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 Oggetto del messaggio: I DODICI DRAGHI
Messaggio da leggereInviato: 04/12/2011, 2:54 
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Iscritto il: 13/07/2011, 20:31
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In un incontro di alcuni partecipanti al gruppo abbiamo affrontato questo argomento sulla base dell'omonimo libro di Lex Bos (Aedel ed.).
Ne è nato un momento di ricerca comune che intendiamo sviluppare estendendolo ad altri.


CHE COSA DICE IL TESTO

I 12 draghi sarebbero le forze di opposizione (delle quali peraltro abbiamo bisogno) che sorgono allorché si cerchi di portare a realtà una qualunque iniziativa concreta in antroposofia (ma anche in altri ambiti...), quali aprire un negozio di alimenti naturali, fondare una scuola Waldorf ecc.
Dopo aver mostrato come esista una inevitabile contraddizione tra "iniziativa", che parte dal singolo, e "sociale", e dopo aver caratterizzato l'iniziativa alla nascita come un bambino ancora nel grembo della madre, l'autore pone tre domande iniziali:
1) l'iniziativa è spiritualmente sana? Quali sono le sue origini? E' motivata da un'idea?
2) l'iniziativa è socialmente sana? E' sostenuta da altre persone? Quale veste giuridica e quale forma di organizzazione sono previste?
3) è economicamente sana? Risponde ad esigenze reali di altri uomini?

Non è difficile riconoscere in questi tre punti l'analisi sui tre livelli dello spirituale, del giuridico e dell'economico che ben si conoscono in antroposofia.
Se la risposta alle tre domande è sostanzialmente positiva, allora si incomincia, ed ecco nascere l'opposizione dei draghi (12: l'autore sostiene di non essere partito da tale numero a priori, ma che semplicemente si tratta di un risultato empiricamente ottenuto, ed anche suscettibile di modifica).

I 12 draghi: 6 estivi (arimanici) e 6 invernali (luciferici).

Il drago SOVVENZIONE è legato al problema da dove venga il denaro che sostiene l'iniziativa. Sarà caldo e positivo se c'è impegno personale, anche solo nel cercare prestiti e donazioni; freddo se, per esempio, mutuo bancario. Si può fare, ma occorre essere ben coscienti. Estivo.
L'opposto invernale è AUTONOMIA, quando per evitare di "dipendere" dai donatori, si finisce poi per ricorrere a prestiti bancari, che diventano un grosso peso.

GESTIONE: quando chi ha lanciato l'iniziativa non può seguirla, ma intende sempre interferire con la libertà di chi la sta portando avanti (il pensiero interferisce con l'azione). Estivo. L'opposto invernale è SOLISTA: il pioniere non molla deleghe, il gruppo fondatore, o addirittura il suo gruppo familiare, continua a gestire tutto. Circolo chiuso da cui i collaboratori si sentono esclusi.

ORGANIZZAZIONE: tutto viene preordinato secondo schemi, con un eccesso di irrigidimento e mancanza di adattamento alla realtà ed elasticità: un modo di operare non vivente. Questo è invernale, luciferico, in quanto tutto nasce dal soggetto (una specie di esaltazione a livello mentale). L'opposto estivo ha il curioso nome di IMPAZIENZA, ma noi abbiamo preferito chiamarlo FUORI TEMPO, ed è legato a mancanza di presenza di spirito. Si verifica quando i giusti tempi di maturazione non vengono rispettati, magari per "cogliere un'occasione" per cui non si è pronti, o viceversa quando la realizzazione arriva troppo tardi.

Altro nome che non ci ha convinto è BATTERIO. Questo drago estivo agisce quando in una iniziativa si vogliono far convivere magari per "democrazia" o "tolleranza" troppi elementi incompatibili tra di loro o nei riguardi del progetto spirituale, che allora perde in identità. Trattandosi di una frammentazione di pezzi che poi restano comunque uniti (creando in tal modo un danno) abbiamo scelto il nome provvisorio di CONGLOMERATO (poteva anche essere: TOLLERANZA). Si oppone l'invernale SETTA, di cui è intuitivo che capita allorché ci si isola e si lavora "solo fra di noi" e "per noi". Chiusura.

