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 Oggetto del messaggio: SAN PATRIGNANO: una ricerca dal punto di vista dell'economia
Messaggio da leggereInviato: 27/08/2012, 2:24 
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SAN PATRIGNANO

Una ricerca per sapere come funziona la comunità di San Patrignano dal punto di vista economico.


Il mio interesse verso la comunità di SanPa, favorito da alcune conoscenze personali, nasce soprattutto dal fatto che Vincenzo Muccioli, suo fondatore e creatore, non ignorava affatto gli insegnamenti di Rudolf Steiner, anzi, li teneva in alta considerazione.
Tutti sanno che a SanPa si recuperano ragazzi con problemi di tossicodipendenza, vale a dire si accompagnano ragazzi e uomini (e ragazze e donne) fuori dal giro della droga facendo insieme in modo che divengano per il seguito persone autonome indipendenti e libere anche attraverso l’apprendimento di uno o più mestieri. I metodi terapeutici specifici non sono tuttavia oggetto della presente breve ricerca. Lo è invece la comprensione dei modi con cui la Comunità si sostiene, funziona, eventualmente cresce e si sviluppa. E tuttavia vedremo che spesso è difficile separare i due aspetti, in quanto anche il lavoro produttivo di redditi da parte dei ragazzi in percorso (così li chiameremo anche noi) fa parte dell’aspetto terapeutico.
Intendevo stendere questa ricerca sotto forma di intervista. Pertanto mi sono recato a SanPa, dove, previo appuntamento, sono stato gentilmente ricevuto da due esponenti dell’ufficio commerciale, Piero Prenna e Stefano Bariani. Tuttavia l’evolversi del dialogo mi ha suggerito di semplificare il tutto limitandomi ad una esposizione di quanto appreso, senza pretesa di riportare passo per passo quanto fu detto. Peraltro il testo è stato da loro controllato per permettermi di correggere eventuali inesattezze e simili difetti. Voglio qui sentitamente ringraziarli per la disponibilità e per il sacrificio del loro tempo, che è sempre troppo poco.


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 Oggetto del messaggio: Re: SAN PATRIGNANO: una ricerca dal punto di vista dell'econ
Messaggio da leggereInviato: 27/08/2012, 2:25 
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Breve descrizione dei luoghi

SanPa si trova nell’entroterra di Rimini e Riccione, vicinissimo al confine di San Marino, e opera entro un territorio assai vasto e cintato, che comprende zone per l’abitazione dei ragazzi, volontari ed operatori, edifici dove svolgere le attività (teatro, uffici, magazzini, palestra, piscina, salone ristorante, stalle, negozi, canile ecc. ecc.). Una ordinata successione di villette unite da stradine asfaltate su un terreno collinare ne costituisce l’aspetto più sereno, che colpisce il visitatore per ordine, pulizia, abbondanza di verde. Inoltre esistono dépendance esterne, dal negozio+ristorante appena fuori la sede centrale, sino a terreni ed attività anche molto lontane (per esempio in Trentino, vicino a Pergine).

Piccolissima storia

SanPa nasce a favore degli emarginati nel 1978 per volontà ed opera di Vincenzo Muccioli. All’inizio non era nemmeno un centro per il recupero delle tossicodipendenze, questa vocazione fu però assai presto, e quasi casualmente, trovata ed adottata. Muccioli mise a disposizione terreno ed azienda, nonché le proprie disponibilità. Poi, pian piano, unitamente al contributo di altre persone volontarie che sposarono la causa,le varie attività si svilupparono e il numero dei ragazzi crebbe progressivamente. Oggi, a seguito di vicende senza dubbio dolorose per tutti i protagonisti, nessuno della famiglia Muccioli è presente nell’amministrazione, essendo dovuto uscire nell’agosto 2011 il figlio Andrea, che risiedeva a SanPa ed ivi esclusivamente agiva, il padre essendo mancato nel 1995 a soli 61 anni.


