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 Oggetto del messaggio: Memoria personale o Relazione oggettiva?
Messaggio da leggereInviato: 14/09/2011, 15:34 
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Iscritto il: 21/07/2011, 18:17
Messaggi: 40
Ho avuto qualche problema ad interpretare questo passaggio dalla Scienza Occulta, capitolo 2, quando entra in campo la differenza tra Corpo e Anima. Nella versione inglese si parla di errore "fatale", non solo "grave".
E' questo tipo di errore che mi spinge a cercare chiarimenti. E siccome non sono in grado di distinguerlo, posso esserne passivo? Considerando soggettiva la mia interiorità (sono una personalità psicosomatica?) probabilmente fraintendo la funzione della memoria in rapporto col mondo.


Cita:
A base dell’affermazione che l’uomo conosca la propria memoria per mezzo dell’introspezione, che invece egli non può applicare all’animale, sta un errore grave. (Traduzione versione inglese: Se diciamo che l'uomo è consapevole della propria memoria osservando la propria vita interiore -un metodo che ovviamente non possiamo applicare all'animale- commettiamo un errore fatale.)
L’uomo infatti non può per nulla ricavare dall’introspezione l’opinione ch’egli si fa della propria capacità mnemonica, ma solo dall’esperienza del proprio rapporto con le cose e i processi del mondo esterno.
Ora queste esperienze egli le fa allo stesso modo con sé stesso, con un altro uomo e anche con gli animali.
È solo una fallace apparenza quella che fa credere all’uomo ch’egli giudichi della esistenza della memoria soltanto in base all’osservazione interiore.
Potremo chiamare interiore la forza che sta a base della memoria; ma il giudizio su questa forza viene acquistato, anche per la propria persona, a contatto dei mondo esterno, mediante l’osservazione dei rapporti tra i fenomeni della vita.
E di questi rapporti possiamo giudicare per noi stessi, come per gli animali.
Relativamente a questi problemi, la nostra psicologia abituale soffre dei suoi concetti del tutto inesatti, imprecisi, altamente fallaci per errori di osservazione.


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 Oggetto del messaggio: Re: Memoria personale o Relazione oggettiva?
Messaggio da leggereInviato: 15/09/2011, 23:06 
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Iscritto il: 13/07/2011, 20:31
Messaggi: 585
Il passo citato è assai arduo. Si dà per assodato che esiste la memoria nell'uomo; la rappresentazione che ci si fa negli esercizi e nella meditazione implica anche l'attivazione dell'anima, oltre che della memoria.

Inoltre, anche la capacità di creare l'oblio, e non solo di subirlo, è prettamente umana. Essa viene messa in atto allorché si passa dall'immaginazione all'ispirazione. E viene curata, rinforzata, dagli esercizi. come eliminare i pregiudizi, ovviamente, ma anche la positività e persino l'equilibrio dei sentimenti.

Ma questa memoria, dice Steiner, va valutata alla luce dei rapporti con il mondo, da solo non la posso valutare - per esempio, non potrei distinguerla dall'allucinazione, o dal sogno. Dunque, la forza è interiore, ma il giudizio su di essa, quindi la conoscenza, viene solo dal raffronto con l'esteriore.

Poco prima Steiner diceva che il cane non ha memoria ma attivazione di bisogni. Se ho fame, non ce l'ho perché mi ricordo del cibo mangiato ma per stimoli attuali (considerando qui simili uomo e animale, che non è del tutto esatto). Vuol dire che l'animale non viaggia nel tempo, esso vive in un eterno presente guidato dalla sua "forma", per cui il cane deve fare passeggiata e pisciatina, la mucca mangia tutto il tempo, il pipistrello vola di notte ecc. L'uomo ha la possibilità (es: leggo un libro) di agire in funzione di stimoli che non sono presenti, ma da lui ricreati tramite la memoria (dal passato), la rappresentazione (nel presente), o anche il fuoco dell'ideale (per il futuro).

Certo, oggi tutte queste facoltà si impigriscono (con l'aiuto dei vari media) e si vive in una specie di continuo presente, melassa animalesca che avvolge esseri resi passivi. Avvolge anche noi, che ci crediamo svegli, per esempio quando non siamo padroni delle abitudini e quando siamo succubi degli stimoli.

Perché è grave e fatale l'errore d'affermare che l'uomo conosce la sua memoria tramite l'introspezione? Secondo me perché in tal modo tale facoltà viene separata dal suo incarnarsi nella realtà, proprio come, analogamente, altrove egli distingue tra fantasia e fantasticherie.


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