NARCISO (invernale): avviene quando il desiderio di realizzare fa perdere di vista il rapporto col reale, vediamo solo quello che vogliamo vedere. Con un certo fanatismo si continua a sostenere l'idea e a non vederne l'eventuale scollamento rispetto alla realtà.
Il drago estivo opposto, ADATTAMENTO, si ha quando, perduto lo slancio ideale, si va a finire in una grigia routine, senza mai ribellarsi, per es., a restrizioni burocratiche assurde. L'iniziativa viene svuotata pian piano, come un salame tagliato a fette.

Il drago estivo AMANTE, o AMATORE, abbiamo preferito chiamarlo PIGRIZIA INTERIORE. Occorre uno sviluppo interiore per portare modifiche esteriori, impegnarsi e acquisire qualità, ovvero cercarle altrove, se necessario. Occorre metamorfosarsi attraverso l'impegno: se non lo si fa, l'iniziativa non incide.
L'invernale corrispondente è il PARASSITA, da intendersi, attenzione, nel senso che l'impegno ha come principale scopo e godimento il proprio sviluppo personale ed il servizio sociale interessa ben poco.

A chi abbia avuto esperienze di iniziative concrete saranno certo tornate in mente, di volta in volta, le varie situazioni conflittuali effettivamente vissute.
(continua)


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 Oggetto del messaggio: Re: I DODICI DRAGHI
Messaggio da leggereInviato: 06/12/2011, 8:59 
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Iscritto il: 14/07/2011, 17:41
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Grazie per il commento!


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 Oggetto del messaggio: Re: I DODICI DRAGHI
Messaggio da leggereInviato: 09/12/2011, 23:37 
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Iscritto il: 13/07/2011, 20:31
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Beh, più che un commento era un tentativo di riassumere, cosa sempre un poco fastidiosa per chi la fa, ma soprattutto per chi la legge, perché il riassunto è davvero una cosa poco vitale, ed è per questo che vogliono farla imparare ai bambini piccoli: per rovinarli subito.

Comunque. Completiamo.

L'autore crea un disegno, un cerchio a spicchi con i dodici draghi messi uno per spicchio, proprio come i segni zodiacali.
Il primo a sinistra nel cerchio, corrispondente, tanto per capirci, all'Ariete, o nell'orologio alle ore 9-10 (ma è solo, attenzione, un esempio grafico) è il drago FUORI TEMPO, drago d'estate, arimanico, del troppo movimento, che si oppone al drago della troppa forma, il drago ORGANIZZAZIONE (il settimo, che nel cerchio sta entro lo spicchio corrispondente a bilancia, cioè il primo discendente dopo l' "equinozio" d'autunno, ovvero lo spicchio tra le ore 3 e le 4). Il compito sta nel sapere mantenere l'equilibrio tra queste due opposte posizioni, tra troppo movimento o troppa forma.
Ora, continuando a ruotare come faremmo con i segni zodiacali (Ariete\Bilancia, Toro\Scorpione eccetera) e indicando in mezzo le forze opposte, possiamo scrivere lo schema Drago estivo arimanico \ sua polarità \ polarità opposta \ drago relativo invernale luciferico, così:

1-7) FUORI TEMPO ..........movimento ....\....forma ......... ORGANIZZAZIONE
2-8) GESTIONE ............ collaboratore ....\...fondatore...... SOLISTA
3-9) PIGRIZIA INTERIORE.......offrire .......\.. evolvere........PARASSITA
4-10) ADATTAMENTO..........passato ......\...avvenire ........NARCISO
5-11) SOVVENZIONE.......essere portato...\.....portare........AUTONOMIA
6-12) CONGLOMERATO.....socievolezza....\....identità........... SETTA

Ora, non tutto lo schema sembrerebbe a prima vista coerente. L'autore ci parla dei draghi arimanici come draghi del passato che più non si evolve: essi ci incatenano alla terra. Verrebbe però da dire che il movimento sembrerebbe più una facoltà che dalla terra ci svincola, mentre la forma non ci libera, ma anzi ci blocca. La cosa va allora piuttosto intesa come direzioni opposte, basso\alto, o mondo\ego, o meglio ancora: difetti della volontà vs difetti dell'io. L'io che crea la forma (lucif.) dove è disordine e movimento (arim.), per intenderci, o che afferma la propria posizione settaria (luc.) in contrasto con l'eccessiva tolleranza che proviene da un eccesso di socievolezza (ar.), facendo perdere di vista il lato "io individuale".