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 Oggetto del messaggio: Re: SAN PATRIGNANO: una ricerca dal punto di vista dell'econ
Messaggio da leggereInviato: 27/08/2012, 2:29 
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Scopi, ideali, progetti, attività

SanPa si definisce a servizio del prossimo. Esiste, per i ragazzi, un vero e proprio percorso educativo, che va dal sapersi valorizzare al riscatto della persona dalla condizione di “tossicodipendente”, e poi ad una crescita professionale attraverso studio e lavoro. Infine, un apprendistato a scelta in una delle più di 50 attività professionali disponibili. Per citarne qualcuna alla rinfusa: artigianato, officina meccanica, falegnameria, tessuti, attività grafiche e creazione di siti web; poi vi è la notevole attività casearia (formaggi soprattutto), si fanno salumi, vini ecc. ecc.

Queste attività rappresentano uno dei principali sostegni economici della comunità – e vedremo tra poco meglio la cosa. I miei due interlocutori seguono appunto l’ultima indicata tra queste, la produzione e vendita dei vini, di tipo piuttosto pregiato. Stefano opera come dipendente stipendiato in ambito commerciale seguendo prevalentemente il mercato italiano dei vini prodotti a Sanpa. Sempre per il settore vini, Sanpa ha pure provato a coltivare col metodo biodinamico, seguendo le 7 conferenze sull’agricoltura che Rudolf Steiner diede nel suo ultimo anno di vita. Purtroppo, a SanPa non vi erano tutte le condizioni logistiche necessarie per continuare su tale strada, che appare in conflitto con molti usi moderni. Piero invece vive a SanPa e in certo modo (così come per tutti quelli che hanno fatto la scelta di vivere a Sanpa) il suo lavoro non finisce mai …

In ogni caso, la produzione di vino rimane l’attività più rappresentativa di SanPa tra quelle lì presenti: infatti i ragazzi ospiti sono attivi in proprio tutte le fasi. Inoltre è, tra tutte, la più conosciuta nel mondo, i vini di SanPa vengono venduti con profitto ed apprezzati in molti paesi. Dei 260 ettari di SanPa, ben 110 sono coltivati a vigne, e non sono pochi! Già qui si comprende che il problema fondamentale sarà riuscire a coniugare i principi di SanPa con il saper stare alle regole del mercato,. Occorre inoltre la capacità di farsi percepire dal mercato, cioè farsi apprezzare e farsi richiedere.


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 Oggetto del messaggio: Re: SAN PATRIGNANO: una ricerca dal punto di vista dell'econ
Messaggio da leggereInviato: 27/08/2012, 2:30 
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Come si sostiene SanPa

Nata dalla donazione di V. Muccioli, oggi SanPa è retta da una Fondazione in cui confluirono le varie proprietà. La fondazione si fa garante della mission, e la mission principale è il recupero delle persone.
Ci sono oggi due Comitati, mentre precedentemente (fino a un anno fa) la gestione era delegata principalmente a una sola persona (prima Vincenzo, poi Andrea Muccioli). Ora vi è maggiore collegialità. Potremmo vedere questo come un superamento del livello anima cosciente e dei rischi “luciferici” dovuti alla presenza di una figura carismatica, per passare ad un livello di sé spirituale, in cui i singoli possono farsi interpreti di uno dei vari punti di vista all’interno di un organismo collegiale. Naturalmente occorre, per dare un giudizio ad un tale livello e per avere differenze rispetto alla semplice “democrazia” delle maggioranze, che nell’organismo viva il massimo ascolto per ciascuno dei partecipanti, ma esista anche il rispetto delle competenze, in un’ottica, tuttavia, di operare collettivo (esso non è facile da tenere nel tempo).
Opportunamente, a mio avviso, esistono, come sopra detto, i due comitati: un comitato sociale composto da 7 responsabili appartenenti alla comunità (più un rappresentante per ciascuna delle due sezioni esterne, S.Vito di Pergine e Botticella di Novafeltria); questo comitato di nove persone valuta tutte le iniziative dal punto di vista della loro utilità; esso considera cioè il senso che esse possono prendere nel discorso sociale, ma anche il vantaggio diretto che ne può derivare.

Esiste poi un comitato gestionale di sei persone, che valuta la sostenibilità delle iniziative, dal punto di vista pratico ed economico. Per quanto ho compreso, i numeri 7, 9 e 6 dei componenti i comitati non rispecchiano una scelta ponderata, ma riflettono semplicemente le condizioni pratiche esistenti.

