diffondere i contenuti e modalità delle confraternite occulte. Queste sono le deduzioni tratte dallo studio delle opere di RS.


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