(continua)


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 Oggetto del messaggio: Re: I DODICI DRAGHI
Messaggio da leggereInviato: 09/12/2011, 23:59 
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Iscritto il: 13/07/2011, 20:31
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Dalla conclusione dell'autore Lex Box:

Cita:
Possiamo poi immaginare Lucifero legato ai draghi d'inverno: egli vorrebbe farci dimenticare la terra e che ci occupassimo solo di noi stessi. Ho sottolineato dapprincipio il paradosso di una "iniziativa sociale" sostenuta da un IO eppure rivolta verso gli altri [intende che l'iniziativa nasce dall'impulso individuale ma vorrebbe avere ambito e risonanza sociale]. Io sostengo che il superamento di qusta contraddizione è legato ad un rafforzamento della libertà. Le forze avverse cercano, ognuna a suo modo, di risolvere questo paradosso.
Arimane fa di noi degli esseri sociali, ma solo in apparenza, adattabilli, però senza una propria identità. Lucifero fa di noi degli esseri apparentemente indipendenti, degli egoisti orgogliosi senza dei veri legami sociali. Queste forze avverse possono comunque svolgere la loro azione soltanto attraverso l'uomo, e solo nella misura in cui esso non è in grado di dominare la loro influenza. Ma l'uomo può imparare a dominarle. Può permettersi di oscillare in avanti e indietro, a destra e a sinistra, in alto e in basso, verso fuori o dentro, se trova in sé stesso un solido punto di riferimento. Quale forza possiamo coltivare in noi stessi? La forza del Cristo. [...il quale] con la resurrezione divenne la forza vivente che ognuno di noi può trovare in sé stesso e con cui gli uomini possono agire nelle reciproche relazioni.


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 Oggetto del messaggio: Re: I DODICI DRAGHI
Messaggio da leggereInviato: 10/12/2011, 0:41 
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Iscritto il: 13/07/2011, 20:31
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A questo punto, il nostro piccolo gruppo ha cominciato a discutere rievocando varie situazioni e personaggi che hanno segnato la breve storia di quanto è accaduto all'intero gruppo stesso fino ad oggi, ma anche in altre situazioni, magari talora addirittura non attinenti l'antroposofia.
Ci siamo riproposti le tre domande iniziali, cioè se l'iniziativa in questione fosse spiritualmente, socialmente ed economicamente sana.

Il sottoscritto ha ricordato i problemi del gruppo antroposofico di Oriago, allorché la decisione di sviluppare ulteriori attività fu presa non per spontaneo e progressivo sviluppo, ma dietro l'impulso della donazione di un edificio. Incredibilmente, il medesimo esempio era riportato nel testo

Cita:
...il drago viene spesso dall'esterno sotto sembianze immobiliari, case, terreni. [...] E' incredibile quale fascino può avere un immobile, rendere fanatici gli uomini, e fino a che punto può ridurre la coscienza.

Si tratta del drago FUORI TEMPO. Un esempio simile, in sede civile, lo si è visto a Mestre. Una volta preso il potere in comune, le sinistre anelavano alla creazione di uno spazio che ospitasse gruppi, iniziative, cultura ecc. Era il 1974, cioè dopo gli anni del '68, ma oramai trasformati in epoca "brigatista". Fu progettato un immenso edificio senza nemmeno sapere a che cosa esattamente sarebbe servito, e la sua costruzione durò per ben 25 anni! L'edificio non è mai stato veramente adoperato al meglio, i suoi spazi sono per lo più inutilizzabili, consistendo di grandi corridoi, faraonici scaloni ecc. ecc. Una immensa tomba, una piramide ben degna di quegli antichi egizi reincarnati che sono gli italiani. Ed anche un continuo spreco di denaro, con ben pochi risultati concreti per la città, tantomeno per i gruppi e le iniziative sostanzialmente adolescenziali che trent'anni prima fermentavano, ma oramai erano da considerarsi assolutamente FUORI TEMPO. Appunto. Credo che in molte altre città si siano vissuti episodi simili.