Abbiamo dunque, con tutta evidenza, un comitato che potremmo definire spirituale, il quale valuta secondo il pensiero, progetta e filtra le proposte. E un altro che potremmo definire “della volontà”, che si occupa della realizzazione degli eventi dal punto di vista economico, logistico, commerciale. In una teorica tripartizione, dopo le due dimensioni della libertà e della fraternità, potremmo allora cercare quella dell’uguaglianza, nella sfera giuridica, dunque. In realtà, potremmo dire che realizzare l’uguaglianza sia la vera missione, il vero scopo della fondazione, considerato che le condizioni di partenza dei ragazzi ospiti pongono gli stessi in una condizione di inferiorità iniziale. Pertanto, un po’ come nelle strutture sanitarie, esiste un corpo di medici, psicologi ecc. che proprio di questo si occupa. Questa carenza iniziale andrà dunque compensata, riequilibrata. Come in una famiglia, esiste chi ha una responsabilità maggiore, anche educativa e rieducativa, in questo caso: pertanto vi sarà una attività di “donazione” interna e dall’esterno, intendendo la prima come volontariato oppure in rapporto al trattamento economico degli operatori (talora volontariamente autoridotto), la seconda come versamento di denaro o di beni da parte del mondo esterno. Insomma, SanPa non può essere del tutto autosufficiente (mentre in una famiglia lo stipendio di chi lavora, beh, quello normalmente ha da bastare per tutti: ciò evidenzia, se si vuole, come il “costo” della dipendenza sia maggiore di quello che comporta il semplice (!!??) tirar su dei figli). Evidentemente, comunque, la completa autosufficienza dovrà essere una meta, magari non raggiungibile, ma comunque sempre idealmente presente: si deve peraltro andare verso proprio quella direzione.

La fondazione è una ONLUS, dunque i suoi rapporti con lo stato sono regolati tramite norme che tendono a favorirla: già questo punto contiene un aspetto di donazione da parte della società. Pertanto, appare come SanPa non si proponga come modello sociale di impresa in senso strettamente economico, bensì come una figura mista, in cui il denaro di donazione collabora con il denaro d’acquisto per ottenere, a sua volta, un risultato spirituale unito ad un risultato economico parzialmente positivo.

Appare interessante che la restituzione della dignità e la cura delle persone vengano collegate, stante l’età degli ospiti, tutti maggiorenni o quasi, con l’espletamento di un lavoro. Ciò da un certo punto di vista evidenzia una caratteristica di “scuola”, apprendimento di abilità e di dignità, ma da un altro punto di vista mostra che ci si attiva in una professione, espletamento delle abilità entro un quadro di dignità.

Il percorso di crescita dura alcuni anni, per esempio 4 o 5. Le entrate vengono garantite in vari modi: vi è la vendita di olio, vino, pane, prodotti caseari, salumi, tutti prodotti in loco e di alta qualità; nello spaccio poi si trovano anche altri prodotti provenienti da ditte similari, che contribuiscono al guadagno commerciale, e vi è anche un frequentatissimo ristorante-pizzeria con vista strepitosa dalla terrazza (fino al mare di Riccione). Anche le attività di falegnameria, decorazione, fotolito e stampa, creazione di siti web producono attivi; in più vi è una pensione per cani (non autosufficiente, a dire il vero), in stagione si producono panettoni, biscotti e simili, tutti di alta qualità e relativamente costosi. Ancora: si fanno fruttare le notevoli strutture, per esempio organizzando eventi, come il noto concorso ippico annuale, che si svolge sul campo con tribune, il quale attira anche sponsor vari; ovvero ospitando congressi e simili.

L’equilibrio economico c’è: ma occorre dire che il peso delle donazioni è di circa il 50%. Se dunque considerassimo le attività quali esistono come normalmente profittevoli, potremmo dedurne che il peso dell’aspetto rieducativo (il costo della droga, mi vien da dire) arriva al 50% della realtà sociale. Occorre però specificare che i familiari stretti dei ragazzi ospitati non possono essere anche donatori. Viene mantenuta, nei loro confronti, una posizione di dare senza chiedere, e solo dopo che il ragazzo o ragazza, ultimato con successo il percorso di recupero e reinserito da almeno tre anni, diviene possibile accettare il loro contributo. Questo aumenta, ovviamente, il gravame per la fondazione, ma ne favorisce l’aspetto terapeutico e sociale, oltre che confermarne l’indipendenza e la libertà. Viene invece accettata da tutti la modalità di versamento del 5 per mille sulla dichiarazione dei redditi, che non comporta un esborso diretto. Inoltre un genitore/parente può liberamente acquistare i servizi di SanPa, dall’acquisto dei prodotti all’abbonamento alla rivista – non ne avevo ancora fatto cenno: si chiama SP. Il Giornale di San Patrignano, e tratta della vita di SanPa e delle tematiche sociali, di tossicodipendenza e simili. (Già che ci sono: lo spaccio si chiama SP-accio).

Il risultato dell’autosufficienza potrebbe magari essere raggiunto prevedendo una situazione istituzionale intermedia. Mi spiego: se la presenza di ragazzi tossicodipendenti da curare è un peso per la struttura (e va compensato tramite quel famoso 50% di donazione), una volta che i ragazzi abbiano raggiunto un buon livello di recupero essi potrebbero essere sì maggiormente produttivi, ma non più all’interno della struttura originaria, bensì entro un’altra amministrazione, che allora sarebbe assai meno bisognosa di donazioni e potrebbe puntare ad una dipendenza dalle donazioni tra il 10% e lo 0%. Forse esistono delle remore a livello umano o terapeutico per realizzare ciò, però dal punto di vista della funzionalità economica mi sembrerebbe una utile struttura a metà strada tra il momento terapeutico e il momento della piena immissione nel mondo del lavoro esterno. Probabilmente, comunque, l’affrancamento di tale struttura peggiorerebbe il bilancio della struttura di base, e la percentuale di donazioni ad essa necessaria potrebbe aumentare sino forse all’80%; il vantaggio consisterebbe comunque in una maggiore coscienza rispetto ai valori dell’economia, intesa sia come “mondo reale” che come “spazio d’azione della volontà e della fraternità”. Credo comunque che questa piccola digressione potrà avere una risposta diretta da parte degli amici di SanPa allorché ci leggeranno. O almeno lo spero …


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 Oggetto del messaggio: Re: SAN PATRIGNANO: una ricerca dal punto di vista dell'econ
Messaggio da leggereInviato: 27/08/2012, 2:33 
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Rapporto con le istituzioni

Quanto al rapporto con le istituzioni: non si vuole che lo stato faccia direttamente il donatore o il finanziatore, anche perché così diverrebbe il vero padrone di SanPa, mentre qui l’indipendenza è un bisogno molto sentito (siamo vicinissimi a San Marino, tra l’altro: questo vorrà pur dire qualcosa). Peraltro loro possono partecipare a bandi e concorsi di vario tipo indetti da Stato, Regione, comuni, mettendosi in concorrenza con altre offerte imprenditoriali. Per esempio, possono partecipare ad un bando per creare corsi dei formazione per conto di questi enti pubblici. In tal modo notiamo che il ruolo dello stato, precipuamente legislativo, non viene stravolto facendolo diventare finanziatore o gestore.

Gli stipendi

Vi sono là molti volontari che non hanno stipendio, ma un alloggio ed un rimborso spese (tutti possono poi mangiare alla gigantesca sala da pranzo, in cui i cuochi sono pur sempre dei ragazzi in riabilitazione, che imparano il mestiere). In genere, poi, si guarda alla situazione della persona (ai bisogni, diremmo noi). I contributi dipendono dai 2 comitati di cui sopra. Prima viene il comitato sociale, che valuta i bisogni, poi quello gestionale, che si misura con le disponibilità. La condizione di chi lavora e anche vive dentro non è rigida, e vi sono situazioni ibride. Anche quei professionisti esterni che vengono normalmente pagati per lavorare nelle strutture mediche, per esempio, tuttavia partecipano in modo ampiamente solidale. Meno implicati sono invece i corrispondenti commerciali, dove si tratta soprattutto di merci e di concorrenza, anche se capita che qualcuno possa mostrarsi più disponibile: ma ciò non deve assolutamente essere indispensabile.