Ripercorrendo poi le tappe recenti del nostro gruppo, abbiamo riconosciuto degli eccessi di tipo SOLISTA nel fatto che uno dei fondatori avesse voluto espellerne un altro, ritenendosi dunque più autorizzato a decidere in quanto "più fondatore" degli altri.
Abbiamo anche riconosciuto che l'apertura del gruppo a chiunque comporta comunque dei rischi del tipo CONGLOMERATO: sarebbe dunque opportuno equilibrare con il suo opposto (SETTA) rinforzando in qualche modo l'identità del gruppo.
Ugualmente si è ipotizzato che il mio "eccesso" di ADATTAMENTO, sotto forma di una qualche diplomazia, possa riflettersi nella reazione di chi vede il gruppo soprattutto in funzione delle proprie idee e della propria crescita personale.
C'è anche una richiesta di maggiore forma (ORGANIZZAZIONE) per riequilibrare quel certo disordine improvvisato con cui ci diamo gli appuntamenti mensili.
Abbiamo poi osservato come, in ambito nazionale, esistano gruppi antroposofici dove serpeggia il virus della PIGRIZIA INTERIORE (l'antroposofia come una chiesa...), e la stessa Società Antroposofica si trova spesso ad affrontare di questi rischi: di converso, vi sono anche coloro che paiono interessati quasi esclusivamente a diventare essi stessi degli iniziati attraverso un duro, ma compiaciuto, lavoro interiore. Purtroppo costoro disprezzano in qualche modo chi viene ritenuto non attenersi a tale imperativo, epperò dimenticano che lo stesso Steiner ebbe a dire che i più non erano affatto chiamati a ciò. A questo proposito, v. quanto scrive Lorenzo in questi giorni in "fare esercizi",

viewtopic.php?f=60&t=106&p=386#p386


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 Oggetto del messaggio: Re: I DODICI DRAGHI
Messaggio da leggereInviato: 10/12/2011, 2:02 
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Iscritto il: 13/07/2011, 20:31
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Ho lasciato per ultimo l'aspetto più discutibile della nostra serata. Tra l'altro esso fu l'ultima cosa in ordine di tempo sulla quale ci impegnammo, già un po' dormienti e forse fuori di pallino.
Perché, visto che l'autore ci mostrava queste coppie di draghi in un certo ordine, e pur schermendosi lui dall'aver voluto trovare una vera e propria forma, una organizzazione vivente che portasse a questi 12 elementi (numero magico, 12, non 13 o 27!!!), in realtà sentivamo bisogno (o lo sentivo particolarmente io) di trovare un aggancio tra questa organizzazione ed una supposta realtà più profonda.
L'ipotesi, la butto qui senza discuterne ulteriormente, ché al momento in cui scrivo è davvero tardi: ma mi aspetto che venga commentata, distrutta o confermata da altri.

1 - La coppia SOVVENZIONE\AUTONOMIA, per la quale l'autore fa l'esempio della crescita di un bimbo, prima dipendente dall'esterno, poi sempre meno, ci sembrava relativa agli aspetti più fisici dell'iniziativa. Corpo fisico. (Il primo corpo fisico del gruppo fu in internet, virtuale, e riguardava un territorio assai vasto: esso si è poi ristretto, ma senza perdere certe caratteristiche di comunicatività ed estensione). Elemento terra.

2 - FUORI TEMPO vs ORGANIZZAZIONE può vedersi, come ho accennato, sotto l'aspetto della periodicità degli incontri, dei ritmi: corpo eterico, dunque (e anche, ma lo aggiungo io oggi, secondo settennio). Elemento acqua.

3 - La polarità CONGLOMERATO/SETTA ci riporta al terzo settennio, allo sviluppo dell'astrale, ed è in rapporto con l'elemento aria. Come l'adolescente si pone infiniti problemi di identità, così una iniziativa, crescendo, soprattutto in antroposofia, deve scegliere una via di mezzo tra la chiusura dell'ego o la dispersione di esso nella moltitudine sociale (questo problema è oggi evidentissimo nei giovani e nel loro terrore di apparire diversi dal gruppo in cui cercano identità).