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 Oggetto del messaggio: Re: SAN PATRIGNANO: una ricerca dal punto di vista dell'econ
Messaggio da leggereInviato: 27/08/2012, 2:33 
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Ho cercato di dare una panoramica che permetta una discussione su questa esperienza anche alla luce della tripartizione. Da ora, dunque, invito ad intervenire per considerazioni (o correzioni!) varie. Preciso ancora che il presente testo è stato rivisto dai due intervistati, in modo da eliminare, o almeno ridurre, le inesattezze.

Infine, altre informazioni e statistiche varie si possono trarre dal sito http://www.sanpatrignano.org/ direttamente o utilizzandolo per collegamenti ad altri link.


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 Oggetto del messaggio: Re: SAN PATRIGNANO: una ricerca dal punto di vista dell'econ
Messaggio da leggereInviato: 29/08/2012, 1:55 
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Iscritto il: 12/12/2011, 22:30
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Interessante la descrizione della comunità, ma si deve a onor del vero rimediare l'abbattimento morale dei fondatori che dovrebbero vigilare e benedire dal mondo dello spirito tutta la loro creatura cui dedicarono cuore tempo e vita. Un pessimo esempio è approvare l'abolizione del padre di SAN P. che forse come Nerone fu vilipeso e diffamato perché a favore del popolo e non dei privilegiati e ora dopo 2000 anni se ne accorgono. Ebbene se Mucc. da quel mondo spirituale, ora ben da altri cancellato, serberà rancore, la fortuna della comunità sarà impoverita progressivamente di affetti e benefici sinceramente umani e il suo futuro avrà molti più ostacoli di quanti ne avrebbe avuti rispettando i fondatori.
Non si vuol con questo essere l'uccel di malaugurio bensì rimediare e far ben progredire la comunità senza che involontariamente approvi i metodi di abbattimento di uomini valorosi virtuosi e a.


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 Oggetto del messaggio: Re: SAN PATRIGNANO: una ricerca dal punto di vista dell'econ
Messaggio da leggereInviato: 31/08/2012, 0:24 
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Iscritto il: 13/07/2011, 20:31
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Ho ufficialmente proposto alla presidenza della Società Antroposofica in Italia di tenere il prossimo convegno annuale italiano proprio a San Patrignano.
Ciò porterebbe molti "teorici" a vivere direttamente le soluzioni pratiche che qui si sono provate.
Inoltre, per i circa 1300 ospiti di SanPa (è un dato che non avevo precedentemente incluso) vi sarebbe la possibilità di un contatto diretto con l'antroposofia.
Mi sono personalmente dichiarato disponibile per l'organizzazione dell'evento e mi sono permesso di ipotizzare che qualcun altro dei partecipanti al forum potrebbe seguire il mio esempio :o
Ora attendo la risposta, anzi, una risposta, e ne riferirò sul forum. Se fosse positiva, vedrò di iniziare il lavoro con chi si renderà disponibile (non saremmo certo soli, vi sono gruppi a S. Marino ed in Romagna, ecc.)


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 Oggetto del messaggio: Re: SAN PATRIGNANO: una ricerca dal punto di vista dell'econ
Messaggio da leggereInviato: 21/09/2012, 1:27 
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Iscritto il: 13/07/2011, 20:31
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La proposta è stata accolta come interessante dalla presidenza della Società Antroposofica. Le decisioni verranno prese nella prossima riunione dei fiduciari (o eventualmente in una futura).
____________________________________
nota
Ogni gruppo di soci della SA "esprime" un fiduciario. I fiduciari e la presidenza si ritrovano ogni sei mesi a far un po' di rituale, salutare il gruppo indigeno di volta in volta ospitante, prendere decisioni che si sarebbero benissimo potute prendere nell'assemblea annuale dei soci.
Nell'epoca dell'anima cosciente un tale modo di procedere è ridicolo. Occorre per di più sapere che non esiste alcuna garanzia sulla "rappresentatività" dei fiduciari, né è dato di sapere come costoro operino le scelte per tutti.
Poiché questo è argomento non da poco, lo faccio continuare in un nuovo topic che inizierà appunto con la seconda parte di questo post.
Sperando che Lorenzo ci metta la sua zampina.

Pertanto, fine OT. Intendo dire: prego di non continuare qui che l'argomento S.Patrignano. Per quello dei fiduciari, postare sul nuovo topic, grazie.


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