4 - la polarità ADATTAMENTO/NARCISO tocca le problematiche dell'io, magari più quelle dell'io inferiore. Agisco per me o faccio quanto serve agli altri? Devo fare delle scelte, ma a vantaggio di chi sono queste scelte? Dove impegno il mio calore, il mio fuoco? L'iniziativa stessa, a questo punto, dovrebbe essere in grado di dialogare con il mondo e di modificarlo. O sennò, viceversa, di rinchiudersi autoreferenzialmente. Frequentando un gruppo antroposofico ho sempre visto che, se immaginiamo i membri tutti posti in cerchio rivolti verso l'interno, lì troviamo Lucifero, mentre se immaginiamo che siano voltati verso l'esterno, dandosi dunque tutti le spalle, essi devono affrontare Arimane.
Equivale a dire che all'interno di un gruppo antroposofico i pericoli sono di tipo luciferico, mentre quando il gruppo, o i suoi membri, si rivolgono all'esterno, al mondo, là troviamo Arimane che ci aspetta.
Nella vita dell'individuo il 4° settennio è quello dello sviluppo dell'io, dei viaggi, della curiosità verso il mondo e dell'inserimento infine nel mondo e nel lavoro.

5 - PIGRIZIA/PARASSITA ci riporta alle scelte che riguardano il nostro impegno, la nostra volontà. Nel 5° settennio l'individuo oramai lavora e passa attraverso il periodo cosiddetto "cristico", si incarna al massimo e deve decidere se identificarsi con la propria azione nella società. Da ciò dipende se evolverà attivamente o rimarrà passivo spettatore della propria vita.
Questo stadio dell'iniziativa è dunque quello in cui comunque non siamo tanto noi ad affrontare il mondo, ma è il mondo stesso che ci affronta. La nostra risposta può essere troppo passiva, e non saremo realmente inseriti in quanto facciamo; ovvero troppo rivolta a noi stessi e troppo poco alle esigenze del mondo.
Mi sembrano aspetti legati all'io superiore.
Come elemento, vedrei i due eteri inferiori (chimico e vitale), il primo perché legato particolarmente ai rapporti in genere, il secondo perché a massima incarnazione corrisponde massima spinta vitale. Però non vorrei spararle un po' troppo grosse ...

6 - Nell'opposizione tra GESTIONE e SOLISTA vediamo le problematiche che si pongono allorché l'iniziativa sia ormai operante, in grado di portare al mondo calore e luce spirituale (due eteri superiori). Può il fondatore fare ora un passo indietro? Ci sarà spazio per altri che gestiscano in libertà, senza che il fondatore continui ad impicciarsi delle modalità di realizzazione, cioè delle scelte operative verso il mondo, fatte quando oramai la qualità dell'impegno è definita (v. 5° periodo)?
Per di più, con l'inizio del settimo settennio, cioè il prossimo, nell'analogia, cioè ancora il 43° anno nella vita dell'individuo, ecco che inizia ... la fine. Nel senso che l'individuo deve cominciare a rendere spirituali le forze che prima esclusivamente sviluppava nel fisico. Breve, cominciamo a disincarnarci. Per una iniziativa ciò corrisponde al suo moltiplicarsi in altre iniziative, che nella prima troveranno sostegno ed esempio. Corrisponde anche ad una capacità di metamorfosarsi rimanendo sé stessa, essendo dunque spiritualmente creativa.
Tutto ciò ha precise corrispondenze con lo sviluppo del sé spirituale. Mi spiego con un paragone.
In campo medico l'operare come anima cosciente porta all'intervento individuale del terapeuta un po' stregone, della persona che riassume in sé tutto quanto serve per aiutare lo sviluppo del karma del paziente (può pure trattarsi di uno psicanalista, o anche di un sacerdote).
L'epoca del sé spirituale richiede invece che più elementi, più anime collaborino alla cura del paziente: non spezzettandolo arimanicamente come fa la medicina meccanicistico-materialista, dove non c'è dialogo tra specialisti per il paziente, ma, eventualmente sulle sue malattie; bensì dialogando e facendo un lavoro di gruppo ("sociale") a favore del singolo, della persona che soffre (come immagine, possiamo tenere quella dei 12 punti di vista, dei 12 apostoli, delle 12 costellazioni che portano alla vera unità dell'essere umano).
Avremo quindi un gruppo che agisce concordemente, come un'unica anima.

Detto questo, credo che i pericoli siano tutti sempre attivi: solo, ve ne sono di più specificamente legati a certe fasi dello sviluppo di una iniziativa.
Se in tal modo avremo, infine, trovato un ordine, un senso, che all'autore Lex Bos non era magari ancora chiaro, ciò non posso sapere. Però possiamo certo dire che ci abbiamo provato, e che senza un lavoro di gruppo inteso proprio come riunione tra soggetti fisici, difficilmente saremmo arrivati a tutto questo.


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 Oggetto del messaggio: Re: I DODICI DRAGHI
Messaggio da leggereInviato: 11/12/2011, 16:09 
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Iscritto il: 13/07/2011, 20:31
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Il problema dei 12draghi12 era appunto quello di non giocare e non lasciar giocare coi numeri. Hai voglia, caro Lex Bos, di scrivere che i draghi potevano e potranno essere di più, e che il numero 12 salta fuori solo dall'esperienza. Nessuno di noi potrà malignamente fare a meno di pensare (Lorenzo per secondo: il primo fui io :lol: ) che invece 12 è un bel numero santo, o magico, comunque esoterico, e che proprio là si doveva arrivare.

Però è anche vero che le tipologie e gli esempi descritti sono davvero riscontrabili nella realtà. I casi che ho portato personalmente non sono mica esaustivi. Molti sanno, per esempio, che la situazione di Oriago fu per anni, e credo lo sia tuttora, quella di un SOLISTA costretto, a suo dire, a fare tutto lui (lui e la sua famiglia, occorre dire, peraltro allargata, che oggi ancora governa).
Il drago SETTA sta a mio avviso crescendo all'interno del gruppo antroposofico cui partecipo, per opera di alcuni programmaticamente ostili alle posizioni di altri (quorum ego!), collegandosi in questo ad una certa propensione SOLISTA e chiusa abbastanza tipica del luogo (ovviamente si tratta di una caratteristica di tipo inferiore che invece sarebbe necessario combattere), e soprattutto alla PIGRIZIA INTERIORE di chi adora il tran tran e odia istintivamente chi lo disturbi. Una prova? L'interesse riscontrato per le nostre iniziative è pari a zero (c'è stata una piccola eccezione).

Tornando ai 12: leggendo il libretto io ho avuto una spiacevole sensazione di finto ordine, in realtà di disordine. Va bene che si partiva dall'esperienza, ma al momento di trarre le conclusioni occorre, secondo me, saper dare una visione complessiva ed organica, almeno tendenzialmente. Bos ci ha provato, con le 6 opposizioni tra i 12 draghi, ma l'impressione che ho ricevuto è che si trattasse di una organicità estrinseca, mentre io sentirei il bisogno di un ordine intrinseco.
Per rispondere a questa esigenza, subito percepita quella sera anche da altri, mi è sembrato opportuno agganciarmi al paragone che l'autore fa tra una iniziativa appena sorta e un bambino in fasce. In fondo si usa anche dove ci sono dei gruppi celebrare il 7° anno o il 14° dalla fondazione\nascita. Personalmente mi sono accorto a posteriori che i miei primi 7 anni a Oriago da socio corrispondevano a quelli della crescita, con il 14° sono uscito, come un adolescente, ed ora, a 21 anni, non mi percepisco più bene neppure dove sono ora.

Ecco da cosa nasce il tentativo di maggiore sistemazione che abbiamo portato avanti quella sera, purtroppo ormai sul tardi: dalla percezione di una carenza del testo e dall'accoglimento di un suo stimolo che poteva portare a superare tale carenza. E dunque, valutando le fasi di crescita di un gruppo in maniera analoga a quelle della crescita di un individuo, e lo stesso per i pericoli che si presentino.

Ho spiegato tutto ciò, anche perché l'avevo preannunciato, proprio in quanto non mi piace improvvisare spiegazioni possibili togliendo, come si usa dire, il coniglio dal cappello: le cose vanno intimamente soppesate e valutate per tutto il tempo necessario, talora lungo, talora anche più breve. Infine, informo che l'impulso verso questo testo viene dal gruppo Giovani della SA (gruppo che ora è stato accettato anche come sezione - e su questo io non sarei d'accordo, ma non è importante), impulso che qualcuno dei nostri ha portato direttamente da là. Sarebbe forse interessante aiutarli dando loro degli strumenti più raffinati di decodifica e proponendo interpretazioni (pare invece, purtroppo, che loro stessi non affronteranno più come gruppo l'argomento: peccato).


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